PONZIO TELESINO
Durante la guerra sociale, Ponzio Telesino, comandante dei Sanniti, uomo molto forte e ostile ai Romani, aveva radunato molti giovani decisi e aveva devastato la Campania e l’Etruria più atrocemente di Pirro.
Infine assediò Roma e, presso Porta Collina, combattendo contro Silla, portò le truppe romane al più grande per...
Latino
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PAOLA SI CONSACRA A CRISTO
Dopo la morte di suo marito Tossozio, Paola lo pianse cosicché quasi moriva e si convertì alla servitù del Signore.
Vide poi omini ammirevoli e pontefici di Cristo; la loro virtù accese Paola, a momenti pensava di abbandonare la patria. Non della casa, non dei figli, non delle proprietà memore, cercava di an...
IL SACRIFICIO DI LUCREZIA
Tarquinio il Superbo assediò dopo la città di Arde.
Lì Tarquinio Collatino, figlio della sorella del re, per caso cenava presso Sesto Tarquinio con altri giovani nobili. Cade il discorso sulle mogli: ciascuno lodò la propria. Allora piacque conoscerle. Perciò si dirigono a Roma a cavallo. Trovarono le donne ...
SPIEGAZIONE DI UN’ECLISSI
Durante quella lunghissima guerra che gli ateniesi e gli spartani fecero tra di loro col massimo sforzo, essendosi il sole eclissato ed essendo scese di conseguenza le tenebre improvvisamente, un grandissimo spavento si impadronì degli animi degli ateniesi, si dice che Pericle, il primo della sua città sia per prestig...
I tebani, dopo aver vinto gli spartani in combattimento presso Leucra, passarono per il peloponneso e arrivarono al fiume Eurota, che non era proprio lontano da Sparta. Allora, dopo che un soldato tebano tutto compiaciuto disse “non vedo spartani in nessun luogo!”, un soldato spartano, che i tebani trascinavano con loro come prigioniero, disse: “gli sp
Versione: Invettiva di Cicerone II
Quale pace può avere M. Antonio col senato? Con che faccia egli vi potrà guardare? E viceversa voi con quali occhi potrete guardare lui? Chi di voi non lo odierà? chi di voi quello non odierà? Voi soli lo odierete o anche quelli che ci spronarono per recuperare le libertà e chiamarono me con il popolo romano i
L’incendio si propagò per la (sua stessa) violenza prima nei luoghi piani, poi arrampicandosi sui colli e di nuovo devastando le bassure, prevenne qualsiasi intervento per la velocità della sventura perché la città offriva esca agli incedi a causa delle vie strette e in più punti tortuose e per gli immensi agglomerati come era la Roma antica.
Inoltr
E queste cose, sebbene a favore del popolo risultavano vane poiché, nello stesso tempo, in città era in preda alle fiamme si era diffusa la voce che egli fosse apparso sul palcoscenico del suo palazzo e che avesse cantato la distruzione di Troia, mettendo a confronto le sventure presenti a quelle antiche....
Cristo, iniziatore di quel nome, era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio Pilato mentre regnava Liberio e momentaneamente sopita la perniciosa superstizione, scoppiava di nuovo, non solamente in Giudea, origine di quel male, ma nella stessa Roma dove, da ogni parte, confluivano e si moltiplicavano tutte le superstizioni atroci e vergogno
Tacito, libro XV, cap 40 Annales
Infine, dopo sei giorni, l’incendio ebbe termine ai piede dell’Esquilino, demoliti gli edifici per uno spazio immenso perché unospazio sgombro e come un orizzonte aperto si opponessero all’ininterrotta violenza. Non era ancora scomparso il terrore o era tornata la speranza tra il popolo: di nuovo infuriò il fuo...