Lettere a Lucilio (Seneca), libro V lettera III

Materie:Versione
Categoria:Latino

Voto:

2.5 (2)
Download:129
Data:24.04.2000
Numero di pagine:4
Formato di file:.txt (File di testo)
Download   Anteprima
lettere-lucilio-seneca-libro-lettera-iii_1.zip (Dimensione: 3.26 Kb)
trucheck.it_lettere-a-lucilio-(seneca),-libro-v-lettera-iii.txt     6.73 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

LETTERA IV

AMMONISCE L'AMICO CHE SI TENGA LONTANO DALLE

DIALETTICHE SOTTIGLIEZZE DI CERTI FILOSOFI, E LO

INVITA A LEGGERE I SUOI LIBRI

Ti lagni che hai costм scarsezza di libri: ma ciт che importa non и averne molti ma averli buoni. Una lettura molto attenta giova, una lettura varia diletta. Chi vuole arrivare dove si и proposto, percorra una sola via, e non divaghi per molte vie: questo non и andare ma andare errando. Tu mi dici: "vorrei che mi dessi meno consigli e piщ libri." Io sono disposto a mandarti tutti quelli che ho ed a vuotare tutta la mia biblioteca; anzi se potessi trasporterei costа me stesso e se non sperassi che tu ottenga presto il termine della tua carica, mi sarei imposta questa senile spedizione e non mi avrebbero spaventato nй Scilla ne Cariddi, nй codesto favoloso stretto. Avrei passato il mare non solo per nave ma a nuoto, purchй avessi potuto venire ad abbracciarti e giudicare di presenza come l'animo tuo sia cresciuto. D'altronde io non mi reputo piщ scrittore per il fatto che tu desideri leggere libri da me composti, come non mi reputerei piщ bello per il fatto che tu desiderassi avere un mio ritratto. Questo tuo desiderio и manifestazione di benevola indulgenza, e non и la espressione di un giudizio, e se anche и un giudizio, te l'ha perт imposto la tua indulgenza. Ma qualunque sia il loro valore, tu leggi questi libri tenendo conto che io non pretendo di sapere la veritа ma la cerco ostinatamente. Io non mi sono assoggettato a nessuno e di nessuno porto il nome; tengo gran conto del pensiero degli uomini grandi, ma rivendico l'indipendenza del mio pensiero, perchй anche essi non ci hanno lasciato soluzioni definitive ma problemi da risolvere, e forse avrebbero risolto i problemi necessari se non avessero inseguito anche quelli inutili. Essi hanno perduto molto tempo in cavillosi giochi di parole e in un inutile esercizio di capziose sottigliezze. Noi facciamo dei nodi attribuendo alle parole un doppio ambiguo significato per lavorare poi a scioglierli. Ora dimmi: abbiamo proprio tanto tempo libero per questo vano lavoro? Abbiamo giа imparato a vivere e a morire? Con tutte le forze dobbiamo guardarci dall'inganno non delle parole ma delle cose. E' perfettamente inutile che tu mi tracci distinzioni sottili fra parole di significato affine che possono trarre in inganno soltanto quando disputiamo. Sono le cose che traggono in inganno, e quelle tu devi chiaramente discernere. Troppo spesso noi abbracciamo i mali credendoli beni e desideriamo il contrario di quello che abbiamo desiderato: contrastano fra loro le nostre aspirazioni e contrastano fra loro i nostri propositi. L'adulazione come somiglia all'amicizia! E non solo la imita, ma la supera, e se la lascia addietro. Accolta con orecchie aperte e con tutto il favore, discende in fondo al cuore e riesce a piacere proprio per il danno che ci arreca. Insegnami come io possa riconoscere questa somiglianza e non fare confusione.
Viene da me con aria di amico un nemico lusingatore, il vizio s insinua sotto il nome di virtщ, la temeritа si cela col titolo di fortezza, l'ignavia si chiama moderazione, e il timido si fa passare per prudente: proprio queste somiglianze ci portano ad errori pericolosi, e tu fissa bene i certi segni di distinzione. D'altronde un tale interrogato se abbia le corna non и cosм stolto da toccarsi la fronte, e d'altra parte non и cosм inetto e stupido che sapendo di non averle si lasci persuadere del contrario dai sottili argomenti. Questi scherzi ingannano senza nuocere come i bussolotti e le pallottole dei prestigiatori, che mi divertono proprio coll'inganno. Fai che io capisca il segreto del gioco ed io non mi ci diverto piщ. Lo stesso ti dico di queste sottigliezze ingannatrici, che non potrei chiamare meglio che sofismi. Non nocciono a chi li ignora e non giovano a chi li conosce. Se vuoi veramente risolvere le ingannevoli ambiguitа delle parole, dimostraci che non и felice colui che, il volgo ritiene tale, ed ha accumulato grande quantitа di denaro, ma и colui che ha i beni nella interioritа dell'anima sua, и l'uomo diritto ed eminente che calpesta le cose ammirate dagli altri e che non accetterebbe di cambiare la sua sorte con nessun altro, и l'uomo che stima l'uomo per quella parte di lui per la quale и uomo, и colui che ritiene quale maestra la natura e si conforma alle sue leggi, che vive secondo che essa prescrive, colui che da nessuna forza puт essere privato dei propri beni, e riesce sempre a volgere il male in bene, и l'uomo sicuro nei suoi propositi, fermo ed intrepido, che da qualsiasi forza esteriore puт ricevere danno ma non turbamento, colui che la fortuna pur scagliando il piщ terribile dardo punge ma non ferisce e punge anche di raro: gli altri colpi della fortuna meno gravi che continuamente travolgono il genere umano, rimbalzano come la grandine che battendo sui tetti crepita e poi si scioglie senza alcun danno per colui che vi abita.
Non trattenermi dunque in queste che tu stesso chiami menzogne e sono materia di tanti libri. Ecco, per me tutta la vita и menzogna; tu devi mettere la menzogna in evidenza e se hai acume sufficiente, riportare la vita sul cammino della veritа. Si giudicano necessarie cose che per la maggior parte sono superflue e se anche non superflue non hanno in sй un valore tale da rendermi fortunato e felice. Non si puт dire infatti che una cosa rappresenti un bene solo perchй и necessaria. Svaluteremmo il bene se dessimo questo nome al pane, alla polenta e a tutte quelle altre cose senza cui non ci si mantiene in vita. Ciт che и bene и anche necessario, ma ciт che и necessario non и per ciт stesso bene, giacchй vi sono cose necessarie che non hanno il minimo valore. Nessuno ignora fino a tal punto la dignitа del bene da abbassarlo al livello di queste cose utili per la vita giornaliera. E che dunque? Ma non и meglio che tu volga le tue cure a mostrarci come si cercano con grande dispendio di tempo cose superflue e come molti hanno addirittura trascorsa la vita cercando gli strumenti della vita stessa? Considera gli uomini singolarmente ad uno ad uno e considerali nel loro insieme: non ve n e uno che non viva collo sguardo sempre volto al domani. Mi chiedi che male vi sia in ciт? Un male immenso. Essi infatti non vivono, sono sempre in attesa di vivere: rimettono ogni cosa al futuro. Certo se anche noi concentrassimo tutta la nostra attenzione sulla vita, essa ci sorpasserebbe sempre correndo avanti: ma se noi temporeggiamo inerti, essa passa oltre, come cosa che non ci appartenga, ad ogni giorno si logora, finchй all'ultimo finisce. Ma per non superare la giusta misura di una lettera, che non deve riempire la mano sinistra del lettore, rimanderт ad un altro giorno la questione coi dialettici troppo sottili nel ragionare che hanno il torto di occuparsi solo di queste sottigliezze e non di altro. Addio.

Esempio