Canto XIII, Divina Commedia

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Testo

LA DIVINA COMMEDIA
-ESERCIZI- CANTO XIII

Nel canto XIII sono puniti coloro che hanno avuto “in sé man violenta / e ne’ suoi beni”; dunque i suicidi e i dissipatori delle proprie sostanze. L’elemento discriminatore è la violenza. Il duplice contrappasso è assai chiaro: i dissipatori sono distrutti “a brano a brano” com’essi distrussero le loro sostanze; i suicidi, che peccaminosamente “svelsero” l’anima dal corpo, infrangendo l’unità della persona umana voluta da Dio, sono privati del corpo umano, rivestono un corpo di natura inferiore, com’è quello vegetale rispetto all’umano. Rimarranno privi di questo anche dopo il Giudizio Universale: allora tutti rivestiranno i loro corpi meno essi; ne andranno in cerca, li trascineranno nella selva, infine li appenderanno “ciascuno al prun de l’ombra sua molesta”.

Ciò che più spaventa Dante è il rumore stridulo delle Arpie che nidificano tra i rami degli alberi della selva ed emettono strani suoni.

Piero spiega che quando l’anima si stacca dal corpo volontariamente, col suicidio, viene precipitata nella selva, dove germoglia: le Arpie accrescono il suo dolore, pascendosi delle sue foglie.

In Pier delle Vigne Dante poteva certamente riconoscere se stesso per molti aspetti: la fedeltà, la persecuzione causata dall’invidia, il disonore che ancora perdura tra i contemporanei, la condanna proprio da parte di Firenze, che egli amava sopra ad ogni cosa.

Probabilmente egli visse in un’epoca in cui bisognava portare ascolto e fedeltà ad un signore, in un’epoca dove c’erano delle distinzioni sociali tra gli uomini. Lo si capisce dalle sue parole quando dice di essere stato sempre fedele al suo padrone.

Gli scialacquatori sono due spiriti, graffiati dalle spine dei pruni, che corrono spezzando rami e fronde, inseguiti da una torma di cagne nere e fameliche. Quello dinanzi riesce a fuggire; il secondo, sfinito, si getta in un cespuglio, e le cagne lo afferrano e lo fanno a brani, insieme allo stesso cespuglio; poi si allontanano.

Egli si dimostra suicida come tutti gli altri condannati presenti in quello spazio dell’Inferno.

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