Tragedia e filosofia.

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TRAGEDIA E FILOSOFIA

LA DEFINIZIONE ARISTOTELICA DELLA TRAGEDIA: La prima riflessione organica sul genere tragico и contenuta nella Poetica di Aristotele, in cui и definita come : “imitazione (mimesis) di un’azione seria e compiuta, avente una propria grandezza, con parola ornata, distintamente per ciascun elemento nelle sue parti, di persone che agiscono e non tramite una narrazione, la quale per mezzo di pietа e terrore porta a compimento la depurazione (catarsi) di siffatte passioni”.
MIMESI: questo concetto affonda le sue radici nella concezione tradizionale della poesia greca e si trova giа alla base della visione platonica dell’arte: “l’arte, proprio in quanto imitazione, riproduce la realtа empirica (lontana dal mondo delle idee), quindi non permette di cogliere la veritа delle cose, ma solo di descriverne l’apparenza e suscita sentimenti ed emozioni che sono di ostacolo a un retto uso della ragione.” Aristotele concepisce l’arte in modo diverso dal suo maestro : “l’imitare и connaturato agli uomini”. La mimasi и occasione di godimento intellettuale, perchй “l’imparare и molto piacevole non solo per i filosofi, ma anche ugualmente per tutti gli altri”. → l’arte ha dunque per Aristotele contenuto di conoscenza. La poesia produce una conoscenza piщ generale e ampia di quella della storia : la tragedia, rappresentando azioni e personaggi particolari, mette in luce quanto in essi vi и di universale, tale cioи da poter valere per tutti e in ogni circostanza. La mimesi tragica mette lo spettatore a contatto con l’universalitа di ciт che и possibile e verisimile.
CATARSI: Per Aristotele и lo scopo, il fine della tragedia. L’effetto sullo spettatore fa parte, nella concezione di Aristotele, dell’essenza stessa della tragedia ; lo spettatore non и elemento accessorio, ma un riferimento costituitivo della mimesi tragica.
La rappresentazione teatrale, dando vita ad un arealtа “vera”, nel senso di esperienze possibli anche se autenticate in formule differenti, permette di vivere le emozioni portate in scena in modo tale che lo spettatore si trova in una condizione diversa da quella di partenza. La catarsi, la “purificazione” delle passioni, permette il raggiungimento di un equilibrio di un rapporto piщ chiaro e consapevole con le cose.
DEFINIZIONE DI GADAMER DELL’INCONTRO DELLO SPETTATORE CON LA TRAGEDIA: “l’impressione di grandezza e la commozione che colpiscono lo spettatore hanno per effetto di approfondire la sua continuitа con se stesso. La mestizia tragica scaturisce dalla presa di coscienza di sй che lo spettatore opera. Nell’evento tragico egli ritrova se stesso, perchй ciт che и in esso gli si fa incontro и il suo mondo come egli lo conosce nella propria tradizione religiosa e storica.”
LE DIMENSIONI DEL TRAGICO: Secondo Aristotele le specie di eventi sulle quali si impernia il racconto tragico sono tre:
• la peripezia : “mutamento improvviso di una condizione di cose nella condizione contraria”
• il riconoscimento : “il passaggio dalla non conoscenza alla conoscenza e quindi alla reciproca amicizia o inamicizia dei personaggi dell’azione drammatica”
• la catastrofe : “un’azione che reca rovina o dolore”
Essenziale, quindi, nella situazione tragica и il mutamento (metabolи), il rovesciamento, il fatto che una condizione o una conoscenza sia destinata a capovolgersi e che questo avvenga in connessione con una esperienza di sofferenza.
La situazione tragica и quindi una situazione fortemente dinamica, in cui la vita dell’uomo viene problematizzata in modo radicale : l’esperienza che l’eroe tragico compie nel dolore non coinvolge aspetti particolare o contingenti, ma l’intero suo essere. JASPER: “l’eroe tragico и posto in una situazione-limite1 dove tutto viene messo in gioco, dove l’impegno и totale, dove quindi il fondo delle cose e la loro veritа possono venire alla luce. La grandezza dell’eroe tragico consiste nel modo in cui esso и alle prese con la veritа.”
IL CONFLITTO TRAGICO SI GENERA NELLO SCONTRO TRA VALORI OPPOSTI: L’esperienza del tragico и caratterizzata da due elementi principali : il conflitto e l’enigma. GOETHE : “la tragicitа si fonda sempre su di un’antinomia inconciliabile” : и scontro di opposti che si pongono come assoluti e che pretendono una scelta priva di compromessi. La tragedia rivela la contraddittorietа e la non trasparenza della realtа e del rapporto dell’uomo con esse, e pone lo spettatore di fronte a questa scoperta.
Conflitto e enigma contrassegnano tutti i grandi temi della situazione tragica. Al centro sta il rapporto tra l’uomo e il divino (= il complesso di quelle forze della cui ineluttabilitа e imperscrutabilitа l’eroe tragico fa esperienza). Ciascun individuo и parte di un tutto, di un cosmo governato dalle ferree leggi della necessitа (ananke) , in quanto tale egli ha la sua parte, il suo percorso giа tracciato. In ogni momento l’eroe tragico si scontra con l’impossibilitа di determinare autonomamente il corso degli eventi : piani progetti, intenzioni mostrano la loro fragilitа di fronte all’imprevisto, rovesciandosi in effetti contrari a quelli voluti.

IL TEMA DELLA DECISIONE E DELLA COLPA: Tempo umano e tempo divino non coincidono : solo nel compimento e nelle sue conseguenze la decisione rivelerа la sua veritа. HEGEL: “la forza dei grandi caratteri sta proprio in ciт, che essi non scelgono, ma interamente e per loro natura sono ciт che vogliono e compiono. Essi sono ciт che sono e per sempre.”
Ugualmente problematico и il concetto della colpa tragica. La colpa c’и, nasce da un equilibrio infranto che esige espiazione, riparazione. Una volta commessa, la colpa и miasma, una contaminazione che viene ereditata e si tramenda in un tempo che va oltre quello delle esistenze individuali. C’и un’ambiguitа nel concetto di colpa : l’eroe tragico и colpevole e innocente insieme, e proprio qui sta tutta la sua tragicitа.
LA SOFFERENZA, PERCORSO VERSO LA CONOSCENZA: Nel conflitto tra individuo e destino, tra libertа e necessitа, tra innocenza e colpa la tragedia greca rappresenta il dolore come nota dominante dell’esistenza. La tragedia pone un forte legame tra dolore e conoscenza : non vi и tragicitа senza consapevolezza. → coscienza tragica. Nel dolore l’uomo conquista la consapevolezza di ciт che и, del carattere conflittuale ed enigmatico della realtа e della sua vita.

IL TRAGICO

Il tragico и un categoria concettuale che designa:
• in senso stretto, la natura specifica del genere tragico, cioи i canoni formali che accomunano l’arte di Eschilo a quella di Seneca, di Shakespeare, di Racine
• in senso traslato, una dimensione caratteristica dell’esperienza umana, che ha trovato la sua piщ alta espressione nella tragedia.
Dal punto di vista del linguaggio filosofico, il tragico и una categoria con cui pensare e interrogare il mondo.
HEGEL: Nel conflitto tragico si manifesta il “negativo”, cioи la contraddizione, che anima lo sviluppo della storia e del pensiero ; la tragicitа и un’esperienza universale, perchй in ogni ambito e stadio della vita vi и un conflitto di opposti e loro distruzione. La scissione in estremi opposti, in cui consiste il tragico, ha senso perchй l’armonia infranta si ricompone a un livello piщ profondo. L’antinomia и inconciliabile dal punto di vista degli individui particolare, ma non lo и dal punto di vista dell’universale, della razionalitа che и sempre rintracciabile nel corso degli eventi. Hegel propone quindi una razionalizzazione del tragico.
SCHOPENHAUER: Troviamo un concezione completamente opposta a quella hegeliana. Il tragico, per Schopenhauer и l’assurdo stesso dell’esistenza : il mondo e la vita dell’uomo non sono governati da alcuna razionalitа, ma da una forza cieca e irrazionale (la volontа) che contrappone l’uno all’altro gli essere naturali, in una lotta incessante e senza senso. Una volta squarciato il velo delle apparenze (il velo di Maya) che copre gli occhi dell’uomo, appare il tragico come dimensione costitutiva e ineliminabile della vita, di fronte alla quale l’unico atteggiamento possibile и la rassegnazione, la rinuncia alla volontа di vivere.
NIETZSCHE: Riprende l’impostazione di Schopenhauer, ma pur accettando la concezione per cui nel tragico viene in luce “il lato terrificante” dell’esistenza, la conduce ad esiti diversi dalla disperazione e dalla rassegnazione. L’universalitа e l’ineliminabilitа dell’esperienza tragica rivelano, per Nietzsche, una frattura profonda nel pensiero occidentale, dominato - da Socrate a Hegel - dall’aspirazione a spiegare, giustificare e controllare razionalmente il mondo. L’emergere del tragico segnala il fallimento di questo tentativo e contiene dunque un’indicazione positiva : la rinuncia a ogni soluzione consolatoria, di ordine metafisico o religioso ; l’accettazione dell’irrazionalitа dell’esistenza ; “l’amore per le cose problematiche e terribili” di cui и fatta la vita, l’amore - quindi - per la vita stessa.
KIERKEGAARD: La condizione dell’uomo, per l’esistenzialismo, si comprende a partire dall’esperienza del mondo che ogni soggetto compie e questa esperienza и sempre intessuta di tragicitа. (Kierkagaard si puт considerare l’iniziatore dell’esistenzialismo)
JASPERS: La coscienza tragica nasce nel momento in cui l’uomo concepisce la sua esistenza come distinta dal ciclo naturale. La tragicitа non и nella natura e nei suoi immutabili processi, ma nell’esistenza umana, che и storia, qui si incontrano il rischio, il conflitto, l’incertezza, ma anche la libertа della scelta. Proprio la scelta costituisce un motivo decisivo nell’interpretazione esistenzialistica del tragico : di fronte al dilemma, all’alternativa tra vittoria e sconfitta, l’individuo sperimenta la sua libertа. La tragicitа esprime cosм , nel modo piщ doloroso e insieme piщ illuminante, il carattere problematico dell’esistenza umana, la sua apertura verso il possibile.
1 Per Jasper non и l’uomo soddisfatto di sй e del proprio essere-nel-mondo a rappresentare l’autenticitа, ma chi sente se stesso come possibilitа mai esaudita , per cui diventano opportunitа quelle che lo stesso Jasper chiama “situazioni-limite”, l’angoscia, il dolore, la colpa, il senso del dover morire, queste situazioni di scacco che non si possono razionalizzare ma offrono la possibilitа, per chi ha il coraggio di fare il salto, di realizzare l’esistenza possibile, il proprio essere autentico.
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