Il sentiero dei nidi di ragno, di Italo Calvino

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale

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Testo

Il sentiero dei nidi di ragno, di Italo Calvino

AUTORE
Italo Calvino nasce a Cuba, a Santiago de Las Vegas, nel 1923, da una famiglia ligure di “scienziati, adoratori della natura, liberi pensatori”.
Tornato in Italia all’età di due anni, trascorre l’infanzia e la gioventù a Sanremo, cittadina alla quale resterà molto legato per tutta la vita. Durante la Seconda guerra mondiale partecipa alla Resistenza, nella seconda divisione d’assalto “Garibaldi”, combattendo sulle Alpi Marittime, teatro di durissimi scontri tra partigiani e nazifascisti.
Nell’immediato dopoguerra, Calvino si trasferisce a Torino, dove si laurea in lettere e lavora per la casa editrice Einaudi:qui, conosce Cesare Pavese, Elio Vittoriani, Natalia Ginzburg e altri intellettuali impegnati come lui nel dibattito culturale e politico del tempo. Si stabilisce, poi, a Roma: la collaborazione con diversi importanti periodici lo mette in contatto con moltissimi letterati, giornalisti, critici letterari, artisti e uomini politici di impostazione e di idee anche differenti dalle sue, con i quali instaura un confronto intellettuale spesso appassionato. Alla discussione politica e culturale che si svolge in Italia dalla metà degli anni Quaranta agli anni Ottanta, Calvino prende parte in modo attivo, nonostante i continui viaggi, soprattutto negli Stati Uniti, e anche dopo il 1964, anno in cui si trasferisce a vivere a Parigi.
Nel 1947, Calvino pubblica il suo primo romanzo, “Il sentiero dei nidi di ragno”, incentrato sulla Resistenza, cui seguirà, nel 1949, la raccolta di racconti “Ultimo viene il corvo”. Il “Visconte dimezzato”, nel 1952, è il primo dei tre romanzi fantastici destinati in seguito a confluire nella trilogia “I nostri antenati”, insieme a “Il barone rampante”, del 1957, e a “Il cavaliere inesistente”, del 1959. Le “Fiabe italiane”, che Calvino raccoglie e trascrive dai vari dialetti, sono pubblicate nel 1956; seguono, nel 1958, “i racconti” e, nel 1963, il romanzo “Marcovaldo”. Tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta, Calvino pubblica anche alcune opere di narrativa “saggistica”:”La speculazione edilizia “, “la formica argentina” e “la nuvola di smog”.Nel periodo parigino, scrive i racconti raccolti nei volumi “Le cosmicomiche” (1965), “Ti con zero” (1967), “Gli amori difficili” (1970), ei iromanzi “le città invisibili” (1972), “Il castello dei destini incrociati” (1973), “Se una notte d’inverno un viaggiatore” (1979). Nel 1983, Calvino pubblica il volume di prose narrative, descrittive e di riflessione “Palomar”, ma i primi anni ottanta vedono anche la pubblicazione di alcune importanti raccolte di saggi:”Una pietra sopra” (1980 e “Collezione di sabbia” (1984).
Calvino muore a Siena nel 1985. Postumi vengono pubblicati i tre racconti di “Sotto il sole giaguaro” (1986), e i saggi “Lezioni americane” (1988), preparati per una serie di conferenze che Calvino avrebbe dovuto tenere negli Stati Uniti.
TITOLO
“Il sentiero dei nidi di ragno”
DATAZIONE
1947
CASA EDITRICE
Garzanti
TRAMA
Calvino che ha preso parte a vent’anni alla Resistenza sui monti della Liguria narra la storia di Pin, un ragazzo del sottoproletariato cresciuto prima del tempo, ma che conserva però un carattere dolce, mite e ingenuo.
Sua sorella durante l’occupazione tedesca prende la strada della prostituzione. Durante un incontro amoroso della sorella, Pin, su suggerimento di alcuni individui incontrati all’osteria, ruba la pistola del soldato tedesco Frick. Con la sua refurtiva si rifugia in quel sentiero dei nidi di ragno che soltanto lui conosce, ove nasconde l’arma. Preso dai tedeschi, dopo lungo interrogatorio, viene rinchiuso ma riesce ad evadere dal carcere. Il suo compagno di fuga è Lupo Rosso, un partigiano comunista. Durante la fuga, Pin, resta privo del suo compagno e si imbatte in un altro partigiano, il Cugino che lo mette in contatto con il gruppo del Dritto, un manipolo di altri partigiani con il quale Pin si trova subito a proprio agio. Una tresca fra il Dritto e la moglie di uno del gruppo provoca da parte del marito offeso l’incendio dell’accampamento. I tedeschi che si accorgono delle fiamme esplorano la zona, Pin si allontana dal gruppo e torna nuovamente al suo sentiero dei nidi di ragno. Qui però trova uno spettacolo desolante, Perché Pelle, un ex appartenente al gruppo ora passato ai fascisti, a cui inavvertitamente Pin aveva rivelato il nascondiglio, si è appropriato dell’arma ed ha anche infierito sul rifugio del ragazzo.
Ma a provocare più dolore a Pin è vedere la sua pistola nella camera della sorella perché gli fa comprendere che la Nera del Carrugio, oltre che con i tedeschi è stata anche con quel traditore di Pelle.
Pin insieme all’unico amico restatogli, il Cugino, ritorna al suo sentiero di nidi di ragno e i due amici osservano la natura, rimpiangendone la primitiva bellezza distrutta dal vandalismo dell’uomo.
GENERE
Questo romanzo è di tipo storico perché racconta di un ragazzo che si aggrega a dei partigiani durante la seconda guerra mondiale.
L’autore integra la parte narrativa con parti descrittive riguardanti l’aspetto di tedeschi e fascisti, le retate fasciste contro i partigiani e le strutture architettoniche del periodo.
TEMI
Nel libro di Italo Calvino, "Il sentiero dei nidi di ragno", abbiamo individuato delle tematiche: la tematica dell'adolescenza, dell'amicizia e della guerra. Attraverso queste tematiche si articola l'intera trama della storia, che vede come protagonista un bambino di nome Pin. La tematica dell'adolescenza è quella che riguarda più direttamente noi ragazzi. Pin si sente grande e cerca di diventare adulto prima del tempo. Possiamo incontrare la tematica dell'amicizia quando Pin incontra, in carcere, un partigiano di nome Lupo Rosso che prima lo aiuta ad evadere dalla prigione, poi lo abbandona. Qui incontra un altro partigiano, "Cugino" che lo porta con sè nel suo accampamento. Un altro filone importante è quello della guerra. L'episodio della seconda guerra mondiale è molto sentito da Calvino, ed è in parte autobiografico. La morte di alcuni personaggi rappresentano gli amici che Calvino ha perso. Quando Pin capita nel dipartimento del "Dritto", il comandante dei partigiani, vengono descritti i timori e le paure di ciascun soldato. La resistenza appare a Calvino come la conquista di un Eden. Si noti infatti la presenza del bosco, della nebbia pietosa che sorge per coprire l'esecuzione dei due fascisti che uccidono "Marchese". Infine si rifletti anche sulla presenza del sentiero dei nidi di ragno, dove sorge un rapporto umano tra Pin e "Cugino".
TEMPO
Il romanzo è ambientato verso la fine della seconda guerra mondiale e comprende un arco temporale abbastanza breve anche se volutamente non precisato per dare una dimensione fantastica al racconto. In alcuni momenti i tempi della storia sono molto dilatati, altre volte l'autore non si sofferma. Alcune delle scene più importanti si svolgono di notte (il furto della pistola, l'incontro con il Cugino, la scena finale), a causa della loro necessità di nascondersi. Il buio inoltre si contrappone alla luce, simbolo di vita e di sicurezza, come simbolo di morte e di precarietà.
LUOGO
Il libro è ambientato in una piccola cittadina della Liguria; oltre al paese dove vive Pin e in particolare all'osteria, che è simbolo dello sbagliato rapporto che Pin ha con gli altri, ci sono anche altri luoghi che risultano importanti durante il corso della storia. Primo fra tutti la prigione, perché è il luogo dove la storia, insieme alla vita di Pin, subisce una svolta: qui infatti il protagonista viene a contatto per la prima volta con un partigiano e insieme a lui evade. La prigione inoltre rappresenta una sorta di luogo di iniziazione per molti uomini di quel periodo. Molto significativo è anche l'accampamento dei partigiani, dove Pin risiede dopo esservi stato condotto da Cugino, che è un luogo sicuro e protetto dove Pin trascorre la vita abbastanza felicemente. Inoltre, durante la permanenza di Pin alla base dei partigiani, ci vengono date molte notizie storiche sulla vita reale di queste persone.
Un discorso a parte merita il sentiero dei nidi di ragno. Qui Pin si rifugia quando si sente solo o triste. Fin dall'inizio, per Pin questo luogo ha un significato particolare; infatti qui nasconde la pistola rubata al tedesco e infine si ripromette di mostrarlo solo ad un vero amico, che ancora non ha trovato. Solo alla fine del racconto Cugino ha accesso a questo luogo, non perché sia il grande amico che Pin desiderava, ma perché non gli resta nessun altro al mondo.
NARRATORE
Il romanzo è scritto in terza persona, il narratore è esterno ed onnisciente in quanto Calvino scrive questo romanzo in ricordo della sua esperienza da partigiano. Anche lui come il protagonista entra in un gruppo, quello del capitano Umberto. Nel 1944 Santiago, questo era il suo nome da partigiano, entra nella brigata Matteotti, famosa per le azioni a sorpresa, dove milita Lupo Rosso, personaggio che ritroviamo nel romanzo.
PERSONAGGI
PIN
Pin è il protagonista del romanzo, un bambino orfano di entrambi i genitori, allevato dalla sorella prostituta. Del suo aspetto fisico ci sono forniti pochi dati: sappiamo che è di corporatura esile e che "le lentiggini gli divorano la faccia” ma non quanti anni ha. Tuttavia dai non molti indizi possiamo formulare un'ipotesi: quando infatti viene portato in carcere, gli viene offerto di diventare balilla per non essere imprigionato. Poiché l'età dei balilla era compresa tra gli undici e i quattordici anni, siamo sicuri che egli sia in quella fascia d'età. Egli è il garzone del ciabattino Pietromagro, ma non si reca mai al lavoro preferendo girare per il paese. La sera solitamente va all'osteria dove degli uomini gli offrono da bere e gli chiedono di cantare con la sua voce rauca, tra loro si sente sempre escluso, di troppo ed essi gli sembrano misteriosi. Pin è molto influenzato dal mondo degli adulti, dai loro vizi di cui scherza, ma che non comprende del tutto. Pin è un ragazzino scanzonato; preferisce infatti andare in giro piuttosto che lavorare, in apparenza è molto sicuro di sé, ma in realtà è pieno di dubbi. Nel corso del romanzo vive una serie di esperienze che lo fanno maturare, finché non diventerà un "adulto". Il furto della pistola per conto degli uomini dell'osteria lo renderà per la prima volta cosciente di aver commesso un'azione sbagliata. Dopo aver nascosto l'arma dove i ragni fanno le tane, viene portato in carcere dove conoscerà il giovane partigiano Lupo Rosso, che lo aiuterà a evadere, ma lo lascerà quasi subito solo, finché non incontrerà Cugino. Egli lo condurrà con sé all'accampamento dei partigiani capitanati dal Dritto. Qui divertirà tutti gli uomini con i suoi scherzi e le sue canzoni come faceva in paese. Vivrà anche delle esperienze da vicino, come l'uccisione di un compagno e quella di due soldati tedeschi, il tradimento di Pelle. L'assistere in disparte ad una battaglia, l'uccisione del corvo di Mancino. Tutto ciò andrà avanti finché non si sentirà costretto a fuggire a causa di battute troppo pesanti nei confronti del capo, di Giglia e di Mancino. In conclusione, quando, dopo il lungo periodo passato con i partigiani, torna a casa, scopre che la sorella si è fidanzata con un tedesco, si trova per questo motivo a pensare male di lei: in questo momento egli ritrova la sua città deserta e quindi completamente cambiata, tanto da non riconoscerla più come sua.Alla fine del romanzo ritorna al sentiero dei nidi di ragno, stavolta però non solo, ma con Cugino, il Grande Amico da tanto tempo cercato. Tutta la vicenda è centrata intorno a Pin, alla sua solitudine e alla sua continua ricerca di un Grande Amico con cui condividere gioie e dolori, cui poter mostrare dove fanno i nidi i ragni e cui ciò interessi più delle donne.
FRICK
Frick è un marinaio tedesco originario di Amburgo. Ha un temperamento tipicamente meridionale sebbene sia nato nelle terre del Mare del Nord; questo lo porta ad affezionarsi a prostitute dei paesi occupati. Una di queste è la sorella di Pin che lo aveva come cliente fisso ogni qual volta venisse a trovarsi nei pressi del paesino di periferia Carruggio Lungo. Ha una faccia senza contorno rasa fino alle tempie.
PIETROMAGRO
Incontriamo Pietromagro in due momenti, prima come proprietario della calzoleria dove Pin lavora, poi come prigioniero nel carcere fascista, dove Pin viene rinchiuso. Nella prima immagine Pietromagro appare come un uomo molto severo, che si comporta in maniera dura nei confronti di Pin, poiché lo picchia e lo sgrida in continuazione a causa della sua svogliatezza per quanto riguarda il lavoro. Al contrario la seconda immagine fa apparire Pietromagro un uomo distrutto e malato che ha bisogno di cure: ha un colorito giallastro, è molto magro (da ciò deriva il suo nome) e sporco.
MANCINO E GIGLIA
Mancino è il cuoco del distretto partigiano. E' un uomo anziano, con un giubbotto da marinaio e con un cappuccio di pelo di coniglio sulla testa calva; Pin crede che sia uno gnomo che abita in una casetta in mezzo al bosco. L'appellativo "Mancino" fa probabilmente riferimento all'estremismo del personaggio. Egli porta sempre con sé Babeuf, un piccolo falco che è la mascotte del distaccamento. Giglia la moglie di Mancino: è una donna molto bella e dagli occhi verdi che accoglie Pin come un figlio. E' una donna ancora giovane sebbene un po' sfiorita e svolge nel romanzo un ruolo negativo sempre riconducibile, nella visione del protagonista, alla sua dimensione sessuale. Mancino non è molto contento della presenza di Giglia, poiché teme che possa succederle qualche cosa di brutto. Il protagonista è contento di convivere con queste due persone poiché crede di aver trovato la famiglia che non ha mai avuto.
PELLE
Pelle è un ragazzo gracile, sempre raffreddato, con dei piccoli baffi sopra le labbra sbavate dall'arsura. Si vanta di conoscere ogni più piccolo nascondiglio del bosco; ha due passioni che lo "divorano": le armi e le donne. E' un giovane che ha girato tutta l'Italia con i campeggi e le marce degli avanguardisti ed ha sempre maneggiato le armi. E' stato persino nelle case di tolleranza di tutte le città, pur non avendo l'età adatta. Pelle alcune volte va in città e quando torna è sempre carico di armi: riesce a scoprire dove sono nascoste e rischia ogni volta di farsi prendere pur di aumentare il suo armamento
CONTE, MARCHESE DUCA E BARONE
Conte, Marchese, Duca e Barone sono quattro cognati calabresi: sono venuti dal paese per sposare quattro sorelle emigrate da quelle parti, e stanno sempre per conto loro sotto la guida di Duca che è il più anziano e si fa rispettare. Duca ha un berretto tondo di pelo, abbassato su uno zigomo e baffi dritti sulla faccia fiera; porta sempre con sé una pistola molto grande che utilizza quando qualcuno lo contraddice. Prima di entrare nella brigata, faceva il macellaio clandestino e continua a praticare questo mestiere quando c'è bisogno di aiuto in cucina. Marchese ha la faccia spugnosa e la fronte occupata dai capelli; è l'unico dei quattro che perde la vita durante un combattimento contro i tedeschi. Conte è un uomo magro e molto alto ed è sempre malinconico; Barone, il più giovane, ha un grande cappello nero e un occhio strabico, porta con sé la medaglietta della Madonna appesa all'occhiello. Spesso i quattro cognati vanno a valle verso le coltivazioni di garofano, dove vivono le sorelle loro spose.
ZENA IL LUNGO
Zena il lungo è detto "berretta di legno" e "labbra di bue": questi appellativi sono a scusa dell'eccessiva pigrizia del personaggio; il genovese infatti passa giornate intere senza uscire dall'accampamento e sdraiato sul fieno legge un libro intitolato "Supergiallo". E' capace di portarsi il libro anche durante le azioni di guerra e di continuare a leggerlo seduto sul serbatoio del mitragliatore mentre aspetta l'arrivo dei tedeschi. Le sue storie preferite sono racconti di uomini che spariscono in misteriosi quartieri cinesi
CARABINIERE
Carabiniere è un altro partigiano della Brigata del Dritto; il suo nome allude al precedente mestiere da lui svolto. Fu suo padre ad arruolarlo nei Carabinieri, dopo aver visto che era incapace come contadino. Ascoltato il consiglio del padre, si arruolò e prestò servizio nelle città e nelle campagne senza mai capire quello che gli facevano fare. Dopo l'inizio della guerra il suo compito era diventato quello di arrestare i genitori dei disertori, finché un giorno, quando venne a sapere che lo dovevano portare in Germania perché affermavano che credeva nel re, lui scappò. I partigiani in un primo momento volevano vendetta per via di quei genitori arrestati, poi capirono che Carabiniere non aveva fatto ciò con cattiveria, ma solo perché lo avevano obbligato e lui, forse, non capiva la gravità delle sue azioni; decisero quindi di arruolarlo nel distretto del Dritto, poiché era rifiutato negli altri dipartimenti.
DRITTO
Il Dritto è un giovane molto magro, figlio di meridionali emigrati, con un finto sorriso sulle labbra, uno strano movimento delle narici e palpebre abbassate dalle lunghe ciglia. Di professione faceva il cameriere; a lui piaceva fare questo lavoro, ma avrebbe preferito stare tutto l'anno sdraiato al sole. Invece ha una furia che lo tiene sempre in moto e gli mette addosso una grande passione per le armi. Al comando di brigata hanno delle prevenzioni contro di lui, poiché sono arrivate informazioni poco buone sul suo conto dal comitato; nelle azioni di guerra infatti vuole sempre "fare di testa sua" e ama molto comandare e poco dare l'esempio. Però, quando vuole, è molto coraggioso ed è per questo che gli hanno affidato quel distaccamento, su cui non si può fare gran affidamento e serve per tenere isolati degli uomini che potrebbero rovinare gli altri. Quando è venuto a saperlo, il Dritto si è sentito offeso e da quel momento passa le giornate sdraiato sul letto nel casolare. Egli dice che lui è malato e vuole ritirarsi affidando il comando del distretto a Pin. E' involontariamente lui la causa dell'incendio che distrugge il distaccamento.
CUGINO
Cugino è descritto come un gigante buono, un omone dai baffi spioventi e rossicci, occhi azzurri, sdentato e con il naso un po' schiacciato. Porta uno strano cappello di lana con il bordo ricamato ed un pon-pon in cima. La mano che ripetutamente tende a Pin è grandissima, calda e soffice, sembra fatta di pane, eppure è capace di uccidere senza incertezze. Alla fine giustizierà anche la sorella prostituta di Pin per la sua collaborazione con i fascisti. E' una persona un po' scontrosa e solitaria; infatti gira spesso da solo, ma è generoso e coraggioso. Pensa fermamente che la causa della guerra siano le donne e si lamenta sempre, sembra che lui solo sappia quanto la guerra sia faticosa; Cugino è più noioso di Mancino quando si mette a raccontare la sua storia sulle donne, ma si capisce che non vuole convincere nessuno e si lagna per conto suo. Racconta di aver attraversato l'Albania, la Grecia, la Francia e l'Africa e di aver fatto ottantatrè mesi di militare negli alpini. Possiamo capire l'origine del suo odio per le donne quando lui, nel raccontare la sua storia, dice di aver avuto una moglie che, mentre lui era in guerra, lo tradiva con altri uomini ricevendo in cambio denaro. Cugino è un uomo che preferisce restare amico di tutti, ma non parla mai dietro le spalle e dice tutto senza peli sulla lingua. Pin si affeziona moltissimo a Cugino, sin dal giorno del loro primo incontro e permette solo a lui di entrare in quel luogo magico che è per lui il sentiero dei nidi di ragno.
LA SORELLA DI PIN
Detta la "Nera di Carrugio Lungo", è una prostituta, che ha allevato Pin fin dalla prima infanzia. Lasciava sempre tutto in disordine. Non è particolarmente amorevole nei confronti del fratello; spesso lo picchia e non si cura mai di sapere dove sia durante la giornata, mentre la sera, quando lei riceve i suoi clienti, non si accorge quasi se il bambino sia o meno in casa. Caratterialmente si dimostra egoista; tiene infatti per sé tutta la stanza e il letto, lasciando per Pin un misero sgabuzzino in cui dormire. E' opportunista; dopo la fuga del fratello sarà vista al braccio di un soldato tedesco, per essere al sicuro dalle retate fasciste (che decimavano gli abitanti della città) e per condurre una vita agiata, in una dimora più comoda (l'albergo) e con dei bei vestiti (lo stesso Pin, saputo ciò, se la figura con addosso una bella vestaglia di seta azzurra). Inoltre è falsa; pur picchiando spesso senza motivo il bambino, quando durante l'interrogatorio i soldati fascisti alzano su di lui le mani, lei scoppia a piangere.
LUPO ROSSO
E' un giovane partigiano di sedici anni noto per le sue scorrerie e per i colpi che fa incassare ai fascisti. E' di idee comuniste, o meglio, come tiene a precisare, leninista.
Prima di entrare nella brigata del Biondo, ha lavorato come meccanico alla Todt, per imparare come funzionassero le armi da fuoco, da sempre sua grande passione. Cambia identità dopo l'esplosione di un ponte della ferrovia in cui non si sa più niente del meccanico; da allora diventa per tutti Lupo Rosso. E' lui stesso a raccontare la ragione del suo nome: "Quando il commissario mi ha detto che Ghepeù non andava bene, io gli ho chiesto come mi potevo chiamare e lui mi detto: "Chiamati Lupo". Allora io gli ho detto: "Voglio un nome con qualcosa di rosso perché il lupo è un animale fascista". Lui mi ha detto: "Chiamati Lupo Rosso". Pin entra in contatto con lui quando viene messo in carcere: stanno aspettando il rancio e il giovane protagonista lo riconosce: dopo un breve colloquio, Lupo Rosso gli offre la minestra, perché è tisico (e quindi sputa sangue) a causa delle troppe percosse ricevute dalle squadracce fasciste e quindi non può mangiare. Pin ha una grande stima di lui, perché non gli interessano le donne e perché lo tratta come un bambino; questo a lui piace. Lupo Rosso non è simpatico, quando parla ha quasi lo stesso tono dei fascisti che interrogano e c'è qualcosa in lui che lo fa apparire inaffidabile. E' l'unico personaggio di cui viene detta l'età anagrafica; fisicamente ci viene detto che Lupo Rosso è un ragazzo grande e grosso, con la faccia livida e i capelli rasi sotto un cappello a visiera.
Gli uomini dell’osteria
Sono degli uomini non più molto giovani che si radunano ogni giorno in questo luogo per trascorrere il tempo; sono privi di moralità e si divertono ad ascoltare Pin e i suoi pettegolezzi sulla gente del luogo.
Il protagonista non li considera amici, ma preferisce stare con loro piuttosto che da solo; anche quei perditempo non considerano Pin loro amico, anzi spesso sono infastiditi dalle sue parole canzonatorie, infatti Calvino li definisce "un muro di schiene che non si apre per Pin".
I più importanti sono: il Giraffa, Gian l'Autista e Miscèl il Francese. E' quest'ultimo che propone a Pin di rubare la pistola al marinaio tedesco, Frick.
All'osteria ci sono anche delle donne, vecchie ubriacone con la faccia rossa che "ballonzolano" accennando dei passi di danza; poco altro viene scritto sul loro conto, solo la Bersagliera viene ricordata scherzosamente da Pin quando, diventato partigiano, durante un'imboscata incontra Gian l'Autista e gli chiede se questa è rimasta incinta.
Comitato
Viene presentato nel libro quando è nell'osteria insieme agli uomini. Di lui Pin non sa niente, non ha la più pallida idea di chi egli sia, ma, poiché ha sentito gli uomini parlare del comitato, crede che questo sia il nome dell'uomo misterioso. Non parla mai, ma grazie al suo incontro, Pin impara molte nuove parole (gap e comitato) di cui però non sa il significato, e non osa chiederlo a nessuno poiché sarebbe giudicato troppo curioso. Fisicamente Comitato è un omino tutto grigio col viso simile al muso di un topo ed è quasi completamente avvolto nel suo impermeabile nero.
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