Umanesimo e Rinascimento

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Umanesimo e Rinascimento

Nel corso del 14 secolo si avviò un grande processo di trasformazione culturale, che ebbe il suo culmine in Italia fra ‘300 e ‘400, quando, con lo sviluppo del movimento umanistico, si affermò una nuova concezione dell’uomo e del suo rapporto col mondo. Alla base vi fu il consolidarsi delle realtà cittadine e di un’economia i cui settori più vivaci erano rappresentati dai ceti urbano-mercantili, portatori di modelli e di pratiche di vita che si differenziavano in maniera profonda da quelli delle società agricole e che determinarono innanzitutto una diversa concezione del tempo e dello spazio, e, in campo scientifico il rifiuto della cosmologia aristotelico-tolemaica, lasciando spazio a una nuova visione dell’universo come spazio infinito.
Il processo di trasformazione culmina in Italia tra il ‘300 e il ‘400 con lo sviluppo dell’Umanesimo. L’affermazione di una classe dirigente laica, spezzando il monopolio dei chierici sulla cultura e poi mettendo in crisi l’insegnamento scolastico nelle università, induce a nuovo atteggiamento verso le “humanae litterae” e a una ripresa degli studi classici, alimentata anche dal crescente apporto di intellettuali greci. Ambiente cittadino e ritorno alla classicità sono i poli entro cui si sviluppa l’esperienza umanistica, che ha il suo centro propulsore nelle città italiane, in primo luogo a Firenze. Tema centrale dell’Umanesimo è la realtà degli uomini nelle dimensioni concrete dell’esistenza terrena; di qui, il riconosciuto valore della vita attiva e dell’impegno politico-civile, l’esaltazione dell’uomo come libero artefice del proprio destino, l’interesse per la pedagogia e il processo formativo-educativo.
I molteplici legami che intercorrono tra umanesimo e scienza, nel recupero dei testi della scienza antica, fanno sì che si affermi una interpretazione matematico-geometrica del mondo e un’attività di artisti-scienziati che fondano il loro lavoro su solide basi teoriche e conoscenze tecniche.
La riscoperta della civiltà classica e il rinnovato fervore di studi delle testimonianze dell’antichità, determinano una presa di posizione polemica nei confronti della cultura medievale che, pur non ignorando i classici, li aveva però letti senza consapevolezza critica. Da ciò deriva il definirsi dei concetti correlati dio “Rinascimento” e “Medioevo”, il lungo spazio tra il passato antico e il presente della rinascita culturale.
Lo spirito di libertà e anticonformismo che segna le prime esperienze umanistiche declina progressivamente nel corso del ‘400,in rapporto alla funzione delle corti, che avviano una politica di “mecenatismo” al fine di acquisire all’interno il consenso dei sudditi e di mantenere alta all’esterno la fama della corte; così che la munificenza dei signori, oltre a esercitare un ruolo di stimolo culturale, si rivela un efficace strumento di governo.
Nel sistema della comunicazione scritta un grande rivolgimento si avvia nella seconda metà del 15 secolo, grazie all’invenzione dei caratteri mobili per la stampa che, abbassando i costi e i tempi di produzione, consentono una disponibilità e una diversificazione dei testi fino ad allora irragiungibili.

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