I giovani e la disoccupazione

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Testo

SAGGIO BREVE :
- Con argomentazioni di tipo economico spiega come affronteresti il problema della disoccupazione e spiegane le cause.

I Giovani e la Disoccupazione

Le cause che oggi concorrono alla formazione della disoccupazione, che si ripercuote principalmente sui giovani, sono molteplici.
Le più comuni sono i continui cambiamenti dei metodi di produzione , che oggi vedono l’avanzare dell’automazione e della tecnologia informatica e la produzione che si concentra sulla quantità del profitto e sulla riduzione dei costi.
La conseguenza diretta di questa politica della massimizzazione del profitto è che numerose persone finiscono per non trovare lavoro o per essere tagliati fuori perché per età o per grado d’istruzione non riescono ad adeguarsi alle nuove metodologie di produzione.
E’ giusto assumere personale specializzato ma usando esclusivamente questa mentalità si rischia di lasciare fuori dal mondo lavorativo la maggior parte delle persone poiché pochi oggigiorno hanno una preparazione adeguata e le conoscenze richieste.
Quindi si vengono a creare due situazioni parallele: da una parte abbiamo dei licenziamenti massicci dal momento che l’operato dell’uomo viene sempre più sostituito dalle macchine e dall’altra vediamo che ad essere assunti sono solamente giovani con gradi di preparazione altamente specializzati.
Questo si ripercuote sulla qualità della vita della popolazione che vede il redditi diminuire o direttamente annullarsi e perciò si sente minacciata.
Minaccia che si manifesta in molti modi, primo tra i quali la diminuzione preoccupante delle nascite e un innalzamento dell’età in cui i giovani riescono ad ottenere la tranquillità economica necessaria che gli permetta di formare una famiglia.
Ovviamente il problema dell’automatizzazione delle produzioni che richiede un minore impiego del lavoro umano e solo un aspetto importante, ma non unico, del fenomeno della disoccupazione.
Esiste un nuovo fenomeno, sviluppatosi soprattutto negli ultimi decenni, che sta fortemente limitando le assunzioni a livello nazionale.
Partendo dal concetto che sul nostro territorio nazionale il 70% delle industrie sono piccole-medie imprese possiamo comprendere quanto influisca in modo determinante il gravo fiscale (il cosiddetto cuneo fiscale) sul numero delle assunzioni.
In Italia il gravo fiscale sulle assunzioni è molto pesante, basta pensare che un dipendente con uno stipendio minimo costa al datore di lavoro più del doppio e questo costo viene ammortizzato con più difficoltà dal piccolo/medio imprenditore rispetto alle grandi multinazionali che rappresentano però nel nostro territorio una minima percentuale.
Di fronte a questo vincolante problema le imprese hanno deciso di adottare una politica di diminuzione del personale che altro non sta facendo se non aggravare la già preesistente disoccupazione.
Stante così le cose è logico pensare che il fenomeno della disoccupazione tenderà ad essere permanente se non si interverrà su qualche aspetto.
Economicamente parlando l’unico modo per affrontare il problema dovrebbe essere una diminuzione del cuneo fiscale che permetterebbe, non solo agli imprenditori di sostenere meglio l’assunzione di più dipendenti, ma inoltre d’innalzare le retribuzioni minime affinché possano ammortizzare meglio l’incalzante inflazione che sta gravando sui nostri redditi.
Dal punto di vista sociale un'altra soluzione che potremmo intraprendere è un cambiamento radicale del modo di vedere il lavoro.
Bisogna liberarsi dall’idea che i posti di lavoro siano una quantità fissa poiché molto dipende dalla decisione degli individui e dalla loro capacità di sapersi adattare alle nuove esigenze del mercato.
Il numero dei posti occupabili dipende dunque dalla buona volontà della cultura dell’individuo.
Da qui emerge la necessità di un sistema scolastico veramente indirizzato alla formazione di un bagaglio culturale ampio e flessibile dei giovani che sono il futuro della società e che saranno costretti ad affrontare questo sempre più grave problema socio-economico quale è la disoccupazione.
Per l’appunto sono proprio i giovani tra i 15-24 anni che costituiscono la maggior parte dei disoccupati; questi riescono ad introdursi nel mondo del lavoro solo con incarichi temporanei e ad orario ridotto perché è richiesta un’esperienza che non può essere acquisita se non con il lavoro.
Si dovrebbe dare dunque più opportunità e sicurezza ai giovani e permettere loro di costruirsi una vita propria e redditizia.

Esempio



  


  1. sara

    saggio breve sulla disoccupazione