Cosmicomiche

Materie:Appunti
Categoria:Italiano

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Testo

“Le Cosmicomiche”, di Italo Calvino

“Le Cosmicomiche” è una raccolta di dodici racconti ad opera di Italo Calvino; l’autore nel titolo nasconde(o tenta di farlo) la trama del suo libro, si perché ogni racconto racchiude in sé una storia, piccola o grande che sia, narrante i vari aspetti del cosmo, usando un linguaggio a volte scientifico, ma anche, e soprattutto, a carattere comico. Ogni racconto ha un’introduzione, fondamentale a mio avviso, che spiega a grandi linee dove sarà ambientata la narrazione, spesso e volentieri sono dati scientifici che danno un’idea dell’argomento cui girerà intorno la vicenda.
Il protagonista di ogni storia è sempre lo stesso, Qfwfq, soltanto il principale di tutti gli altri personaggi suoi compagni d’avventura con nomi impronunciabili. Personalmente ho sempre tentato di dare una pronuncia decente ai nomi dei personaggi; ad esempio nel secondo racconto, “Sul far del giorno”, la nonna Bb’b è stata ribattezzata col nome di Barbara.
La prima storia letta, “La distanza della Luna”, è quella che mi è rimasta più impressa; forse perché anche a me piacerebbe poter salire ogni volta che desidero su quell’enorme palla che si vede da quaggiù, sarebbe bellissimo potervi camminare sopra e guardandosi in alto, trovare il mare. E’ proprio questo che fa il nostro protagonista insieme al suo gruppo, arrivano in barca fin sotto l’enorme satellite e con l’aiuto di una semplice scala e di una capriola in aria, les jeux sont faits! Consapevole del fatto che non si realizzerà mai, sarebbe un sogno potervi vagare, in assenza di aria, per capire cosa si prova a non sentire il proprio peso gravare sulla Terra, e per poter fare salti lunghissimi e interminabili.
Un altro racconto rimastomi impresso è “Lo zio acquatico”; è una delle storie di Calvino più simpatiche, ma che purtroppo non è a lieto fine come piacciono a me. Il caro Qfwfq, questa volta nel corpo di un anfibio stabilitosi ormai da generazioni sulla terraferma, ha uno strano rapporto con lo zio pesce N’ba N’ga, il quale non ha la minima intenzione di lasciare il suo amato habitat (l’acqua) per stabilirsi con il resto della famiglia. In seguito il “ragazzo” incontra una sua simile (Lll), di cui si innamora, ed essendo lo zio il più anziano della famiglia, decide di presentargli la fortunata. Dopo un primo incontro, Lll chiede nuovamente di visitare lo strampalato parente, poiché era rimasta particolarmente affascinata dal suo modo di parlare, ma soprattutto incuriosita dalla respirazione subacquea. Solo infine il povero Qfwfq si rende conto di aver perso la sua “morosa” (come direbbero al nord), infatuatasi del vecchio N’ba N’ga. Al contrario di questi due racconti, in cui mi sono inserita subito e bene, ho trovato qualche difficoltà ad entrare in “Tutto in un punto”. Quest’affermazione potrebbe sembrare quasi una battuta dato che nella storia stavano tutti “pigiati come acciughe” in un sol punto, ma non era questa la mia intenzione;sembra assurdo, ma ho trovato complicato immedesimarmi nei personaggi, non perché non si capisse l’ambientazione, ma credo di non aver capito perfettamente quello che succedeva intorno; è stato il racconto che meno mi ha coinvolta.
Ho apprezzato abbastanza anche le altre nove storie, qualcuna di più( “I Dinosauri”), altre un po’ meno, ma non potevo certo citarle tutte.
La raccolta di Calvino mi ha fatto ricordare “L’ultima lacrima” di Stefano Benni, anch’essa raccolta di racconti, ma solo questo ne è il motivo; infatti tra i due autori non solo c’è circa mezzo secolo di differenza per quanto riguarda l’età, ma anche, anzi soprattutto, il modo di scrivere è del tutto diverso; forse Benni è più semplice da capire, anche se a volte confesso di aver trovato qualche piccolo ostacolo leggendolo, Calvino invece è più complicato, probabilmente aveva pensieri più contorti!
“Le Cosmicomiche”, almeno per quanto mi riguarda, dal titolo sembra un libro di quelli pesanti, forse non tanto per il nome, quanto per il cognome dell’autore, ma poi leggendolo si scopre un Calvino sconosciuto, per quello che conoscevo io, pieno di fantasia.

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