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Data: 27.05.2005
Latino
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Poi, ricevuti con ospitalità regale, prolungammo il discorso fino a notte inoltrata, mentre il vecchio non parlava d'altro se non dell'Africano, e rievocò non solo tutte le sue imprese, ma anche i suoi discorsi. Poi, quando ce ne andammo a dormire, io stanco sia per il viaggio, sia poichè ero stato sveglio fino a notte inoltrata, fui avvolto da un
4. I caratteri della cultura
5. Lo stoicismo come ideologia del dissenso
FEDRO
1. L’uomo e l’autore
2. L’attività letteraria
Brani analizzati con ricerca dei nuclei tematici e parole chiave
Brani tratti dal Phaedri Augusti liberti fabulae Aesopiae
1. Prologo (analizzato in lingua latina )
2. La prepotenza del
Morto questi, mi recai dallo Scevola che fu pontefice, che oso definire di gran lunga il più ragguardevole della nostra città sia per ingegno sia per rettitudine. Ma di lui (parlerò) un'altra volta: ora torno all'augure. Tra i molti argomenti in cui spesso entrava, mi ricordo che una volta a casa sua, mentre egli era seduto come al suo solito sul sedil
• Mogli: Secondo quanto ci dice Svetonio nel De Viris Illustribus, Cesare “perdette il padre a sedici anni. L’anno seguente, designato flamine diale1, sciolse il suo fidanzamento (secondo alcuni era già sposato, e quindi divorziò, sotto il consiglio della zia Giulia e di Aurelia) con Cossunzia, giovane di famiglia equestre (che, perciò, non poteva esser
I commentatori citano come probabile modello un epigramma di Meleagro in morte della donna amata, di nome Eliodora. In realtà il testo greco ha in comune con quello latino soltanto il tema del pianto («Lacrime ti dono, anche laggiù sotto terra, o Eliodora, reliquie d’amore, nell’Ade: lacrime, amare lacrime libo sulla tomba molto compianta…»). Oltre al t
2 Chi va avanti nutrendosi di questa roba, non può avere gusto più di quanto non profumino quelli che vivono in cucina. Lasciatemelo dire, vi prego, ma l'eloquenza siete stati voi retori i primi a rovinarla. Grazie ai vostri giochetti deliranti con suoni vacui e inutili svolazzi, avete snervato il corpo del discorso facendolo crollare a terra. I giovani
E DA PRIMA IN VERITA’ I NOSTRI UOMINI, IGNARI DI OGNI CONOSCENSA TEORICA, POICHE’ PENSAVANO CHE NON CI FOSSE NE’ ALCUNA VIA PER LA PRATICA NE’ ALCUN PRECETTO DELL’ARTE (DELL’ELOQUENZA), CONSIGLIAVANO QUANTO POTEVANO CONSEGUIRE CON L’INGEGNO E LA RIFLESSIONE. POI INVECE, UDITI GLI ORATORI GRECI E CONOSCIUTI I LORO SCRITTI E PRESILI COME INSEGNANTI, SI I