Umanesimo e Rinascimento

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Umanesimo e Rinascimento
Negli ultimi decenni del XIV secolo prese vita un fenomeno culturale che segnò profondamente prima l’Italia e poi tutta l’Europa: l’Umanesimo. L’elemento caratterizzante di questo processo fu il ritorno e la riscoperta dell’antichità classica, in contrapposizione con il Medioevo, considerato un periodo oscuro. Gli Umanisti cercano di far rivivere quelle qualità che avevano reso tanto fiorente e grande la cultura antica.
Viene esaltata la dignità e la capacità di agire nel mondo. Questo concetto è approfondito da Manetti, Pico della Mirandola e Marsilio Ficino.
• Manetti sostiene che l’uomo è superiore in quanto possiede la capacità di scegliere la propria condotta di vita e il proprio destino, rivaluta i piaceri sensibili, elementi essenziali per la vita semplice e serena, e afferma che solo il corpo dell’uomo è atto ad intendere e operare.
• Pico della Mirandola afferma che la dignità dell’uomo sta nel poter scegliere la propria formula di vita: esso può essere divino e vivere come gli animali.
• Ficino ritiene che l’uomo sia simile a Dio, non è schiavo della natura in quanto sa imitare le opere perfette della natura ma sa anche migliorare quelle imperfette, sa utilizzare alcuni elementi naturali e si prende cura degli animali come Dio si prende cura degli umani e delle creature.
L’Umanesimo nasce in Italia, in un clima fiorente e di ricchezza, dalla lettura dei classici antichi che fungevano da tramite per il recupero degli autentici valori. Parallelamente a questa nuova corrente nacque anche una scienza, la filologia, cioè l’indagine critica sui testi e sui documenti volta a stabilirne l’autenticità. Il principale filologo fu Lorenzo Valla che, nel 1440 dimostrò che la “donazione di Costantino” a papa Silvestro, sulla quale era fondato il potere di legittimità temporale dei pontefici, era in realtà un falso.
In una prima fase, l’Umanesimo fu soprattutto una riscoperta della romanità, il greco era ancora una lingua sconosciuta, resa accessibile solo verso la fine del trecento grazie all’aiuto di dotti provenienti dall’Impero bizantino; in particolar modo il Concilio tenutosi a Firenze nel 1439, fu un importante momento di scambio culturale. Marsilio Ficino tradusse i testi di Platone e, intorno a lui si costituì l’Accademia Neoplatonica.
L’educazione doveva essere finalizzata a formare un uomo virtuoso, impegnato nella dimensione civile; si studiavano non solo gli studia humanitatis, le discipline letterarie, ma anche altre, quali l’astronomia, la medicina e la musica. L’ideale di uomo era quello impegnato nella vita politica e civile, dedito alla ricerca delle virtù e della fama.
L’invenzione dei caratteri mobili in metallo fu un’importante scoperta del 1450, ad opera di Gutemberg, egli creò dei caratteri in piombo, “tipi”, che venivano assemblati per comporre pagine intere e che potevano essere riutilizzati infinitamente; il primo libro stampato, “icunambolo”, fu la bibbia e costò 4 anni di lavoro. Il libro stampato era accessibile a un pubblico più vasto, inoltre ci fu un’altra importante scoperta ad opera di Manunzio: i libri in piccolo formato.
-L’Umanesimo Cristiano-
valla sosteneva che il dovere del vero cristiano era l’imitazione di Crist, non la ricerca della perfezione nei chiostri, egli richiamava a una dimensione intima e spirituale della fede, contro l’esteriorità dei riti.
Il principale tra gli Umanisti Cristiani fu Erasmo da Rotterdam, ammiratore di Valla e influenzato durante la sua formazione dal movimento religioso “devotio moderna” che sosteneva la lettura personale della Bibbia, contribuì a diffondere il nuovo sentimento religioso, era tollerante e critico nei confronti delle strutture della società. Il cristianesimo era l’annuncio di un patto scritto con Dio e i fedeli dovevano essere in grado di leggerlo da soli: fu ristabilito il testo autentico della Bibbia con una studio filologico approfondito.
Nel 1487, Pico della Mirandola, convocò a Roma un convegno filosofico sul tema centrale della “dignità dell’uomo”, su quest’idea poggiava il progetto di Pico di una “pax philosophica” e della concordia tra le fedi: un incontro tra le varie formulazioni della verità divina. Con la scoperta del “Nuovo Mondo” l’unificazione con la pace filosofica apparì possibile ma, dopo i primi decenni del Cinquecento, i contrasti tra le varie religioni apparirono sempre più evidenti.
La rinascita culturale e artistica che l’Italia e l’Europa vissero tra Quattrocento e Cinquecento, fu chiamata “Rinascimento”, per indicare il radicale cambiamento, la svolta rispetto ai secoli precedenti; esso rappresentava la riscoperta dell’uomo, della sua centralità, del mondo e della natura. L’uomo è considerato artefice del proprio destino.
Si moltiplicano le Accademie, centro di ritrovo culturale, alle quali si affiancano anche le corti.si diffonde il mecenatismo, ovvero la protezione che gli uomini ricchi davano agli artisti in cambio della loro arte, volta a esaltare la bellezza, la potenza e la ricchezza delle corti.

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