tema storico

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TEMA STORICO

Uno dei periodi di vero e proprio distacco dell’uomo dalla Chiesa, è riconducibile alla Rivoluzione Francese, che ha dato il via a quel processo chiamato laicizzazione della Società. Il primo passo può essere datato il 24 ottobre 1793 quando venne adottato il calendario repubblicano più di un anno dopo l’avvento della prima Repubblica.
Il calendario Repubblicano fu una fra le più notevoli riforme intraprese dalla convenzione nazionale che tendeva a riformare la Società anche in un contesto spazio-tempo: contro le superstizioni e il fanatismo, di domenica i Santi e le feste Cristiane vennero abolite in nome della ragione, della scienza e della natura. L’anno cominciava con il giorno anniversario dell’abolizione della monarchia e terminava con il festeggiamento dei “ sanculotti”.
L’abolizione delle feste religiose implica sicuramente il desiderio dell’uomo, già da allora, di allontanarsi dalle rigide regole imposte dalla Chiesa che dovevano essere uguali per tutti; la domenica intesa come giorno di riposo del Creatore Divino, perse il suo significato originario, niente meglio di ciò può spiegare quanto il sentimento rivoluzionario abbia abbattuto persino la solidità della tradizione religiosa.
La voglia di cambiamento e di modernizzazione dell’ambiente ecclesiastico non si fermò alla Rivoluzione Francese ma continuò nel corso del tempo fino ad arrivare ai giorni nostri; la Laicizzazione della società però ha assunto un carattere completamente diverso rispetto ad allora: invece di un rifiuto della tradizione religiosa, la società di oggi si sta spostando verso una posizione diversa, si sta rischiando d’intaccare non solo la morale ma anche la dignità umana.
Un caso che sta interessando l’Europa al giorno d’oggi, in particolare la Spagna, è uno degli esempi che meglio rappresenta il radicale cambiamento della società e l’allontanamento dal pensiero religioso tradizionale: il caso della riproduzione assistita.
“ Per una scienza al servizio della scienza” è il titolo alla nota del Comitato Esecutivo dell’Episcopato spagnolo, presentata da Padre Juan Antonio Martinez Camino; nel documento la Chiesa si dice dalla parte della scienza quando si mette “al servizio della vita” ma condanna il trattamento scientifico degli esseri umani come “oggetti o animali”.
Lo Stato non ha la competenza di stabilire legislazioni che eliminino vite umane, insinuando inoltre la possibile esistenza d’interessi scientifici, politici ed economici a proposito delle riforme preannunciate dal governo di Luis Zapatero.
Il portavoce Episcopale, ha fatto riferimento alle modifiche sulla legge per la riproduzione assistita per ampliare le modalità di donare gli embrioni sovrannumerari alla ricerca scientifica, così come alle altre proposte quali l’interruzione volontaria della gravidanza o l’unione tra omosessuali.
Il Governo è intervenuto subito in difesa della laicità dello Stato affermando che le posizioni della Chiesa sono rispettabili ma non possono essere imposte all’insieme della cittadinanza.
Come possiamo credere nel progresso della scienza, se vengono messe in discussione vite umane per salvarne altre? La Chiesa prende posizione affermando che a questo proposito azioni e dichiarazioni governative fanno pensare che si vada nella direzione di eliminare quasi totalmente le misure di protezione dell’embrione con lo scopo di trasformarlo in materiale di ricerca anche al prezzo di distruggergli la vita.
Accorgiamoci del percorso che la scienza sta intraprendendo, l’embrione umano merita il rispetto dovuto alla persona umana, non è un oggetto bensì l’inizio della vita umana. Non è lecito togliergli la vita né fare nulla con esso che non sia per il suo beneficio, tutti siamo stati embrioni, ci è stato dato il dono della vita e nessuno ha il diritto di privarci di esso; lo scongelamento degli embrioni, perché vengano rianimati e successivamente gli venga tolta la vita per ottenere cellule staminali come materiale di sperimentazione, è un’azione illecita che non può essere giustificata per nessuna supposta finalità terapeutica.
Un famoso detto afferma: “Il fine giustifica i mezzi”, in questo caso non è così: non è lecito uccidere una persona umana anche se fatto nella sua fase embrionale, per quanto si faccia con intenzione di curare un altro. È un’attività immorale che non offre le promesse di cura in quanto sono ancora molto lontane dalla realtà e qualora venissero raggiunti gli obiettivi prefissati nulla potrà farci scordare il rispetto mancato alla dignità della persona umana.
Le tecniche saranno sempre le benvenute, ma non si può chiudere gli occhi e piegarsi agli interessi scientifici ed economici. Lo Stato è impassibile, risponde sempre allo stesso modo: alla Chiesa spetta la cura delle anime, allo Stato la cura e l’amministrazione dei cittadini, le uniche norme da rispettare sono quelle della Costituzione.
E la dignità umana? Il rispetto dell’essere umano viene meno, e la causa è il progresso scientifico.
Il progetto sulla procreazione scientifica è ormai discusso da tempo; la chiesa mantiene salda la sua posizione; in una recente intervista il Cardinale Tettamanzi esprime il suo disappunto, ritiene inaccettabile questa situazione, affermando che non vi è puramente in gioco una “questione cattolica” bensì una questione pienamente “umana”. È in gioco la vita umana, il bene fondamentale per ogni persona, sia essa cattolica o no, credente o no, di destra o di sinistra. La Chiesa non può esimersi dall’intervenire di fronte a scelte etiche e legislative di primaria importanza come quelle che toccano la vita dell’essere umano e quindi la sua inviolabile dignità di persona e che decidono del futuro stesso dell’umanità, la scienza ha acquistato maggior potere e con questo si permette di prendersi la facoltà di decidere della vita umana; il fine e sicuramente buono ma non i mezzi per conseguirlo, è giusto che vengano salvate delle vite ma non a scapito di altre. La scienza deve riconoscere i suoi limiti, il processo di laicizzazione non sta intraprendendo in questo modo un giusto percorso. Non peggioriamo la legge con il nostro voto, pensiamo al valore della vita e della dignità umana che rischia di essere contaminata dalla brama di conoscenza della scienza.

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