IL SEICENTO

Materie:Riassunto
Categoria:Storia
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Testo

IL SEICENTO
Molti fattori inducono a credere che il 600 sia stato un secolo di crisi: l’esaurimento della crescita demografica ed economica cinquecentesca, l’epidemia rivoluzionaria che alla metà del secolo sconvolse l’intera Europa dalla Francia all’Inghilterra, dal Regno di Napoli alla Catalogna, dal Portogallo all’Europa orientale; la crisi ideale connessa tanto all’esplosione di un intolleranza religiosa quanto al vacuo estetismo del Barocco.
Eppure il 600 fu anche “l’età dell’oro” dell’Olanda epoca in cui in Inghilterra si posero le basi per la rivoluzione industriale, fu il secolo della rivoluzione scientifica e della sconfitta dell’intolleranza religiosa. Le realtà nazionali erano molto diverse e non ostante questo ci furono dei fenomeni di continuità del periodo precedente e forse per questo che il 600 è stato un secolo di crisi.
La crescita della popolazione si arrestò, qualcuno parla di lieve incremento, qualcuno di un lieve ribasso ma i dati certificano una stabilità o stagnazione economico-demografica. I principali fattori che anno scatenato l’arresto della crescita furono la guerra , le carestie e la peste: per esempio la guerra dei trent’anni (1618-1648) che non solo fece direttamente tantissime vittime (la Germania accusò una perdita della popolazione del 40% e massimi regionali del 70%) ma scatenò pestilenze più virulente che si fecero forti anche nelle campagne.
Tutta via questo secolo non è stato di crisi per tutti perché ha determinato la crisi delle potenze mediterranee me ha visto riemergere quelle atlantiche.
I sintomi più visibili del malessere dell’economia seicentesca furono: la diminuzione della produzione sia in campo agricolo che in campo industriale.
Il calo del volume complessivo degli scambi commerciali riscontrabile tanto nel mediterraneo quanto nell’atlantico.
Il ribaltamento dell’andamento dei prezzi ( specie quelli dei prodotti agricoli) che erano cresciuti per tutto il 500.
Il 500 fu un secolo rigoglioso per l’agricoltura ma a beneficio dei proprietari terrieri che aumentarono i canoni d’affitto, e ingrandivano i loro possedimenti, invece i contadini videro peggiorare le loro condizioni in tutta l’Europa. Questo processo ha acquistato il nome di rifeudalizzazione: la ricchezza del proprietario derivò sempre meno dall’incremento della produzione e sempre più dall’impoverimento dei contadini.
Nel 1580 L’Inghilterra giunge ad un accordo con l’Impero Ottomano, ottenendo per i suoi mercanti quelle capitolazioni che sino ad allora erano state concesse solo ai Francesi e ai Veneziani.
Capitolazioni, appunto, erano accordi in virtù dei quali la Sublime Porta riconosceva agli stranieri vari privilegi, tra cui quello di esercitare liberamente l’attività commerciale nei territori sottoposti alla sua sovranità.
1586-1590 l’Italia non riesce più a far fronte al fabbisogno di cereali a causa del cattivo andamento dei raccolti, così le navi degli Olandesi incominciarono a rifornire la penisola di grano baltico.
Il fatto che i territori del mediterraneo siano stati scalzati dal predominio e che il commercio ormai si estenda verso il nord: l’atlantico, è legato soprattutto all’entrata degli olandesi e inglesi nel Mediterraneo che avevano come obiettivo la distribuzione di prodotti baltici.
Nel 1570 la flotta olandese superava quella inglese, francese, scozzese, tedesca, spagnola e portoghese messe insieme; nel corso del 600 conobbero un eccezionale sviluppo anche le attività manifatturiere e agricole.
Verso la metà del secolo la Francia e l’Inghilterra incominciarono ad esportare grano ,mentre l’area italiana era da tempo diventata autosufficiente (questo perché era venuta a formarsi una stagnazione demografica e quindi la domanda di cereali diminuiva).
Olanda, Inghilterra e Francia furono le protagoniste di questa nuova fase dell’espansione coloniale.
OLANDA
Tra il 1595 e il 1602 almeno quindici spedizioni olandesi si siano dirette verso le indie orientali, raggiungendo Giava, Sumatra, Ceylon, le Molucche e rientrando ad Amsterdam con carichi di spezie che ricompensavano ampliamente le spese sostenute.
1602 nasce la Compagnia Unita delle Indie Orientali per evitare le conseguenze negative dell’acuta concorrenza tra i vari gruppi di mercanti. Alla compagnia venne assegnato il monopolio della navigazione e del commercio ad oriente del Capo di Buona Speranza.
Il centro di questo impero coloniale era Batavia, una piazzaforte fondata nel 1618 nell’isola di Giava.
L’interesse coloniale olandese si indirizzò presto anche verso l’Africa e L’America
1609 Henry Hudson giunge alla foce del fiume che prese il suo nome dove sarebbe stata fondata la colonia di Nuova Olanda. Nel 1621 nacque la Compagnia delle Indie Occidentali cui il governo olandese riconobbe il monopolio dell’Africa (fino al Capo di Buona Speranza) e di tutta l’America.
Nel 1625 iniziarono nell’isola di Manhattan l’edificazione di Nuova Amsterdam che in breve divenne il più importante centro di scambio della Nuova Olanda, nel 1667, però, a seguito di un conflitto quest’area passò sotto la sovranità inglese e Nuova Amsterdam venne ribattezzata New York.
INGHILTERRA
Le origini dell’espansione coloniale inglese vanno cercate nell’epoca di Elisabetta; come sappiamo E, appoggiò numerose imprese sul mare con un triplice obiettivo: scoprire nuove terre, avviare spedizioni commerciali verso tutte le parti del mondo e di depredare i galeoni e i possedimenti spagnoli. Verso la metà del seicento l’Inghilterra si avviò sulla strada della conquista, si moltiplicarono ed estesero i piccoli possedimenti sparsi nel mondo ma il principale e maggiore flusso si diresse verso il continente americano.

FRANCIA
La Francia fu l’ultima potenza europea ad entrare nell’agone delle imprese coloniali a causa: dalla sua posizione geografica, le ingenti risorse nazionali, una borghesia mercantile poco propensa ad avventure e impegni bellici; sono i motivi che gli storici hanno individuato per spiegare l’iniziale disinteresse francese verso le imprese d’oltremare.
Francesco I (1515-1547) non accetta l’esclusione della Francia dal trattato di Tordesillas, cioè la spartizione del mondo attuata dalla Spagna e dal Portogallo
La grave situazione bellica in cui si venne a trovare la Francia nella prima metà del cinquecento, impedì l’attuazione di qualsiasi progetto. Tutta via in quel periodo si fissarono le “ambizioni di colonialismo” verso le quali si sarebbe indirizzata la Francia: il levante mediterraneo, e il Nord America.
Nel 1535 Jaques Cartier esplora il Canada ricercando un passaggio a Nord-Ovest che collegasse l’America all’Asia.
Enrico IV vuole assolutamente colonizzare il Canada, ma il tentativo di fare del Canada una colonia di popolamento fallì, data la ritrosia dei francesi ad investire capitali all’estero. Tuttavia quest’opera rese durevole la presenza della Francia nel Nord America.

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