L'Arte nella Grecia Antica

Materie:Riassunto
Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

LA CIVILTA ARTISTICA DEI GRECI
Il medioevo ellenico. Con l’ invasione dorica in Grecia inizia un periodo di decadenza chiamato medioevo ellenico in cui ne risente soprattutto l’ arte.
L’invenzione della polis e la sua diffusione. Ma tra il IX e l’VIII secolo a.C. grazie agli interscambi culturali (lingua, religione e costumi) la civiltà ellenica si ricostituì in polis, le città-stato. La polis era un’entità forte e indipendente che a differenza delle città mediorientali era aperta alla conoscenza e agli scambi culturali con le altre civiltà e i cittadini erano parte integrante della società. I fenomeni della colonizzazione, iniziati nell’ VIII sec esportarono i modelli della polis in Asia minore, Egeo, Sicilia, Italia meridionale ed Egitto.
L’organizzazione dello spazio urbano. L’insediamento avveniva su un rilievo e d il punto più alto, l’acropoli, manteneva la funzione di rocca. Nelle vicinanze c’era l’agorà e tutt’intorno le abitazioni private.
L’uomo protagonista assoluto dell’arte. Nell’arte minoica gli artisti avevano rappresentato la natura, della quale l’uomo era elemento importante, ma non preminente. Già nella Grecia arcaica l’uomo diventa protagonista assoluto e gli elementi della natura sono a lui subordinati. Infatti anche gli dei assumono una figura umana. L’antropomorfismo è nel culmine del suo splendore in questo periodo. Gli elementi naturalisti appaiono solo in funzione dell’uomo. La vita è per i Greci un valore in sé concluso: ciò induce agli artisti di elidere alcuni aspetti come la morte o la vecchiaia.
La cultura del corpo. Osservando la scultura greca si può constatare che si fa un ampio uso del nudo, frutto di un grande apprezzamento estetico del corpo umano. La nudità finì per ritrarre anche i combattenti, ma era raro che si trovassero alcuni dipinti di nudo femminile. E quindi possibile dire che nell’arte greca predomina l’uomo, preferibilmente, nell’età giovane.
Le istanze razionali della cultura artistica. L’artista greco punta alla riduzione della realtà divina, umana, naturale a un sistema coerente universale. N altro aspetto dell’istanza razionale è il rifiuto della dismisura e la ricerca della sobrietà e della semplicità. Il tempio costituisce uno dei migliori esempi di questa concezione. Proporzione ed armonia sono i due criteri che presiedono alla sua costruzione. Alcuni dettagli derivano da altre culture ma l’insieme è assolutamente originale.
Lo spazio della libertà espressiva. L’istanza razionale, che implica geometrizzazione e simmetria, non impedisce la ricerca e la registrazione delle differenze reperibili in natura. L’artista greca accetta la regola ma gioca agilmente nello spazio di libertà che gli è concesso e lotta contro la monotonia.
Artista o artigiano? L’arte era considerata abilità e in questa si distinguevano tre elementi: la materia, fornita dalla natura, la conoscenza, fornita dalla tradizione, l’attività manuale, fornita dall’artigianato. L’arte era quindi abilità tecnica e la distinzione tra artista e artigiano era sottile. All’originalità era attribuita scarsa importanza, si apprezzava di più la capacità di attenersi a una tradizione iconografica. Il termine arte, teche, usato in quel tempo indicava un’ attività pratica che richiedeva abilità, conoscenza e obbedienza a norme generali.
La funzione politica dell’arte. A definire il ruolo sociale dell’arte e dell’arista contribuiva in maniera determinante la formula di governo politico: le polis non erano mai governate da un solo uomo. Quindi l’artista non doveva obbedire ai principi o ai grandi personaggi e poteva farsi interprete del sentimento nazionale e poterlo esprimere pubblicamente.
Legami con la gerarchia sociale. Al vertice della scala gerarchica divina si collocavano gli dei, poi i morti erotizzati e poi gli esseri mitici. Mentre in quella umana in cima c’erano i cittadini di nascita illustre, poi coloro che svolgevano attività produttive, e infine gli schiavi e gli stranieri. Gli artisti sottolineavano questa divisione attraverso la statura e le espressioni.
Il legame arte-religione. Questo legame è sempre esistito soprattutto con il culto dei morti. La creazione dello spirito greco fu destinato al tempio. Ed era quindi meta principale la ricerca delle posizioni più armoniose da far assumere agli dei nelle arti figurative.
Il primato di Atene nell’età classica: Dal v secolo in seguito alle sue vittorie s affermò come la città economicamente più prospera nel mondo greco. L’artista e il cittadino diventano due forme interagenti: il primo è chiamato a valorizzare l’ideologia della città, che si fonda sul mito del buon cittadino che pensa e opera anteponendo il bene pubblico all’interesse privato.
La crisi della civiltà urbana della Grecia. Con le guerre del Peloponnese Atene blocca lo slancio culturale e il cittadino greco non entra più in contatto con la vita pubblica. L’arte rispecchia questo clima: comincia a trionfare il realistico, il voluttuoso e il patetico.
Persistenze arcaiche nell’arte di età classica. In età classica permane l’espressione figurativa della società e dei suoi cittadini. Un’altra caratteristica che si mantiene è la stretta integrazione tra artista e pubblico. Nell’estetica dei greci l’arte veniva percepita come puro piacere estetico, come diletto intellettuale destinato a pochi intenditori. Per un principio filosofico il bello non poteva essere dissociato dall’utile.
Specificità dell’arte greca classica. Gli artisti erano alla ricerca di un insieme di regole formali da rispettare anche se non rigidamente. Ciò che connota il periodo classico è dunque proprio la sistematicità della ricerca estetica e il suo grado di intensità teorica; vi è un passaggio da forme astratte a forme naturalistiche. Gli artisti cercano di riprodurre le forme naturali cogliendone però le proporzioni costanti.
Il grande impero di Alessandro ed i regni ellenistici. I macedoni avevano assorbito molti elementi della cultura ellenica. Dalle gloriose imprese di Alessandro nacque un enorme impero e alla sua morte si divise in tre regni. Questi regni ellenistici si disgregarono per mancanza di compattezza e per un secolo visse un’epoca di stabilità.
La cultura ellenistica. L’integrazione tra cultura greca e orientale avvenne promovendo uno sviluppo sociale omogeneo; ma le basi risultavano fragili. Nell’enorme produzione artistica i tratti più comuni appaiono da un lato il tradizionalismo e dall’altro l’abbandono dei temi civili.
I limiti di una cultura universalistica. Il processo di ellenizzazione avvenne con delle trasformazioni della cultura greca. Il limite dell’arte era la stessa robusta ideologia su cui poggiava, coincidente con quella della polis. Fuori dalla polis aveva meno possibilità di essere capita.
Dall’arte della polis all’arte della corte. In seguito l’arte si rivolse anche alla corte e ai despoti. Fu un ritorno alle concezioni orientali e alla figura dell’artista di corte il cui compito era la celebrazione del monarca e delle sue imprese. La diffusione di questi modelli era favorita dalla mobilità dei popoli.
Dal pubblico al privato: una nuova attenzione per la società. Questo cambiamento significò per gli artisti non soltanto essere al servizio della corte ma anche dei singoli committenti. Questo favorì lo studio e la rappresentazione del privato. Iniziano a vacillare le divisioni fa le classi e inizia il trionfalismo del razionalismo e soprattutto dell’individualismo.
LA CERAMICA DALLO STILE PROTOGEOMETRICO ALLO STILE PROTOATTICO
Uno strumento per conoscere la pittura greca. La ceramica riveste un ruolo fondamentale per la conoscenza delle civiltà antiche. Ne sono stati trovati ovunque e nel caso della Grecia l’importanza rivestita dalla produzione ceramica è anche maggiore poiché è da essa che si ricavano le informazioni sulla pittura greca.
La ceramica astratta del protogeometrico. In questo periodo scompare la raffigurazione naturalistica a cui si sostituisce quella geometrica e fra gli esempi più belli vi è l’anfora con il cavallino.
La comparsa della figura umana nel periodo geometrico. La ceramica geometrica presenta una maggiore varietà tipologica e un aumento delle dimensioni dei vasi. La decorazione tende a coprire quasi interamente la superficie del vaso. Inoltre compare la figura umana e la loro destinazione è quella funeraria. Le rappresentazioni erano bidimensionali senza alcuna prospettiva.
Lo stile protocorinzio e corinzio: influssi dall’oriente. Gli influssi orientali integrano nella decorazione elementi fitomorfi e zoomorfi. Nasce così lo stile protocorinzio che durerà per due secoli. In seguito si arricchisce di figure più complesse per dar vita allo stile corinzio (es. l’olpe Chigi).
Il risveglio dell’Attica: lo stile protoattico. Tra Atene e l’Attica nel VII secolo nasce la produzione proattica caratterizzata da uno stile bianco e nero e uno dei pittori più famoso di questo genere è il Pittore di Analatos.
L’OLPE CHIGI
Questo esemplare comprende tutele tecniche e i soggetti della produzione del tardo protocorinzio ed ha come intento di resa la tridimensionalità. Occorre notare che è evidente nell’insieme una forte omogeneità d’ispirazione per così dire narrativa. Essa è resa attraverso una sapiente partizione ritmica dei pieni dei corpi e dei vuoi degli spazi naturali e sul piano tematico attraverso una scelta di soggetti dinamici. Nel primo fregio dalla cura minuziosa con cui sono descritte le armi trapela l’immagine tronfale della potenza di Corinto. Nel secondo fregio è rappresentata la caccia al leone e nel terzo ancora scene di caccia.

Esempio



  


  1. MARTINA

    STO CERCANDO UN RIASSUNTO SULLA STORIA DELL'ARTE, ARTE GRECA ARCAICA ELLENISTICA E CLASSICA