Il compagno, C. Pavese

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano
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Data:22.05.2007
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Testo

Relazione di “Il compagno” di Cesare Pavese
Narratore e poeta nato a Cuneo nel 1908 e morto per suicidio a Torino nel 1950.La sua giovinezza la passa a Torino, dove studia e si laurea in lettere. Al liceo subisce l’influenza antifascista del suo professore Augusto Monti. Insegna per qualche tempo e poi inizia a lavorare per la casa editrice Einaudi. Nel frattempo collabora anche alla rivista romana “Cultura” soppressa però nel 1953 dal governo fascista. In quel anno Pavese pur non facendo parte del movimento antifascista, viene condannato a tre anni di confino a Brancaleone Calabro, ma in seguito a un condono l’anno successivo torna a Torino. Nel 1943 si rifugia a Monferrato per scappare alla guerra; dopo la librazione si iscrive al partito comunista, in questo periodo pubblica la maggior parte delle opere.
Nei suoi libri possiamo ritrovare un po’ il ritratto della sua vita. Nel compagno Pablo, il protagonista, all’inizio è un ragazzo spensierato che pur vendendo giornali non si preoccupa di leggerli e di capire ciò che sta succedendo intorno a lui. Vive a Torino, una città già grande eppure nella prima parte del libro è totalmente distante da ciò che succede nel frattempo. Pablo passa le sue giornate in negozio, a suonare e ad uscire con gli amici. Un giorno l’incidente che paralizza un suo amico Amelio a letto, lo inizia a far maturare, a chiedersi se non varrebbe la pena di fare qualcosa più consapevolmente. Conosce Linda, la ex ragazza di Amelio, con la quale inizia a frequentarsi e ad uscire.
Decide in seguito di iniziare a viaggiare sui camion e lì conosce Milo, un altro ragazzo. Infine decide di trasferirsi a Roma, ed è qui che conoscendo molte persone inizia a rendersi conto della realtà fascista-antifascista che lo circonda, viene anche condannato (come lo scrittore stesso) e poi liberato. Conosce Gina, Carletto, Fabrizio, Giuseppe, Gino Scarpa…insieme a loro passa definitivamente dal ragazzo spensierato all’uomo impegnato e comunque interessato socialmente e politicamente.
Il libro non mi è piaciuto per niente, ho trovato difficoltà nel leggerlo. È interessante l’analisi della maturazione di un ragazzo, ma nel testo appaiono molti personaggi forse anche troppi o comunque che non vengono bene identificati e chiariti ed è come se attraverso la lettura si passasse in una nebbia, di nomi, eventi e personaggi che pronunciano dialoghi confusi e agiscono in maniera non troppo chiara. Forse questo vuole portare il lettore a maturare contemporaneamente ai personaggi del libro, il fatto è che questa maturazione che avviene nei personaggi per lo meno a me, non è , nemmeno al termine del libro apparsa chiara. Non si capisce cosa questi ragazzi vogliano, cosa pensino e come la pensino su quello che succede. Persino il rapporto con Amelio, l’amico che ha subito l’incidente che lo costringe a letto, dal quale però sembra dirigere un movimento antifascista, non è molto chiaro, cosa c’è tra questi due ragazzi? Cosa pensano uno dell’altro? Che cosa fa realmente Amelio dal suo letto?
Credo che i libri ambientati in epoche storiche abbiano il dovere di chiarirci meglio com’era realmente quell’epoca, e renderci più vicina ad essa per comprenderla meglio di quanto potremmo fare attraverso i libri di storia, ma sinceramente credo che da questo libro io abbia ricevuto solo confusione.

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