L'antisemitismo

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Categoria:Storia

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Testo

Con la parola antisemitismo s’intende l’ostilità verso la civiltà ebrea; inizialmente vi era una forma di antigiudaismo da parte dei cristiani, poiché accusavano questo popolo di deicidio. In seguito nell’età moderna, si sviluppò un odio razziale, in particolare da parte di Hitler, sfociato poi nello sterminio degli Ebrei.
Le radici dell’antigiudaismo risalgono all’alto medioevo,esso era fondato su ragioni propriamente religiose. Nel medioevo poiché gli Ebrei non avevano la possibilità di possedere terre, si dedicarono principalmente ad attività commerciali e in questo modo riuscivano a guadagnare abbastanza denaro da poterlo prestare; ciò voleva dire adattarsi a quelle attività che venivano disprezzate dai cristiani, in particolare il prestito ad interesse cioè l’ usura.
Nel ‘300, gli Ebrei venivano accusati di dissacrazione dell’ostia, assassinio rituale dei bambini cristiani, avvelenamento dei pozzi, e gli veniva attribuita la funzione di capro espiatorio in quanto ogni qual volta sorgeva un problema interno, come ad esempio una carestia o un’epidemia venivano accusati come responsabili. In particolare nella pestilenza del 1321 si arrivò addirittura a pensare ad un complotto che coinvolgeva gli Ebrei e i lebbrosi. Queste accuse hanno portato alla nascita di uno stereotipo dell’Ebreo, che veniva visto come una figura negativa, in particolare da Hitler nel ‘900 un ostacolo alla realizzazione dei suoi progetti i quali erano fondati sul primato della Germania.
A partire da questo momento l’antisemitismo non ebbe più cause religiose, bensì economico-sociali.
Il Nazionalismo in quegli anni si stava rafforzando, contribuendo ad alimentare la crescita dell’antisemitismo in quanto gli Ebrei erano uno dei popoli senza terra; inoltre essi venivano considerati da alcuni un pericolo contro gli interessi delle singole nazioni, poiché possedevano il controllo dell’alta finanza.
Per rafforzare l’identità del popolo tedesco, Hitler esaltò la razza ariana, che pescava i suoi fondamenti in miti indo-persiani, la quale portò ad una vera e propria discriminazione razziale.
Tutto ciò si manifestò con leggi razziali, pogrom, arresti di massa, deportazioni, ed eliminazione di massa di centinaia di migliaia di Ebrei.
La chiesa cattolica ha iniziato a prendere conoscenza di ciò con il concilio vaticano II del 12 marzo 2000,sotto il pontificato di Giovanni Paolo II; egli ha fatto una richiesta di perdono per le colpe della chiesa, e ha ammesso la responsabilità dei Cristiani verso gli Ebrei, visitando la sinagoga di Roma in segno di riconoscimento della religione ebrea.
Nella cultura di oggi sono ancora presenti stereotipi razziali, etnici e religiosi. Ad esempio, guardandoci intorno nella nostra città ci accorgiamo che sono molte le persone provenienti da altri paesi, per la maggior parte più poveri del nostro. Questi si differenziano da noi per alcune ideologie culturali e religiose e sono oggetto di discriminazione, soprattutto perché gli atteggiamenti di alcuni vengono ingiustamente attribuiti a tutto il popolo, come il furto, le minacce, la violenza e lo stupro.

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