Lettera a Lucilio, Seneca, Libro II Lettera III

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Testo

LETTERA III

DOBBIAMO ESERCITARE PIЩ L'ANIMO CHE IL CORPO

Era usanza degli antichi conservata fino al tempo mio premettere alle lettere queste parole: " se tu stai bene, ne sono lieto, io sto bene. " Noi invece giustamente diciamo: " se fai della filosofia ne sono contento. " Chй star bene non и infine altro che questo, e senza questo l'animo и ammalato, ed и ammalato il corpo anche se fortissimo, perchй in tal caso и valido come puт esser valido il corpo di un furioso o di un frenetico. Pertanto abbi cura soprattutto della salute dell'animo e poi abbi cura anche della salute dell'altro' che non ti costerа grande fatica se vorrai stai bene. Certo perт и una occupazione stolta che non si adatta ad uno studioso non solo curare la salute, ma esercitare i muscoli, ingrossare il collo e rinsaldare i fianchi: per quanto un felice nutrimento si sia tradotto in prosperitа di corpo e siano ingrossati i muscoli, non giungerai certamente mai ad uguagliare nй la forza nй il peso di un bue. Aggiungi poi che aggravato da un corpo piщ pesante l'animo perde di agilitа. Perciт vedi di tracciare per quanto puoi dei limiti al corpo e lascia maggior libertа all'anima. Molti sono gl'incomodi a cui si va incontro quando ci si occupa troppo del corpo. La fatica di esagerati esercizi fisici esaurisce le forze dell'animo e quindi toglie la capacitа di intensa attenzione e di studi severi e la soverchia abbondanza del cibo ottunde ogni finezza dell'ingegno. Si aggiunga ancora che per solito vengono chiamati a fare da istruttori schiavi della peggiore razza, uomini che passano il loro tempo fra l'olio e il vino e che sentono di aver passata la giornata secondo loro gradimento se hanno sudato molto e se al posto del sudore hanno ingerito abbondante bibita che a digiuno va piщ a fondo. Bere e sudare и tutta la vita dei sofferenti di stomaco. Vi sono esercizi facili e brevi che danno subito un po' di stanchezza al corpo e vi permettono di risparmiare tempo del quale bisogna tenere gran conto: corsa oppure movimento di mani con qualche peso, o diversi tipi di salto, in alto o in lungo, oppure quell'altro tipo di salto che ricorda i sacerdoti salii, e per ricorrere ad un esempio meno nobile i lavandai: scegli fra questi esercizi semplici e facili quello che piщ ti piace, ma qualunque tu scelga, torna subito dal corpo allo spirito; questo esercitalo notte e giorno; basta ad alimentarlo una attivitа moderata. Nй il freddo, nй il caldo e nemmeno la vecchiaia impedisce di esercitare le forze dell'animo. Cura dunque quel bene che si fa migliore col passare degli anni.
Non voglio dire che tu debba stare continuamente chino sui libri o sulle tavolette: bisogna pur concedere un po' di riposo anche al lavoro dell'anima, in modo che ne possa avere qualche ristoro e cosм non infiacchirsi. Un po' di passeggio mette il corpo in movimento e non impedisce lo studio, non t'impedisce di leggere e dettare, di parlare e ascoltare; tu puoi anzi fare tutte queste cose anche camminando. E dovrai anche cercare di rafforzare e distendere la voce; ma non voglio che tu faccia questo innalzando la voce con un succedersi di gradi e toni precisi per poi riabbassarla. Se ti piaccia apprendere anche come si deve passeggiare, allora chiama a te alcuno di quelli che la fame ha portato a farsi maestri di tali metodi: troverai quello che saprа regolare i tuoi passi e notare i movimenti che tu fai delle gote mangiando; egli continuerа fino a che la tua pazienza e la tua credulitа glielo permetteranno. Vorrai tu invece cominciare subito a gridare con esasperati scatti di voce? No, tu a poco a poco ti scalderai come и naturale e come fanno i litiganti in tribunale, che cominciano parlando con calma e passano poi a gridare: nessuno implora subito la clemenza dei Quiriti. Perciт tieni un tono ora piщ veemente ora piщ calmo, secondo come l'animo ti consiglia e la voce stessa ti porta. E quando tu hai raccolta la voce, bada che essa non deve cadere ma deve scendere moderatamente, deve venir fuori dalla parte di mezzo della bocca e non uscire con quella furia che и costume dei rustici ignoranti. Noi infatti facciamo tutto questo non per educare la voce ma perchй la voce stessa compia una funzione educatrice.
Credo di averti tolto un non piccolo imbarazzo, ma ancora non ho pagato il piccolo onorario dovuto: aggiungiamo al bene fatto questo greco segnalato ammaestramento: " una vita stolta и ingrata, sempre piena di ansie e sempre tutta rivolta all'avvenire. " Tu mi chiedi, " chi ha detto questo? "Lo stesso che abbiamo citato avanti. Quale vita credi tu che venga detta stolta? Quella di Baba e di Issione? No, la nostra vita puт esser detta stolta in quanto che noi siamo presi da una cieca cupidigia che ci travolge verso cose che ci nuoceranno o che almeno non avranno capacitа di appagarci; si cade nella stoltezza quando non si riflette che, se certe cose che sono oggetto della nostra cupidigia avessero la capacitа di appagarci, questo appagamento sarebbe giа avvenuto, quando non pensiamo quale dolcezza sia non chiedere nulla, come sia magnifico sentirsi pienamente soddisfatti e indipendenti dalla fortuna. Pertanto ricorda subito quante cose hai giа conseguito, o Lucilio. Guarda pure quanti ti stiano avanti ma poi pensa quanti vengano dietro dite. Se vuoi essere grato agli Dei e alla tua stessa vita, pensa quanti tu hai sorpassati. Ma che ne viene a te dalla tua posizione verso gli altri? L'importante и che hai sorpassato te stesso. Stabilisci un limite che tu non voglia superare anche potendolo, e mettiamo da parte quei beni che appaiono sempre tanto migliori a quelli per i quali sono ancora oggetto di speranze e perdono valore per quelli che li hanno raggiunti. Se vi fosse in essi qualche cosa di consistente riuscirebbero un certo momento a saziare: invece non fanno che stimolare la sete in chi beve. Mettiamo da parte
le appariscenti esterioritа: e quanto a quello che la sorte incerta ci prepara per il futuro, piuttosto che impetrare dalla fortuna che me lo conceda, molto meglio и persuadere noi stessi a non chiederlo. Perchй dovrei sempre chiedere e accumulare dimenticando la fragilitа umana? Diciamoci: ecco, questo и l'ultimo giorno o almeno и vicino all'ultimo. Addio.

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