Recensione Romanzo Criminale, Scheda libro

Materie:Scheda libro
Categoria:Letteratura

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1.5 (2)
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Data:28.03.2007
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Testo

Giulia Corbellini III sc.
Recensione
Autore: Giancarlo De Cataldo
Titolo: Romanzo Criminale
Editore: Einaudi
Luogo di edizione: Torino
Anno di edizione: [2002]1
N° pag. : 628
Formato: 20.5×13.5×2.5
Illustrazioni:
Su uno sfondo bianco, in copertina sono rappresentati tre volti. Hanno il viso scuro, un sorriso inquietante e falso e sono quasi senza espressione. Potrebbero rappresentare i tre personaggi principali, cioè il Libanese, il Freddo e il Dandi. Non sono presenti illustrazioni interne e nel retro del libro.
Genere: romanzo crimale
Notizie sull’autore:
Giancarlo De Cataldo, nato a Taranto nel 1956, vive a Roma dove è giudice presso la Corte d'Assise, è sposato e ha due figli.
Romanziere, saggista, traduttore, autore di testi per il teatro, la radio e la tv, collabora con famosi quotidiani.
Ha pubblicato numerosi libri, il primo, "Nero come il cuore" risale al 1989.
Tra le sue opere ricordiamo "Minima criminalia", storie di carcerati e carcerieri (1992), "Il padre e lo straniero" (1997),"I giorni dell'ira”. "Storie di matricidi" (1998), "Teneri assassini" (2000) e "Romanzo criminale" (2002) da cui è stato tratto il film di Michele Placido, in cui De Cataldo rivisita gli anni Settanta ed Ottanta, attraverso le vicende di una banda di Roma, al centro di ogni traffico illegale, per ricostruire la storia di un'Italia segreta e inquietante.
In un’intervista alla domanda: "perché un giudice scrive dei libri? Non gli bastano le sentenze?" risponde serio: "ogni scrittore deve avere un mestiere di scorta. Non per arricchirsi, ma per scrivere meglio" (parole di Victor Sklovskji).
Sintesi della trama:
Nella Roma degli anni ’70 alcuni amici, stufi e annoiati da una vita monotona e povera, e desiderosi di una rivincita sulla loro condizione sociale decidono di avviare un ambizioso progetto: la conquista di Roma.
Iniziano con il sequestro di un barone dal quale riescono a ottenere un proficuo riscatto, e decidono che invece di distribuire i soldi a tutti i membri della banda, sarebbe stato meglio non spartirli per poterli investire e cominciare a impossessarsi della città eterna.
Il romanzo segue la nascita, lo sviluppo e il declino di questa banda criminale che riesce a farsi strada e a diventare sempre più potente grazie alla “politica del terrore”. Arriva a detenere il potere e il controllo quasi totale della “Strada” attraverso lo spaccio, il gioco d’azzardo, il riciclaggio di denaro, l’apertura di un bordello e di locali notturni. Nello stesso tempo riesce a ramificarsi e stratificarsi in diversi livelli della società italiana, alleandosi con il terrorismo, la mafia e la parte corrotta dello Stato, trasformandosi in una vera e propria “impresa” del traffico di droga.
Ambiente storico:
Il romanzo descrive l’Italia tra il 1977 e il 1992. Il racconto tratta anche di alcuni fatti importanti accaduti proprio in quel periodo come il rapimento di Moro e la strage di Bologna.
Ambiente geografico:
L’intero libro è ambientato a Roma. I personaggi si muovono tra locali notturni come il full ’80 che qualcuno ha riconosciuto come il Jack’o, un bordello, e vicoli della città.
Personaggi:
I protagonisti, a mio parere, sono due: Il Libanese e il Freddo.
I personaggi secondari sono il Dandi, Patrizia, il Bufalo e il commissario Scialoja.
Ci sono tantissimi altri personaggi come i restanti ragazzi della banda (Nembo Kid, il Nero, Trentadenari, il Sorcio…), le poche donne presenti nel libro (Vanessa, Roberta, Donatella…) e i rappresentanti delle istituzioni, corrotti e non (Borgia, Vasta, Zeta, Pigreco…)
Il Libanese era il capo della banda, colui che aveva avuto l’idea di non spartire i soldi per poter cominciare una nuova attività tutti insieme. Si considerava uno dei pochi in grado di ragionare prima di mettere in atto l’istinto, oltre al suo più stretto amico, il Freddo.
Quest’ultimo era soprannominato tale perché dal suo volto non traspariva mai un’espressione, era leale, sempre serio e discreto, e non si faceva mai sopraffare dalla rabbia. Riusciva a trattenere i sentimenti anche nelle situazioni più tragiche…fino all’arrivo di Roberta.
“Dandi era nato dove Roma è ancora dèi romani: nelle case di Tor di Nona.
A dodici anni l'avevano deportato all'Infernetto. Sull'ordinanza del sindaco c'era scritto «Ristrutturazione degli immobili degradati del centro storico». La storia andava avanti da una vita, ma Dandi non smetteva di ripetere che, un giorno o l'altro, sarebbe ritornato al centro. Da padrone. E tutti si sarebbero dovuti inchinare al suo passaggio.
Per il momento occupava con la moglie un bilocale con vista sul Gasometro”1.
Patrizia, è lo pseudonimo di una prostituta chiamata Cinzia Vallesi.
“Non doveva avere più di ventidue – ventitrè anni. Mora, pelle morbida e levigata, seni piccoli e gambe lunghe.”2
Era entrata nel cuore e nella mente del Dandi al primo incontro e per conquistarla le comprò anche un palazzo per permettergli di organizzare un bordello.
Io narrante:
La focalizzazione è del tutto esterna, il lettore conosce tutto ciò che accade. L’autore scrive prevalentemente dialoghi, che rendono particolarmente coinvolgente la storia e grazie a questi il lettore riesce a conoscere e immaginarsi i personaggi.
Idee guida:
L’autore ci descrive quel lato della società che nessuno noi conosce a ma che purtroppo esiste, la società corrotta e guasta.
Messaggio:
De Cataldo, aiutato anche dalla sua professione di magistrato, racconta come nasce e si sviluppa una banda criminale, quanto è facile impossessarsi del potere tramite il terrore e la corruzione di una società priva di ideali.
L’autore ci fa notare che nonostante i personaggi siano dei criminali, hanno più ambizioni e sono più leali di chi, almeno nel libro, sta dalla parte del bene.
Linguaggio:
Il linguaggio è scorrevole e prevalgono i dialoghi. De Cataldo non usa molti aggettivi ma nonostante questo il lettore riesce a farsi una sua idea dei personaggi e degli ambienti piuttosto precisa.
Giudizio critico:
Mi è particolarmente piaciuto leggere come si sono organizzati questi piccoli criminali che, passo dopo passo sono riusciti a diventare i padroni di Roma. Fino a quando ho scoperto che questa banda è esistita davvero era interessante il loro modo di gestire i soldi e di organizzare la loro società.
Lo stile dell’autore è molto particolare, infatti riesce a descrivere perfettamente protagonisti, ambienti e situazioni pur scegliendo di non scendere eccessivamente nei particolari ed usando più che altro i dialoghi. Uno dei punti di forza di questo libro sta proprio nel fatto che al lettore è concessa la possibilità di immaginare a suo piacimento ciò che racconta De Cataldo.
A chi consigliarlo:
E’ consigliabile a tutti quelli che sono incuriositi da libri gialli e film polizieschi perché è avvincente, coinvolgente e scorrevole.

1 Cfr.: G. De Cataldo, Romanzo criminale, p. 13
2 Cfr.: G. De Cataldo, op. cit. p. 43

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