Appunti per Diritto

Materie:Appunti
Categoria:Economia
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Testo

Le imposte dirette sul patrimonio colpiscono il valore del p.n. , considerato come fonte autonoma di cap. contr. In Italia c’è l’ICI,l’imposta di registro e sulle successioni. Può essere ordinaria(è annuale ed è commisurata al valore del p.n. del contribuente, aliquote proporzionali di entità ridotta, impiegata per una + equa giustizia) e straordinarie(applicata occasionalmente).
Le imposte indirette colpiscono le manifestazioni indirette della cap. contr., le caratteristiche generali sono l’elasticità(con l’aumentare del reddito nazionale aumentano anche i consumi) e sono divisibili(i contribuenti pagano all’atto dell’acquisto); le imposte generali sugli scambi(imposte indirette che colpiscono gli scambi di beni e servizi fra produttori, commercianti e consumatori; IVA; vantaggi = vasta base cioè elevato gettito, l’incidenza è scarsamente avvertibile, commisurate ai prezzi, combattono l’inflazione; svantaggi = trattamento sfavorevole per le merci esportate, distribuzione iniqua del carico tributario) Le imposte speciali sui consumi(colpiscono il reddito nel momento in cui viene speso, si riferiscono solo ad alcuni beni e servizi, es. imposte di fabbricazione, caratteristiche = elasticità, divisibilità, economicità di gestione; per lo Stato non è facile decidere chi colpire, infatti se colpisce beni di prima necessità, diventa regressiva in quanto colpisce i + poveri) Le imposte sui trasferimenti(colpiscono gli atti di trasmissione della proprietà, di costituzione di diritti reali sulle cose altrui, es. imposta di bollo e di registro) I dazi doganali( vengono riscosse nel momento in cui una merce entra nel territorio nazionale, ne esce o lo attraversa; sono divisi per finalità = dazi protettivi -proteggono la produzione interna- e dazi fiscali –procurare entrate allo Stato-, tecnicamente = dazi specifici –calcolati in relazione alla quantità della merce- e dazi ad valoreum –commisurati al valore della merce-, stanno perdendo importanza.
Il principio della cap. contr. è alla base di tutte le teorie moderne, per cui il carico tributario deve essere suddiviso in modo da rispettare le esigenze di giustizia sociale. Principio del sacrificio uguale di J. S. Mill( ciascun contr. deve pagare l’imp. In modo che il suo sacrificio sia = a quello di tutti gli altri: l’utilità tot. che l’imp. gli sottrae deve uguagliare quella detratta a tutti gli altri sogg. ; non porta a conclusioni nella scelta fra proporzionale e progressiva, lascia indeterminato il problema della scelta dell’imposta ottimale); Principio del sacrificio proporzionale di Cohen Stuart( l’imp. deve essere distribuita fra i cittadini in modo che ciascuno sopporti la stessa proporzione di sacrificio: ogni contr. deve pagare l’imp. in modo che per tutti sia = il rapporto fra utilità tot. sottratta dall’imp. e l’utilità tot. precedente il prelievo dell’imp.; cioè la progressiva); Principio del sacrificio minimo di Edgeworth( le imp. devono essere ripartite fra i contr. in modo che sia minimo il sacrificio tot. causato dal prelievo delle stesse; cioè prelevate ai + ricchi visto che il sacrificio è tanto minore quanto maggiore è il reddito, ipostazione progressiva) non sono applicabili nella realtà
La teoria della cap. contr. di A. Wagner, le imp. vanno ripartite fra i cittadini avendo riguardo alla loro cap. contr., cioè alla loro idoneità a pagare le imp., desumendola da elementi oggettivi, come il reddito o il patrimonio.Alcuni principi tributari: esenzione dei redditi minimi, considerazione delle condizioni personali del contr. , discriminazione qualitativa dei redditi –è diverso un reddito anche se di = importo proveniente da lavoro o da rendite. Si privilegia il reddito da lavoro attraverso una diversa aliquota e il ricorso alle imp. di patrimonio- Questa teoria viene usata nelle legislazioni moderne con il principio della progressività dell’imp.
La pressione tributaria, per misurare l’entità dell’onere che grava sui contr., è il rapporto fra i tributi pagati dai contr. e l’ammontare del reddito nazionale in det. periodo.P=T/Y. La pressione fiscale è data dal rapporto fra le entrate fiscali e il reddito nazionale, la pressione sociale e data dal rapporto fra entrate parafiscali e il reddito nazionale, la pressione finanziaria è data dal rapporto fra il tot. della spesa pubblica e il reddito nazionale.R=S/Y.
I valori-limiti della pressione trib. Non è possibile stabilire il livello ottimale, dato che sono moltissimi i fattori che concorrono a determinare l’incidenza globale delle imp., non deve però scendere sotto un livello minimo o superare il massimo. Effetti negativi: un’elevata pressione trib. può spingere gli imprenditori a diminuire la produzione, ma può anche accadere il contrario; elevati introiti statali possono far aumentare la spesa pubblica, con effetti inflazionistici, un’alta pressione tributaria diminuisce il reddito disponibile del contr., le imp. elevate determinano l’emigrazione di capitali all’estero, un eccesso di pressione tributaria spinge i contr. ad evadere le imp.
A. Laffer, esponente della supply-side economics, ha formulato una teoria per cui un sistema economico produce tanto di + quanto meno è appesantito dalla presenza dello stato con l’attività di prelievo fiscale
Il drenaggio fiscale è l’inasprimento della progressività che si verifica quando, aumentando il livello generale dei prezzi, i redditi monetari sono sospinti verso l’alto a causa dell’inflazione, venendo quindi colpiti da un’aliquota + elevata. Aumenta la progressività dell’imp. x’ riduce il valore reale delle detrazioni e delle esenzioni concesse al contr., e spinge i redditi verso scaglioni + alti e quindi i contr. vengono maggiormente colpiti, soprattutto le classi + povere visto che le aliquote applicate ai primi scaglioni sono + elevate, e che l’inflazione colpisce i lavoratori dipendenti con la ritenuta mensile al fronte

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