inchiesta: giovani e nuovi miti

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Categoria:Attualita

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INCHIESTA: I giovani e i nuovi miti

Anni cinquanta: nasce la televisione, una delle più straordinarie invenzioni dell’uomo, capace di trasmettere informazioni in ogni parte del mondo.
Chi mai avrebbe pensato che, a distanza di anni, questa “scatola” sarebbe diventata, in certo senso, la padrona del mondo?
Eh sì, proprio la padrona del mondo. Un dato apparentemente sconcertante per alcuni, ma che riflette in pieno l’ormai diffusa realtà giovanile.
Abbiamo intervistato, a tal proposito, un campione di giovani, prelevati dal nord al sud del nostro paese. La domanda è stata: “Giovani che cambiano, miti che si trasformano?
Per la maggior parte le risposte hanno rivelato, in un certo senso, un comune denominatore: il mondo dello spettacolo.
Dobbiamo rassegnarci, i nostri giovani sono cambiati: non più possibili uomini politici, avvocati, medici ma veline, showgirl, attrici, partecipanti dei tanto amati reality show. Se oggi si chiede ad un ragazzo: “Cosa vorresti fare da grande?” o semplicemente: “A chi vorresti somigliare?” la risposta è quasi sempre la stessa: “Al bel Costantino” o ad uno degli altri tornisti del programma televisivo, ormai tra i più visti dal pubblico giovanile, “Uomini e donne”.
I modelli sono diventati i “belli impossibili”, i balestrati, i nuovi uomini che si dedicano, talvolta più delle donne, alla cura del corpo. E questo solo per quanto riguarda il pubblico maschile.
I modelli delle ragazze sono ancor più sconcertanti: donne perfette, senza il benché minimo difetto e apparentemente sicurissime di sé, le protagoniste dei calendari, le nuove “Barbie viventi”.
Ed è proprio per somigliare a queste “quasi divinità” che molte ragazzine ricorrono, talvolta, alla chirurgia plastica, per uniformarsi al modello del naso perfetto o del seno quarta misura.
Emulare questi modelli significa, nella psicologia di molti, uscire da un mondo di frustrazione, raggiungere la tanto ambita sicurezza di sé, quella soddisfazione personale talvolta ostacolata da un corpo scomodo.
Il corpo, l’aspetto esteriore, è ormai considerato come l’unico strumento fondamentale per far carriera, per essere accettati in società.
Si tratta, quindi, di un culto morboso per il bello, dietro cui trama un giro economico che, premendo sulle insicurezze dei giovani, dovute alla difficile età che stanno vivendo, ambisce a far soldi.
È ‘ questo il risultato a cui mira il progresso?
Un mondo ideale, ma fondamentalmente malato, in cui l’individualità e la soggettività lasciano il posto all’omologazione?
Per fortuna c’è ancora una parte, seppur una minoranza, che conosce il significato della parola “individuo”, che ragiona con la propria testa, orgogliosa della propria individualità e che non vuole trasformarsi in un’inutile copia.

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