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Latino
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[1] Mi sono accinto a scrivere sulla clemenza, o Cesare Nerone, per farti in qualche modo da specchio e per dimostrarti che sei destinato a giungere alla gioia più grande di tutte. Infatti sebbene il vero frutto delle buone azioni sia l’averle compiute e non vi sia nessun premio delle virtù degno di esse al di fuori di quelle stesse virtù, pure è piacev
C'è un fiume, l'Arari, che confluisce nel Rodano attraverso i territori degli Edui e dei Sequani con tale incredibile pacatezza che gli occhi non riescono a distinguere in quale direzione si muova. Gli Elvezi lo stavano attraversando a bordo di zattere e piroghe legate insieme. Informato dai ricognitori che già tre quarti delle forze degli Elvezi avevan
All'annunzio di questi avvenimenti il terrore corse fulmineo per roma; il console Lentulo, ch'era andato ad aprire l'erario per portare, secondo le disposizioni del senato, il denaro a Pompeo, subito dopo l'apertura del tesoro più sacro e più nascosto, fuggì dalla città. S'era infatti sparsa la falsa notizia che Cesare era sempre più vicino, che la sua
pauca nuntiate meae puellae
non bona dicta.
cum suis vivat valeatque moechis,
quos simul complexa tenet trecentos,
nullum amans vere, sed identidem omnium
ilia rumpens;
nec meum respectet, ut ante, amorem,
qui illius culpa cecidit velut prati
ultimi flos, praetereunte postquam
tactus aratro est.
Furio e Aurel
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Informato di ciò, Cicerone, angustiato da un duplice pericolo, poiché non poteva proteggere più a lungo la città di sua propria iniziativa, e non conosceva esattamente l'entità e i piani dell'esercito di Manlio, porta davanti al Senato la questione di cui s'era già prima impossessata la pubblica opinione. Pertanto, come suole accadere nelle situa
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Impegnato in questi preparativi, Catilina chiedeva tuttavia il consolato per l'anno successivo, sperando, se fosse stato eletto, di manovrare Antonio a suo piacimento. E intanto non stava quieto, ma in tutti i modi tendeva insidie a Cicerone. A questi non mancavano tuttavia astuzia e scaltrezza per guardarsi. Infatti, fin dall'inizio del con
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Tra i congiurati v'era Q. Curio, di nobile nascita, ma coperto di vergogne e di delitti; i censori lo avevano radiato dal Senato per infamia. La leggerezza di quest'uomo non era minore dell'audacia; non sapeva tacere ciò che aveva udito, né occultare egli stesso i suoi propri delitti; in breve, non ponderava nulla di ciò che diceva o faceva.