Il fu Mattia Pascal

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Categoria:Letteratura

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Testo

RELAZIONE DI ITALIANO

Nome: Fabrizio Data consegna: 31/10/2000
Cognome: Bettaccini
Classe: IV AK
Autore: Luigi Pirandello
Titolo: “Il fu Mattia Pascal”
llllllllllllllllllllllllllllllllllAutore
Luigi Pirandello nacque ad Agrigento nel 1876. Scrittore italiano si laureò in filologia all’università di Bonn nel 1891, dopodiché si stabilì a Roma dove collaborò ad alcune riviste.
Agli anni giovanili risalgono alcune raccolte di poesie, rimaste però senza risonanza. Passato alla narrativa, esordì con il romanzo L’esclusa (1901) e con alcune raccolte di novelle (Bianche e nere, 1904). Un grave dissesto finanziario e lo squilibrio mentale della moglie Antonietta influenzarono profondamente l’arte di Pirandello, che in questi anni trovò una nuova profondità ed elaborò la concezione dell’unità e insieme della molteplicità dell’uomo. Nacquero in quest’epoca due dei suoi più famosi romanzi (Il fu Mattia Pascal, 1904; I vecchi e i giovani, 1913), gran parte delle sue novelle (poi riunite in Novelle per un anno, 1922-37) e alcune commedie fra cui Pensaci Giacomino! (1916), Liolà (1916), Così è se vi pare (1917), Il piacere dell’onestà (1917), Il giuoco delle parti (1918), L’uomo, la bestia, la virtù (1919). All’inizio degli anni venti Pirandello trovò fama e successo anche internazionali con opere come Sei personaggi in cerca d’autore (1921), Enrico IV (1922), Vestire gli ignudi (1922), L’uomo dal fiore in bocca (1923). Nel 1924, subito dopo il delitto Matteotti, Pirandello aderì clamorosamente al fascismo e fu ricompensato dalla nomina ad accademico d’Italia e dalla fondazione di un suo teatro d’arte. Di questo periodo sono altre celebri commedie: Uno, nessuno, centomila (1927), Questa sera si recita a soggetto (1930), Come tu mi vuoi (1930), Trovarsi (1932), Non si sa come (1934) e I giganti della montagna, rimasta incompiuta per la morte dell’autore avvenuta a Roma nel 1936. Pirandello, che nel 1934 ricevette il premio Nobel per la letteratura, incentrò il suo teatro sullo studio delle manie e delle ossessioni di uomini apparentemente normali, sul peso dell’irrazionale nell’esistenza umana, sulle scissioni insanabili della personalità e sulla relatività di tutte le convinzioni. Cantore della drammatica crisi di valori di una società borghese che non trova più appigli sicuri nel mondo che la circonda, ha esercitato un’influenza determinante sulla maggior parte dei drammaturghi venuti dopo di lui.

Titolo e anno di pubblicazione
La prima edizione del romanzo Il fu Mattia Pascal è stata stampata a Milano da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. nel 1988.
Quella da me letta è la terza ristampa degli Oscar classici moderni del 1989.

Tempo di durata dell’azione e luoghi in cui si svolgono i fatti
La narrazione dell'autore inizia dalla giovinezza di Mattia Pascal anche se in realtà il racconto vero e proprio ha la durata di due anni. La scena si sposta spessissimo e talvolta non sono nemmeno descritti i luoghi ma vengono le località toccate da Mattia Pascal nel suo viaggio da uomo "libero" (Venezia, Colonia, Mannheim, Worms, Magonza, Bingen, Coblenza, Milano, Roma, Padova, Venezia, Ravenna, Firenze, Perugia).

La vicenda
Il protagonista, Mattia Pascal, si trovò costretto a ricostruirsi un’identità perché, in seguito alla sua presunta morte, dovette crearsi un personaggio tutto nuovo inventandogli un passato e per questo trovandosi a vivere in una situazione alquanto strana: un uomo e due vite. La prima parte del romanzo racconta della sua gioventù trascorsa nell'ozio e nell'agiatezza più sfrenata senza curarsi minimamente della sua situazione finanziaria, poiché sua madre prese la decisione di far amministrare tutto il patrimonio lasciatole dal marito, morto in seguito ad un naufragio, ad un certo Malagna, che si offrì volontariamente di aiutare la vedova Pascal nella gestione del patrimonio. In realtà aveva come unico fine quello di frodare la famiglia e di speculare sull'eredità. Mattia Pascal narrava delle sue prime avventure amorose, dapprima con Oliva, da cui ebbe un figlio, ma che non sposò mai perché già fidanzata con Malagna, ed in seguito con Romilda Pescatore, la ragazza che inizialmente Mattia voleva far fidanzare col suo amico Pomino, ma che poi sposò lui stesso in seguito ad un fidanzamento; da ella ebbe due figli che però morirono pochi mesi dopo. Questo matrimonio non fu altro che la rovina sia economica che psicologica di Mattia, perché, oltre a causare una serie di disagi, fatti scaturire dalla suocera, contraria al matrimonio tra i due, lo condussero al punto di fuggire da casa. Dovette abbandonare il posto di bibliotecario fattogli assegnare dal padre di Pomino, che gli aveva dato modo di guadagnarsi da vivere. Infatti Pascal era un classico incompetente neanche tanto istruito e perciò era molto difficoltoso per lui trovare un lavoro, soprattutto per i problemi finanziari in cui si trovava. Dopo la sua scomparsa, si recò a Montecarlo dove la fortuna l’assistette e gli fece vincere al casinò oltre ottantamila lire. Nel frattempo, però, vicino al canale del suo podere della Stia venne trovato il cadavere di un uomo che gli somigliava perfettamente e che tutti identificarono come Mattia Pascal. Mentre tornava a casa, sul treno, leggendo un giornale, trovò il necrologio con scritto il suo nome e questo fatto sconvolse radicalmente la sua esistenza. Infatti dapprima decise di rientrare a Miragno, la sua città, per smentire la notizia, ma poi si rese conto che non era il caso di tornare a casa per farsi defraudare dai suoi creditori e tornare alla monotona vita di sempre. Perciò prese la decisione di cambiare vita. Fu proprio quest’evento la scintilla che fece nascere il suo desiderio di libertà suprema che lo facendolo vivere per oltre due anni viaggiando senza meta e costretto ad inventarsi una nuova identità e una nuova vita. Infatti nel costruire il personaggio di Adriano Meis dovette tener conto di tanti particolari in modo da non destare alcun sospetto riguardo la sua vera identità. Dopo aver viaggiato per molte città decise di stabilirsi a Roma dove trovò alloggio in casa del Sig. Anselmo Paleari. Egli teneva in casa con se la figlia Adriana che si prese cura di Adriano Meis, soprattutto nel periodo della convalescenza. Infatti Mattia Pascal era strabico per via della cateratta e fu questo un particolare che gli fece pensare di cancellare definitivamente la sua vecchia personalità facendosi operare, cambiando così il suo aspetto che non gli era mai piaciuto. Col passare dei mesi il protagonista s’innamorò di Adriana e giungendo al punto di decidere di sposarla, ma una serie di problemi alla fine gli fecero cambiare idea in modo del tutto inaspettato. Infatti Adriano non avrebbe mai potuto sposarla perché in realtà era un altro, Mattia Pascal, che era a sua volta sposato con Romilda Pescatore. Tuttavia, in seguito ad un furto operato dal fratello del Paleari, Adriano Meis decise di tornare a Miragno per riprendersi la sua vera identità che aveva perso non a causa della sua presunta morte, ma solamente per sua volontà. Il cambio di identità gli creò molti problemi: nel caso in cui avesse avuto bisogno di enti pubblici, lui risultava essere morto. Si rese conto che solo Romilda e la madre si erano liberate di lui e non il contrario, perché si sentì imprigionato a tal punto da non poter entrare in relazioni strette di amicizia con nessuno per non svelare la sua vera identità.
Lasciò quindi un biglietto d’addio su un ponte firmato Adriano Meis, in modo da far credere di essersi suicidato; il giorno seguente i giornali annunciarono la morte di Adriano Meis.
Prima di giungere al suo paese passò a trovare il fratello Berto, che alla vista rimase esterrefatto. Fu proprio qui che venne a conoscenza del matrimonio di Romilda con Pomino e perciò decise di rovinare tutto pensando di riconqistare sua moglie. Tornato a Miragno e giunto in casa di Pomino trovò addirittura una bambina, figlia dei due coniugi e questa fu la ragione per cui Mattia decise di non riprendersi Romilda. Lo sgomento che suscitò la ricomparsa di Mattia fu notevole tanto da mettere in agitazione Pomino, Romilda e Marianna Dondi, che non lo sopportava.
Nonostante la lunga litigata con questi, Mattia decise alla fine di riprendersi la sua vera identità, ma di non rovinare il matrimonio dei due e perciò si recò a farsi riconoscere dai concittadini, in particolar modo da don Eligio, e andò a vivere insieme alla zia.

Analisi fisica e psicologica dei personaggi principali
Mattia Pascal (Adriano Meis)
E’ il protagonista della vicenda e ci viene descritto dal punto di vista fisico come un uomo non particolarmente bello, con una barba rossa e, particolare molto identificativo, un occhio strabico. Per quanto riguarda il carattere, Mattia era un uomo onestissimo e di sicuro molto intelligente anche se in certi casi è risultato essere un po' troppo ingenuo.

Romilda
E’ la ragazza che Mattia cercava di far sposare al suo amico Pomino ma, in seguito alla timidezza di quest’ultimo, viene sposata dallo stesso Mattia. Essa non ci viene descritta esplicitamente né dal punto di vista fisico né da quello morale; dai pensieri di Mattia, però, possiamo facilmente dedurre il suo carattere: è senza dubbio una persona falsa, menefreghista e spesso antipatica e indisponibile nei confronti del protagonista.

Marianna Dondi
E’ la madre di Romilda; non sopporta il matrimonio tra sua figlia e Mattia Pascal, e per questo tutte le volte che incontra il genero non rinuncia a litigarci.

Adriana
E’ la figlia di Anselmo Paleari che si occupa di Adriano Meis; ella si innamora dopo pochi mesi di Adriano ma, a causa del contrasto del cognato di Adriana e della falsa identità di Mattia, i due non si possono sposare. Ha i capelli biondi ed è piuttosto bella, ma allo stesso tempo è timida e spesso ci viene dipinta come una persona piuttosto ingenua tanto da essere paragonata ad una bambina sperduta nel suo mondo.

Anselmo Paleari
E’ un anziano borghese, padre di Adriana che accoglie Adriano nella sua casa di Roma; ha la fissazione della magia.

Papiano
E’ il cognato di Adriana, in quanto sposato con suo sorella, è un tipo disonesto e prepotente e lo si può dedurre dal fatto che ha impedito le nozze tra la cognata, che voleva sposare, e Adriano.

Batta Malagna
E’ un amico del padre di Mattia che, avendo ricevuto tanti benefici dal genitore, si sentì in obbligo di mostrar gratitudine, gestendo il patrimonio di famiglia; egli, però, speculò su di esso facendo andare in rovina la famiglia.

Pomino
E’ il migliore amico di Mattia caratterizzato da un’evidente timidezza, in quanto rinuncia di sposare Romilda; nonostante questo, però, è un ragazzo molto sincero e benevolo, cosa che fa nascere una grande amicizia con Mattia.

Messaggio dell’autore
Con questo romanzo Pirandello vuole identificare quello che è il ruolo della fortuna. Ha un modo di interpretarla tutto personale perché secondo lui non è come una ruota che gira e che insegue la persona a cui vuole portare giovamento, ma pensa che siamo noi uomini ad inseguirla e a cercarla; essa non è tanto introvabile e rara, basta cercarla e conservarla.
L'amicizia, inoltre, è molto importante ai fini di una vita in società perché senza un amico si vive soli e sperduti e non si ha nessuno che ci possa aiutare in caso di necessità. Però un amico è una persona con cui si deve essere sinceri e a cui si devono confidare i propri pensieri più nascosti e le proprie sensazioni. Mattia Pascal aveva forse qualche amico, come Pomino, mentre Adriano Meis non poteva averne perché viveva nella menzogna, anche se vi era costretto, e quindi, non potendo nemmeno dire il suo vero nome, viveva una sorta di recitazione continua alla quale talvolta credeva realmente persino lui stesso.

Commento personale
La comprensione di questo libro è risultata abbastanza chiara e ho trovato l'idea dell'autore molto originale. La condizione del protagonista è stata la cosa che mi ha fatto riflettere su come Mattia si credeva libero non avendo identità, mentre, realmente, non lo era affatto.

Bibliografia consultata
“Il fu Mattia Pascal” – Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano 1988 (I edizione Oscar classici moderni, febbraio 1988)

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