Ricerca sul GIAPPONE

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Categoria:Geografia

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Testo

Il Giappone confina a nord con il Mare di Ohotosk, a est e a sud con l’Oceano Pacifico e a ovest con il Mare del Giappone. Le isole che formano il Giappone costituiscono la parte emersa di un'immensa catena montuosa, in origine appartenente al continente asiatico, dalla quale si staccarono nell'era cenozoica. La lunga e stretta isola pricipale, Honshu, ha un'ampiezza massima inferiore ai 322 km: in nessun punto del Giappone la distanza dal mare supera i 161 km.
Il litorale del Giappone, molto lungo in proporzione alla superficie totale del paese, si estende, con numerose baie e insenature, per circa 24.950 km. Le coste sul Pacifico sono soprattutto frastagliate, prodotto dell'azione erosiva delle maree e di violente tempeste. La costa occidentale di Kyushu, sul Mar cinese orientale, rappresenta la parte più irregolare del litorale giapponese. Qualche insenatura navigabile si trova sulla costa orientale sopra Tokyo, ma è a sud dell'omonima baia che sono situati molti dei più importanti porti e baie del Giappone. Tra Honshu, Shikoku e Kyushu si trova il Mare interno, disseminato di isole e collegato all'oceano Pacifico e al mare del Giappone da tre esigui stretti raramente colpiti dalle tempeste oceaniche. La linea costiera occidentale, che s'affaccia sul calmo mare del Giappone, è relativamente poco articolata e ha un'estensione inferiore ai 4.830 km; sole insenature rilevanti sono la baia di Wakasa e la baia di Toyama nell'Honshu.
Il territorio, molto irregolare, è caratterizzato dal succedersi di alte montagne e vallate profonde, con numerose pianure poco estese. A causa di questa irregolarità e del suolo roccioso, il terreno coltivabile è pari a circa solo l'11% della superficie totale del paese. La caratteristica dominante del territorio giapponese è dunque rappresentata dai rilievi, costituiti da una serie di catene montuose che attraversano le isole in direzione nord-sud, in gran parte scendendo verso la costa, dove formano baie e porti. A nord, l'isola di Hokkaido è attraversata da una fascia vulcanica che, originatasi nelle Curili, si unisce nella parte sudoccidentale dell'isola con una catena montuosa che ha origine da capo Soya all'estremità nordoccidentale. Queste montagne si dividono in due nei pressi del golfo di Uchiura, sulla costa sudoccidentale, e ricompaiono sull'isola di Honshu in due file parallele. La catena minore, che si allunga interamente nel nord-est, separa la valle del fiume Kitakami dall'oceano Pacifico. La catena principale si estende invece verso sud-ovest, dove incontra una massa montagnosa che circonda l'altipiano del fiume Shinano, per formare una cintura di montagne, le più alte del Giappone, che attraversano la parte più selvaggia dell'isola. L'altezza massima, 3776 m, è rappresentata dal monte Fuji, un vulcano a riposo situato nei pressi di Yokohama e uno dei temi preferiti dell'arte giapponese per la sua altezza incomparata, la forma singolare e l'eccezionale bellezza. Una delle catene che formano la massa montagnosa centrale è detta, per la maestosità del paesaggio, "Alpi giapponesi"; la cima più alta di questa catena è il monte Hida (3190 m). Diverse catene montagnose si elevano anche sulle isole di Hokkaido (dove la cima più alta è il monte Asahi-dake di 2290 m), Shikoku (il monte Ishizuchi con 1981m è il più alto della zona) e Kyushu (dove i rilievi sono di altezza inferiore). A testimonianza del forte vulcanismo, che insieme alla forte instabilità sismica ha caratterizzato la formazione morfologica del paese, sul territorio giapponese sorgono ancora circa 200 vulcani, una cinquantina dei quali tuttora attivi, mentre numerosissime sono le sorgenti termali.
Le zone pianeggianti sono situate per lo più intorno ai corsi inferiori dei principali fiumi, sugli altipiani meno elevati e lungo la costa. Le pianure più estese si trovano nell'Hokkaido: lungo il corso del fiume Ishikari nella parte occidentale dell'isola, lungo il fiume Tokachi a sudest e intorno alle città di Nemuro e Kushiro sulla costa centro-orientale. Nell'Honshu vi sono diverse estese zone pianeggianti; nella piana di Osaka, all'interno della zona del Kansai, sorgono le città di Kobe, Kyoto e Osaka, mentre in quella del Kanto sorge Tokyo; Nagoya è la principale città della piana di Nobi. In Kyushu la pianura più estesa è quella di Tsukushi.
Attività sismica
In Giappone sono frequenti i terremoti: secondo una statistica si verificano quotidianamente più di tre movimenti sismici. La ricerca geologica ha infatti evidenziato un abbassamento della costa giapponese occidentale, forse dovuto all'azione costante di questi movimenti, e un innalzamento della costa sul Pacifico. La costa orientale è colpita da terremoti che interessano una zona molto estesa, solitamente accompagnati da forti maree e maremoti talvolta con onde anomale di eccezionale altezza, dette tsunami: (come quella che nel 1995 ha colpito, spianandole, le coste dell'isola di Okushiri). Pare che questi sismi abbiano origine dal fondo dell'oceano nei pressi della costa nordorientale dell'Honshu, dove si ritiene esista un enorme cratere a più di 8 km di profondità.
Il terremoto più disastroso che si ricordi nella storia giapponese si verificò nel 1923: con epicentro nella baia di Sagami, danneggiò gravemente Tokyo e Yokohama, provocando la morte di circa 150.000 persone. Il grande terremoto dell'Hanshin del 1995, la cui intensità ha raggiunto il settimo grado della scala Richter, ha colpito la città portuale di Kobe uccidendo circa 5000 persone.
Idrografia
Nonostante la ricchezza idrografica caratterizzi il paese (pressoché in ogni vallata è presente un corso d'acqua), non esistono lunghi fiumi navigabili. I fiumi principali, rigonfi durante il disgelo primaverile o le piogge estive, diventano esigui corsi d'acqua durante la stagione asciutta; la scarsa profondità e le frequenti rapide ne permettono poi la navigazione unicamente a imbarcazioni molto leggere. Il fiume più lungo è lo Shinano, nell'Honshu, un corso di circa 370 km; sull'isola altri fiumi importanti sono il Tone, il Kitakami, il Tenryu e il Mogami. Tra i principali fiumi dell'Hokkaido vi sono il secondo fiume giapponese per estensione, l'Ishikari, oltre al Teshio e al Tokachi. Il Yoshino è il maggiore fiume dello Shikoku. Molto belli sono i numerosi laghi, alcuni situati nelle valli fluviali, ma in gran parte in montagna, spesso diventati luoghi di soggiorno estivi. Il principale è il lago Biwa, nell'Honshu, esteso per circa 685 km2.
Clima
In virtù del notevole sviluppo longitudinale del paese, le isole giapponesi presentano condizioni climatiche molto varie. La temperatura media varia tra i 5 °C di Nemuro (Hokkaido) e i 16 °C di Okinawa. Estati brevi e miti e inverni lunghi e rigidi caratterizzano l'isola di Hokkaido e la parte settentrionale dell'Honshu; a spiegare gli inverni rigidi sono in gran parte i venti di nord-ovest provenienti dalla Siberia e la massa d'aria fredda, detta corrente di Okhotsk (o Oyashio), che investe a sud il mare del Giappone. Nel sud e nell'est dell'Honshu le temperature invernali sono notevolmente miti grazie all'influenza della corrente calda di Kuroshio (o Corrente del Giappone). Nello Shikoku, nel Kyushu e nell'Honshu meridionale invece le estati sono calde e umide, quasi subtropicali, e gli inverni sono miti, con nevicate molto scarse. In tutto il Giappone i monsoni, provenienti da sud-est, contribuiscono in estate all'aumento del tasso di umidità. Le precipitazioni variano dai circa 1015 mm annui nell'Hokkaido ai 3810 mm sulle montagne dell'Honshu centrale. Da giugno a ottobre il paese è interessato dai cicloni tropicali, chiamati anche tifoni, che possono causare gravi danni, soprattutto alle imbarcazioni.
Economia:agricoltura e pesca
Anche se negli ultimi anni si è assistito a un declino nel numero di addetti nelll’agricoltura, il settore non ha perso la propria importanza.
La produzione del riso occupa gran parte della produzione agricola, infatti l’alimento principale dei giapponesi.
Altri prodotti agricoli diffusi sono cereali, patate, zucchero, agrumi, ortaggi,frutti:mele, pesche, per, poi soia, tè, tabaccoe molti altri prodotti ortofrutticoli.
Nelle coltivazioni prevale la coltura intensiva, essa ha causato un impoverimento del terreno, il Giappone comunque ha una produzione molto elevata, questo perché utilizza concimi chimici e tecnologie avanzate.
Gran parte del territorio giapponese è ricoperte da foreste di legno dolce che però non riescono a soddisfare le richieste interne e vengono quindi richieste le importazioni.
All’allenamento viene riservata una superficie modesta del paese, il pesce invece che è un altro alimento molto importante per i giapponesi per questo il Giappone possiede una delle maggiori flotte al mondo. Il pescato in Giappone riesce a soddisfare le richieste interne e anche l’esportazione.
Il Giappone è inoltre tra pochi paesi che praticano ancora la caccia alla balena.
Industria e Risorse
Il Giappone possiede diverse risorse minerarie tra cui carbone, rame piombo, zinco e quarzite,ma è comunque costretto a forti importazioni.
Il paese è tra i più grandi produttori di elettricità che proviene da centrali termiche, idroelettriche e nucleari.
Il Giappone ha avviato una completa modernizzazione degli impianti industriali, dando rilievo all’industria chimica, petrolchimica, dell’alta tecnologia e alla produzione di macchinari pesanti.
Commercio
In passato la maggior parte delle esportazioni erano dirette verso territori controllati dall’impero giapponese, come la Manciuria e la Cina occupata.
All’inizio degli anni novanta il Giappone era il terzo paese esportatore del mondo, le esportazioni erano costituite da prodotti industriali, le importazioni invece da petrolio.
Il commercio estero rappresenta un settore essenziale nell’economia giapponese. Il mercato interno è infatti insufficiente ad assorbire l’intero volume della produzione industriale del paese. Inoltre, poiché il Giappone deve importare gran parte delle materie prime, l’esportazione di una porzione cospicua della produzione annua è necessaria per raggiungere l’attivo nella bilancia commerciale.
Il Giappone ha impiegato gli enormi profitti commerciali accumulati nel corso degli anni sessanta e ottanta per compiere massicci investimenti all’estero, diventando il primo paese creditore del mondo.

Popolo
I giapponesi sono una popolazione sul cui gruppo etnico si hanno ancora dei dubbi. La teoria più accreditata li considera come il risultato di numerose immigrazioni di gente della Mongolia con caratteri fisici molto simili ai cinesi e ai coreani anche se di statura inferiore. Essi si sarebbero sovrapposti alla popolazione originaria.
Città e popolazione
Il Giappone è una società industriale e urbana molto avanzata dove i ¾ della popolazione vive in aree metropolitane.
Suddiviso in otto regioni, il Giappone è caratterizzato da una forte contrapposizione tra aree rurali, sempre meno abitate, e aree urbane che hanno avuto un eccezionale sviluppo.
Le arre urbane si trovano soprattutto nelle zone costiere dove le città si sono sviluppate come centri portuali e industriali. Sul lato del Pacifico c’è una linea ininterrotta di città al punto di poter parlare di un’unica grande megalopoli. La città più grande è la capitale Tokio centro finanziario e commerciale del paese.
Altre grandi città sono Yokohama, porto navale di primaria importanza, Osaka, Nagoya e Kyoto, capitale storica.
Nagasaki e Hiroshima, sono famose storicamente ma politicamente e commercialmente non sono tra le più importanti.
Lingua, religione, istruzione e sanità
La lingua ufficiale del Giappone è il Giapponese ma è anche molto conosciuto l’Inglese.
Le principali religioni professate in Giappone sono lo scintoismo,che si fonda sul culto degli antenati, e il buddismo. Il cristianesimo è professato da meno del 4%.
Lo scintoismo era, alla fine del XIX secolo, stato reso religione di stato e l’Imperatore era una divinità. Questo permase fino a quando l’Imperatore Hirohito rinunciò a ogni pretesa di divinità.
Dal quel momento ci fu in Giappone l’assoluta libertà di culto.
In Giappone il sistema dell'istruzione è molto sviluppato e l'analfabetismo è quasi inesistente. L'inglese, lingua delle relazioni con l'estero, è materia di studio obbligatoria fin dalla scuola elementare accanto al giapponese, lingua ufficiale del paese.
Il sistema dell'istruzione giapponese, che subì la forte influenza della Cina, delle sue arti e della sua scrittura, era però più aristocratico che in Cina, e le famiglie nobili avevano strutture scolastiche private. Successivamente, durante gli anni del Medioevo, la funzione di istruire passò ai templi buddisti.
Nel 1872 fu istituito il ministero dell’istruzione e venne formulato un piano per un sistema scolastico unico con somiglianze occidentali. Infatti furono svolte missioni in Europa e negli S.U. per apprendere nuovi metodi didattici.
Poco più tardi fu fondata l’università di Tokio dove vennero invitati insegnanti stranieri per insegnare.In seguito a queste riforme, il Giappone divenne una nazione moderna, dotata di un sistema scolastico completo e al passo con le strutture esistenti nei paesi occidentali.
Oggi l'istruzione è gratuita e obbligatoria per nove anni (i sei della scuola elementare e i tre della scuola media inferiore). L'istruzione secondaria superiore, facoltativa, prevede una tassa di iscrizione. Esistono anche scuole di formazione tecnica, commerciale e professionale, così come istituti per studenti disabili. Il sistema scolastico pubblico è affiancato da molti istituti privati.In Giappone ci sono anche numerose università.
Tokyo è la sede delle maggiori biblioteche del paese anche se ce ne sono tante anche in altre città.
Tokyo è anche la città con i più importanti musei ma Kyoto e Nara sono poi loro stesse dei musei all’aria aperta dato il loro aspetto che conserva il Giappone del passato.
Alla fine degli anni Ottanta il 18% circa del bilancio annuo nazionale del Giappone veniva destinato a fini di previdenza sociale per garantire il sistema sanitario, in vigore fin dal 1927, prestato a favore dei lavoratori autonomi e dipendenti del settore sia pubblico sia privato, e dei loro familiari. Dal secondo dopoguerra in poi sono molto cresciuti anche i servizi di previdenza e assistenza sociale, e oggi l'intera popolazione è coperta da diversi sistemi previdenziali. La maggior parte dei lavoratori va in pensione a 55 anni.
Le condizioni sanitarie sono generalmente buone, tanto che nei primi anni Novanta l'aspettativa di vita alla nascita era di 77 anni per gli uomini e di 83 anni per le donne, mentre il tasso di mortalità infantile era del 4,7‰.
Ordinamento dello stato
Il Giappone è una monarchia costituzionale ereditaria di cui l'imperatore ne è il capo. .
La successione avviene esclusivamente secondo la linea maschile della famiglia imperiale; in caso di mancanza di un erede, l'imperatore può essere scelto unicamente all'interno di quattro famiglie dello stesso livello d’importanza della casa imperiale.
Il potere esecutivo è affidato a un gabinetto, presieduto da un primo ministro formalmente designato dall'imperatore, ma espressione del partito di maggioranza.
Il potere legislativo è invece affidato alla Dieta, organo bicamerale composto dalla Camera dei rappresentanti (Camera bassa) e della Camera dei consiglieri (Camera alta).
I 500 membri della Camera bassa sono eletti per un mandato di quattro anni; i 252 membri della Camera alta sono invece eletti per sei anni.
All'interno della Dieta il maggior potere spetta alla Camera bassa, che può porre il veto sulle decisioni prese dalla Camera alta e che detiene il controllo della legislazione in materia fiscale e di trattati.
Il diritto di voto spetta a tutti i cittadini giapponesi che abbiano compiuto i venti anni.
Il sistema giudiziario giapponese è del tutto separato e indipendente dal potere esecutivo: oltre che per ragioni di salute, i giudici possono essere allontanati dal loro incarico solo in caso di imputazione. Il tribunale di massimo grado è la Corte suprema.
Storia

Il Giappone è stato per secoli un impero a base feudale, dove a capo del paese c’era l’imperatore e il territorio era suddiviso in feudi governati da potenti signori. A causa della posizione geografica l’impero viveva in condizioni di forte isolamento.
Nel XVI secolo il Giappone aveva stabilito scambi con i Portoghesi, che erano stati i primi europei a raggiungerlo; ad essi erano poi subentrati gli Olandesi.
Agli inizi del 1600 la capitale fu trasferita da Kioto a Yedo, diventata poi Tokio.Nel 1639 il governo di Yedo chiuse il Giappone agli stranieri, così esso tranne che per minimi scambi, si è isolato dal resto del mondo. Finchè nel 1853 una flotta degli Stati Uniti ha imposto con la forza al Giappone di aprire i propri porti alle merci occidentali.Per evitare la colonizzazione il Giappone intraprese un’opera di modernizzazione del paese in senso militarista.Il sistema feudale venne abolito e fu concessa una costituzione sul modello germanico:il sovrano assoluto era l’imperatore detto Mikado e per eleggere il parlamento votavano le classi più agiate.
Il governo divenne un imprenditore industriale ma dopo pochi anni cedette il patrimonio industriale alle famiglie più ricche che divennero le protagoniste dello sviluppo industriale del Giappone.
All’inizio del XX secolo il Giappone voleva espandersi e cercava delle materie prime che gli mancavano, così incominciò la sua penetrazione coloniale a spese della Cina.
La Russia zarista cercò di opporsi alle vittorie giapponesi ma fu sconfitta in una guerra che sorprese l’Occidente per la sua rapidità.
Allo scoppio della 1^ guerra mondiale il Giappone trovò il pretesto per dichiarare guerra alle Germania e il 24 agosto 1914 entrava nel conflitto. Conquistò rapidamente Tsingtao e Kiaochow e le isole tedesche del Pacifico (Marianne,Caroline e Marshall).
All’inizio del 1915 il governo giapponese dette un ultimatum (Ventun Domande) alla Cina e in questo modo entra definitivamente nella politica cinese.
Alla fine della 1^ guerra mondiale il Giappone era una tra le grandi potenze mondiali.
Le crisi della politica interna non avevano arrestato un processo di sviluppo economico, ma alla salita al trono dell’imperatore Hirohito l’equilibrio entrò quasi subito in crisi. La politica antisovietica, le mire sulla Cina il malcontento per il modo in cui gli americani trattavano gli immigrati giapponesi, spinsero il Giappone verso una politica espansionista che portò alla crisi con la Cina.
Nel 1932 viene proclamato Manchu kuo impero indipendente; nel 1937 inizia il conflitto con la Cina che portò all’occupazione di moltissime aree e alla creazione in esse di un governo fantoccio con capitale Nanchino.
I militari condizionavano la vita politica e diffondevano un’ideologia simile al fascismo occidentale.
Intanto il Giappone usciva dalle Nazioni Unite e nel 1936 firmava il Patto Anticomintern con la Germania e l’Italia (1937) e il patto tripartito con Italia e Germania nel 1940.
I rapporti con gli Stati Uniti, che chiedevano al Giappone la rinuncia all’espansionismo coloniale, peggiorarono fino al punto di scatenare un attacco aereo contro le basi navali americane alle Hawaii (Pearl Harbor ) il 7 dicembre 1941 ampliando il II conflitto mondiale in Estremo Oriente.
In Oriente il Giappone, oltre a proseguire nell’aggressione alla Cina era sbarcato nelle Filippine, aveva conquistato la Thailandia, scacciato gli inglesi da Hong Kong, occupato Malacca e Singapore, continuando ad espandersi fino a raggiungere la Birmania e le Indie Olandesi.
Gli Americani, costretti ad abbandonare le Filippine, riuscirono a sbaragliare la flotta giapponese nella decisiva battaglia delle Isole Midway e da quel momento il Giappone cominciò a ripiegare finchè il 6 e 9 agosto 1945 gli americani sganciarono sul Giappone due bombe atomiche che distrussero le città di Hiroshima e Nagasaki.
Il Giappone viene attaccato anche dall’Unione Sovietica (8 agosto ) che aveva promesso l’appoggio agli Stati Uniti con l’accordo di Yalta..
Il 14 agosto 1945 il Giappone fu costretto a firmare la resa e finiva la guerra in Estremo Oriente.
Alla fine della II guerra mondiale il Giappone, occupato dagli Americani, perse tutte le sue conquiste in Cina, in Birmania, in Indocina, nell’Insulindia e venne smilitarizzato.
Storia: dal dopoguerra ad oggi
La storia giapponese dal secondo dopoguerra è scandita in fase abbastanza distinte. La prima si è chiusa tre anni dopo la firma del trattato di pace a San Francisco (1951) e del trattato nippostatunitense di sicurezza firmato a Tokyo nello stesso anno. Questo periodo (1947-54), è stato caratterizzato dall’accettazione dell’occupazione statunitense, dalla fondazione del nuovo assetto istituzionale (1947) l’ispirazione democratica, dal formarsi di nuovi equilibri partitici e anche della ricostruzione economica. Il governo di Hatoyama (1954-56) costituisce la seconda fase: affermazione definitiva del predominio politico dei conservatori, provvisoria riunificazione dei due partiti socialisti, miglioramento dei rapporti con l’U.R.S.S. Segue la fase che si identifica con la presidenza di Nobusuke (1957-60), in cui si rafforzò il carattere filoamericano della politica nipponica. I governi di Ikeda (1960-64) e di Sato (1964-72) segnarono la fese caratterizzata dal miracolo economico, durante il quale il Giappone si affermò in un brevissimo volgere di anni come la terza potenza economica del globo. Nel 1976 Fukuda tentò di ammorbidire i rapporti con l’U.R.S.S. dopo che, nell’agosto 1978, il Giappone ebbe firmato un trattato di amicizia con la Cina. A causa della morte dell’imperatore (Hirohito -1989) e dall’ascesa al trono del figlio (Akihito) ci fu un periodo di instabilità politica nel paese. Il nuovo leader del partito liberaldemocratico, Toshihi divenne primo ministri solo grazie a una norma della Costituzione che permise di risolvere la contrapposizione politica creatasi tra le due Camere che avevano espresso due primi ministri: Kaifu alla Camera dei Rappresentanti e Doi alla Camera dei Consiglieri. Con il crollo del partito liberaldemocratico del 1993, una composita coalizione di partiti di nuova formazione esprimeva come capo del Governo Morihiro, cui si doveva il varo di una serie di misure contro la corruzione e l’adozione di un sistema elettorale misto, senza che per questo il paese trovasse una maggiore stabilità. Nel 1995 un terremoto distruggeva la città di Kobe; ci fu anche una violenta ondata terroristica promossa da una setta clandestina di ispirazione buddista i cui principali esponenti erano in seguito tratti in arresto. Nonostante il succedersi dei fatti, la stabilità del Governo era indebolita dai contrasti interni tra socialisti e liberaldemocratici, che favorivano la sconfitta delle due forze politiche alle elezioni per il rinnovo della metà della Camera del Consiglieri e alle dimissioni di alcuni esponenti dell’esecutivo. Nel maggio 2000, divenne primo ministro Yoshiro Mori.
I problemi odierni
I progressi della “terza grande potenza” sono avvenuti tanto a spese quanto a beneficio dei giapponesi. Il livello della vita è migliorato in modo eccezionale sotto tutti gli aspetti e la durata media della vita dei giapponesi è la più lunga del mondo. Dal 1965 il reddito medio annuo di una famiglia è salito e la percentuale delle spese per l’alimentazione è scesa. Praticamente ogni nucleo familiare dispone di telefono, la quasi totalità di televisore, frigorifero, lavatrice e automobile. Ma questi progressi sono stati ottenuti a prezzo di uno sforzo di produzione accanito, che ha minato sotto molti aspetti l’equilibrio generale del paese e che interessa prima di tutto soltanto una fascia tra Tokio e Fukuoka. Parecchie regioni sono state dimenticate dal progresso e conducono una esistenza ancora in ampia misura tradizionale, perdendo la propria manodopera e il proprio potenziale di iniziative. Nella regione sviluppata, una massa di oltre 60 milioni di persone è in continuo movimento, dal cuore delle metropoli o dalle regioni rimaste in disparte alle città rivierasche intermedie del Pacifico o del Mare Interno, considerate meno inquinate e dove il costo della vita è meno caro. Il prezzo esorbitante dei terreni, rende molto difficile ai più trovare alloggio nelle grandi città, e anche a notevole distanza del centro, il che si traduce in ulteriore disagi negli spostamenti e in una disordinata invasione del paesaggio rurale. Inoltre questa immensa fascia umana e parecchie regioni rurali, da che vi è stata impiantata una fabbrica, sono esposte a gravi nocività, cui solo una tardiva presa di coscienza ha cominciato a porre fine.

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