Il gioco nell'età infantile

Materie:Tema
Categoria:Pedagogia

Voto:

2 (2)
Download:1647
Data:28.05.2007
Numero di pagine:3
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
gioco-eta-infantile_1.zip (Dimensione: 8.36 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_il-gioco-nell-et+     29.5 Kb


Testo

SAGGIO DI PEDAGOGIA
COMANDO:
Garvey (1977) elenca i criteri adottati comunemente per definire l’attività ludica:
• Il gioco è piacevole e divertente;
• Il gioco non ha scopi estrinseci. Le motivazioni del bambino sono soggettive e non sono finalizzate ad obbiettivi pratici;
• Il gioco è spontaneo, volontario ed è scelto liberamente da chi lo attua;
• Il gioco comporta un coinvolgimento attivo del giocatore
Altri ricercatori sostengono che il gioco, nei bambini, sia un esercizio per il domani.
Bruner (1976), ad esempio, afferma che il gioco è un elemento cruciale dello svuiluppo intellettuale.

Alla luce delle seguenti affermazioni illustra:
• Le caratteristiche peculiari dell’attività ludica;
• La differenza fra divertimento, distensione, ricreazione;
• Il gioco come attività peculiare dell’infanzia;
• Il gioco come attività dell’età adulta;
• Il suo valore pedagogico.

SVOLGIMENTO

Il gioco è fondamentale nella formazione del bambino, attraverso esso il bambino esplora il mondo esterno, può rielaborare le informazioni e le indicazioni, che gli vengono trasmesse in modo del tutto personale. Proprio per questo il bambino quando gioca è creativo.
L’importanza del gioco era già stata riconosciuta dai Greci e dai Roamni, ma era materia didattica, qundi non era né spontanea né piacevole.
Dopo aver definito che cos’è il gioco possiamo delineare le caratteristiche specifiche dell’attività ludica, condividendo le affermazioni della psicologa Garvey. Prima di tutto il gioco deve essere piacevole, divertente, ma soprattutto spontaneo, non deve essere ostacolato e neppure organizzato dagli adulti affinché il bambino capisca la realtà circostante.
Il bambino gioca non per finalità specifiche, ma per semplici motivazioni soggettive che vengono comprese solo dal bambino stesso.
Infine, il gioco coinvolge totalmente il bambino-giocatore a tal punto da non riuscire più a farne a meno.

Differenze tra divertimento, distensione e ricreazione.

Il gioco racchiude in sé questi tre aspetti.
Il divertimento e la ricreazione possiamo dire che sono aspetti più tipici dell’infanzia.
Il divertimento è il gioco stesso, che viene fatto solo per il gusto di giocare.
La ricreazione, spesso attuata nelle scuole, è una sorta di “rinascita” dello spirito e anche del fisico.
Il bambino che entra nella scuola, attraverso il gioco con i suoi coetanei ricrea il suo modo di vedere il mondo e la concezione di sé stesso in base al giudizio degli altri.
La distensione, al contrario, è più tipica dell’età adulta o per lo meno dell’adolescenza.
Sia l’adulto, sia l’adolescente, dopo una giornata di lavoro o di studio sentono il bisogno di distendersi, rilassarsi e per fare ciò utilizzano il gioco.

Gioco:attività peculiare dell’infanzia.

Come abbiamo già detto il gioco è fondamentale per la formazione del bambino.
Gruner afferma che il gioco è importante per lo sviluppo intellettuale del bambino e pensa che sia anche un esercizio per il futuro.
Particolarità del gioco nel bambino è la creatività, che sfocia ad esempio nellinvenzione di nuovi giochi o nuove regole.
Quando il bambino gioca “a fare finta di..” è come se si esercitasse per il futuro, naturalmente può rivestiere qualsiasi ruolo prendendo come modello una figura molto importante della sua vita.
Altra particolarità dell’attività ludica del bambino è il superare i piccoli dispiaceri rivivendoli nel gioco, come ad esempio quando il pianto per il distacco dalla madre sparisce perché una bambola prende il suo posto.

Il gioco nell’età adulta.

l’adulto vede nel gioco una sorta di distacco dal lavoro e dalla realtà, a volte stressanti, che lo circondano.
Per questo diciamo che l’adulto s’impegna meno nel gioco rispetto al bambino e lo fa intenzionalmente.
Come dice Shiller: “l’uomo e pianamente uomo solo quando gioca”. Proprio per questo anche l’adulto attraverso il gioco esprime la sua vera personalità.
Ad esempio, gli adulti che giocano a calcio sulla spiaggia oltre a volersi divertire vogliono mostrare la propria capacità e quindi classificarsi come “vincitori” o “perdenti”.

Il valore pedagogico del gioco.

Il gioco è sempre stato molto importante per il bambino, per questo la pedagogia ha fatto di esso i cardini della sua ricerca.
Molto spesso i comportamenti dei bambini durante il gioco sono stati osservati per formare teorie pedagogiche.
Attraverso l’osservazione dei comportamenti inconsci dei bambini, che di manifestano spontaneamente durante il gioco, si riesce a capire la personalità di un bambino, i suoi modelli e anche la concezione che egli ha di sé stesso.
La scuola, ma soprattutto la scuola dell’infanzia, è l’esempio in cui il gioco viene usato per educare.
I bambini che giocano nel cortile socializzano con i compagni e “crescono” tramite queste esperienze, tutte le attività vengono organizzate nel loro aspetto ludico dalle insegnanti affinché tutti i bambini interagiscano tra di loro.

Esempio



  


  1. benedetta

    sto facendo una ricerca per scuola faccio il primo superiore delle scienze umane e mi servirebbe una relazione attenibile da studiare sul gioco infantile della seconda fase della teoria di piaget eta della fase 2- 6/7 circa