Il giovane ricco (Mt 19,16-30)

Materie:Tema
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Testo

Fabrizio Bonafè 2LSCA 12 gennaio 2006

Il giovane ricco(Mt 19,16-30)

1:CONTESTUALIZZAZIONE e NOTE SULL’AUTORE
Nel comporre il suo Vangelo, Matteo si ispirò con ogni probabilità al Vangelo di Marco, a raccolte di detti di Gesù, che gli studiosi conoscono come fonti ( in tedesco Quelle : fonti Q ), completandole con tradizioni proprie.
Ne risulta una storia , ma soprattutto una testimonianza su Gesù presentato come il Cristo, il Messia .
Un testo originale, scritto forse in aramaico verso il 64 d.C., è andato perduto.
L’attuale versione greca risale forse agli anni 70.
Matteo fa da ponte tra l’Antico e il Nuovo Testamento .
Per lui Gesù è il fine a cui tendono l’annuncio dei profeti e la secolare speranza messianica. Egli comincia con un “Vangelo dell’infanzia”, per presentare Gesù come figlio di Dio.
Organizza poi a suo modo e secondo un suo piano didattico i detti di Gesù, tratti da raccolte precedenti, e li distribuisce in cinque “lunghi discorsi”, che interrompono la parte narrativa .
Secondo Matteo Gesù non viene ad abolire la Legge, ma a darle compimento.

Questo racconto si trova nel Vangelo di Matteo, nel diciannovesimo capitolo e va dal sedicesimo al trentesimo versetto.
Il Vangelo è stato scritto da Matteo, uno dei dodici discepoli, chiamato altrove Levi. Era un ebreo esperto nella dottrina dei maestri della legge mosaica.

2. RACCONTO
Un tale si avvicinò a Gesù e, chiamandolo Maestro, gli chiese cosa doveva fare di buono per ottenere la vita eterna.
Gesù allora gli domandò perché veniva interrogato su ciò che è buono, e disse ,che se egli voleva guadagnare un posto accanto al Padre, non doveva fare altro che osservare i comandamenti.
Il giovane chiese quali fossero i comandamenti da rispettare.
Gesù rispose: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onorare il padre e la madre, amare il prossimo tuo come te stesso».
Il giovane affermò di aver sempre rispettato tutti questi comandamenti e chiese cos’altro dovesse fare.
Gesù disse che, se il giovane voleva essere perfetto, avrebbe dovuto vendere tutto ciò che possedeva ed avrebbe dovuto darlo ai poveri. Se lo avesse fatto, si sarebbe guadagnato un tesoro nel cielo; in seguito, avrebbe dovuto seguire Gesù.
Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.
Gesù allora , ai suoi discepoli, spiegò che difficilmente un ricco sarebbe entrato nel regno dei cieli.
Disse inoltre che sarebbe stato più facile che un cammello passasse per la cruna di un ago, piuttosto che un ricco entrasse nel regno dei cieli.
A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero chi si sarebbe potuto salvare.
Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse che ciò era impossibile agli uomini, ma che a Dio tutto è possibile.

3. MESSAGGIO PER NOI OGGI
L’insegnamento di Gesù è attuale: gli uomini soprattutto nella civiltà occidentale hanno raggiunto un discreto benessere; conducono una vita agiata, hanno la possibilità di istruirsi, di viaggiare, ma si sono allontanati dalla fede; la maggior parte delle persone si comporta rispettando le leggi, ma è poco disposta ad occuparsi delle necessità sia materiali che spirituali del prossimo, a rinunciare ai propri privilegi, a privarsi anche di piccole parti dei propri averi.
I telegiornali ci offrono spesso immagini di popolazioni disagiate: uomini che soffrono la fame, che subiscono la guerra eppure riescono a regalare un sorriso, a dividere il poco che hanno a chi è loro ospite.
Questo fa pensare che siano essi molto più vicini a Dio, anche se di religione diversa dalla nostra.
Per seguire l’insegnamento di Gesù non basta fare il proprio dovere, come dice al giovane ricco, perché questo in fondo lo possono fare tutti, senza un eccessivo sforzo; per avvicinarsi davvero a Lui occorre fare “un passo in più” : rinunciare ai propri egoismi.

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