Verga e "I Malavoglia"

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura

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Testo

VERGA “I MALAVOGLIA”

Il romanzo moderno
Per spiegare questo insuccesso presso la pubblica opinione, bisogna considerare che il romanzo di Verga conteneva alcune importantissime novità rispetto al modo di scrivere degli scrittori dell’epoca (Manzoni).
Verga si era proposto di introdurre anche in Italia quello che allora era considerato il romanzo moderno, le cui caratteristiche erano state elaborate in Francia dai naturalisti:
- i naturalisti intendevano descrivere la natura vera dell’uomo, cioè le radici più profonde del comportamento umano che per loro sono rappresentate dalle passioni, dagli istinti;
- queste “radici profonde” del comportamento si possono analizzare con maggior precisione se si prendono in considerazione gli atteggiamenti e i modi di fare delle persone appartenenti ai livelli più bassi della società, perché costoro non sono stai ancora condizionati dall’istruzione e dall’educazione e, quindi, sono più istintivi, più veri, più vicini a quelle radici profonde del comportamento umano di cui parlavamo prima;
- visti i risultati che la scienza e la tecnologia hanno raggiunto, i naturalisti ritenevano che il metodo scientifico doveva essere applicato anche nella letteratura;
- i naturalisti preferiscono i romanzi ciclici quelli, cioè, che descrivono le vicende di diverse generazioni
Verga al contrario di Manzoni, si propone come scopo quello di descrivere la realtà e di spiegarne il funzionamento, nel suo caso la realtà affrontata sarà quella meridionale.

Il narratore corale
Il narratore verghiano non esprime le idee dello scrittore né si sovrappone ai vari personaggi fornendo l’interpretazione esatta di quello che sta accadendo. Il narratore ne I Malavoglia non è da intendere come un personaggio singolo ma come un insieme di personaggi che svolgono la medesima funzione, quella di narrare. Si tratta quindi, di un narratore corale e questa funzione è svolta dagli abitanti di Aci Trezza.

Il discorso diretto, indiretto e indiretto libero
Il discorso diretto è il modo più chiaro per rappresentare la visione soggettiva che ogni singolo personaggio ci offre della realtà.
Nel discorso indiretto le parole e i pensieri del personaggio vengono riportati in terza persona e sono preceduti da espressioni tipo: diceva che, pensava che...
La forma di discorso indiretto libero è simile a quella indiretta ma privata delle formule introduttive impedendo quindi al lettore di capire se a parlare è un narratore indipendente dal personaggio o il personaggio stesso. Era questo il progetto di Verga: fare in modo che la storia venisse raccontata direttamente dai protagonisti.

Due mondi a confronto
Il narratore corale presente ne I Malavoglia è una specie di “camaleonte” in quanto assume le caratteristiche di coloro che, di volta in volta, entrano in scena, esprime le loro paure e le loro invidie...
Questo mutare continuo potrebbe rappresentare un difetto perché mancherebbe ne I Malavoglia, una figura come quella che, invece, è presente nei Promessi Sposi: il “narratore onnisciente” di Manzoni conosce passato, presente e futuro dei suoi personaggi e, per questo, è in grado di costruire una (una sola) storia. In Verga si corre il rischio che il romanzo diventi una semplice somma di tante storie o manterrà le caratteristiche di una storia unica?
Esistono due elementi in contrasto dopo “il negozio di lupini”, occasione di cambiamento per i Malavoglia vista di mal umore dai paesani perché infrangeva quella regola secondo la quale ognuno doveva rimanere legato alla situazione nella quale si trova e non tentare di modificarla,: da un lato la famiglia Toscano, dall’altra il paese di Aci Trezza.
Le sventure che colpiscono la famiglia sono interpretate come la giusta punizione che si abbatte sui trasgressori delle regole sulle quali si regge “l’intera società”. Quella società nella quale i Malavoglia erano perfettamente integrati dopo la perdita del carico e il naufragio della barca, li guarda con disprezzo: ad un tipo di emarginazione (quella economica) ne corrisponde anche un’altra, quella sociale.

Lo “straniamento”
Gli abitanti di Aci Trezza osservano e interpretano gli avvenimenti seguendo una logica che Verga non condivide anche se, lungo l’intero romanzo, non esiste una sola osservazione in proposito.
Tuttavia, nonostante non sia mai espresso in maniera esplicita noi siamo in grado di riconoscere il pensiero di Verga perché è lo stesso scrittore che ce lo rivela servendosi di una tecnica chiamata “straniamento”, consistente nel presentare ciò che è normale come strano e ciò che è strano come normale.
Il contrasto tra le due mentalità (i Malavoglia da un lato e il paese dall’altro) è così evidente che è impossibile non vedere la violenza che la società esercita nei confronti dei Malavoglia e di valori e comportamenti ritenuti oramai superati e privi di importanza.
La tecnica dello “straniamento” ci ha permesso di capire non solo che autore e narratore non coincidono, ma che l’autore ha una sua visione della realtà diversa rispetto a quella del narratore.

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