Uno nessuno e centomila: scheda libro

Materie:Scheda libro
Categoria:Letteratura Italiana
Download:2790
Data:12.01.2006
Numero di pagine:6
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
nessuno-centomila-scheda-libro_1.zip (Dimensione: 8.6 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_uno-nessuno-e-centomila:-scheda-libro.doc     35.5 Kb


Testo

UN LAVORO DI: Amodeo Giada
5’ ALT
9 Gennaio 2006

TITOLO: UNO NESSUNO E CENTOMILA
AUTORE: Luigi Pirandello
CASA EDITRICE: Gulliver
ANNO PUBBLICAZIONE:: 1995

TRAMA:
Il ventottenne Vitangelo Moscarda ha sempre pensato di essere un uomo senza difetti, fino a quando la moglie Dida, vedendolo indugiare davanti allo specchio, gli domanda se sta controllando da che parte gli pende il naso. E da quel primo difetto gliene fa notare altri.
Moscarda comincia così a pensare che come sua moglie, anche i suoi amici e tutte le persone che gli stanno attorno vedono in lui tutti i quei difetti; parlando con un amico dell’argomento, gli fa notare che ha una fossetta sul mento non simmetrica e innesca così un meccanismo che porta moltissime persone di Richieri a specchiarsi in ogni vetrina per controllare le proprie imperfezioni.
Moscarda realizza che “non è per gli altri quello che fino ad allora si era immaginato di essere” e proprio per questo nasce in lui il desiderio di essere solo, senza la moglie, ma soprattutto senza se stesso, per poter conoscere quel Vitangelo che solo gli altri possono veder vivere e che per lui è come un estraneo, mettendosi così nella sua stanza, davanti allo specchio, egli vuole scoprire l’estraneo, non forzando le espressioni, ma rimanendo naturale ed è proprio davanti a quello specchio che egli vede per la prima voltra un estraneo. Intanto in lui comincia a farsi strada l’idea che non vuole più accettare le maschere che gli altri gli attribuiscono, perché non proprie.
Egli infatti non si riconosce nella maschera di Gengè, creata da Dida, che lo considera ingenuo e mansueto e tantomeno non tollera quella di usuraio che gli ha lasciato in eredità il padre insieme alla banca, da cui trae i mezzi per la sua vita da benestante. Egli decide allora di iniziare a distruggere proprio il Moscarda usuraio compiendo atti di mal amministrazione che gli procurano un attestato di pazzia da parte della moglie,dei soci d’affari e anche delle stesse persone da lui beneficiate, come per esempio sfratta una famiglia con la scusa che non aveva mai pagato l’affitto, per poi regalarle un appartamento dei tanti di cui disponeva. Gli amici decidono così che è pazzo e cercano di interdirlo e levargli così la gestione della banca, a cui talaltro non si era mai interessato e che era stata affidata a Firbo e Quantorzo. Egli a questo comportamento reagisce in modo molto brusco, soprattutto verso la moglie, inducendola così ad andarsene. Venuta a sapere del piano, Annarosa , un’amica di Dida decide di aiutare Vitangelo avvisandolo delle trame che si svolgono alle sue spalle,ovvero delle pratiche in corso per farlo chiudere in manicomio.
Annarosa invita Vitangelo ad un convento di suore dove si trova sua zia,perché in quel giorno ci dovrebbe andare il vescovo che lo può aiutare a redimersi.
Accade però un incidente:mentre lei parla con Vitangelo le cade la pistola dalla borsetta e si ferisce un piede:così,l’incontro con il vescovo non avviene,ma avverrà più tardi nel vescovado,dove il vescovo Monsignor Partanna si avvale dell’aiuto del canonico Sclepis,un uomo senza scrupoli,che gli propone un accordo: Vitangelo si impegna a versare soldi alla chiesa ed inoltre deve costruire un ospizio per i poveri.
In seguito Vitangelo va a trovare Annarosa all’ospedale e quest’ ultima presa da un raptus di follia gli spara. A causa di questo fatto avviene un processo durante il quale la donna confessa di aver sparato volontariamente, Vitangelo però vuole scagionarla, tant’è che per farlo si presenta al processo con la divisa dell’ospizio, da lui stesso costruito e che sarà la sua nuova dimora; in quest’ultima ora Moscarda è felice,paradossalmente più di prima,poiché ha tentato di liberarsi di quell’uno e di quei centomila,allo scopo di diventare per tutti e per se stesso nessuno.

PERSONAGGI:

Vitangelo Moscarda: è difficile parlare di Gengè,proprio perché la sua aspirazione è non essere rinchiudibile in schemi. Possiamo dire che è padrone della più importante banca di Richieri, di cui però non si occupa. Dal punto di vista psicologico è un personaggio interessante poiché sembra essere l’unico in grado di pensare in una società che rifiuta la personalità. Entra in crisi per una piccolezza. E’ stanco delle convenzioni, è stanco di vedere uomini appagati dalla falsità. E’ interessato all’assurdità delle cose e cerca di penetrare nei suoi centomila aspetti diversi. Quando, alla fine, si accorge che è impossibile essere la stessa persona per tutti e che è impossibile capirsi e perfino conoscersi cerca una soluzione e la trova nel divenire Nessuno.
Dida: moglie di Vitangelo; è colei che dà inizio alla storia facendo notare a suo marito i suoi difetti. A parte questo, non è un personaggio di rilevante importanza nel racconto.
Marco Didio: capofamiglia che Vitangelo decide di sfrattare da una catapecchia di sua proprietà per poi donargli una nuova casa, per togliersi così la maschera di usuraio. Annarosa: amica della moglie di Vitangelo; è una donna semplice e buona che aiuta Vitangelo, il quale le confida tutte le conclusioni della sua vita, poiché sente bisogno di autenticità. E’ un personaggio che emerge in una seconda parte del libro.
Vescovo Monsignor Partanna e il Canonico Sclepis: clericali che consigliano a Vitangelo di donare tutti i suoi beni ai poveri. Sono dei personaggi secondari in quanto compaiono solo alla fine del racconto per chiudere il romanzo.
Amici di Moscarda: uomini che gestiscono la banca che quest’ultimo ha ereditato dal padre; sono dei personaggi secondari.

GIUDIZIO CRITICO:

Il tempo dell’ambientazione non è definito, proprio per dare l’impressione di un evento possibile in qualsiasi momento della storia. La città che viene presentata, Richieri, fa immaginare che si tratti di un piccolo paese della Sicilia, ma non siamo in grado di testimoniare la sua esistenza. Questa scelta è giustificabile per rendere ancora più anonimo il luogo che, come il tempo, non è fondamentale per la vicenda, anzi è solo un’ambientazione qualsiasi, con caratteri comuni a tutta la situazione italiana del tempo.
La tipologia è piuttosto inusuale. Potrebbe essere classificato come romanzo di genere psicologico, ma non è solo questo. Infatti, per certe ambientazioni e temi (la lontananza del protagonista da tutto e tutti, la dissoluzione della persona nella natura ecc.) si avvicina al romanzo surrealista.
Oggetto molto importante nel racconto è lo specchio; dove esso acquista un valore speciale;è infatti di fronte allo specchio che il protragonista vede sciogliersi il laccio della maschera che sempre aveva portato.
Per quello riguardante la fabula e l’intreccio, il libro può essere diviso in due parti:
• In una prima parte il romanzo ha una trama molto povera, caratterizzata dal dilemma interiore di Vitangelo; dove i suoi pensieri vengono trasmessi con continui soliloqui;
• In una seconda parte, la trama si arricchisce, la fabula coincide con l’intreccio, ma continuano tuttavia ad esserci pause e riflessioni.

Anche per l’analisi del punto di vista della narrazione il romanzo può essere diviso in due parti:
• In una prima parte l’unico punto di vista riportato è quello di Vitangelo, i cui pensieri sono contenuti nei soliloqui;
• In una seconda parte viene adottata una focalizzazione interna multipla perché Mostarda viene a conoscenza del fatto che non tutti hanno la stessa opinione su di lui.
Prendendo in considerazione il narratore; esso è interno. Inoltre possiamo vedere che Pirandello lascia trapelare i suoi pensieri riguardo l’argomento affrontato nel romanzo, creando una sorta di scrittore-protagonista.

MESSAGGIO:

Lo scopo del romanzo è mettere in evidenza gli ideali e gli schemi che ci vengono imposti dalla società e cercare di far capire al lettore che i corpi delle persone assumono continui aspetti diversi a seconda del punto di vista di chi lo osserva. Quindi anche noi.. e non solo Mostarda nel racconto era uno, nessuno e centomila. È’ proprio questo che Pirandello vuole comunicarci.

GIUDIZIO PERSONALE:

Uno, Nessuno e Centomila mi è piaciuto abbastanza. Il contesto che mi è piaciuto di più è stato per la complicatezza delle vie mentali prese da Moscarda, ignote agli altri personaggi. Inoltre questo romanzo porta il lettore ad una riflessione. Credo sia una lettura interessante, che obbliga a prendere posizione di fronte alla vita, anche perché espone una situazione sempre attuale, e che quindi interessa ancora tutt’oggi.
Pirandello inoltre tratta il rapporto che c’è tra l’aspetto fisico e la personalità, ovvero il carattere. Secondo lui le persone non sono sempre come appaiono e tantomeno non sono le stesse per tutte le persone che le circondano:infatti la personalità di ognuno di noi ha molteplici sfumature che variano da persona a persona;si può ipotizzare che ognuno di noi indossa una maschera non presentando così mai il suo volto.
Ma tuttavia il tema centrale del romanzo che è quello che gli dà il titolo si concentra sul fatto che una persona può essere per se stesso nessuno, per una persona in particolare uno, ma per la gente può essere centomila. Io personalmente non condivido il finale dell’opera nel quale Vitangelo decide di vivere da nessuno; preferirei, piuttosto, essere uno o anche centomila persone diverse di fronte alla gente; perché vivere da nessuno per me significa accettare passivamente la realtà che ci circonda senza opporsi.

Esempio