Economia Politica

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Testo

La struttura della scienza economica
L’economia politica ha il fine di aiutarci a comprendere meglio la realtà in cui viviamo e mira a fornirci gli strumenti per comprendere e governare determinati fenomeni, evitando che gli avvenimenti sfuggano alla nostra volontà.
Essa non si limita, quindi, semplicemente a descrivere la realtà economica, ma ci aiuta a coglierne gli aspetti fondamentali e riesce a farci comprendere che l’attività economica dei singoli, indipendentemente dalla loro volontà, influenza concretamente la collettività.
L’attività economica è qualunque atto rivolto alla soddisfazione dei bisogni per mezzo di beni e servizi rispondenti allo scopo.
La scienza economica è la disciplina che studia le azioni che l’uomo compie per soddisfare i suoi bisogni, avendo a disposizione risorse limitate.
Il bisogno è lo stato di necessità, di insoddisfazione, che spinge il soggetto a procacciarsi un bene idoneo a far cessare la sensazione di disagio.
I bisogni sono soggettivi, non tutti hanno le stesse necessità nel medesimo momento e con uguale intensità, per cui, secondo l’importanza più o meno rilevante che hanno per l’esigenza dell’individuo, assumono una denominazione diversa.
Si distinguono: bisogni di prima necessità (es. mangiare, bere, vestirsi) che sono in numero limitato e devono essere soddisfatti perché sono alla base dell’esistenza; bisogni di conforto (es. avere l’automobile, indossare un abito di qualità, leggere un libro) che sono in numero meno limitato rispetto ai bisogni di prima necessità e aumentano con il miglioramento del tenore di vita; bisogni di lusso (es. bere un vino pregiato, indossare una pelliccia, acquistare un gioiello) sono in numero illimitato, ma nel caso in cui rimangono insoddisfatti non si crea una privazione incolmabile; bisogni individuali che sono avvertiti dall’uomo come singolo; bisogni collettivi (difesa, giustizia, ordine pubblico) che sono avvertiti dall’individuo in quanto membro di una società.
I bisogni vengono soddisfatti per mezzo delle risorse, sia quelle disponibili in natura in quantità illimitata (aria, acqua, luce solare), sia quelle prodotte dall’attività umana, sotto forma di beni (pane, libri, automobili) o di servizi (trasporti, prestazioni mediche e legali) disponibili in quantità limitata.
Soltanto le risorse limitate sono considerate beni economici, mentre i cosiddetti beni liberi (aria, acqua) appaiono illimitati e gratuiti e non se ne avverte il bisogno perché non è richiesto alcun sacrificio per procurarseli.
Quanto ai beni comunemente definiti economici, la limitatezza, l’utilità e la reperibilità sono i caratteri che li distinguono; infatti un bene economico è disponibile in quantità limitata, è reperibile ed è idoneo a soddisfare un bisogno.
Secondo l’uso per il quale sono impiegati, i beni si possono distinguere in diversi tipi: beni diretti o di consumo (es. pane, vestito) utilizzati per soddisfare direttamente un bisogno;
beni indiretti o strumentali (es. macchine utensili, materie prime) impiegati per produrre altri beni; beni durevoli (es. libro, televisore)
che possono essere usati più volte prima di esaurirsi; beni non durevoli o immediati (es. benzina, biglietto del treno) che cessano di esistere in seguito ad un solo atto di utilizzazione; beni concorrenti o succedanei (es. olio e burro, caffè e orzo) che possono essere impiegati indifferentemente per conseguire lo stesso fine; beni complementari (es. benzina e auto, caffè e zucchero) che possono o devono essere contemporaneamente per soddisfare meglio un bisogno.
I bisogni non vengono soddisfatti solo per mezzo dei beni, ma anche attraverso i servizi, consistenti nelle prestazioni che l’uomo offre ai suoi simili.
I servizi sono prestazioni offerte dai singoli o da imprese, pubbliche o private, e consumati generalmente nel momento in cui sono prodotti.
Il complesso dei beni e dei servizi costituisce la ricchezza. La ricchezza può essere individuale o collettiva e può essere intesa come patrimonio o come reddito. Il patrimonio è il complesso dei beni appartenenti a un individuo o a una collettività in un dato istante; il reddito può essere monetario e reale.
Il reddito monetario è il complesso delle entrate di cui un soggetto dispone in un determinato periodo di tempo; il reddito reale è il complesso di beni e servizi che un soggetto può acquistare con il reddito monetario.
L’uomo ogni volta che produce beni e servizi svolge un’attività economica.
Lo sviluppo delle attività economiche è avvenuto gradualmente nel tempo e l’affermarsi di un’attività non ha portato alla scomparsa delle precedenti.
I settori economici hanno continuato a convivere e a essere tra loro interdipendenti. Si dividono le attività produttive in tre settori: primario (agricoltura, allevamento, attività estrattive); secondario (industria); terziario (servizi).
In seguito all’attività economica svolta l’individuo destina il reddito ricevuto, in parte al consumo di beni e servizi per soddisfare i bisogni presenti e in parte al risparmio per provvedere a bisogni futuri.
Il consumo consiste nell’acquisto di beni e servizi per ottenere la soddisfazione di un bisogno.
Il risparmio è la parte di redito non consumata.
L’investimento consiste nell’acquisto di beni economici per impiegarli in un processo produttivo.
Il sistema economico e i suoi problemi
Il sistema economico è l’insieme dei soggetti economici e delle relazioni che intercorrono fra questi per risolvere i problemi della produzione e della distribuzione della ricchezza.
I soggetti del sistema economico sono: le famiglie, le imprese, lo stato, il resto del mondo.
La famiglia è l’operatore economico che offre le proprie risorse (lavoro, capitali, terreni, ecc.) in cambio di un reddito che destina in parte ai consumi e in parte ai risparmi.
L’impresa è l’operatore economico, inteso come centro di produzione, che domanda lavoro e capitali per offrire beni e servizi.
Lo stato è un soggetto economico particolare, che garantisce operatività al sistema economico e persegue fini sociali offrendo servizi pubblici.
Il resto del mondo è dato dai paesi esteri con i quali le famiglie, le imprese e lo stato intrattengono rapporti di scambio di beni, servizi e capitali.
I soggetti che operano nel sistema economico intrecciano tra loro relazioni di scambio e mirano a impiegare nel modo migliore le risorse disponibili.
Molti sono i fattori che influenzano il sistema economico: i principi giuridici, il progresso tecnico, la consistenza della popolazione attiva, la tendenza delle famiglie a destinare il proprio reddito più al consumo che al risparmio, i gusti, la moda.
Ma è la disponibilità delle risorse che conferisce ad ognuno identità e struttura proprie.
Tutti questi vincoli incidono in maniera determinante sulle decisioni che i soggetti economici sono tenuti a prendere e sulle scelte che devono fare per risolvere i problemi economici.
I problemi fondamentali di un sistema economico sono quelli della produzione e della distribuzione; per questo è indispensabile che ogni sistema risponda ai seguenti quesiti: che cosa produrre, come produrre, per chi produrre.
La quantità dei beni prodotti dipende dalle risorse naturali,, dalle forze di lavoro disponibili, dagli impianti esistenti e anche dall’importanza attribuita ai diversi bisogni.
La produzione può essere realizzata in vari modi: in grandi fabbriche automatizzate o presso piccole imprese, impiegando più forza lavoro o maggiori quantità di capitali, producendo energia elettrica per mezzo di centrali termiche o nucleari, ecc.
La soluzione del terzo problema consiste nel determinare a quali soggetti e in quale proporzione distribuire i beni prodotti. Infatti, mentre i primi due quesiti riguardano la sfera della produzione, quest’ultimo è inerente alla sfera della distribuzione.
Una volta che si è prodotto un certo numero di beni, è necessario stabilire come questa ricchezza debba essere distribuita tra i membri della collettività.
Dopo aver ricostituito i mezzi di produzione impiegati, il prodotto complessivo viene ripartito tra coloro che hanno partecipato alla produzione, sotto forma di redditi.
Distribuzione del reddito
DISTRIBUZIONE DEL REDDITO
PROFITTI
(redditi da impresa)
SALARI
(redditi da lavoro)
INTERESSI
(redditi da capitali)
RENDITE
(redditi da terreni e fabbricati)
Nei sistemi ad economia di mercato, tra cui l’Italia, lo stato concorre, con un adeguato programma di politica economica, a realizzare una distribuzione più equa della ricchezza.
Nei sistemi economici collettivisti o socialisti, la distribuzione del prodotto sociale era stabilita dallo stato per mezzo di un piano economico dove venivano fissati i prezzi dei beni e il compenso dei mezzi di produzione (salari, interessi, ecc.), determinando a priori le scelte.
Per risolvere i problemi di produzione e distribuzione, i soggetti economici danno vita ad un insieme di relazioni.
Se consideriamo solo due soggetti come le famiglie e le imprese, tra loro si creano due tipi di flussi o circuiti: circuito reale e circuito monetario.
Nel circuito reale circolano beni e servizi, si origina un flusso di risorse, consistenti in prestazioni lavorative, beni naturali dalle famiglie alle imprese, e un flusso di servizi e di beni di consumo (vestiario, alimenti, auto, ecc.) dalle imprese alle famiglie.
Nel circuito monetario le imprese, in cambio delle risorse ricevute, offrono alle famiglie dei compensi (salari, profitti, rendite, interessi), dando origine a un flusso di reddito monetario. Le famiglie, come controprestazione dei beni di consumo acquistati, danno alle imprese un corrispettivo (prezzo), originando un flusso di spesa.
In tal modo si realizza la circolazione della ricchezza tra i soggetti economici, si origina cioè un movimento di moneta che viene denominato anche circuito reddito-spesa.
Introduciamo adesso l’operatore “stato” e analizziamo i suoi rapporti con le imprese e le famiglie.
Dal punto di vista reale, lo stato offre beni (ad es. strade, ferrovie, ecc.) e servizi pubblici (ad es. giustizia, ordine pubblico, pubblica istruzione, ecc.) alle famiglie e alle imprese e, per fare questo, riceve risorse dalle famiglie (ad es. le prestazioni lavorative dei magistrati) e beni e servizi dalle imprese (es. aule scolastiche, banchi, assistenza per i computer).
Lo stato, per offrire i beni e i servizi pubblici, preleva alle famiglie e alle imprese i tributi,, con i quali paga i beni, i servizi e le risorse che riceve dalle imprese e dalle famiglie.
Introduciamo infine l’ultimo operatore: il resto del mondo.
Le famiglie, le imprese, lo stato e il resto del mondo hanno rapporti di scambio che si realizzano sui mercati, dove si formano i prezzi dei beni dei servizi.
Si individuano tre mercati principali: il mercato del lavoro, dove i lavoratori offrono servizi lavorativi alle imprese, in cambio della retribuzione (prezzo del lavoro); il mercato dei beni, dove le imprese offrono beni e servizi alle famiglie, in cambio di moneta (prezzo dei beni e dei servizi); il mercato della moneta, dove le imprese domandano moneta per alimentare la propria attività e le famiglie offrono la parte di reddito risparmiato.
Il mercato della moneta, in pratica trova attuazione nelle banche che raccolgono il risparmio dalle famiglie e concedono prestiti alle imprese, svolgendo una funzione di intermediazione tra l’offerta e la domanda di denaro.
Il prezzo della moneta (tasso di interesse) è una remunerazione per chi presta denaro (famiglie) e un costo per chi lo chiede in prestito (imprese).
I sistemi economici possono trovarsi in stato reintegrativo o in condizioni di sovrappiù.
Un sistema economico reintegrativo assicura il minimo vitale ai propri consociati ed è in grado di ricostituire i mezzi di produzione, ma non assicura lo sviluppo.
Un sistema economico con sovrappiù è un sistema in sviluppo, determinato da un’eccedenza di beni e servizi rispetto a quelli necessari per garantire l’esistenza del sistema stesso.
Presso le società antiche la produzione era finalizzata all’autoconsumo e in genere era compito esclusivo degli schiavi, i quali però non partecipavano alla distribuzione del sovrappiù perché erano considerati un bene del padrone come qualunque altro mezzo di produzione.
Il sovrappiù veniva utilizzato esclusivamente dai signori che lo destinavano all’uso che ritenevano più idoneo (banchetti, acquisti di gioielli, costruzioni di dimore lussuose e di tombe faraoniche). Agli schiavi veniva assicurato l’indispensabile per sopravvivere e riprodursi in modo da essere sostituiti, al momento opportuno, dalla prole.
I sistemi economici dell’età moderna, pur nella loro diversità, hanno un fondamento comune: la socialità della produzione, cioè l’attività produttiva viene svolta per la collettività.
Tuttavia, si caratterizzano per il modo diverso di utilizzare e distribuire il sovrappiù, con la contrapposizione tra le famiglie e le imprese (maggiori salari o maggiori profitti), tra lo stato e le imprese (maggiori investimenti pubblici o privati), tra le famiglie e lo stato (maggiori consumi privati o pubblici).

INDICE
1° Anno
La struttura della scienza economica 1
Il sistema economico e i suoi problemi 3
Distribuzione del reddito 4
ECONOMIA

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