quinto canto della divina commedia di Dante

Materie:Tema
Categoria:Italiano

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Testo

Nel canto quinto ci troviamo nel secondo cerchio dell’inferno, è la sera del venerdì santo del 1300. La figura, che per prima il nostro poeta incontra, è Minosse, un personaggio mitologico e mostruoso che svolge la funzione di indicare il cerchio in cui l’anima sarà condannata, avvolgendo attorno a sè stesso in modo spaventoso la coda. Minosse è un giudice ma non è autonomo nel giudicare le anime è subordinato a Dio, il solo che può esercitare l’autentica giustizia, perciò egli è come se fosse un notaio.
In questo canto si incontrano i primi veri peccatori: sono i lussuriosi, cioè quelle persone che non riusciranno a frenare gli istinti carnali e non seppero viverli con razionalità. Questi peccatori come in vita furono travolti dalla passione dell’amore, così sono trascinati da una tempesta violenta e senza tregua, che li fa piangere e soffrire per l’eternità. Molti sono i personaggi che Dante incontra, fra cui anime di persone suicide o uccise per amore: Semiramide, Didone, Cleopatra, Elena, Paride, Tristano e molti altri.
Il momento più elevato e pieno di pietà è l’incontro con Paolo e Francesca, i due cognati che morirono uccisi da Gianciotto, il quali li aveva sorpresi in un abbraccio.
Dante è stupito perché mentre tutte le altre anime vengono travolte dalla tempesta e sballottate nel turbine, i due amanti sono uniti, perciò li invita a parlare. Le due anime come due colombe spinte dall’amore vanno verso Dante, e Francesca si dichiara disponibile a raccontare la sua storia, mentre la tempesta in quel punto si calma. Si capisce bene che per volontà divina Dante peccatore riceve la confessione dei due amanti. In questo episodio si notano tutti gli elementi della poesia degli stilnovisti. Dante è molto colpito dalla nobiltà d’animo e dalla gentilezza di Francesca e dalla crudeltà delle conseguenze del peccato. Questo dovrebbe mettere in crisi la concezione dell’amore come strumento per elevare l’uomo a Dio e infatti Dante è colto da smarrimento profondo e da pietà tanto che sviene. Continuerà poi il viaggio di purificazione e di elevazione a Dio che gli permetterà di superare le passione terrene.
Prendendo in considerazione che Paolo e Francesca stavano leggendo un libro che li spinge alla passione amorosa, Dante vuole metterci in guardia sulla letteratura amorosa, che può portare un sentimento nobile come l’amore a delle conseguenze di passione e di castigo eterno. Questo canto solo apparentemente parla dell’amore, infatti lo scopo principale è riflettere sulla letteratura amorosa per superarla, proponendo il suo modo di fare la lode della donna amata, che porterà Dante alla visione del Paradiso in compagnia di Beatrice.]
[ La pietà di Dante perciò ci porta a riflettere sulla pericolosità dei sentimenti umani se non sono guidati dalla ragione. Questo canto infine è importante perché ci fa offre un quadro delle abitudini della vita aristocratica del duecento: tutti i componenti della famiglia abitavano insieme e il tempo libero veniva dedicato alla lettura non solo da soli ma anche in compagnia d’altri.

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