Diritti dell'uomo

Materie:Tesina
Categoria:Generale
Download:3283
Data:16.07.2008
Numero di pagine:27
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
diritti-uomo_5.zip (Dimensione: 640.27 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_diritti-dell-uomo.doc     746 Kb


Testo

IO, PICCOLA
OSPITE DEL FUHRER
La barbarie del nazismo

ITALIANO:
Helga Schneider
Primo Levi

STORIA:
Il nazismo e lo sterminio
degli ebrei

DIRITTO:
I diritti inviolabili
dell’uomo

INGLESE:
Institutions and society
in USA
Percorso multidisciplinare di Rita Cutrona
Prefazione
Il percorso che ho intenzione di intraprendere con questo lavoro prende spunto da un libro che ho letto, “Io, piccola ospite del fuhrer”, e che mi ha molto impressionato. L’argomento che ho scelto è “Il nazismo” che sarà l’argomento trattato in storia. Con questa tesina non ho intenzione di parlare del nazismo come ne parlano i libri di storia raccontando ciò che accadde durante la Seconda guerra mondiale, ma del nazismo dal punto di vista umano, se così possiamo dire. Questo fenomeno ha infatti calpestato i diritti inviolabili dell’uomo a partire dal diritto alla vita fino ad arrivare alla libera manifestazione del pensiero, i diritti inviolabili dell’uomo saranno oggetto di argomentazione in diritto insieme alla creazione dell’ONU, nata per proteggerli. Per quanto riguarda italiano e letteratura parlerò del libro cui ho accennato prima e della vita-testimonianza di Helga Schneider mentre come autore dell’epoca sarà citato Gabriele D’Annunzio.
Italiano
“Io, piccola ospite del fuhrer”, Helga Schneider
Come per ogni opera prima di poterla comprendere è necessario conoscere dapprima la vita di chi l’ha scritta. La scrittrice è Helga Schneider, una donna che nasce in Polonia nel 1937, ha vissuto in Germania, in Austria e dal 1963 vive in Italia, a Bologna. La sua storia è molto particolare e caratterizza la sua produzione. La sua carriera inizia nel 1995 quando pubblica”Il rogo di Berlino”, con questo libro aveva raccontato la storia della sua infanzia trascorsa a Berlino negli anni bui del nazismo. Nel 1941, quando aveva quattro anni e suo fratello neppure due, la madre, la quale aveva il marito al fronte, li abbandonò per diventare prima ausiliaria delle SS, poi guardiana al campo femminile di Ravensbruck e successivamente a Auschwitz-Bierkenau. Nei suoi libri racconta dei mesi passati nelle cantine del palazzo dove viveva a Berlino, una città completamente distrutta dalle bombe, la visita nel bunker di Hitler dovuto alla zia, collaboratrice di Goebbels (Joseph Paul Goebbels è stato un politico e giornalista tedesco. Fu uno dei più importanti e fanatici gerarchi nazisti, Ministro della Propaganda nel Terzo Reich. Dopo il suicidio di Hitler (30 aprile 1945), per quasi due giorni fu Cancelliere del Reich. Le sue innovative, brillanti e spregiudicate tecniche di propaganda furono uno dei fattori che consentirono al Partito Nazista l'ascesa al potere in Germania nel 1933.) e la caotica fine della guerra.
Nel 1963 si stabilisce a Bologna dove vive e lavora, essendo diventata cittadina italiana. Nel 1971 scopre che la sua vera madre è ancora viva e decide di andarla a trovare. Seppe che viveva a Vienna, ma quell'incontro durò solo mezz'ora. La madre la portò in una stanza dove conservava l'uniforme, la divisa nazista che indossava il giorno in cui venne arrestata ad Auschwitz. A distanza di tanti anni era ancora fiera di quel passato. Tentò anche di farla indossare ad Helga e di regalarle una manciata d'oro, forse come risarcimento della sua latitanza materna durata 30 anni. Inorridita, Helga scappa e torna a Bologna con un gran peso nel cuore. Nel 1998 decide su invito di un amica di andare a rivedere la madre anzianissima per l'ultima volta; ma questo incontro la sgomenta, la fa stare male fisicamente. Helga non riesce a spiegarsi come si possano abbandonare dei figli per inseguire un sogno di morte e come si faccia a vivere una vita senza turbamenti dopo aver assistito agli orrori quotidiani dei campi di sterminio. Ma non solo, addirittura andarne fieri! Da questo incontro nasce il libro, nel 2001, “Lasciami andare, madre”. Nel 2002 è uscito un suo libro per ragazzi, dal titolo “Stelle di cannella” e nel 2004 i due libri “L'usignolo dei Linke” e “L'albero di Goethe”.
Nel 2006 scrive e pubblica “Io piccola ospite del fuhrer” nel quale ella si domanda se davvero è possibile descrivere Hitler come un essere umano. La storia è raccontata in prima persona dall’autrice all’età di sette anni. La bambina riesce a descrivere la realtà cruda che la circonda e dalla quale deve proteggere il fratello. Vive in uno scantinato assieme al nonno e ad altre persone che cercano riparo dai bombardamenti con i quali hanno perso la casa. Ogni giorno ascolta le notizie di nuovi bombardamenti o dei russi che avanzano violentando le donne. Questo libro è una vera e propria testimonianza che permette di vedere la Seconda guerra mondiale da un punto di vista diverso da quello dei testi scolastici di storia, si può dire che la storia viene umanizzata. Più precisamente questo libro racconta di quando Helga, suo fratello e un gruppetto di bambini erano stati invitati a visitare il bunker ultima dimora di Hitler con la promessa di vedere il Fuhrer ma anche di mangiare molte salsicce. Quest’ultima proposta allettava molto i bambini che, in tempi così, potevano solo mangiare un po’ di pane con rapa bianca. Da qui inizia il racconto, molto dettagliato, del viaggio per raggiungere il bunker: l’autobus sul quale viaggiava era alimentato a carbone (infatti in quel periodo il carburante era fornito solo ai militari) e il riscaldamento faceva respirare male tutti i passeggeri. Durante il viaggio la bambina osserva tutto ciò che vi è intorno e talvolta ricorda, ad esempio vedendo i cadaveri, si ricorda di quella volta che, tornando a casa col nonno, aveva visto qualcosa di strano in lontananza ed avvicinandosi scoprì che non era altro che il corpo carbonizzato di un bambino come lei. Nonostante il racconto si effettuato da una bambina, le immagini che si presentano al lettore sono molto crude.
A dispetto del maestoso edificio della Cancelleria del Reich, “che ostenta ancora un’aria d’irriducibile superbia, malgrado le bombe e le granate degli alleati l’abbiano conciata male”, il bunker è “un angusto dedalo di morte” al quale si accede da una ripida scala che scende fino a quasi tre metri. Non appena si richiude il portellone d’ingresso, i ragazzini si ritrovano inghiottiti in corridoi stretti ed umidi, dove si respira aria calda e viziata dall’odore insopportabile di muffa e diesel.
Dopo un’accurata visita medica e una lampada UV per rendere quei bambini troppo magri e pallidi, più belli e presentabili a Hitler,(il quale non doveva vedere quello che la guerra stava provocando), essi potranno beneficiare di ogni ben di Dio stipato nei magazzini.
L’incontro vero e proprio con l’uomo che, da quando aveva dichiarato la guerra totale nessuno chiamava più “il Führer”, è un misto di ansia e paura legato all’indottrinamento subito negli anni precedenti e di spirito critico appresi dalla nonna e dall’istitutrice del collegio in cui aveva studiato. L’uomo Hitler appare molto diverso dai ritratti appesi nelle abitazioni: curvo, i baffetti ormai brizzolati, la testa ed il braccio tremolanti e un’ipersensibilità ai rumori causata dalla lesione al timpano subita durante l’ultimo attentato. “Sarebbe questo il Führer della Germania?”.
Helga decide così di regalarci il ricordo di una giornata sconvolgente, passata in un luogo dove tutto era predisposto per cercare di dimenticare la guerra e l’ormai imminente caduta del Reich e, ugualmente, ogni particolare riconduceva inevitabilmente alla disfatta.
Ritroviamo così i ricordi della permanenza nel collegio di Eden e la sua direttrice che “Sosteneva che Hitler stava trascinando la Germania verso la catastrofe, che era un pazzo megalomane e un terribile razzista”.
L’autrice riesce perfettamente nel suo intento: il lettore si ritrova partecipe della quotidianità della gente comune e respira l’atmosfera della Germania del 1945.
Nel 2008 pubblica “Heike”, ambientato nella Berlino del 1945. Heike è una bambina di dieci anni che vive nello scantinato di casa sua distrutta dalle bombe. Il padre è disperso, ma Heike sa che tornerà: non smette di parlarne al suo più grande amico e confidente, il grande melo che cresce nel giardino. Attorno a lei la bambina vede solo rovine, ma non solo rovine di edifici ma anche rovine nelle menti e nei cuori delle persone che sono segnate dalla guerra. Tante di queste persone vogliono tener viva la speranza nel futuro, tra queste tante non c’è la mamma di Heike: nel suo passato c’è una ferita inguaribile. Come si può osservare la storia è mescolata pienamente con la vita dell’autrice la quale scegli di far raccontare una verità crudele, molto cattiva, ma allo stesso tempo una storia delicata da una bambina. Il messaggio che ella vuole comunicare è che nessuno sopravvive alla guerra, nemmeno i vivi.
Storia
Il nazismo e lo sterminio degli ebrei
Fin dalle origini l'ideologia del movimento nazionalsocialista si caratterizzò per un violento antisemitismo che aveva trovato alimento nel risentimento suscitato dall'esito del primo conflitto mondiale e dai risultati delle trattative di pace (era diffusa la convinzione che la sconfitta della Germania e la sua umiliazione fossero dovute a un "complotto" dell'ebraismo internazionale.
Giunto al potere, il partito nazista non tardò a tradurre i suoi valori razzisti e antisemiti in direttive politiche e in norme giuridiche: nel 1935 con le "leggi di Norimberga" gli ebrei furono soggetti a pesanti discriminazioni. In base a quelle norme, l'antisemitismo nazista poté svilupparsi dapprima attraverso la discriminazione e il boicottaggio pianificati, poi con le persecuzioni via via più violente, culminate nel pogrom del 9 novembre 1938 (la "notte dei cristalli"), nel corso del quale migliaia di abitazioni, negozi e luoghi di culto di cittadini ebraici vennero incendiati, un centinaio di ebrei furono uccisi e molti altri percossi. Da quel momento la popolazione ebraica fu esclusa da qualsiasi attività industriale e commerciale in proprio, dalle manifestazioni culturali, dagli spettacoli pubblici.
L'avvicinarsi del conflitto aprì la via al progetto al quale Hitler pensava da tempo: la "soluzione finale", la distruzione della razza ebraica in Europa. Già una quindicina di campi di concentramento erano in funzione all'indomani dell'avvento al potere di Hitler, allo scopo di "rieducare" gli avversari politici. La razionalizzazione e unificazione del sistema dei "campi" sotto l'amministrazione delle SS e la successiva nascita dei campi di sterminio costituirono le premesse necessarie per l'attuazione di quel terrificante progetto.
Nel 1940 furono aperti nuovi campi di concentramento (Konzentrazionslager o KL) nei territori occupati, il più grande dei quali era Auschwitz, in Polonia. Nell'estate del 1941 Heydrich (capo dell'ufficio centrale per la sicurezza del Reich) ricevette l'incarico di iniziare i preparativi "per la soluzione totale della questione ebraica". All'inizio nelle "camere a gas", costruite nei campi di concentramento per le esecuzioni in massa, fu usato il monossido di carbonio prodotto da motori diesel. Ad Auschwitz fu utilizzato un sistema più efficiente: i medici selezionavano gli ebrei abili al lavoro dopo il loro arrivo al campo stipati in carri bestiame; gli altri venivano avviati alle camere a gas dove si utilizzava lo zyklon B, acido prussico impiegato in agricoltura per la disinfestazione.
Nell'autunno del '42 furono ordinati quattro nuovi grandi forni crematori e camere a gas che consentivano di "trattare" 2000 persone alla volta nello spazio di mezz'ora. I tassi di mortalità mensile raggiungevano il 20-25% per coloro che non venivano uccisi ma morivano per fame, freddo o malattia.
In alcuni campi, inoltre, gli internati erano utilizzati come cavie per esperimenti: venivano loro inoculate malattie per studiarne gli effetti, dopo di che si procedeva alla loro uccisione. Con il procedere della guerra e la mobilitazione produttiva, i lager entrarono nel circuito di sfruttamento delle risorse e nel 1942 furono emanate direttive per lo "sterminio attraverso il lavoro".
Alla caduta del regime nazista, gli ebrei eliminati erano stati circa sei milioni, sui dieci residenti nei territori occupati, di cui un terzo sterminati nel solo campo di Auschwitz e gli altri nei 15 grandi campi e nei 900 secondari: Mauthausen, Treblinka, Sobibor, Chelmno, Majdanek, eccetera
Diritto
I diritti umani
Durante la Seconda guerra mondiale i diritti umani furono letteralmente calpestati.
I diritti umani sono diritti naturali che appartengono agli uomini in quanto esseri umani. Tali diritti esistono prima e indipendentemente da ogni struttura statale, che deve limitarsi a riconoscerli e a rispettarli. I diritti umani sono norme di comportamento che dovrebbero essere universalmente riconosciute e rispettate in ogni Paese.
Libertà, uguaglianza, dignità della vita, diritto dei popoli all’autodeterminazione (cioè il diritto riconosciuto a tutti i popoli della terra di scegliere liberamente da chi essere governati) furono i primi fondamentali diritti umani riconosciuti nelle leggi costituzionali americana e francese nel XVIII secolo.
Si usa suddividere i diritti umani in quattro generazioni, in base ai diversi momenti storici in cui sono stati individuati e riconosciuti.
La prima generazione (Settecento) comprende i diritti civili (diritto alla vita, tutela della personalità e della libertà, diritto all’integrità fisica, alla libertà personale, alla libertà d’opinione e di associazione).
La seconda generazione (Ottocento) comprende i diritti politici (relativi alla partecipazione all’organizzazione dello Stato).
La terza generazione riguarda i diritti economici, sociali e culturali, il lavoro e l’assistenza sanitaria. Tali categorie di diritto furono individuate e riconosciute dopo la Seconda guerra mondiale e lo Stato ampliò le sue funzione con la nascita dello Stato sociale (miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini).
La quarta generazione, più recente, riguarda i diritti di solidarietà, di cui fanno parte la pace, lo sviluppo, l’equilibrio ecologico, il controllo delle risorse, la difesa dell’ambiente.
L’Onu
L’Organizzazione delle nazioni unite fu fondata nel 1945, con l’approvazione della Carta delle Nazioni Unite, con lo scopo di mantenere la pace e la sicurezza tra gli stati.
Il Preambolo della Carta recita:
“Noi popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità, a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole, a creare le condizioni in cui la giustizia e il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altre fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti, a promuovere il progresso sociale e un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà, e per tali fini a praticare la tolleranza e a vivere in pace l’uno con l’altro in rapporti di buon vicinato, a unire le nostre forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ad assicurare mediante l’accettazione di principi e l’istituzione di sistemi, che la forza delle armi non sarà usata, salvo che nell’interesse comune, a impiegare strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli, abbiamo risoluto di unire i nostri sforzi per il raggiungimento di tali fini”.
Vennero consacrati nella Carta dell’Onu tre grandi principi:
-il diritto di autodeterminazione dei popoli;
-i diritti umani;
-il pacifismo.
In realtà gli Stati che avevano sottoscritto la carta non si assumevano alcun obbligo politico o giuridico di rispettare e fare rispettare i diritti umani ma certamente essa apriva la strada ad azioni future che realizzassero i tre grandi ideali.
Oggi aderiscono all’Onu 191 stati, cioè praticamente tutti gli stati del mondo. l’Onu è quindi un’organizzazione di carattere universale.
L’Onu ha sede a New York nel “Palazzo di vetro”. I suoi organi principali sono l’assemblea generale, il consiglio di sicurezza, il segretario generale e la corte di giustizia internazionale.
L’assemblea nazionale, che si convoca una volta all’anno, riunisce tutti gli stati membri. Ogni stato ha diritto a un voto, in omaggio al principio della parità giuridica fra gli stati. L’assemblea generale ha il potere di adottare, a maggioranza, risoluzioni su qualsiasi argomento di carattere internazionale. Il potere di decidere concreti interventi, è riservato al consiglio di sicurezza che è un organo formato da 15 stati membri, di cui 10 sono eletti ogni 2 anni dall’assemblea generale e 5 sono membri permanenti; questi ultimi sono gli Usa, la Russia, la Francia, la Gran Bretagna e la Cina. Ciascuno dei 5 membri permanenti ha diritto di veto su ogni decisione del consiglio di sicurezza, può cioè impedire qualsiasi intervento. Questa regola riconosce pertanto formalmente la superiorità delle grandi potenze: qualsiasi iniziativa dell’Onu che sia in contrasto con gli interessi di una di esse può essere fermata attraverso l'esercizio del diritto di veto (come del resto è spesso avvenuto).
Il segretario generale è eletto dall'assemblea generale su proposta del consiglio di sicurezza e dura in carica 5 anni. Dirige l'apparato burocratico delle Nazioni unite e cura l'esecuzione delle decisioni del consiglio di sicurezza.
La corte di giustizia internazionale, composta di 15 giudici nominati per 9 anni dall'assemblea generale, giudica sulle controversie che insorgono tra gli stati sulla base delle norme del diritto internazionale. Ha sede all'Aia (Paesi Bassi).
La finalità fondamentale dell'Onu è quella di mantenere la pace e la sicurezza tra le nazioni. Per raggiungere questo scopo l'art. 1 dello statuto affida all'Onu il compito:
• di perseguire, con mezzi pacifici, la composizione o la soluzione delle controversie tra gli stati che potrebbero portare alla violazione della pace;
• di prendere efficaci misure per prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di aggressione.
Quando scoppia un conflitto tra due o più stati, lo statuto dell'Onu prescrive innanzi tutto che le parti debbano ricorrere a procedure pacifiche di composizione del conflitto (negoziato, mediazione, arbitrato). Se tuttavia il conflitto giunge a minacciare o violare la pace, il consiglio di sicurezza ha il potere di prendere due tipi di misure coercitive:
• misure che non comportano l'uso della forza militare (per esempio sanzioni economiche, interruzione delle comunicazioni aeree, blocco navale ecc.);
• misure che comportano l'uso della forza militare.
Per mettere in pratica le misure del secondo tipo, l'Onu dispone di contingenti armati (caschi blu) messi a disposizione dagli stati membri.
L'Onu non si limita a intervenire nei casi in cui scoppiano conflitti aperti, ma svolge una funzione generale di promozione della cooperazione internazionale in vari settori. Svolge funzioni di assistenza tecnica a favore dello sviluppo agricolo ed economico dei paesi del terzo mondo; promuove studi e iniziative per la difesa dell'ambiente; promuove la codificazione del diritto internazionale.
Un aspetto particolarmente importante dell'azione dell'Onu riguarda la difesa dei diritti umani. Nel 1946 venne istituita una prima Commissione dei Diritti dell’Uomo di cui erano membri USA, Francia, Canada, Cina e Libano. Uno dei primi atti dell'assemblea generale fu l'approvazione della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (10 dicembre 1948). Nel 1998, con il trattato di Roma, è stata decisa l'istituzione della corte penale internazionale che ha il potere di giudicare le persone che commettono i più gravi delitti contro i diritti umani (genocidio, crimini contro l'umanità, crimini di guerra e crimini di aggressione). La corte ha sede all'Aia ed è composta da 18 giudici.
L'azione dell'Onu a favore della cooperazione internazionale si esplica anche attraverso numerose organizzazioni specializzate che hanno anch'esse carattere universale. Esse sono:
- OMS: Organizzazione mondiale della sanità
- FAO: Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura
- UNESCO: Organizzazione delle nazioni unite per la scienza, l'educazione e la cultura
- FMI: il fondo monetario internazionale
- BIRD: Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo
- UNICEF: fondo delle nazioni unite per l'infanzia
- WTO: Organizzazione per il commercio mondiale
L’azione dell’Onu si è dimostrata finora di scarsa efficacia nell’impedire le guerre. Dal 1945 a oggi si sono verificati più di 100 conflitti armati rispetto a cui l’Onu si è rivelata, per lo più, impotente. Ciò è dipeso soprattutto dal veto delle grandi potenze, che hanno sistematicamente impedito l’intervento delle Nazioni unite nei conflitti in cui esse erano parti in causa o in cui erano coinvolti loro alleati. In sostanza l’Onu non si è finora configurata come un “superstato” (tra l’altro non dispone di proprie forze armate), ma piuttosto come un punto di incontro permanente tra gli stati che per il resto conservano in modo pressoché integrale gli attributi della sovranità.
I contenuti della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo è composta da un Preambolo e da 30 articoli, ognuno dei quali definisce gli aspetti meritevoli di tutela della vita di ogni persona.
Essa poggia su quattro pilastri:
• il primo è costituito dai diritti della persona, come ad esempio il diritto alla vita e alla libertà;
• il secondo è costituito dai diritti di cui è titolare l'individuo nei confronti della società in cui
vive, come il diritto di proprietà, la libertà di opinione, il diritto all'istruzione;
• il terzo è costituito dai diritti politici, esercitando i quali l'individuo partecipa al governo della cosa pubblica; ad esempio, il diritto di voto e il diritto di essere eletti;
• il quarto è quello dei diritti che rientrano nella sfera economico-sociale, ossia nell'ambito dei rapporti di lavoro e di produzione, come ad esempio il diritto al lavoro, a un'equa retribuzione, a un ambiente di lavoro salubre, alle ferie.
L'art. 29 si occupa dei limiti che possono essere applicati, solo ed esclusivamente per mezzo di apposite leggi, all'esercizio dei diritti umani.
Queste limitazioni riguardano:
• la necessità di assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà altrui e di soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica;
• la necessità che i diritti e le libertà non vengano esercitate in conflitto con le finalità e i principi dell'Orni;
• la necessità che non vengano usati i diritti e le libertà enunciate nella Dichiarazione al fine di violare gli stessi.
I diritti inviolabili dell’uomo nella nostra Costituzione: il diritto alla libertà e il principio di uguaglianza
Art. 2 Cost.: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
L’articolo 2 assume i diritti di libertà come un dato costitutivo ed essenziale dello Stato italiano, senza però indicare le libertà che la Repubblica si impegna a riconoscere e garantire. L’uso dei verbi “riconosce e garantisce” indica che la Costituzione ritiene che tali diritti appartengano alla persona umana in quanto tale e non derivino dallo Stato e che il suo compito sia quello di garantire il rispetto.
I diritti della persona umana vengono definiti “inviolabili”: questa formula vuole indicare che essi fanno parte integrante dello Stato italiano e che non possono essere aboliti attraverso la modificazione della Costituzione.
I diritti di libertà sono considerati sia come diritti dei singoli di fronte allo Stato, sia come diritti nelle formazioni sociali in cui l’uomo svolge la sua personalità.
Questo riferimento alle “formazioni sociali” ha due significati. Esso vuol dire che le formazioni sociali hanno propri diritti e una sfera di libertà rispetto allo Stato(es: diritti della famiglia); ma significa anche che i diritti degli individui sono tutelati anche all’interno delle formazioni sociali.
La libertà può essere concepita in due modi: come libertà formale (libertà negativa) e come libertà sostanziale (libertà positiva).
-Per libertà formale si intende l’assenza di impedimenti da parte dello Stato: in questo senso il cittadino è considerato libero di compiere certi comportamenti quando non sono vietati dallo Stato. Il fatto che un comportamento non sia vietato dallo Stato non implica che i cittadini siano veramente liberi di compierlo perché occorre possedere i mezzi economici. Questo è ancora più evidente per le libertà di carattere economico (libertà di commercio, di impresa, ecc.). è dunque il lavoro a rendere liberi, il lavoro è un diritto previsto dall’art. 4.
-Alla libertà formale si contrappone la libertà sostanziale: lo stato non deve limitarsi a non vietare certi comportamenti ma deve intervenire per renderli accessibili a tutti, per esempio mettendo a disposizione dei gruppi più deboli mezzi economici e materiali.
La società può essere considerata come insieme di individui singoli o come insieme di gruppi o di associazioni di individui. Nel primo caso le libertà sono concepite come libertà individuali che spettano a ciascuna persona in quanto tale. Nel secondo caso occorre considerare le libertà dei gruppi e le libertà dei singoli all’interno di essi. Il gruppo di persone più importante è la famiglia in cui non opera il principio egoistico ma quello della solidarietà.
Il principio dell’uguaglianza è sancito nell’articolo 3 della nostra Costituzione.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Questo articolo si divide in due parti: al primo comma viene enunciata l’uguaglianza formale al secondo comma quella sostanziale. Il primo comma esprime che tutti i cittadini sono sottoposti, allo stesso modo, alla legge, dunque la legge è uguale per tutti. La legge deve trattare tutti allo stesso modo senza discriminazioni, alcune delle quali elencate nell’articolo stesso, esse sono: quelle sessuali, razziali, di lingua, di religione, di opinione politica e di condizioni personali e sociali.
Ma l’uguaglianza davanti alla legge non è sufficiente, perciò il secondo comma enuncia l’intervento dello stato per fornire ai soggetti più deboli i mezzi per esercitare i propri diritti.
Anche rispetto al problema della parità tra uomo e donna ci si è resi conto che l’uguaglianza formale non è sufficiente. Non basta avere pari diritti, ma occorrono anche pari opportunità, il che implica un impegno dello stato a eliminare le condizioni di svantaggio in cui si trovano le donne. Questo principio è stato introdotto nella Costituzione all’art. 51: con la riforma del 2003 si è provvisto ad aggiungere in codesto articolo la frase:” la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”.
I principi di uguaglianza formale e uguaglianza sostanziale tendono a produrre conseguenze opposte. L’uguaglianza formale impone di trattare tutte le persone umane allo stesso modo vietando discriminazioni; l’uguaglianza sostanziale impone di trattare in modo diverso le persone più deboli.
Bisogna dunque ricordare che non tutti i trattamenti differenziati vanno considerati incostituzionali, ma soltanto quelli in cui la differenza di trattamento non è ragionevolmente giustificata dalla differenza delle situazioni.
Tocca alla Corte Costituzionale pronunciarsi sulla legittimità dei trattamenti differenziati stabiliti nelle leggi, ovvero sulla ragionevolezza delle leggi stesse.
Rimane un ultimo problema che nasce dal fatto che i principi di uguaglianza e libertà sono contraddittori tra loro una completa libertà degli individui favorirebbe al massimo la diseguaglianza, mentre un’uguaglianza completa degli individui non potrebbe essere ottenuta se non riducendo al minimo la libertà di tutti.
Inglese
Institutions and society in Usa
The USA is situated in the central part of the continent of North America. It is a varied country with forests, deserts, mountains, high flat lands and fertile plains. They are bounded by the Atlantic Ocean in the east, by the Pacific Ocean in the west, by the Canada in the north and by the Gulf of Mexico and Rio Grande in the south. The US has mostly a continental climate. The most important mountains and plains are: Coastal Atlantic Plain, Appalachians, Central Lowlands, Western Cordilleras. The most important rivers and lakes are: Mississippi, Rio Grande, Ohio, Tennessee, the Great lakes, Lake Michigan and Lake Ontario.
The United States of America is a federal union of 50 states. The USA is one of the youngest nations in the world but its Constitution is the oldest. The American constitution established the federal system of government and outlines the organization of the US government in three branches: the legislative, the executive and the judiciary.
The legislative branch is Congress. It consists into two houses: the Senate and the House of Representatives. Both houses are elected by universal suffrage.
The executive branch is the President: he is chosen in a national election for a four years term. His official residence is the White House. The president is also the commander-in-chief of the armed forces and appoints federal judges. Each state has a governor as the chief executive.
In the US, today, the two major national political parties are the Democratic Party and the republican Party.
The American education system has two characteristics: availability and decentralization. The school begins at the age of six with the first grade and continues up at the age of eighteen. There are: elementary school, high school and the college or university. The most important universities are Harvard, Yale, Princeton an Columbia (private), New York University, the University of Michigan, the University of California and University of Carolina.
There are many religions in US: Protestants, Baptists, Anglicans, Presbyterians, Methodists, Jews, Buddhist, etc.
The media provide daily coverage of all important local, state, national and international developments. The most important newspapers are: Wall Street journal, USA today, New York Times and Washington Post. There are also the weekly as. Time, Newsweek, U.S. News and World Report. The most important magazines are: Modern maturity, Reader’s digest, TV Guide, National geographic and Better Homes and Gardens. In the US radio and television are mainly local and private. There are three major national commercial networks: CBS, ABC and NBC. There is also a non commercial Public Broadcasting Service (PBS) financed partially by the federal government.
The US has welcomed more immigrants than any other country in the world. The first immigrants were European. Blacks and Hispanics are the two largest “minority” groups in the US. In the past, Americans used to think of the United States as a melting pot of immigrants for the many different cultures came to US.
BIBLIOGRAFIA:
- Helga Schneider - Io, piccola ospite del Fuhrer - Editore: Einaudi
- www.viaggio-in-germania.de/helga-schneider.html
- www.geocities.com
- www.lager.it
- http://web.tiscalinet.it/appuntiericerche/Lett.Italiana/Nazismo.htm
- Aggiornamenti - La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo sta per compiere 60 anni
- Bobbio, Gliozzi, Lenti - Diritto pubblico - Editore: Elemond scuola & azienda
Argomenti collegati:
Geografia
L’ONU
L’ONU nasce nel 1945, alla fine della Seconda guerra mondiale su iniziativa delle potenze vincitrici.
Dopo la Prima guerra mondiale, gli Stati decisero che non dovevano più esserci guerre di tale portata e dunque, nel 1919, fu fondata la Società delle Nazioni, la quale aveva sede a Ginevra. Gli sforzi vengono vanificati con lo scoppio della Seconda guerra mondiale al termine della quale nasce, appunto, l’ONU.
Gli scopi fondamentali dell’Organizzazione delle Nazioni Unite sono la sicurezza internazionale e la collaborazione in campo economico e sociale.
L’adozione della Carta delle Nazioni Unite avvenne dopo la conferenza di San Francisco (aprile-giugno 1945). Oggi l’ONU comprende tutti gli Stati indipendenti, con l’eccezione della Città del Vaticano e di Taiwan; gli ultimi ad aderire sono stati la Svizzera e Timor Orientale. L’ONU ha così raggiunto una condizione di universalità.
La struttura dell’ONU
L’ONU ha una struttura complessa, articolata in sei organismi principali:
- l’Assemblea Generale composta dai rappresentanti di tutti gli Stati membri;
- il Consiglio di Sicurezza formato da cinque Stati membri permanenti e da dieci a rotazione;
- il Consiglio Economico e Sociale che promuove e coordina le iniziative economiche e sociali;
- la Corte Internazionale di Giustizia, composta da 15 giudici eletti dall’Assemblea Generale e dal Consiglio di Sicurezza. Essa ha sede alla’Aia;
- il Segretario Generale (Ban Ky Moon), che assicura il funzionamento dell’Onu e l’applicazione dei programmi; ha sede a New York, viene nominato ogni 5 anni dall’Assemblea Generale.
Vari organi sussidiari coordinati dal Consiglio Economico Sociale sono stati istituiti dall’Assemblea per perseguire fini speciali.
La riforma del Consiglio di sicurezza
Ancora oggi il Consiglio di Sicurezza concentra il potere decisionale nelle mani di cinque Stati, i vincitori della Seconda guerra mondiale.
L’ONU prevede di ampliare il numero dei membri del Consiglio di Sicurezza da 15 a 24.
Secondo una prima ipotesi, ai cinque membri permanenti se ne affiancherebbero altri sei permanenti, ma senza diritto di veto, e agli attuali dieci membri a rotazione se ne aggiungerebbero altri tre. La seconda ipotesi propone di istituire una terza categoria di otto nuovi membri a durata quadriennale e di aggiungere un altro seggio agli attuali dieci a rotazione biennale.
Con la prima ipotesi, le porte del Consiglio di Sicurezza si aprono agli Stati più forti.
È una soluzione che suscita però ostilità degli esclusi.
La seconda proposta, invece, apre le porte del Consiglio di Sicurezza a un numero più ampio di Stati, anche di medie dimensioni.
Nazioni Unite: finalità e strumenti
I principali obiettivi
L’Articolo 1 della Carta delle Nazioni Unite indica quali sono gli scopi principali di questa organizzazione sovranazionale:
• Il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale;
• Lo sviluppo delle relazioni amichevoli tra gli Stati;
• il conseguimento della collaborazione internazionale;
• la diffusione della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali dell’individuo.
L’azione per la pace
L’azione delle Nazioni Unite a tutela della pace comprende sia misure diplomatiche sia misure che comportano l’uso della forza.
Le prime stabiliscono l’interruzione totale o parziale delle relazioni economiche con un determinato Paese (embargo).
L’ONU può anche adottare qualunque altra misura ritenuta più opportuna, con l’unico limite della non ingerenza in questioni che riguardino esclusivamente la vita interna di un Paese. Il principio di non ingerenza, decade qualora i diritti umani non vengano rispettati; la comunità internazionale si assume in questo caso la responsabilità di proteggere la popolazione di uno Stato vittima di un genocidio o di altre violazioni del diritto umanitario.
Le forze armate dell’ONU (i caschi blu) intervengono nelle iniziative che presuppongono l’uso della forza: in generale queste hanno carattere difensivo e di salvaguardia delle popolazioni civili.
Le Conferenze dell’ONU
Uno strumento con il quale l’ONU persegue i propri obiettivi è quello delle conferenze mondiali.
Alcune conferenze hanno un obiettivo molto specifico, imposto da una crisi politica o da una situazione d’emergenza.
Altra conferenze hanno obiettivi molto più generali e possono riguardare svariati campi: sicurezza, normativa giuridica, ecc. le conferenze internazionali possono anche avere l’obiettivo di sensibilizzare la comunità internazionale su problemi globali, come la lotta alla criminalità transnazionale.
L’ONU e la sicurezza globale
Nel dicembre 2004, l’Onu ha diffuso un rapporto sui mezzi per rafforzare il proprio ruolo nel promuovere la sicurezza globale; raccomandazioni che dovrebbero attribuire alle Nazioni Unite un ruolo di maggior rilievo nell’affrontare questioni globali come il terrorismo, le armi di distruzione di massa, le azioni militari preventive; queste ultime, per essere considerate legittime, devono attenersi a cinque criteri:
• la rilevanza della minaccia (genocidio, pulizia etnica)
• lo scopo esclusivo dell’intervento militare deve essere l’eliminazione della minaccia;
• devono essere state esplorate tutte le possibilità di una soluzione non militare
• dimensione, durata e intensità dell’intervento devono essere proporzionali allo scopo;
• la probabilità che l’intervento produca effetti migliori dell’inazione.
Le organizzazioni collegate all’ONU
In stretto collegamento con l’ONU operano diverse organizzazioni che incentrano la propria attività su problematiche specifiche:
- la FAO (Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura), creata nel 1945, ha l’obiettivo di migliorare le condizioni alimentari, la produttività agricola e le condizioni di vita nelle aree rurali, con particolare attenzione per le zone più depresse del mondo, ha sede a Roma;
- la Banca Mondiale, istituita nel 1944, ha sede a Washington. Nata per finanziare la ricostruzione degli impianti produttivi dopo la guerra, oggi ha il compito di fornire prestiti con bassi interessi ai Paesi in via di sviluppo;
- il Fondo Monetario Internazionale (FMI), nasce nel 1944, ha sede a Washington e promuove la cooperazione internazionale nei settori monetario e della stabilizzazione valutaria;
- l’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), costituita nel 1919 ha sede a Ginevra e si propone il raggiungimento di una maggiore giustizia sociale attraverso il riconoscimento dei diritti umani nel lavoro;
- l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), fondata nel 1948, ha sede a Ginevra, promuove la collaborazione internazionale nel settore della sanità e della ricerca farmaceutica;
- il WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio), nasce nel 1995 e persegue la liberalizzazione degli scambi commerciali e l’abbassamento delle barriere tariffarie, in modo da salvaguardare gli interessi economici dei paesi più dboli;
- l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), istituita nel 1945, svolge la propria attività nei settori dell’educazione, della scienza e della cultura e può contare sull’adesione di 189 Paesi membri.
Gli organi ausiliari
Sotto l’ONU operano:
- UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia), opera in oltre 160Paesi con programmi e iniziative rivolti ai bambini e alle donne;
- UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo) ha lo scopo di negoziare le relazioni economiche tra il Nord e il Sud del mondo.
LE ORGANIZZAZIONI ECONOMICHE REGIONALI
Le forme di integrazione economica regionale possono essere così suddivise:
- aree di libero scambio, in cui sono eliminati dazi doganali interni;
- unioni doganali, in cui gli stati membri adottano una politica commerciale comune;
- mercati unici, all’interno di cui sono aboliti i controlli sul movimento dei fattori produttivi;
- unioni economiche, che comportano il coordinamento delle politiche economiche, fiscali e monetarie;
- unioni economiche complete che prevedono la creazione di istituzioni economiche sovranazionali.
Un altro tipo di integrazione consiste nel cosiddetto regionalismo aperto che prevede un’integrazione interna senza la discriminazione dei Paesi non membri.
Le esperienze di integrazione regionale costituiscono le premesse per la liberalizzazione mondiale del commercio, perseguita dagli organismi internazionali. Attualmente ci sono cinque realtà regionali che sembrano aver raggiunto una capacità di integrazione elevata: l’UE, il NAFTA, il MERCOSUR, l’ASEAN e l’AFTA. A un livello iniziale di integrazione si pone l’APEC (Asia Pacific Econmic Cooperation).
L’ Unione Europea
L’UE nasce nel 1993 con l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht aggiornato con quello di Amsterdam nel 1999 e quello di Nizza nel 2003. Con Maastricht gli stati membri si sono impegnati a raggiungere l’unione economica e monetaria. Il primo risultato ottenuto è la costituzione di un’area di libero scambio grazie alla libera circolazione di merci, servizi, capitali e persone; con l’abolizione delle frontiere e con l’armonizzazione delle politiche fiscali ed economiche.
La formazione di un’unica area economica produce importanti effetti economici:
- Consente la formazione di un vasto mercato per la manodopera;
- Mette a disposizione delle imprese un mercato di vendita ampio;
- Consente ai Paesi europei di competere con gli altri due poli economici mondiali.
L’adozione dell’euro dal 2002 permette:
- Il raggiungimento di una maggiore coesione economica tra i Paesi membri, che dovrebbero mantenere stabili i prezzi e poco elevati il deficit pubblico e i tassi di interesse;
- Il potenziamento dell’intervento comunitario in numerosi campi (istruzione, salute, difesa, energia, ricerca..):
- L’incremento degli investimenti nelle regioni economicamente in ritardo;
- Una politica sociale comune con la progressiva armonizzazione delle legislazioni nazionali.
All’interno dell’Unione Monetaria Europea le decisioni economico finanziarie vengono prese dalla Banca Centrale Europea che ha sede a Francoforte.
Il North American Free Trade Agreement
Il NAFTA, firmato da Stati Uniti, Canada e Messico nel 1992 ed entrato in vigore nel 1994, mira alla creazione di un’area di libero scambio che entro il 2010 raggiungerà il totale abbattimento delle barriere doganali tariffarie e non tariffarie per tutti i beni prodotti nell’America settentrionale. La dipendenza commerciale del Canada e del Messico dagli Usa è notevole. Il NAFTA prevede anche la riduzione delle barriere ai servizi bancari, assicurativi, dei trasporti e delle telecomunicazioni.
Lo stato più favorito dall’accordo è il Messico, in grado di offrire manodopera a costi competitivi.
Anche gli Stati Uniti traggono vantaggi: essi si sono garantiti l’apertura di importanti mercati, viene arginata l’immigrazione clandestina dal Messico, vengono offerte garanzie agli investimenti statunitensi in Messico.
Tuttavia il NAFTA ha provocato la decentralizzazione di fabbriche dagli Usa verso il Messico provocando disoccupazione negli Usa.
Il Mercado Comun del Sur
Nasce nel 1991 e riunisce brasile, Argentina, Messico, Paraguay, e Uruguay. Creato inizialmente come area di libero scambio tende a divenire un’unione doganale anche se numerosi prodotti restano esclusi. L’obiettivo dei Paesi del MERCOSUR è quello di realizzare un mercato comune sul modello dell’UE.
L’Association of South – East Asian Nations
L’ASEAN nasce nel 1967 con un obiettivo politico e non economico: la sua fondazione è dovuta alla volontà degli Stati del sud – est asiatico di unirsi per costituire un fronte di resistenza comune alle pressioni cinesi.
Il Giappone è il principale partner commerciale e finanziario per tutti i Paesi dell’area.
Il più recente progetto di cooperazione economica tra i Paesi dell’ASEAN riguarda la creazione nel 1992 dell’AFTA (Asean Free Trade Area). È prevista entro il 2008 la completa rimozione delle barriere commerciali interne per alcuni prodotti (tessili, pellami, chimici, elettronici e farmaceutici), restano esclusi i prodotti agricoli e i servizi.
La multietnicità è uno dei problemi dell’ASEAN, vi sono infatti maggioranze musulmane che rivendicano maggiore autonomia. Tale problema non emerge a Singapore dove il governo tiene la situazione sotto un rigido controllo.
L’Asia-Pacific Economic Cooperation
L’APEC è stata fondata nel 1989 con l’obiettivo di favorire la collaborazione economica e gli scambi commerciali tra i Paesi che si affacciano sull’oceano Pacifico. All’interno dell’APEC sono presenti ANSEAN e NAFTA.
Il principio ispiratore è quello del regionalismo aperto che si propone il raggiungimento di un certo livello di integrazione interna, senza effetti discriminatori nei confronti dei Paesi non membri. Questo modello di integrazione regionale si prefigge la liberalizzazione graduale degli scambi e degli investimenti tra gli stati membri, garantendo il mantenimento della piena sovranità nazionale nelle singole politiche economiche.
L’OCSE
L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) è composta solo da 30 Stati, tra i più ricchi del mondo. L’OCSE si propone di favorire l’espansione economica degli Stati membri e lo sviluppo del commercio mondiale su basi multilaterali. L’organizzazione svolge una funzione di monitoraggio sulla condizione delle economie dei paesi membri e dell’intero sistema mondiale.
L’OPEC
Verso la fine degli anni 60 gli stati del golfo persico formarono l’OPEAC (A sta per ARABIC). Fu istituita nel 1960 ed è composta da: Iran, Iraq, Kuwait, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Libia, Nigeria, Indonesia e Venezuela, gli 11 Paesi che forniscono il 40% del petrolio prodotto e scambiato sui mercati e detengono il 78% delle riserve mondiali di greggio. L’OPEC ha sede a Vienna. L’obiettivo è quello di coordinare una politica comune dei Paesi membri nella produzione e nella vendita del petrolio.
L’importanza del petrolio è tale che le decisioni prese dall’organizzazione hanno spesso un’influenza politica ed economica rilevante, in quanto i Paesi membri possono utilizzare l’arma di rialzo dei prezzi nei confronti dei Paesi occidentali, tradizionalmente dipendenti dal petrolio. Nel 1979 ci fu il secondo shock petrolifero.
LE ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE
La struttura delle ONG
Le organizzazioni non governative si sono affermate in questi ultimi anni come importanti attori della scena internazionale, espressione della cosiddetta società civile.
le ONG rendono possibile a tutti la partecipazione alla funzione pubblica internazionale e sono in grado di svolgere un’importante pressione nei confronti dei governi e dell’opinione pubblica.
Le organizzazioni non governative sono caratterizzate da tre elementi fondamentali:
• Il carattere associativo;
• L’assenza dello scopo di lucro;
• La vocazione internazionale, la quale prevede che l’utilità delle attività associative trascenda le realtà nazionali e locali da cui esse provengono.
Le ONG e le istituzioni internazionali
Uno dei campi in cui l’azione delle ONG si è più sviluppata negli ultimi anni è quello della cooperazione allo sviluppo. Svariate ONG finanziano iniziative finalizzate al miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti.
Il successo delle ONG è stato tale da attirare l’interesse dei governi e delle organizzazioni internazionali, come l’ONU e la Banca Mondiale che si affidano di frequentare all’esperienza delle ONG per far funzionare progetti di sviluppo e cooperazione nelle zone depresse del mondo.

Esempio