Lettere a Lucilio (Seneca) - Libro IV - Lettera VIII

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Testo

LETTERA VIII
NON E FACILE L'ESERCIZIO DELLA VIRTЩ
Tu hai promesso di diventare uomo virtuoso e a questo ti sei impegnato con giuramento che и per un'anima buona il vincolo piщ grande. Chi ti dicesse che si tratta di un dolce facile esercizio si burlerebbe di te, ed io non voglio che tu sia ingannato. Colle parole della stessa formula si accetta questo nobilissimo impegno e si accetta anche quell'altro impegno cosм turpe: "essere bruciato legato ucciso col ferro." Da quelli che danno a nolo le braccia per il circo e mangiano e bevono ciт che poi per triste compenso restituiscono col sangue si pretende solo che pur di mala voglia si sottomettano a quei patimenti: a te si chiede che li si accetti con libera volontа e anche con piacere. A quelli и lecito abbassare le armi e cercare la compassione del popolo: tu non hai sottomissioni da fare, nй puoi chiedere la vita, tu devi morire in piedi, superiore ad ogni forza avversa. Che cosa ti giova guadagnare pochi giorni e anche pochi anni? Noi nasciamo sottoposti ad una necessitа che non ammette grazia. "Dunque", tu mi dirai, "come potrт liberarmi? " Tu non puoi sfuggire alla necessitа ma puoi vincerla. "La via si apre colla forza "e la filosofia l'aprirа. Volgiti perciт alla filosofia se vuoi essere salvo, tranquillo e felice, se vuoi raggiungere il bene massimo, cioи essere libero. Tu non puoi raggiungerlo con altri mezzi. La stoltezza и cosa bassa, abbietta, sconcia, servile, soggetta a molte crudelissime passioni. Solo la sapienza che и poi la sola libertа, puт allontanare da te queste dure tiranne che talora comandano alternandosi e talora anche insieme. Per arrivare ad essa c'и una sola via, ma diritta e non potrai errare se procederai con passo sicuro. Se vuoi sottomettere a te tutte le cose sottometti te stesso alla ragione. Da essa apprenderai le cose che devi fare e come devi farle e cosм non sarai vinto dalle circostanze. Non mi potrai citare nemmeno uno che sappia come egli abbia cominciato a volere le cose che vuole: il fatto и che ognuno и sempre stato spinto a volere da un impulso cieco e non guidato dalla ragione. Altrettanto spesso la dea fortuna coi suoi casi imprevisti ci viene incontro, e noi andiamo incontro ad essa. Ora diciamoci che и vergogna non andare ma essere trascinati e poi trovandoci in mezzo alla tempesta domandare con meraviglia: "ma come mai sono giunto qui? " Addio.

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