LE ORIGINI DELLA FILOSOFIA

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Testo

FRA ORIENTE E OCCIDENTE. LE ORIGINI DELLA FILOSOFIA
IL TERMINE “FILOSOFIA”
La parola filosofia è di origine greca e può avere due significati:
1) letteralmente è “amore del sapere”.

• Il sapere non è sempre identico a se stesso: quello che è giusto oggi, domani potrebbe rivelarsi sbagliato. Si dice che i problemi sono storicamente declinati.
• Nessuno si accontenta di questa definizione. Infatti bisogna specificare:
1) il tipo di sapere che deve essere ricercato
2) gli strumenti razionali o religiosi che sono utilizzati per raggiungere il sapere

per esempio il mito che interpreta una ragione non scientificamente
3) gli ambiti di intervento del sapere e quindi si tratta di individuare il modo migliore e più adeguato di comunicare questo sapere e di trasmetterlo.
2) può essere definito come “paradigma di rassicuramento”. Questa definizione presuppone l’uomo come essere precario e insicuro. Questa insicurezza:
• si manifesta fin dalla nascita (es: il bimbo cerca sempre la mamma)
• è di diverso tipo e può essere legata a:
• salute fisica (rapporto IO-IO)
• ambiente esterno (rapporto UOMO-NATURA). Anche se una minoranza ha del superfluo, c’è una grande maggioranza che non ha neanche il minimo vitale
• morte, che è l’espressione massima dell’insicurezza
• guerre e razzismo (rapporto UOMO-UOMO)
• è confermata dalla storia e dalla contemporaneità. Infatti l’uomo tenta di porre dei rimedi alla precarietà:
• salute fisica ==> medicina
• ambiente esterno ==> agricoltura
• morte ==> religione
• aumenta con la ricchezza e l’abbondanza (Es: agricoltura ==> concimi ==> ?)

ci sono quindi dei tentativi di rassicuramento. Nascono le regole morali, che cambiano storicamente
,
esempi:
• la filosofia dei diritti internazionali è un tentativo di non farsi del male. Togli quindi la precarietà nei rapporti tra UOMO-UOMO
• il comandamento “Ama il prossimo tuo come te stesso” indica che bisogna rispettarsi per limitare la precarietà

1. LA FILOSOFIA E L’ORIENTE
• Anche le culture del Vicino Oriente e dell’Egitto giunsero ad elaborare forme di sapere, che conservarono mediante la scrittura su tavolette di argilla o su papiri.
• Il compito della scrittura era conferito agli scribi, che trascrivevano racconti concernenti le relazioni degli dei con gli uomini.
• Uno dei modelli fondamentali nei quali il sapere era registrato per iscritto era il catalogo, che aveva il vantaggio di poter essere continuamente integrato e accresciuto.
L’acquisizione, l’elaborazione e la conservazione di forme di sapere non sono una prerogativa del mondo greco. Ma solo in Grecia il sapere stesso era divenuto oggetto d’indagine e perno intorno al quale costruire una forma di vita superiore a ogni altra.
DIFFERENZE TRA MONDO GRECO E CIVILTA’ ORIENTALI
DIFFERENZE
ORIENTE
GRECIA
Diversa configurazione politica
• Erano vaste monarchie
• Il potere era insieme politico, religioso ed economico
• Il centro del potere è il palazzo-tempio del monarca
• C’erano le città politicamente indipendenti
• Il potere appartiene a un gruppo di individui
• Si apre un ambito maggiore per l’individualità
Lingua
Lo scritto, con il sapere depositato in esso, è un oggetto anonimo
Predispone dell’articolo determinativo
a
si possono sostantivare aggettivi e verbi
s
diventa possibile:
• formulare concetti generali
• raggiungere livelli di astrazione
r
lo scritto non è più oggetto anonimo, ma appartiene a chi lo ha composto
Credenze religiose
La loro tradizione religiosa è caratterizzata da un complesso di credenze e pratiche fortemente unificato intorno a un unico centro del potere, insieme sacrale e politico (palazzo-tempio del monarca)
• Non ha un libro sacro
• Ciascuna città seleziona e accentua elementi particolari dell’universo di divinità riconoscibili da tutti i greci, per caratterizzare la propria specificità anche sul piano religioso
• Questo vale sia per i riti che per i miti

DIFFERENZA TRA IL CONTRASTO MITO-LOGOS E RELIGIONE-SCIENZA
Spesso la vicenda della prima filosofia greca è stata descritta come passaggio dal mito al logos, ossia alla ragione interamente dispiegata. Ma non per questo bisogna proiettare su questa lontana situazione storica il contrasto moderno fra religione e scienza; perché:
1) forse le pretese del mito erano meno forti delle pretese delle religioni moderne sul piano delle credenze e delle concezioni del mondo
2) occorre ricordare che la categoria generale di “mito” come tipo di discorso privo di quei caratteri di stabilità e certezza che caratterizza la “scienza”, è stata elaborata esplicitamente per la prima volta da Platone

non sempre la diversità tra i due diversi modi di esprimersi era concepita esplicitamente come un contrasto totale
Il rapporto mito-logos non è necessariamente conflittuale. Invece il rapporto religione-scienza è necessariamente conflittuale perché entrambe hanno bisogno di essere totalitarie: se c’è l’una, non può esserci l’altra
2. IL NAUFRAGIO DELLA LETTERATURA FILOSOFICA ANTICA
• L’attività filosofica trova nella parola e nella comunicazione orale uno dei suoi veicoli fondamentali per costruire le proprie dottrine e trasmetterle. Ma accanto ad essa la scrittura rappresenta un importante strumento ausiliario
• Nessun scritto dei filosofi antecedenti a Platone e Senofonte (IV sec a.C.) è arrivato integralmente fino a noi

abbiamo soltanto le informazioni ricavabili dagli scritti di autori posteriori e talvolta qualche citazione

frammenti, che facevano parte di un contesto ormai scomparso e sovente ignoto a questi autori posteriori
• Questa mancanza di testi d’autore:
• autorizza le interpretazioni più disperate
• obbliga ad una lettura rigorosa, tendendo conto:
• dei frammenti
• di colui che riporta la frase dell’autore in considerazione

in questo senso nella cultura occidentale si è imposta un’immagine delle prime fasi della filosofia: quella fornita da Aristotele nei suoi scritti. Aristotele:
1) citava gli autori a lui antecedenti o contemporanei per:
• precisare meglio la propria soluzione
• mettere in rilievo la superiorità della propria impostazione
m
forse ha distorto il vero modo di vedere dell’altro autore
2) ha trovato una collocazione per i vari autori rispetto al suo problema

ciò gli consente anche di collegarli tra loro
I TOSSOGRAFI
Teofrasto, allievo di Aristotele, formò un nuovo tipo di letteratura, chiamata dossografia, letteralmente “scrittura di opinioni”.

tratta di repertori di problemi, seguiti dall’esposizione assai concisa delle opinioni formulate da vari autori in risposta ad essi.
queste opinioni sono sganciate:
• sia dal contesto entro il quale erano state formulate
• sia da una successione cronologica rigorosa di esse

l’opera dei tossografi sembrerebbe una copiatura, ma bisogna stare attenti lo stesso
• Gli storici hanno spesso preso alla lettera la documentazione dei tossografi.
.
ne è emersa la concezione secondo cui la prima fase della filosofia greca sarebbe stata dominata da un solo problema: la physis, la natura.
• In realtà il mondo antico non ha conosciuto la storia della filosofia nel significato moderno di ricostruzione dei caratteri e dei contenuti delle singole filosofie

è molto probabile che il cosmo e la natura rappresentassero uno spunto rilevante per la riflessione degli antichi filosofi; ma il panorama è più variegato
3. LA IONIA E LA NASCITA DELLA FILOSOFIA
• La figura del filosofo si forma lentamente. Soltanto nel IV sec a.C. con la costituzione di vere scuole si può dire che nasca la figura del filosofo.
• In precedenza i confini tra filosofo e sapiente (che erano tuttologi) erano labili.
.
il filosofo (definito “erede dei sapienti”) infatti era anche:
• medico (curava le diete)
• politico
• capo politico
• commerciante (Talete)
• consigliere tecnico (Talete)
• matematico (Talete)
• Si può dire che i primi filosofi furono:
1) i poeti, che avevano l’accesso al sapere del passato grazie all’aiuto della divinità, si presentavano agli ascoltatori come ammaestrati dalla divinità e dalla Musa

• figlia di Mnemosyne, la Memoria
• garanzia di veridicità di quanto il poeta canta (==> linguaggio divino)
2) gli indovini, che avevano il dominio sul presente, sul passato e sul futuro, facevano da tramite tra uomo e divinità
• I filosofi godevano di prestigio, oltre che per il loro sapere, anche per la loro condotta di vita (Empodocle) e per questo venivano quasi divinizzati
TALETE, ANASSIMANDRO E ANASSIMENE
Questi 3 autori (vissuti tutti a Mileto) costituiscono una specie di scuola, ma:
• non secondo i criteri attuali
• non una scuola di pensiero
• non rapporto tra maestro e allievo; infatti gli “allievi” non erano analfabeti
• diversa dalle scuole ateniesi del V-IV secolo a.C., come quelle di Platone e Aristotele
• era un indirizzo di pensiero
La nascita di questa scuola coincide con l’espansione economica mercantile di Mileto:
• si pensa che sia stata proprio questa espansione a stimolare l’insorgere di questo pensiero
• tendenza a pervenire ad una spiegazione della natura non andando verso un principio divino (rapporto di preghiera e sacrificio), ma verso un’opera di controllo tecnico
o
si implorano gli dei, ma si è più interessati a:
• attrezzature tecniche
• saper leggere gli andamenti meteorologici
s
per avere un viaggio più sicuro
Con questi pensatori il pensiero sulla divinità diventa un po’ meno ingenuo:
• acqua = umidore con caratteristiche divine che impregnava ogni cosa e dà la vita
• si comincia a scandire il tempo non in base alla divinità, ma in base ai rapporti commerciali
• il tempio non è più solo un luogo religioso, ma viene usato anche per i rapporti commerciali
m
la filosofia tende a leggere la realtà in termini che diventeranno scientifici solo col tempo
TALETE
• Nacque e visse a Mileto tra il VII e il VI sec. a.C.
• Molto probabilmente egli non scrisse nessuna opera
• Erodoto gli attribuisce:
• il progetto e l’esecuzione di un canale per deviare un fiume dal suo corso
• la predicazione di un’eclisse di sole (585 a.C.) ==> è molto difficile che sia dovuta a calcoli precisi
• capacità di abile consigliere politico
• Altri autori gli fanno risalire la dimostrazione di alcuni teoremi di geometria ==> non si trattava di dimostrazione, ma di intuizione
• Le questioni matematiche al centro degli interessi di Talete sono problemi di calcolo di misurazione:
• il calcolo dell’altezza delle piramidi
• la distanza delle navi in mare
• La sua figura appare già nel V secolo a.C. con i tratti leggendari ed emblematici del sapiente universale
• Si sono formati aneddoti sulla sua figura:
• nel Teeteto Platone racconta che Talete cadde in un pozzo mentre stava contemplando il cielo e per questo fu deriso da una schiava
• nella Politica Aristotele racconta che Talete, grazie alle sue conoscenze astronomiche e meteorologiche previde un abbondante raccolto di olive, fece incetta dei frantoi, e ricavò ingenti guadagni
• Pensava che il principio di tutte le cose fosse l’acqua. Ma l’acqua di cui parla Talete probabilmente non è un qualcosa di prettamente materiale, ma sembra essere una caratteristica divina inerente tutte le cose. Infatti non bisogna pensare alla composizione chimica o all’acqua che beviamo noi oggi, ma ad un elemento originario che ha una caratteristica divina
u
non c’è la contrapposizione tra il Talete che dice che “tutto è pieno di dei” e il Talete “tecnico”
ANASSIMANDRO
• Nacque a Mileto nel 610 a.C. e vi morì verso la metà del VI secolo
• Si pensa che abbia conosciuto l’insegnamento di Talete
• Scrive la prima opera in prosa, che più tardi verrà intitolata Sulla natura.
.
• la poesia cessa di essere il veicolo per eccellenza per trasmettere le conoscenze sull’universo e gli uomini

la poesia:
• richiede abilità superiori alla media
c
pochi le capivano
• non spiega, ma dà immagini
• la prosa:
• consente di articolare meglio il proprio pensiero, senza essere impacciati dai vincoli del metro
• pretende di poter spiegare

il pubblico doveva essere messo in grado di capire
• è il primo in Grecia a:
• disegnare una carta geografica del mondo allora conosciuto
• introdurre un orologio solare

spazio e tempo diventano entità descrivibili e misurabili
• pensa che il principio di tutte le cose è l’àpeiron, un qualcosa di invisibile.

• significa letteralmente “privo di limiti, l’indefinito”
• da questo si generano tutte le cose, in primo luogo i contrari
• ogni cosa presente nell’universo e formatasi dall’àpeiron è caratterizzata dal limite: ciascuna di esse è infatti limite rispetto alle altre
p
tendenza a leggere l’origine di tutte le cose in senso evoluzionistico (abbozzo di una teoria evoluzionistica)
• pensa che l’uomo si sia formato nel ventre di pesci o esseri simili a pesci
ANASSIMENE
• Visse a Mileto nella seconda metà del VI secolo
• Scrive un’opera in prosa, che successivamente viene intitolata Sulla natura
• Parla in termini meccanici
• Pensa che il principio di tutte le cose è l’aria, la cui importanza è immediatamente riconoscibile nell’esperienza comune. Attraverso processi meccanici (evaporazione, condensazione, rarefazione etc) si arriva alla formazione di tutte le cose.
5. LA VITA PITAGORICA E IL SAPERE DEI NUMERI
• Pitagora nacque a Samo, ma è costretto ad abbandonarla verso il 540-535 a.C. forse a causa della tirannide di Policrate.
• Si recò a Crotone, nella Magna Grecia, dove costituì una comunità insieme religiosa e politica, che incontrò successo presso i ceti aristocratici
,
i pitagorici acquistarono un peso determinante nella vita politica di Crotone e di altre città della Magna Grecia
• Fu costretto a fuggire da una rivolta democratica e si riparò dapprima a Locri e poi a Metaponto dove morì verso il 497-496 a.C.
• Verso la metà del V secolo a.C. ebbe luogo una seconda cacciata di pitagorici da varie città dell’Italia meridionale

• alcuni si rifugiarono in Grecia, come fece Filolao di Crotone (composizione di uno scritto nel quale vengono descritte le linee fondamentali della dottrina pitagorica)
• altri rimasero e nel IV secolo a Taranto Archita, un pitagorico, diventò stratega e amico di Platone
L’INSEGNAMENTO PITAGORICO
• Il nucleo originario dell’insegnamento pitagorico era impartito oralmente (solo più tardi, con Filolao e Archita si scrisse)

è difficile individuare i punti salienti dell’insegnamento di Pitagora stesso, che:
• divenne presto una figura leggendaria
• era considerato dai suoi discepoli autorità indiscussa (ipse dixit)
• I membri della comunità erano vincolati a mantenere il silenzio su quanto apprendevano
• L’insegnamento era impartito gradualmente, secondo il modello dell’iniziazione ai misteri, ossia alla pratica religiosa

gli adepti sono introdotti gradualmente alla conoscenza delle verità più alte:
1) il primo momento era di coloro che venivano chiamati acusmatici, ossia coloro che si limitano ad ascoltare.

Si trattava:
• di nozioni concernenti i vari rami del sapere, delle quali non si fornivano ancora le ragioni.
• di precetti che dovevano essere seguiti nella condotta della vita
2) il momento successivo si rivolgeva ai matematici, ossia a coloro che pervenivano alla conoscenza degli oggetti più alti dell'apprendimento
c
aritmetica, geometria, musica, astronomia, destino dell’anima

doveva prepararsi ad accedere ad una vita beata, dopo essere passata attraverso una serie di trasmigrazioni, ossia reincarnazioni
L’ORFISMO
• Poneva al centro delle proprie preoccupazioni la questione della sopravvivenza dell’anima nell’aldilà.
• Circolavano libri sacri attribuiti a personaggi leggendari, come Orfeo e Museo, nei quali erano contenute teogonie e cosmogonie

descrivono un processo che va dal caso originario all’ordine instaurato da Zeus
• All’inizio esiste unità perfetta (uovo primordiale o notte), che si scinde e dà luogo a esseri separati. A ciò dovrà succedere un ciclo di reintegrazioni delle parti nell’unità del tutto
c
dottrina di salvezza
d
vengono coltivate pratiche di purificazione, che consentono di liberare l’anima dalla prigione del corpo
l
contrapposizione tra anima e corpo
• Una pratica fondamentale era il vegetarianesimo
v
gli orfici si caratterizzavano come gruppo marginale rispetto alla religione ufficiale della città

sacrificio = momento essenziale per stabilire un collegamento tra dei e uomini
Anche i pitagorici si astenevano dal mangiare certi tipi di carni. Ma per essi la via maestra della purificazione:
• era di tipo intellettuale
• avveniva attraverso un itinerario di approfondimento delle conoscenze matematiche
I NUMERI COSTITUISCONO L’ESSENZA DI TUTTE LE COSE
• Aristotele attribuisce ai pitagorici la dottrina secondo la quale i numeri costituiscono l’essenza di tutte le cose.
• I greci si servivano di psephoi, sorta di pietruzze, mediante le quali i vari numeri erano rappresentati visivamente. Con questi numeri figurati è possibile costruire serie (pag 13)
• L’aritmetica non conosce lo zero

questo contribuisce a conferire all’uno uno statuto particolare: esso è un’entità invisibile, rispetto alla quale nulla è antecedente
,
per i pitagorici l’uno è più che un numero come gli altri, ma è la sorgente degli altri numeri
I numeri si suddividono in due classi fondamentali:
1) pari = identificati con l’illimitato. Un pari diviso in due non lascia niente come resto, e per questo è identificato come illimitato
2) dispari = identificati con il limite. Un dispari diviso in due lascia sempre come resto un’unità, che permane come limite
3) l’uno:
• O non riceva la qualifica di pari o dispari
• O è chiamato parimpari

• aggiunto a un dispari genera un pari
• aggiunto a un pari genera un dispari
• Mediante il calcolo con i sassolini, i pitagorici dimostrano visivamente alcune proprietà relative a queste classi di numeri (pari + pari = dispari; dispari + dispari = pari)
Il 10 riveste un’importanza eccezionale. Esso è:
• la somma dei primi 4 numeri
• una sorta di compendio dell’intero universo
• rappresentabile sotto la forma chiamata tetraktys (gruppo di quattro) (pag 14)

1 = punto
2 = linea
3 = superficie
4 = solido
10 = successione delle tre dimensioni che caratterizzano l’universo fisico
Per i pitagorici:
• ciascun numero è dotato di una propria individualità

non tutti i numeri si equivalgono come importanza
• i numeri costituiscono una gerarchia di valore
• alcuni numeri sono simbolo di altre entità, fisiche o concettuali (4 e 9 = giustizia; 5 = matrimonio; etc)

• chiamata dai moderni “mistica del numero”
• inscindibile nell’orizzonte pitagorico da quella che a noi appare l’aritmetica in senso “scientifico”
Tra i numeri esistono logoi, cioè rapporti e tra i rapporti è possibile rintracciare una proporzione (analoghìa), ossia eguaglianze di rapporti ==> Archita

i rapporti e le proporzioni si manifestano soprattutto nella musica, dove è centrale la nozione di armonia
a
poiché anche i corpi celesti compiono percorsi regolari, i pitagorici giungono a sostenere l’esistenza di un’armonia delle sfere celesti, non afferrabile all’orecchio umano
,
• il cosmo è costituito da un fuoco centrale, intorno al quale ruotano la terra, la luna, il sole, i cinque pianeti allora conosciuti e il cielo delle stelle fisse
• per completare la serie fino a raggiungere il 10, si aggiunge anche l’antiterra, situata tra il fuoco centrale e la terra

la terra viene detronizzata dalla sua posizione di centro dell’universo
I numeri e la proporzione dominano anche all’interno del mondo umano. Sono lo strumento fondamentale per:
• far cessare la discordia tra gli uomini
• instaurare l’armonia tra essi
7. ELEATISMO: RIVELAZIONE E RICERCA
PARMENIDE
• Fu attivo in Elea (Magna Grecia) e precisamente nel Cilento verso il 500 a.C.
• Nato da famiglia aristocratica
• Probabilmente fece un soggiorno, in compagnia del discepolo Zenone, ad Atene, dove ha incontrato il giovane Socrate
• Forse fondò una scuola in senso istituzionale legata al culto di Apollo
• Scrisse un poema, intitolato Sulla natura

il protagonista è lo stesso Parmenide

• racconta in prima persona un viaggio da lui compiuto sotto la guida di divinità
• valica la porta che separa il dominio delle tenebre da quello della luce

può conoscere l’insegnamento della dea (modello dei poeti epici ==> Musa ispiratrice)

non parla del passato, ma di ciò che deve essere pensato e detto
individua la via di ricerca che Parmenide deve percorrere, quella che è impossibile percorrere e quella percorsa di fatto dagli uomini

il punto di partenza della via di ricerca è il dominio di ciò che può essere detto e pensato, in opposizione a ciò che non può esserlo
LA DISGIUNZIONE “È O NON È”
1) Parmenide non precisa immediatamente quale sia il soggetto grammaticale di “è” e “non è”
s
si può dire e pensare solo ciò che è assolutamente disgiunto dal non essere
2) Parmenide indica come soggetti dei due verbi “ciò che è” e “ciò che non è”

• la via consistente nel dire e pensare ciò che è, è quella percorribile
• la via che consiste nel dire e pensare ciò che non è, non può essere percorsa, perché non è possibile dire e pensare ciò che non è
• i comuni mortali scelgono la terza via: mescolano insieme “è” e “non è”

usano le parole, nelle quali si trova contraddittoriamente mescolato “ciò che è” e “ciò che non è”

• indica l’essenza della cosa designata
• non è una scelta arbitraria
• individua la realtà

Parmenide non assume a criterio di giudizio le apparenze fornite dai sensi, ma il contenuto logico delle parole usate dagli uomini

il mondo ha una sua ragione d’essere in quanto può essere pensato
Con i termini “è” ed “essere” Parmenide intende una molteplicità di cose

dire che qualcosa è, può significare:
• esso è presente
• esso non esiste
• esso è qualcosa
• esso è vero

tutti questi significati sono presenti nell’essere di Parmenide
t
ESSERE CHE E’ ESSERE CHE NON E’

ambito dell’opinione indicibile

può essere pensato e detto impensabile

esiste inesistente
LA DEDUZIONE E LA DIMOSTRAZIONE PER ASSURDO
Parmenide introduce anche:
1) la deduzione

ragionamento che, partendo da proposizioni ammesse come premesse, ricava delle conclusioni
2) la dimostrazione per assurdo

• particolare forma di deduzione
• ammette come premesse il contrario di ciò che si vuole dimostrare
• deduce una serie di conseguenze contraddittorie o errate
PROPRIETA’ DI CIO’ CHE SI PUO’ PENSARE E DIRE CHE E’
Grazie alla deduzione e alla dimostrazione per assurdo, Parmenide dimostra che:
1) l’essere è immutabile, immobile, indivisibile, uno
2) ha un carattere finito

Parmenide paragona ciò che è a una sfera compatta, la quale esprime nel modo migliore il carattere di compiutezza e totalità che caratterizza l’essere
LA VIA PERCORSA DAGLI UOMINI
La dea ritiene importante illustrare a Parmenide anche la via percorsa dalle opinioni degli uomini
i
• seconda parte del poema
• forse egli intendeva mostrare quale fosse il miglior modello di spiegazione del mondo fisico
a
appare agli uomini caratterizzato dal nascere e morire delle cose, dal loro trasformarsi
,
le cose sono riconducibili a elementi

• luce, assimilata al fuoco
• tenebre, assimilate alla terra
• si formano delle mescolanze, le cose che appaiono agli uomini

• per un verso gli elementi sono analoghi all’essere
• per l’altro verso, le mescolanze degli elementi sono analoghe al non essere
n
errore che è al cuore delle opinioni dei mortali
ZENONE
• Discepolo di Parmenide
• Nacque ad Elea verso l’inizio del V sec.
• Compose il suo scritto in prosa
• Voleva prendere le difese delle dottrine del maestro dagli attacchi degli avversari

ricorre a:
• dimostrazione per assurdo ==> Parmenide
• regresso all’infinito ==> Zenone

applicato in relazione alla divisibilità delle grandezze (spazio e tempo)
• costruisce una serie di argomenti contro la molteplicità e contro il movimento

paradossi ==> proposizioni contrarie all’opinione comune

conducono a conclusioni che contrastano con quanto si pensa comunemente
• nelle sue argomentazioni:
• non utilizza in prima istanza la disgiunzione “è” e “non è”
• prende rilievo il regresso all’infinito, fondato sulla nozione di divisibilità delle grandezze
,
ciò che vale nell’ambito delle grandezze geometriche è esteso anche al dominio della natura
ACHILLE E LA TARTARUGA
• Achille e una tartaruga devono raggiungere un traguardo
• Achille dà un vantaggio alla tartaruga
• Si presuppone che la grandezza (spazio) sia divisibile all’infinito
s
ci sarà sempre un minimo di distanza
m
Achille non riesce a raggiungere la tartaruga in un tempo finito

l’essere è immobile ==> Parmenide
• Quanto detto, sottoponendo ad analisi il concetto di movimento, contraddice quello che si può vedere (Achille raggiunge la tartaruga)

la manifestazione non indica la verità, ma indica solo l’apparenza
CONTRO LA NOZIONE DI MOLTEPLICITA’
Se i molti sono, devono essere di numero:
• finito ==> cioè tanti quanti sono
• infinito ==> ciascuno di essi è separato dall’altro mediante qualcos’altro e così all’infinito

è impossibile che una stessa cosa sia la tempo stesso finita e infinita
t
si nega l’esistenza del molteplice ==> l’essere è unico ==> Parmenide
8. EMPEDOCLE: LA NATURA E LA SALVEZZA
GENERALITA’
• Operò nel V secolo in Sicilia ==> nacque ad Agrigento nel 490 a.C., da una famiglia nobile e ricca
• Partecipò alle lotte politiche, schierandosi con i democratici
d
forse morì in esilio nel 425
• Era influenzato dal pitagorismo e dall’orfismo
• Conosceva molto bene l’eleatismo
• La sua figura assunse ben presto tratti leggendari, perché aveva la fama di:
• Sapiente
• Guaritore
• Abile parlatore

• Dal punto di vista politico rifiuta il potere che i democratici gli volevano dare (lo volevano come tiranno). Egli dona addirittura tutto il suo patrimonio ad Agrigento

dimostra che per lui la collettività, la comunità doveva avere la precedenza sugli interessi soggettivi
• era stato consultato riguardo al circondario di Agrigento che in quel periodo era malsano

bonifica le terre paludose, facendo spianare una collina e di conseguenza aumentando la ventilazione del posto. I miglioramenti si vedevano
e
agli occhi del popolo diventa un personaggio la cui saggezza sconfinava anche nel sapere tecnico (Talete)
• è stato divinizzato

si costruirono aneddoti su di lui: una sera mentre era sulle pendici dell’Etna è stato chiamato dalla divinità del vulcano. E’ precipitato nel cratere e il vulcano ha restituito i calzari d’oro per indicare la chiamata di Empedocle
• continuò a ricorrere alla poesia.

presenta se stesso come annunciatore di verità
• Compose un’opera chiamata Sulla natura o Purificazioni
LE 4 RADICI E LE 2 FORZE
• L’oggetto principale delle sue osservazioni e delle sue riflessioni è il mondo (tiene conto di alcuni dei divieti logici e linguistici di Parmenide)
)
gli uomini parlano erroneamente di nascere e perire delle cose (= Parmenide)
d
permangono costanti e indistruttibili le radici, cioè gli elementi: terra, acqua, aria, fuoco
(( Parmenide ==> per Empedocle il dominio di ciò che è, è molteplice)
• gli oggetti che sentiamo con i sensi sono delle mescolanze delle quattro radici, secondo diverse proporzioni
• individua due ragioni perché queste mescolanze possano avere luogo:
1) le radici devono essere suscettibili a movimento (( Parmenide)
2) devono esistere forze in grado di produrre le aggregazioni a partire dalle 4 radici e le disgregazioni; esse sono chiamate Amore e Odio

operano:
• sull’universo nella sua totalità
• su ciascuna delle cose che popolano l’universo
• quando l’azione dell’Amore prevale sull’Odio si ha la pace ==> sfera compatta e priva di scissioni al suo interno (= Parmenide)
• quando l’azione dell’Odio prevale sull’Amore si ha la scissione tra le 4 radici ==> caos
• normalmente si ha la compresenza tra le due forze
• Gli esseri viventi sono il risultato dei processi di aggregazione e disgregazione determinati dall’Amore e dall’Odio

• prima si ebbero delle aggregazioni mostruose, che non sopravvissero
• le forme attuali sono in grado di riprodursi
• Sia l’uomo che le cose:
• presentano una mescolanza delle 4 radici
• denunciano la presenza in se stesse delle due forze
d
conoscenza del simile per mezzo del simile
• Anche il pensiero è collegato alla struttura fisica dell’uomo (al sangue intorno al cuore)
)
le capacità dei singoli individui sono riconducibili alle diverse proporzioni in cui avviene la mescolanza dei costituenti di tutte le cose
IL TEMPO
• Il tempo svolge una funzione centrale nella cosmologia di Empedocle
• Egli vuole rintracciare ciò che permane costante al di sotto della vicenda ciclica delle aggregazioni e delle disgregazioni

ciò è integrabile con le credenze della tradizione orfirica
t
l’anima:
• originariamente è un demone o un dio
• è spinta dall’Odio a commettere colpe
• è costretta a compiere un lungo viaggio che dura millenni
• trasmigra attraverso i vari tipi di corpi viventi
v
• vegetarianesimo
• opposizione radicale nei confronti del sacrificio
s
uccidere animali e nutrirsi delle loro carni = cannibalismo
• se durante il ciclo ha condotta una vita buona, al termine potrà tornare nella sua condizione divina

Esempio