Il 1600 in Europa

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Testo

LA CRISI DEL 1600
Dal punto di vista demografico ed economico ci appare come un secolo di crisi, anche se diverso dal 1300. demograficamente il popolo europeo fu caratterizzato dalla stagnazione, circa 100 milioni di abitanti. Questa stagnazione fu il risultato di andamenti demografici diversi all’interno dei paesi europei. In Inghilterra e Olanda si registrarono lievi incrementi di popolazione, al contrario di Italia e Spagna dove si ebbe un decremento. In Francia ci una stagnazione. La crisi del 600 ebbe gli stessi esiti della Francia. Nei paesi come l’Olanda, la crisi fu meno forte, in altri più forte. Crisi selettiva→non colpì con la stessa gravità tutti i paesi europei. Questo dipese dalla capacità di reazione dei singoli paesi. Cause: secondo gli storici la causa si trova nella polarizzazione della ricchezza, che si era delineata nel corso del 1500 = concentrazione ricchezze nei ceti più elevati. I ceti popolari si erano impoveriti sempre di + a causa dell’aumento dei prezzi. Impoverendosi, la popolazione acquistava sempre meno merci e questo aveva provocato una riduzione degli investimenti produttivi. Gran parte dei capitali vennero impiegati nella produzione e l’importazione di beni di lusso, improduttivi. Un'altra causa fu il raffreddamento del clima europeo che determinò la rovina delle coltivazioni di cereali, che richiedevano un clima mite. Questo fu gravissimo, perché l’agricoltura europea era monoculturale, se ci fossero state altre coltivazioni la crisi sarebbe stata meno sentita. Iniziarono a diffondersi le carestia, la fame, le malattie (peste). L’Inghilterra, l’Olanda e in parte la Francia decisero di abbandonare le colture di cereali e di specializzarsi nella produzione di prodotti richiesti dal mercato. L’Olanda si specializzò nella produzione di prodotti caseari e nell’allevamento, mentre l’Inghilterra si specializzò nella produzione di lana e nell’allevamento degli ovini. Cercavano di produrre, comunque, tutto ciò che il mercato chiedeva. Per questo furono create molte manifatture e iniziarono ad importare prodotti dall’estero per venderli poi sul mercato. Fu possibile questo grazie ai borghesi e ai nobili illuminati (nobili con mentalità borghese aperta al cambiamento e disposti ad investire), perché non legati alla mentalità tradizionale.
Diversa fu la situazione italiana e spagnola. Qui era assente la classe borghese o poco numerosa. Ci fu un processo di rifeudalizzazione poiché i proprietari terrieri scelsero questo metodo per migliorare la situazione. Questo significa reintrodurre in modo totale il sistema feudale, imponendo ai contadini canoni sempre + pesanti. Questa scelta non fu positiva, e non portò alla ripresa dell’economia italiana e spagnola. Questa differenziazione su ciò che provocò la crisi del 600 si può notare anche in campo commerciale. Fin dagli inizi del 1600 il commercio diede segnali di crisi, causata dalla mancanza di metalli preziosi che venivano utilizzati anche per fabbricare le monete ormai sottoposte all’usura. Questa mancanza di metalli preziosi si verificò poiché le miniere in America Meridionale erano esaurite, sfruttate al massimo. Per rimediare alla mancanza di metalli preziosi si raschiavano le monete già esistenti con un metodo definito della tosatura. Oppure si metteva nelle monete nuove una quantità minore di metallo prezioso, anche se il valore ufficiale rimaneva lo stesso →iniziarono ad essere prodotte monete di rame e, avendo un valore molto basso, dove circolavano i prezzi erano si alzavano. Nel 1620 ci fu in molte zone dell’europa un blocco delle attività commerciali per mancanza di monete. Questa crisi monetaria e commerciale causò in Italia e Spagna il declino del settore commerciale. Non riuscirono a reagire. Al declino commerciale italiano comunque si era abituati, poiché dopo la scoperta dell’America, l’Italia perse il suo primato commerciale sul mar Mediterraneo e la Spagna impose la sua egemonia sui traffici commerciali verso il sud America.
Diversamente l’Olanda e l’Inghilterra riuscirono a riprendersi dalla crisi, decidendo di ridimensionare il commercio dei beni di lusso e di commerciare beni più popolari come lo zucchero e i tessuti meno preziosi (lana). Con questa scelta riuscirono a potenziare il commercio internazionale assicurandosi progressivamente il controllo del commercio con l’Oriente e l’America. La crisi del 1600 aveva diviso l’Europa in 2 zone: una avanzata e l’altra arretrata. Questa crisi fu però accentuata da un conflitto, la guerra dei 30 anni, che scoppiò nel 1618 e che venne combattuta in varie zone dell’Europa, seminando ulteriormente morte, miseria e devastazione.

LA GUERRA DEI 30 ANNI
Iniziò nel 1618 all’interno dell’impero Asburgico. Questo era profondamente diviso dal punto di vista politico, economico e soprattutto dal 1555 dal punto di vista religioso. Formato da piccoli regni, ducati e principati,x commerciare con un altro ducato o principato si dovevano pagare dazi e tasse. Questa divisione fu accentuata con la divisione religiosa. Due religioni ufficiali, ma anche il calvinismo e, in Boemia, acquisita nel 1500, vi era la religione ussita. Religione cristiana fondata in epoca medievale da Giovanni Huss, che criticava la corruzione della chiesa. Dopo la pace di Augusta gli imperatori tedeschi avevano cercato di non riaccendere la lotta religiosa (gli imperatori tedeschi erano cattolici). Nonostante questa volontà ci furono scontri religiosi, soprattutto per volontà del duca Massimiliano di Baviera, che era cattolico. Faceva delle “crociate” contro i principi luterani e calvinisti. Agli inizi del 1600 Massimiliano aveva fondato una “lega cattolica” e i protestanti avevano fondato una lega “evangelica”, entrambe leghe militari. Quest’ultima era capeggiata dal duca del Palatinato, Federico. Fino al 1617 la neutralità degli imperatori tenne lontano la guerra civile. Nel 1617 la situazione iniziò a cambiare perché in quest’anno venne eletto re di Boemi e Ungheria, Ferdinando di Stiria. In quel periodo l’imperatore era Mattia (vi era la frammentazione del potere). Boemia e Ungheria erano zone conquistate recentemente. L’Ungheria era in gran parte occupata dai turchi. La popolazione e ungherese e boema non aveva mai accettato l’occupazione dell’impero Asburgico. Per dimostrare ciò cercarono di accentuare la pratica di religioni diverse dal cattolicesimo, come il calvinismo, luteranesimo e la religione ussita. Questa scelta non suscitò gravi problemi fino al 1617. la cosa cambiò quando Ferdinando di Stiria diventò re di queste zone, perché queste erano state educate dai gesuiti ed era + che mai deciso a restaurare il cattolicesimo in queste zone. Inviò dei funzionari tedeschi e anche ecclesiastici per la predicazione del cattolicesimo. (Ferdinando II era il cugino di Mattia, morto) la sua volontà di cattolicizzare era sempre + forte.la popolazione boema nel 1618 attuò un azione di protesta, gettando dalla finestra del palazzo imperiale di Praga due funzionari imperiali, “defenestrazione di Praga”. Di fronte a questo atto l’imperatore decise di dichiarare guerra ai boemi. Da parte loro i boemi si organizzarono eleggendo un nuovo re “Federico 5”, che era il duca del Palatinato (capo lega evangelica). Tuttavia era molto giovane e inesperto. Federico II inoltre, ottenne l’appoggio militare della Spagna, dove inviò truppe. ( la Spagna aiutò oltre per la religione anche per espandersi). I boemi furono aiutati dall’Inghilterra e Francia, solo formalmente dalla Danimarca e dalla Svezia, ma di fatto non fu nessun aiuto. I motivi per cui decisero di aiutare la Boemia: erano tutti protestanti (eccetto la Francia, che lo faceva per prestigio). Questo scontro si concluse con la sconfitta dei boemi, nella battaglia della montagna bianca, nei pressi di Praga, nel 1620. cause della guerra: motivi religiosi e politici. Nacque all’interno dell’impero ma in seguito ci fu la partecipazione di altri paesi, interessati alla questione religiosa e politica. Ferdinando II avviò un’operazione di normalizzazione della Boemia. Fece uccidere o mandò in esilio i nobili ribelli, distribuì le loro terre ai soldati (anche spagnoli) che avevano combattuto per l’impero. Anche Federico 5 fu costretto all’esilio. Nel 1625 ci fu la ripresa del conflitto, quando cristiano 4 (luterano) re di Danimarca, decise di dichiarare guerra all’impero. Motivazioni: religiose, il re temeva di essere inglobato nell’impero di Ferdinando II che era cattolico. La guerra si concluse nel 1629 con la sconfitta della Danimarca. Questa aveva chiesto aiuti concreti dalla Francia e dall’Inghilterra ma invano. Ferdinando II fu aiutato dagli spagnoli come sempre. La Danimarca firmò la pace di Lubecca nel 1629, con cui si impegnava ad uscire dalla guerra definitivamente e a non occuparsi delle faccende tedesche. La continuazione della guerra fu determinata da alcune decisioni prese da Ferdinando II che si diffusero in Germania e in altri paesi europei. Una prima decisone (editto di restituzione) fu quella di chiedere ai protestanti di restituire ai cattolici tutte le terre sequestrate dopo il 1552. questo provvedimento suscitò malcontento all’interno della Germania, soprattutto dei principi luterani. Molte terre erano passate di mano in mano e molti si trovavano a dover cedere delle terre comprate regolarmente. Anche molti cattolici tedeschi e la chiesa di Roma sottolineavano l’inopportunità di questo provvedimento, che sarebbe solo servito a riaccendere l’odio tra le 2 religioni. Un'altra decisione fu l’intenzione di trasformare la sua carica da elettiva a ereditaria. Questa decisione suscitò malcontento all’interno del paese (i principi perdevano una fonte di arricchimento). Un'altra decisione fu quella di modificare la BOLLA D’ORO, questa fu attuata. In essa erano stati indicati i principi elettori, nel 1356. (non i nomi ma i territori). Era una sorta di costituzione immodificabile per i tedeschi. Ferdinando II decise di modificarla, decise di sostituire il duca del Palatinato con il duca di Baviera, Massimiliano, che lo aveva aiutato nella guerra contro i boemi. Un altro elemento suscitò timore. In quel periodo alla corte imperiale aveva assunto molta importanza un nobile boemo, Wallenstein. L’ascesa politica di questo personaggio fu aiutata dallo stesso Ferdinando II, che aveva bisogno del suo aiuto. Questo, attraverso una specie di speculazione, era diventato ricchissimo, e aveva creato un suo esercito personale, che era molto numeroso, ben addestrato e ben armato. Poteva essere l’esercito di uno stato. Questo iniziò ad aspirare alla carriera politica, iniziò a prestare denaro e ad affittare l’esercito a Ferdinando II. Ferdinando non aveva soldi ma lo ricompensava politicamente. Si creò questo stretto legame. Wallenstein suscitava timore, era violento, e potente. Tutte queste decisioni non favorirono la pace. Per questo motivo, nel 1631 la guerra dei 30 anni riprese ufficialmente per iniziativa della svezia con il re Gustavo Adolfo. La Svezia dichiarò guerra per motivi religiosi e perché temeva di essere inglobata nell’impero. Accanto a queste motivazioni ci fu una motivazione economica. L’economia svedese ruotava intorno al controllo del mar baltico. Attraverso questo mare avvenivano intensi scambi commerciali tra l’Europa del su e del nord. Ferdinando II aveva iniziato a costruire una flotta nel mar baltico, per affermare il controllo imperiale su questo mare e questo avrebbe rovinato la Svezia. Così dichiarò guerra all’impero e trovò l’appoggio di alcuni principi tedeschi protestanti. Ottenne finanziamenti anche dalla Francia. L’esercito svedese diede prova di grande efficienza. Rimasero stupiti di fronte a ciò. L’esercito svedese era dotato di un’artiglieria moderna e combatteva fondandosi su una perfetta cooperazione tra le varie parti dell’esercito. Era formato da soldati a lunga ferma (per 20 anni stipendiati dallo stato→ soldati + preparati). Gli altri eserciti erano composti da mercenari. Nel 1631sconfisse le truppe spagnole nella battaglia di Lutren (prima volta che le truppe spagnole persero). Nel corso di questa operazione militare uccise il re di Svezia (che combatteva con l’esercito) nel 1632, e questo determinò disordine all’interno dell’esercito. Alla sua morte salì al trono una bambina, la figlia Crishna, che non poteva combattere. I soldati nemici ne approfittarono, riuscirono a riorganizzarsi e ad allontanare la manaccia svedese. La guerra rimase aperta. Ferdinando II firmò nel 1634 la pace di Praga con i principi tedeschi protestanti, che s’impegnarono a non combattere + contro l’imperatore. L’imperatore s’impegnava a rimandare di 20 anni l’attuazione dell’editto di restituzione. All’inizio degli anni 40 entrò in guerra la Francia, contro l’impero. (in questo periodo, dopo che fu sconfitto il re svedese fu ucciso anche Wallenstein. In Francia c’era il re Luigi 13 anche se gran parte della politica francese era svolta da Richelieiu. Egli aveva dichiarato guerra solo ora: non c’era un motivo religioso ma la Francia voleva acquisire nuovi territori e contrastare il predominio politico dell’impero. Con l’entrata in guerra della Francia si delinearono gravi difficoltà per la Spagna (ultima fase della guerra). Gli spagnoli stavano combattendo non solo in questa guerra ma anche nella rivolta dei paesi bassi e in alcune rivolte all’interno del paese. L’esercito spagnolo iniziò a perdere. Nel 1642 ci fu una sconfitta molto importante per gli spagnoli a Rocroi. Questa segna l’inizio della decadenza dell’esercito spagnolo. Questo indusse i paesi bassi a concludere la guerra contro la Spagna. Essi avrebbero potuto approfittarne ma temevano di diventare confinati con la Francia, che era + pericolosa. Nel 1648 si concluse la guerra dei 30 anni con la pace di Westalia, firmata da Ferdinando III. La guerra comunque continuò tra Spagna e Francia. La pace prevedeva che non si realizzassero gli obbiettivi di Ferdinando II e che, dal punto di vista religioso, vennero riconosciuti, accanto al cattolicesimo e al luteranesimo, il calvinismo; venne ribadito il principio “quius regio eius religio”. I sudditi non d’accordo con il principe dal punto di vista religioso, potevano andarsene, senza subire la confisca di tutti i beni. Dal punto di vista politico si accentuò la divisione politica dell’impero→ meno potere all’imperatore. (vari staterelli). I ducati ecc. potevano addirittura svolgere una politica estera autonoma. Vennero ceduti i territori a Svezia e Francia e fu sancito il primato della Francia sull’Europa.
LA RIVOLUZIONE INGLESE
Alla morte di Elisabetta salì al potere Giacomo I. Cercò di restaurare l’assolutismo con l’appoggio della Chiesa Anglicana, non occupandosi del commercio e dell’economia del Paese. Due camere nel paese: Lords (non elettiva ma scelta dal sovrano, con esponenti della nobiltà) e Comuni (elettiva, parlamento).
Nel paese si diffuse il malcontento tra la minoranza dei cattolici, che speravano in una restaurazione del cattolicesimo, in quanto Giacomo I era figlio di una regina cattolica e che organizzarono congiure contro il sovrano. Il malcontento si diffuse anche tra i puritani: erano calvinisti che chiedevano un’applicazione rigorosa e severa dei principi morali del calvinismo. Volevano anche una chiesa democratica, rifiutando l’autorità del re e dei vescovi anglicani. Nell’anglicanesimo la chiesa era gerarchizzata e i fedeli non avevano alcun potere ed erano esclusi dalla vita religiosa.
Erano puritani soprattutto i borghesi e alcuni esponenti della gentry, classe che comprendeva la piccola e media nobiltà. Questi erano ceti molto attivi dal punto di vista economico ed erano danneggiati dalla politica economica di Giacomo I, così trovarono nel puritanesimo un fronte comune contro il re, e uno strumento di lotta nella camera dei Comuni (parlamento). Nel 1623 alla morte di Giacomo salì al trono Carlo I che confermò la linea politica del suo predecessore, basata sull’alleanza con la chiesa anglicana, la persecuzione dei dissidenti e l’assolutismo regio. Non ebbe nessun interesse nel preservare il commercio e cominciò a concedere monopoli commerciali a persone che lo appoggiavano. Il malcontento crebbe poiché Carlo I impose tasse sempre più elevate, che rendevano la corte regia sempre più sfarzosa e la popolazione sempre più povera, senza avere l’approvazione del parlamento, violando la Magna Cartha. Inoltre accentuò le persecuzioni religiose verso i non anglicani, soprattutto i puritani. Ma la situazione degenerò quando nominò capo della chiesa anglicana William Laud, arcivescovo di Canterbury. Questo s’impegnò molto nelle persecuzioni, decise di introdurre alcune regole cattoliche con grande sdegno da parte dei puritani e volle restaurare l’anglicanesimo in Scozia (ufficialmente presbiteriana=calvinista). I nobili scozzesi davanti alle pretese di Laud risposero scrivendo un documento, il Covernant, nel quale s’impegnavano a difendere fino in fondo le loro scelte religiose.
Nel 1639 fu così inevitabile lo scoppio di una guerra tra Scozia e Inghilterra. Le truppe inglesi mandate in Scozia vennero sconfitte e gli scozzesi invasero il territorio inglese. Carlo I aveva bisogno di denaro per riorganizzare l’esercito, ma per ottenere finanziamenti gli serviva l’approvazione del parlamento. Nel 1640 convocò il parlamento che manifestò opposizione verso il sovrano. Carlo non riuscì a fronteggiare quest’ostilità e sciolse il parlamento (formato da esponenti del puritanesimo), che era rimasto in carica un solo mese prendendo il nome di CORTO PARLAMENTO. Dopo poco tempo, poiché necessitava di finanziamenti, fu però costretto a convocare nuovamente il parlamento, che prese il nome di LUNGO PARLAMENTO in quanto rimase in carica fino al 1653. Per ottenere i finanziamenti richiesti dovette firmare un documento, in cui s’impegnava a rispettare la Magna Cartha (ovvero s’impegnava a non instaurare l’assolutismo e a non dare più un così grande potere alla chiesa anglicana). Carlo I però, dopo aver firmato il documento cercò di diminuire il potere del parlamento, organizzando un colpo di stato. Nel frattempo il parlamento che si sente minacciato cerca di far valere i propri diritti stendendo la GRANDE RIMOSTRANZA, documento in cui si chiedeva al re di poter controllare il reclutamento dell’esercito e la nomina dei ministri (ciò avrebbe permesso di scegliere ministri e soldati favorevoli al parlamento e alle sue idee). Nel 1642 il re attuò il colpo di stato irrompendo in parlamento con delle truppe. I deputati riuscirono però a fuggire e in quell’anno, con il fallimento del colpo di stato, fu inevitabile l’inizio di una guerra civile. Si fronteggiavano in questa guerra due schieramenti: quello dei Cavalieri e quello delle Teste Rotonde. Il fronte dei cavalieri si schierò a favore del re, vi facevano parte nobili ma anche esponenti della gentry e dell’alta borghesia, che avevano fatto questa scelta non perché condividessero le idee assolutistiche di Carlo I, ma perché temevano che la guerra civile avrebbe portato alla diffusione di disordini sociali e ad un radicale cambiamento di governo (repubblica o democrazia). I cavalieri si identificavano con la Chiesa anglicana e si schierarono da questa parte anche i cattolici. Le teste rotonde erano invece formate da esponenti della piccola e media borghesia (artigiani e commercianti), la religione a cui facevano riferimento era il puritanesimo e chiedevano maggior libertà politica ed economica, il rispetto della Magna Cartha e l’abolizione dell’assolutismo. Lo scontro armato andò avanti per due anni, senza vittorie di rilievo. Nel 1644 la situazione volse a favore del fronte parlamentare, poiché Oliver Cromwell prese la guida dell’esercito delle teste rotonde. Cromwee. Era un esponente della gentry che inizialmente non aveva la guida dell’esercito. Avendo però dimostrato di essere un grande stratega militare con la creazione nell’esercito del corpo dei cavalieri corazzati, gli fu affido il comando dell’esercito. Trasformò questo in una struttura militarmente perfetta e moderna, in quanto i soldati non solo erano ben addestrati, ma erano anche colti ed erano stati educati alle dottrine parlamentari antiassolutistiche. Nell’esercito era anche diffuso un clima di democrazia, in quanto i soldati eleggevano i loro ufficiali ed erano liberi di scegliere la propria religione, tra quelle protestanti escluso l’anglicanesimo ed ovviamente il cattolicesimo. Questo esercito permise a Cromwell di sconfiggere le truppe realiste ed il re venne catturato dagli Scozzesi e consegnano al parlamento inglese, nel 1647. Intanto era stata smantellata in Inghilterra la chiesa anglicana e il fronte parlamentare aveva sia l’appoggio degli Scozzesi, sia quello del popolo inglese. Nel 1647 si delineò però una spaccatura all’interno del fronte parlamentare; da una parte vi era l’esercito di Cromwell, dall’altra il parlamento. Queste due strutture avevano operato di comune accordo fino al 47, con l’obiettivo comune di catturare il re. Raggiunto quest’obiettivo la concordia venne meno e lo scontro si delineò per una questione religiosa. Era necessario instaurare in Inghilterra una religione e, mentre il parlamento voleva il presbiterianesimo (ovvero il calvinismo ortodosso), l’esercito di Cromwell, abituato alla libertà, voleva la libertà religiosa tra le religioni protestanti, escluso l’anglicanesimo. La situazione quindi si complicò, in quanto in questo scontro gli scozzesi si allearono contro l’esercito di Cromwell, poiché volevano l’instaurazione del Calvinismo, e era ancora aperta la guerra contro le truppe realiste. Cromwell, però, riuscì a sconfiggere sia gli scozzesi che i realisti. Intanto, i soldati di Cromwell avevano dato vita a correnti politiche radicali, le più importanti delle quali erano quella sostenuta dai livellatori (che sostenevano un ideologia repubblicana con un parlamento eletto a suffragio universale) e quella sostenuta dai diggers (che volevano l’abolizione della proprietà privata). Cromwell cominciò a sostenere l’ideologia repubblicana senza però volere il suffragio universale.
Nel 1649 la guerra civile terminò, con la vittoria dell’esercito di Cromwell, Carlo I venne condannato a morte, venne smantellata la camera dei Lords, simbolo insieme al re dell’assolutismo, e in Inghilterra venne installata la repubblica, che prese il nome di Commonwealth e di cui si nominò presidente Cromwell. In campo religioso venne instaurata la libertà di scelta tra le religioni protestanti escluso l’anglicanesimo. Cromwell doveva ora pacificare il paese, riportando all’ordine gli scozzesi e ciò che rimaneva delle truppe realiste. In più, poiché il parlamento gli era ostile, attuò una serie di EPURAZIONI, ovvero fece cacciare coloro tra i parlamentari che più gli si opponevano; cacciò talmente tante persone che il parlamento si ridusse molto, e prese il nome di Parlamento scheletro. A differenza dei precedenti sovrani, Cromwell tutelò gli interessi commerciali inglesi nel mondo. Firmò l’atto di navigazione, nel quale si diceva che le merci che arrivavano in Inghilterra dovevano essere trasportate o da navi inglesi o da navi dei paesi dai quali provenivano. Fece questo per colpire gli interessi di una grande rivale in campo commerciale, l’Olanda, che nel corso del 1600 si era specializzata in un commercio di intermediazione, ovvero nel trasporto delle merci dalle colonie ai paesi che le acquistavano. I mercanti inglesi ne avevano approfittato, giudicando questo un metodo poco costoso. Cromwell sottoscrisse anche trattati commerciali vantaggiosi con Svezia e Danimarca, per aprirsi la via del commercio nel mar Baltico, e poi con il Portogallo, grazie ai quali poté iniziare la conquista dell’India. Inoltre, si incrementarono i commerci con il sud America, ma si trattava più che altro di contrabbando. Facendo tutto ciò, riprese la politica economico-commerciale di Elisabetta.
Cromwell si occupò anche della politica interna, cercando di modernizzare il paese. Propose al parlamento di approvare una legge per l’unificazione legislativa del paese (secondo la quale le leggi emanate dal potere centrale valevano per tutti). Cercò poi di ridurre i privilegi nobiliari con varie proposte di legge, ma queste non vennero accettate dal parlamento.
Così, decise di sciogliere la camera dei comuni nel 1653 e si proclamò LORD PROTETTORE di Inghilterra, Scozia e Irlanda, avviando la formazione di una dittatura militare. Questa divenne ben presto ereditarie, poiché Cromwell nominò successore suo figlio Riccardo, che salì al potere nel 1658 ma per poco tempo. Riccardo, infatti, non aveva le doti del padre e nel paese scoppiarono presto disordini militari guidati dai realisti che volevano la restaurazione della monarchia. Nel 1660 ci fu così la restaurazione monarchica e al trono salì Carlo II Stwart. Vennero restaurate la chiesa anglicana e la camera dei Lords e la camera dei comuni venne rieletta. Questa nuova monarchia era però differente dalle precedenti, in quanto non era assoluta perché dal 1660 nessun re in Inghilterra osò comportarsi come Giacomo I e Carlo I. le tasse non vennero più imposte senza l’approvazione del parlamento e i cittadini non vennero più arrestati senza l’assenso del tribunale. Il parlamento assunse maggiore importanza e nessun re governò senza rispettare almeno in parte la Magna Cartha. Si iniziò così a consolidare una monarchia costituzionale.

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