Le vetrate gotiche

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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LE VETRATE GOTICHE

I primi segni del passaggio dal romanico al gotico si colgono nello stile delle vetrate, infatti nell’ arte Gotica assume grande importanza la tecnica delle vetrate, che sostituiscono le murature continue delle chiese romaniche, aprendole alla luce e al fascino di storie visualizzate in tanti riquadri.
La luce assume in tutto il Medioevo un significato simbolico: essa è l’espressione del divino, in opposizione alla materia buia, vista come simbolo del peccato.
Nel complesso sistema di pilastri e volte, le vetrate sono poste lungo tutto il perimetro delle chiese e in particolare nella zona dell’abside, dietro l’altare.
Esse filtrano la luce proveniente dall’esterno, determinando effetti cromatici irreali e rarefatti. Sono realizzate in diverse fasi: prima viene fuso il vetro e miscelato con altre sostanze per ottenere i vari colori, poi il vetro, ridotto per rotazione in dischi, viene tagliato a pezzi, della misura e della forma desiderati, vengono poi fissati su pannelli trasparenti con la cera , in modo che il pittore li possa dipingere con la “grisaglia” (ossido di ferro) Sono poi staccati e cotti a gran fuoco, così che la pittura penetri nel vetro. Quindi vengono fissati in pannelli mediante strisce di piombo e montati a formare il disegno stabilito.
La loro bellezza si può cogliere in particolare osservandole dall’ interno: inondate di luce, le ricche composizioni cromatiche risaltano in contrasto con la penombra dell’ ambiente e l’effetto di queste immagini su vetro muta a ogni variazione di luce.
I migliori esempi di vetrate si trovano nelle chiese e cattedrali medioevali dell’ Europa settentrionale, mentre in Italia e Spagna sono meno utilizzate, sia perché in questi paesi vi è una tradizione costruttiva romanica, sia perché il sole è troppo caldo per rendere accettabili ampie superfici a vetri.
Nelle cattedrali gotiche le strutture sembrano essere una preziosa cornice per le grandi vetrate , che sostituiscono parte della muratura delle navate e del coro. L’alleggerimento della muratura permette di sviluppare in altezza la chiesa.
Magnifico esempio di queste costruzioni è la cattedrale di Chartres, la cui fama nel corso dei secoli è dovuta alle sue vetrate divise in 176 finestre di varie dimensioni e forme: ogivali, lobate, circolari come negli oculi e nei rosoni.
Nelle vetrate sono raffigurate scene bibliche, santi, ritratti di monarchi, brani della vita di Maria ed anche un’antica immagine della Vergine avvolta in una tunica azzurra, visibile in un’ogiva del deambulatorio .Gli artisti per eseguire una finestra , dovevano sia immaginare l’effetto finale che avrebbero creato i vetri multicolori accostati gli uni agli altri per formare il disegno, sia intuire l’impressione suscitata quando la luce avrebbe attraversato quei vetri, sia immaginare l’effetto che le vetrate viste da lontano avrebbero avuto sui fedeli. Il loro lavoro era perciò frutto di una notevole esperienza, acquisita grazie ad un lungo apprendistato presso una bottega di esperti maestri.
L’abilità dei vetrai ha fatto della cattedrale di Chartres un edificio di mirabile suggestione: la luce che varia a seconda delle ore del giorno e delle condizioni atmosferiche cambia lo splendore delle vetrate, oltre che il colore e le forme delle ombre proiettate all’interno della chiesa. I mille riflessi della luce diventano un mezzo per rendere sacro lo spazio interno della chiesa; le vetrate infatti danno forma e colore alla luce, che perciò racconta al fedele la vita di santi, di profeti, di personaggi biblici e lo predispone così all’ascolto della parola
di Dio ed alla meditazione.
Un altro mirabile esempio è anche la cattedrale di Bourges, dedicata a santo Stefano, che conserva uno straordinario ciclo di vetrate databili all’inizio del Duecento e attribuite a diversi maestri.Le vetrate svolgono un programma iconografico complesso, che prevede la figurazione in grandi dimensioni di apostoli e profeti, posti ai lati della Vergine e di santo Stefano. Nelle navate laterali sono raffigurati vescovi e arcivescovi di Bourges, nel deambulatorio, oltre alla Passione, all’ Apocalisse e al Giudizio universale, troviamo varie parabole del Vangelo, la Storia di Giuseppe in Egitto e la Nuova Alleanza. Dal punto di vista dello stile, è ancora romanico il modo di raffigurare le grosse teste con grandi occhi, prive di caratterizzaaione espressiva. Però , sebbene nel loro complesso le vetrate conservino un forte legame con la tradizione romanica, si possono scorgere le spie di un nuovo modo di rappresentare gli episodi della storia sacra, attualizzandoli con riferimenti ai costumi della società medievale. E’ questo il caso per esempio di una vetrata del deambulatorio raffigurante la parabola del figliol prodigo. La parabola si legge dal basso verso l’alto , dall’imperfezione della condizione mondana alla sublimità della riconciliazione e del perdono. Grande attenzione è dedicata al raffinato arredamento e alla descrizione degli abiti, che servono a definire la condizione sociale dei personaggi. Nel registro inferiore della vetrata sono raffigurati i conciatori di pelle, donatori della vetrata, intenti al loro lavoro: furono infatti le corporazioni di artigiani a promuovere la realizzazione delle vetrate. A ricordo del contributo, essi chiedevano agli artisti di raffigurarne l’attività sulla vetrata stessa.
Per l’uomo del XIII secolo, che con ardore partecipa alla costruzione della cattedrale, la vita assume valore quando è illuminata dalla presenza di Cristo, così come le grandi vetrate mostrano tutta la loro bellezza quando sono illuminate dalla luce del sole.

Le tecniche per le decorazioni: le vetrate erano costituite da lastre di vetro di vari colori,
unite da una rete sottile di righelli di piombo e inserite in una intelaiatura metallica .
Vero trattato di questa tecnica artistica è l’opera del Monaco Teofilo la “Schedula diversarum artium” dove troviamo un’ accuratissima descrizione della tecnica adoperata nella creazione delle vetrate. Il modello dell’opera veniva disegnato su una tavola di legno spalmata di gesso su cui venivano disposti i vetri tagliati. Dopo si procedeva alla pittura dei singoli vetri , per delineare i tratti principali del disegno veniva utilizzata una tinta di colore scuro , poi i pezzi venivano incastrati nell’ armatura di piombo che sottolineava i contorni dell’ immagine. L’opera veniva eseguita dal pittore che forniva il disegno e il maestro vetraio che tagliava i vetri e li dipingeva.

Esempio