I presocratici

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Testo

I PRESOCRATICI E LA RICERCA DELLA ̉̉̉̉ή
Sono definiti presocratici tutti quei pensatori che hanno sviluppato le loro teorie prima della invasione delle teorie socratiche. I primi di loro risalgono teoricamente al 7° o 6° secolo a.C. e sono divisi in 5 principali gruppi:
1) Ionici: Talete, Anassimandro e Anassimene; costoro vissero nella regione dell’Asia Minore chiamata IONIA.
2) Pitagorici: Pitagora e gli appartenenti alla sua setta, che principalmente operò nella magna Grecia.
3) Eraclitei: Eraclito e i suoi seguaci che si diffusero principalmente nella zona di Efeso.
4) Eleati: gli estimatori dell’idea proposta da Parmenide, così chiamati dalla città dalla quale si presume il filosofo abbia avuto i natali, Elea.
5) Fisici pluralisti: Empedocle, Anassagora e Democrito, che ritennero di non poter individuare la ̉̉̉̉ή in un solo elemento ma in molteplici.
Quella che abbiamo definito ̉QQQή non è altro che il principio da cui tutto è generato, per mezzo del quale tutto esiste e al quale tutto ritorna, ciò che fa in modo che le cose siano, la legge che unifica gli enti e l’unica caratteristica che permane nel mutare continuo delle cose.
Secondo Aristotele, che ci parla di lui nella “Metafisica”, Talete sarebbe stato il primo filosofo nella storia degno di questo attributo. In realtà la sua figura è mitica, non siamo certi assolutamente della sua esistenza, probabilmente si trattava di uno dei sette savi. Si dice che fosse uno scienziato: per primo capì che la terra era rotonda, anche se ancora si riteneva che fosse come un’enorme isola che galleggiava sul mare; inoltre stabilì esattamente le dimensioni della luna e del sole basandosi sulla loro ombra proiettata sulla terra.
Non abbiamo frammenti che ci testimonino le sue teorie ma Aristotele afferma che questo filosofo avesse individuato come ̉̉̉̉ή l’acqua, poiché aveva notato che questa era il nutrimento di tutte le cose. In realtà egli non intendeva l’acqua come quella che noi vediamo scorrere nei ruscelli, ma piuttosto vista come ELEMENTO UMIDO1 che rappresentava l’identità del diverso2.
È stata inoltre attribuita a lui la teoria secondo cui «TUTTO È PIENO DI DEI» con ciò egli probabilmente intendeva che in tutti gli enti è presente la ̉cccή, e quindi tutto è vivo e possiede un’anima dato che il principio originario le ha dato la vita.
DOCUMENTI
Ci deve essere una qualche sostanza, o una o più di una, da cui le altre cose vengono all’esistenza, mentre essa permane. Ma riguardo al numero e alla forma di tale principio non dicono tutti lo stesso: Talete, il fondatore di tale forma di filosofia, dice che è l’acqua (e perciò sosteneva che anche la terra è sull’acqua): egli ha tratto forse tale supposizione vedendo che il nutrimento di tutte le cose è l’umido, che il caldo stesso deriva da questa e di questa vive (e ciò da cui le cose derivano è il loro principio): di qui dunque egli ha tratto forse tale supposizione e dal fatto che i semi di tutte le cose hanno una natura umida – e l’acqua è il principio naturale delle cose umide3. Ci sono alcuni secondo i quali anche gli antichissimi, molto anteriori all’attuale generazione e che per primi teologizzarono, ebbero le stesse idee sulla natura: infatti cantarono che Oceano e Tetide siano gli autori della generazione [delle cose].
DK 11 A 12

Anassimandro è il primo filosofo di cui la storia ci abbia tramandato un frammento e, sempre secondo questo, fu il primo ad usare il termine di ̉bbbή con l’accezione con cui lo intendiamo in filosofia in questo periodo.
Anassimandro identifica la ̉AAAή con ̀ά̀̀̀̀̀̀44 da questo siamo generati e ci ritroveremo in lui alla fine del ciclo vitale secondo la norma. Questa sorta di infinito contenitore ha delle caratteristiche diverse da quelle che troviamo in natura e deve essere un principio metafisico. Gli enti si originano da lui tramite un violento distacco visto come un peccato che viene sanato con il ritorno ad esso al momento della morte.
άάάάάάάάè:
 Infinito:dal punto di vista temporale non ha né un inizio né una fine.
 Illimitato: dal punto di vista dello spazio non esiste un punto da cui farlo iniziare né uno in cui farlo finire.
 Indefinito: se lo definissi userei aggettivi che sono di uso quotidiano e quindi riferiti a fenomeni naturali, ma questo non lo è, quindi posso dire solo ciò che non è.
 Indeterminato: non è possibile dividerlo in parti dato che non è una miscela ma un tutto da cui qualcosa si separa e diventa materia e si determina.
Intende la terra come un cilindro che dista la stessa misura da tutto l’universo e grazie a ciò si regge in equilibrio. Inoltre άάάάάάάάè una sostanza che compie un continuo movimento e lascia quindi pensare a una visione ciclica della vita.
Gli enti, come precedentemente detto, staccandosi creano la molteplicità e come punizione devono essere finiti e quindi tornare nell’ ά Da qui deriva anche un’altra teoria molto importante secondo la quale io conosco un ente perché conosco il suo contrario, che verrà sviscerata da filosofi successivi.
DOCUMENTI
[Anassimandro…ha detto…che] principio degli enti è l’infinito. Da dove gli esseri hanno origine, hanno anche distruzione, secondo necessità: pagano infatti gli uni agli altri la pena e l’espiazione della colpa secondo l’ordine del tempo…
DK 12 B 1
Era molto probabilmente discepolo di Anassimandro, ma di questo non possiamo essere certi, è noto che spesso si attribuissero tali legami a pensatori che nella storia vengono uno di seguito all’altro. In realtà si può vedere, però, un sottile filo che collega i due nelle loro teorie, seppur apparentemente molto differenti.
La sua idea di ̉dddή è a metà strada tra l’acqua di Talete e ̀ά̀̀̀̀̀̀̀di Anassimandro, infatti come il primo egli prende in considerazione un elemento naturale, e allo stesso tempo dona lui tutte le caratteristiche proprie dell’ ̀ά̀̀̀̀̀̀̀del secondo.
Egli scelse infatti l’ARIA5 come ̉ ή. Questo infatti è un elemento impalpabile e immateriale ma allo stesso tempo è conosciuto dai sensi. Allo stesso modo egli identifica il cosmo con un grande animale che respira in quanto formato da tutti gli enti che respirano all’unisono. Il suo principio vitale forma gli enti tramite due processi: la condensazione e la rarefazione.
DOCUMENTO
Come la nostra anima, che è aria, ci governa, così l’aria e il soffio abbracciano tutto il mondo.
La figura di questo filosofo è completamente avvolta nel mistero, sappiamo che sviluppava le sue teorie assieme ai suoi discepoli in riunioni segrete a cui potevano partecipare solo pochi eletti che promettevano di non divulgare al di fuori della cerchia le varie scoperte. La sua tecnica di rendersi oscuro forse serviva solo per raccogliere più adepti. Le materie da loro studiate avevano tutte più o meno a che fare con la MATEMATICA, tanto è vero che si definisce la loro corrente dominata da una concezione matematica del cosmo. Infatti al posto dell’ ̉ ή loro mettono il NUMERO, dato che tutta la realtà è misurabile e quantificabile. Vedremo quindi che secondo loro la realtà è conoscibile e controllabile attraverso il numero, il tempo verrà scandito con il numero, le stagioni, i mesi e le maree…tutta la natura è prevedibile con il numero.
Ma è importante sottolineare la differenza netta che intercorre tra numeri pari e numeri dispari: i secondi indicano la perfezione sotto ogni punto di vista, anche quello morale, mentre i primi sono l’imperfezione e ovviamente coincidono con il sesso femminile. Per costoro infatti l’idea di perfezione è legata al concetto di limitatezza.
Notiamo che il primo disegno rappresenta il numero dispari in cui la freccia è bloccata e quindi c’è limitazione, il secondo è il n° pari e la freccia corre all’infinito implicando per i pitagorici una negatività.
Per loro esiste solo un numero perfetto che è il 10 e viene rappresentato come un triangolo equilatero che ha 4 sassolini come lato:
questo era il n° considerato sacro per i pitagorici e veniva chiamato ίίί
Era perfetto perché: ci sono tanti n°pari quanti n° dispari, e lo stesso vale per i n° primi e quelli non primi. C’è lo stesso numero di sottomultipli, si possono effettuare tutte e quattro le operazioni e tutti i rapporti numerici, è un triangolo equilatero perfetto.
Altri numeri considerati importanti sono:
1 = parimpari non è né pari, né dispari e forse non era neanche considerato un n° era un mezzo che se aggiunto ad un numero pari ne dava uno dispari e viceversa. Alle volte veniva collegato con l’intelligenza o con la scienza perché era un numero immobile.
2 = donna
5 = matrimonio
3 = uomo
7 = crisi notarono che ogni 7 anni c’era una rottura con ciò che c’era prima: a 7 anni si inizia a crescere, a 14 si è adolescenti e a 21 c’è la maturità.
4 e 9 = giustizia sono infatti i quadrati dei due primi numeri.
2 = opinione perché oscillava sempre tra pari e dispari.
Per questi filosofi il COSMO è finito (dato che deve essere perfetto) ed è formato da 10 astri…ma contandoli notano che sono solo nove ma siccome loro si consideravano migliori e impeccabili decidono che c’è anche il decimo che consiste con l’antiterra che si trova agli antipodi della terra e quindi non lo possiamo vedere. Tutti i pianeti assieme formano un tutto perfetto poiché caratterizzato dall’armonia universale. Questi sono delle sfere6 dotate di un moto circolare la cui armonia è espressa da una armonia musicale in cui i suoni sono dei numeri, ma noi non possiamo sentirla perché i nostri sensi non sono predisposti a queste melodie.
L’anima è al centro dell’armonia universale, è il corrispondente individuale dell’armonia universale e il risultato del lavoro armonico delle parti che compongono il corpo.
Teoria cardine dei pitagorici è la METEMPSICOSI che consiste nella trasmigrazione dell’anima dopo la morte. L’anima sostiene, secondo loro, il corpo nel periodo di vita di questo e vi soggiorna all’interno, poi con la morte essa cambia corpo. Questa convinzione è nata dalla constatazione che non tutte le nostre conoscenze nascono da spiegazioni che ci sono state fornite, alcune le conosciamo a priori.
Un’ultima importante invenzione di questa setta è l’IPSE DIXIT: con queste due parole e basandosi sulla stima che tutti avevano per Pitagora potevano formulare tesi che non si dovevano mettere in discussione, come gli attuali dogmi della chiesa.
Eraclito è un filosofo proveniente dalle colonie dell’Asia minore che era solito scrivere con uno stile oscuro affinché solo quelli che lui stesso chiama gli svegli potessero intendere il suo pensiero. Costoro sono quelli che non si accontentano delle apparenze, ma che scavano più in profondità e coincidono quindi con i veri filosofi. Opposta a questa categoria c’è quella dei dormienti (fr. DK 22 B 1).
Le sue teorie sono decisamente innovative, come quella del rάάάάά̉̉̉̉̉̉ủủήήήήέέέέέέέcioè TUTTO SCORRE NIENTE RIMANE dalla quale scopriamo la sua concezione dinamica della realtà. Per lui, infatti, l’ ̉ ή non è immobile e immutabile come per i naturalisti7.
Famosa è la sua teoria secondo cui non si può entrare più di una volta nello stesso fiume perché sia in lui sia in noi c’è sicuramente qualcosa che si è modificato, anche se questo continuo movimento non era controllato (fr. DK 22 B 49). Secondo Eraclito tutta la realtà è un continuo divenire e nulla è mai uguale a se stesso.
Nonostante ciò anche egli individuò l’ ̉ ή in un elemento della natura: IL FUOCO che infatti è mobile e ineffabile, mai lo stesso.
Fu proprio lui a sviluppare LA TEORIA DEGLI OPPOSTI asserendo che noi conosciamo una cosa solo perché ne abbiamo individuato l’opposto: non potremmo dire di avere caldo se non conoscessimo il freddo e lo stesso vale per la sete, il bello etc. etc. Nella contrapposizione di due elementi lui individua una unione: un ente è proprio lui perché non è il suo opposto. La vita, quindi, è una continua lotta fra contrari e se questa venisse meno la realtà si annullerebbe. Non a caso egli stesso asserì che «la guerra è madre di tutte le cose» dato che notò come stato naturale delle cose quello di essere in guerra almeno con il proprio opposto.
DOCUMENTI
Eraclito, figlio di Blosone o, secondo alcuni, di Eracanto, nacque ad Efeso. Fiorì nella sessantanovesima olimpiade. Fu altero quant’altri mai e superbo […]Avendolo i suoi concittadini pregato di dar loro delle leggi, rifiutò per la ragione che la città era ormai dominata da una cattiva costituzione8. Ritiratosi nel tempio di Artemide, si mise a giocare ai dadi con i fanciulli: agli Efesi che gli si facevano attorno, disse: «Perché vi meravigliate, o malvagi? Non è forse meglio far questo che occuparsi della città in mezzo a voi?.»Alla fine, per insofferenza verso gli uomini, ritiratosi dalla vita civile, visse sui monti, cibandosi di erbe di piante.
DK 22 A 1
Di questo Dόόόό99che è per sempre gli uomini non hanno intelligenza, sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo; benché infatti tutte le cose accadano secondo questo logos essi assomigliano a persone inesperte, pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego, distinguendo10 secondo natura ciascuna cosa e dicendo com’è. Ma agli altri uomini rimane celato ciò che fanno da svegli, allo stesso modo che non sono coscienti di ciò che fanno dormendo.
DK 22 B 1
Bisogna quindi seguire ciò che è comune. Ma pur essendo questo logos comune, la maggior parte degli uomini vivono come se avessero una loro propria e particolare saggezza.
DK 22 B 2
Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo, siamo e non siamo.
DK 22 B 49
L’opposto concorde e dai discordi bellissima armonia.
DK 22 B 8
Polemos è madre di tutte le cose, di tutte la regina; e gli uni disvela come dei e gli altri come uomini, gli uni fa schiavi11 agli altri liberi.
Bisogna però sapere che la guerra è comune (a tutte le cose), che la giustizia è contesa e che tutto accade secondo contesa e necessità.
DK 22 B 53 e B 80
Congiungimenti sono intero e non intero, concorde e discorde, armonico e disarmonico, e da tutte le cose l’uno e dall’uno tutte le cose.
Non comprendono come, pur discordando in se stesso, è concorde: armonia contrastante come quella dell’arco e della lira.
Una e la stessa è la via all’in su e la via all’in giù.
DK 22 B 10, B 51 e B 60
Il pensiero di Parmenide è completamente opposto a quello di Eraclito dato che secondo la sua filosofia il divenire è solo apparenza e solo basandosi esclusivamente sulla eòòò cioè l’opinione, posso notare che tutto scorre. In realtà se volessi cercare veramente la ̉̉̉ήήήήήή(verità) e se quindi mi basassi solo sulla ragione noterei che
L’ESSERE È E IL NON ESSERE NON È
Una cosa per esistere deve mantenere unità ed una entità propria e costante che quindi non le consente alcun mutamento. Se questa cambiasse negherebbe la sua stessa natura e diventerebbe apparente, cioè sarebbe una cosa percepibile dai sensi che viene rielaborata e razionalizzata. Se fosse possibile il mutamento una sostanza perderebbe la sua vera essenza.
L’essere per Parmenide deve avere determinate caratteristiche e deve rispettarle tutte:
 INGENERATO altrimenti sarebbe generato da qualcos’altro che sarebbe non - essere
 ETERNO se no in passato o il presente sarebbero non - essere
 IMMOBILE altrimenti si muoverebbe verso qualcosa che è non – essere dato che non manca di nulla
 IMMUTABILE se mutasse negherebbe il suo essere precedente e cadrebbe nel non - essere
 UNICO altrimenti ci sarebbero dei non – essere che li dividono
 OMOGENEO altrimenti o le parti sarebbero diverse, ma una sola sarebbe stata essere, o sarebbe stato di viso da qualcosa che non è essere
 FINITO la finitezza indica la perfezione e l’essere deve esserlo.
Tutte queste caratteristiche definiscono una forma geometrica perfetta: la sfera.
Secondo le sue tesi quindi noi tutti saremo non – essere che basa le sue ipotetiche conoscenze su opinioni fallaci perché date solo dai sensi che spesso errano.
Zenone era discepolo di Parmenide e, rimediando alle pecche del suo maestro, trovò delle dimostrazioni alle sue teorie. La sua tecnica si basava sulla dimostrazione per assurdo.
DIMOSTRAZIONI CONTRO LA PLURALITA’.
Le cose sono molte allora saranno finite e infinite, finite perché non possono essere né più né meno di quante sono, infinite perché per dividerle ce ne serve un’altra e questo può avvenire all’infinito.
Le cose sono costituite da molte unità se non hanno grandezza non c’è neanche l’ente, se ne sono dotate allora l’oggetto dotato di infinite unità sarà infinito.
CONTRO IL MOVIMENTO
Lo stadio se presuppongo che lo spazio sia divisibile allora io non posso correre per uno stadio perché devo arrivare prima alla metà, ma prima alla metà della metà e così all’infinito.
Achille e la Tartaruga Achille non raggiungerà mai la tartaruga perché prima dovrà compiere metà dello spazio che lo divide da lei ma prima ancora la metà della metà e così via………
La Freccia la freccia ogni istante occupa un frammento di spazio diverso pari alla sua dimensione (come in un fotogramma) e quindi in ognuno di questi essa è immobile e da un insieme di cose immobili non ottengo certo il movimento.
I filosofi che seguiranno tenteranno inutilmente di smontare queste teorie apparentemente assurde e illogiche ma che in realtà sono inconfutabili.
1 Non può parlare dell’acqua comune perché una parte non può generare il tutto.
2 Ciò che rende uguali anche due cose diverse.
3 Partendo dalla considerazione che dove c’è vita c’è acqua, estende la sua osservazione e ne fa principio metafisico quando asserisce non solo che le cose per vivere necessitano di acqua, ma che tutte sono acqua.
4 άάάάάάάάάάprivo di limiti
5 ύύύ in greco è l’aria o anche il soffio vitale che esce dall’uomo con la morte.
6 Vengono considerati tali perché essendo sfere sono perfetti perché hanno tutti i punti equidistanti dal centro.
7 I filosofi naturalisti sono coloro i quali hanno individuato l’ ̉ ή in elementi naturali.
8 A lui non piaceva la democrazia preferiva giocare a dadi anche perché giudicava sbagliato proprio il sistema.
9 Coincide con l’ ̉ ή e con il principio infinito.
10 L’errore che compie l’uomo è quello di separare gli elementi che costituiscono la realtà non vedendoli come un tutto armonico, e quindi non vedono cosa c’è alla base della realtà.
11 Schiavitù e libertà sono opposte e inevitabili, naturali perché lo schiavo si sacrifica per l’unità dell’uno.
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