Il Rinascimento in Europa: tema in classe

Materie:Tema
Categoria:Arte

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Il Rinascimento in Europa

Il Rinascimento è il periodo della storia dell'arte compreso tra il XV e XVI secolo, corrispondente allo sviluppo del Rinascimento inteso come più ampia categoria storiografica. Interessò gli ambiti della pittura, della scultura e dell'architettura e le arti cosiddette minori. I principi base di questa "rinascita", descritta e celebrata da Giorgio Vasari nelle sue Vite , furono il ritorno alle forme classiche dell'arte romana antica, l'adozione di un metodo "sperimentale" nello studio della natura e la concezione dell'individuo come misura e centro dell'universo.
Pittori, scultori e architetti si avvalsero per la prima volta di ricerche di anatomia, ottica, matematica e geometria, trasponendone i risultati nella loro arte. La più rilevante novità consistette nell'elaborazione della prospettiva matematica (o lineare), un metodo di descrizione figurativa del reale che consente di correlare tutte le parti della composizione artistica entro rapporti e proporzioni reciproche, all'apparenza perfettamente rispondenti alla visione effettiva. Gli artisti rinascimentali, come i navigatori e gli esploratori loro contemporanei, furono mossi da spirito d'avventura e desiderio di conoscenza: iniziarono a pensare alla loro opera come a un osservatorio privilegiato sul mondo, che doveva dunque essere raffigurato con rigore realistico.
Tipica figura di artista-scienziato fu Leonardo da Vinci, che come Cristoforo Colombo scoprì, attraverso le sue opere, mondi ancora inesplorati. Nelle arti plastiche e figurative, i soggetti furono spesso tratti dalla mitologia classica e dalla tradizione giudaico-cristiana; non di rado, tuttavia, vennero raffigurati anche eventi storici.
Agli inizi del XV secolo, tre artisti attivi a Firenze apportarono innovazioni destinate a provocare il decisivo distacco dal gotico: Lorenzo Ghiberti, Filippo Brunelleschi e Donatello. Lorenzo Ghiberti realizzò i due portali del Battistero di Firenze, in cui la rappresentazione della profondità spaziale e la resa realistica delle figure umane costituiscono uno stacco netto dalla tradizione. Filippo Brunelleschi sviluppò e codificò le leggi della prospettiva lineare; adottò inoltre nelle sue opere architettoniche gli ordini classici ed elaborò un metodo di costruzione e articolazione degli spazi fondato su precise corrispondenze matematiche. Donatello esercitò una grande influenza sui contemporanei per la carica espressiva delle sue sculture, inedita a quel tempo, e per i modelli e canoni stilistici attinti all'arte antica, che egli studiò approfonditamente recandosi in prima persona a Roma.
Scenari naturalistici e figure dalla forte carica espressiva caratterizzano la pittura di Masaccio. Nell'affresco della Trinità fece efficacemente ricorso alla prospettiva, creando una convincente illusione spaziale (le figure della Trinità sono inquadrate entro elementi architettonici illusionistici).
Proseguendo nella direzione indicata da Masaccio, anche Paolo Uccello fu particolarmente attento alle potenzialità pittoriche della prospettiva lineare. Nello stesso periodo, Beato Angelico seppe coniugare la perfetta padronanza della prospettiva con un disegno molto preciso.
Grande figura del primo Rinascimento fu infine Leon Battista Alberti. Architetto geniale e raffinato umanista, unì la profonda conoscenza filologica dei testi antichi a un'eccezionale padronanza delle tecniche costruttive e dei principi strutturali dell'architettura romana.
La fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento furono dominati dalle figure di Leonardo e Michelangelo.
Nato a Urbino e formatosi nella bottega del Perugino, Raffaello giunse a Roma nel 1508, lo stesso anno in cui Michelangelo iniziava gli affreschi della Cappella Sistina.
Lontano dalla capitale continuava intanto la grande tradizione della pittura veneta. Dalla lezione di Giorgione, maestro del colore dal tratto gentile e delicato, prese avvio l'arte di Tiziano. La pennellata fluida, l'armonia della composizione e la classica serenità delle figure sono i segni distintivi della sua pittura. Tiziano eseguì anche molti ritratti, che divennero presto modelli indiscussi del genere, per tutto il secolo e per buona parte del successivo. La tradizione veneziana proseguì per tutto il Cinquecento con altri grandi artisti come il Tintoretto.
L’opera che più mi ha colpito durante lo studio di questo periodo artistico è stata sicuramente l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci.
Il momento rappresentato è quello immediatamente seguente all’annuncio di Cristo agli apostoli del prossimo tradimento. Ciò che mi ha colpito maggiormente è come Leonardo riesce a mettere in luce l’agitazione, lo sconcerto, il dubbio tra gli apostoli su chi sia il traditore ed i sentimenti di tutti evitando ripetizioni. I dodici apostoli si dividono in quattro gruppi di tre ciascuno: fra essi è Giuda, un gomito appoggiato sul tavolo, rivolto verso Cristo, parzialmente in ombra e turbato perché colpevole. I quattro gruppi formano altrettante piramidi concatenate tra loro; è piramidale anche Gesù con le braccia allargate in segno di dedizione, a rappresentare la consapevolezza della solitudine dell’uomo. La sala è rappresentata con prospettiva lineare: il pittore definisce la profondità mediante la convergenza delle linee verso il punto di fuga, indicate dai lati della tavola e dai riquadri a cassettoni del soffitto. Al di là delle finestre aperte, torna la distesa profonda degli spazi, nella luce rosata del tramonto.

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