I sofisti

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Testo

Placella
Salvatore
3^H
Saggio breve su “I SOFISTI”

Il termine sofista ha avuto un giudizio alquanto altalenante nel corso della storia.
Sofista deriva da sofia, sapienza, e i sofisti erano considerati al tempo dell’Atene di Pericle i massimi esponenti del sapere filosofico. La loro specializzazione era la retorica, e fu proprio l’arte del bel parlare che fece dei sofisti i demoni della filosofia.
Questa concezione di anti-filosofi venne mantenuta fino al ‘900 poiché fino ad allora la società era stata particolarmente influenzata dai giudizi di Platone e Aristotele.
Quindi si assistette ad un declino che iniziò dal III secolo A.C. ad una rivalutazione in chiave moderna di questo gruppo di filosofi.
La nostra mentalità è fortemente influenzata dai pensieri platonici e quindi ancora oggi siamo indotti a collegare il termine sofista e il termine sofistico con falso, truccato, artificioso. Secondo Platone infatti i sofisti erano coloro che ammaliavano con dei discorsi che appagavano il gusto e la forma ma che erano essenzialmente privi di razionalità. Questa fu la prima accusa opposta ai sofisti da tutta la cultura post-platonica.
Nei dialoghi di Platone vediamo come il vero filosofo, Socrate, riesca a mettere in crisi il pensiero dei sofisti, ponendo domande alle quali spesso non erano in grado di rispondere.
I sofisti furono i primi filosofi a spostare il centro del loro pensiero dalla nature e dall’archè di tutto all’uomo, non ricercavano più come si era fatto sino ad allora l’origine delle cose, bensì avevano impostato una filosofia, un sapere che riguardasse l’educazione alla vita per l’uomo.
Da qui fu introdotto il concetto di filosofo per mestiere.
I filosofi come Protagora e Gorgia trasmettevano la loro cultura e i loro insegnamenti ai figli della aristocrazia ateniese in cambio di ingenti somme di denaro. Questo fatto scaturì l’altra accusa da parte di Platone il quale sosteneva che il filosofo aveva la missione, come insegna il mito della caverna, di educare senza fini di lucro e per il bene della società.
Inoltre i sofisti sono sempre stati considerati dal discepolo di Socrate dei corruttori di giovani poiché trasmettevano un sapere estremamente illusorio, apparente che appagava solo il gusto.
Il sapere sofistico metteva l’uomo al centro dell’universo, lo considerava un animale sociale in possesso di uno strumento potentissimo, il linguaggio, usato per sopraffare i più deboli. Questo sapere effimero denunciato dai platonici porta con i sofisti alla caduta di Atene; un esempio emblematico che troviamo in un dialogo plutoniano, il Protagona, è che a differenza del sofista Protagora, Socrate accetta la realtà e non scappa davanti alla condanna a morte.
Un altro personaggio che ci fa capire come i veri maestri della retorica fossero i sofisti, è Gorgia che nell’encomio di Elena, riesce a capovolgere il giudizio della società nei confronti di quella donna.
In conclusione possiamo dire che la storia dei sofisti, a cominciare dal mondo grego, è una storia di condanne. I sofisti sono sempre stati analizzati nei loro aspetti più negativi e sono apparsi come ci indica la tradizionale critica gli anti-filosofi per eccezione, i demoni della pseudoscienza in opposizione agli angeli del vero: Socrate, Platone e Aristotele.
Dal ‘900 si assiste ad una rivalutazione del pensiero sofistico. Ancora meglio si può dire che risiano state due chiavi di lettura: la prima è che senza i sofisti non sarebbero mai esistiti Socrate, Platone e suoi discepoli.
La seconda è da analizzare in ambito moderno e ci mostra l’importanza dei sofisti in quanto hanno introdotto nuovi temi filosofici nell’antica Grecia

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