Lettere a Lucilio (Seneca) - Libro IV - Lettera X

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Testo

LETTERA X

BISOGNA VOLGERE A BUON FINE GLI IMPULSI DELL'ANIMA.

Ti comporrт i commentari che desideri, diligentemente ordinati e raccolti in breve spazio: ma vedi un po' se non giovi piщ la comune forma di esposizione piuttosto che questa che oggi si chiama generalmente breviarium (compendio) e che altra volta con parola latina veniva chiamato summarium (sommario). Quella forma antica serve soprattutto a chi deve imparare, questa invece a chi giа sa; quella insegna, questa richiama le cose giа studiate. Ma io ti farт avere ricchezza d'insegnamenti nell'una e nell'altra forma. Tu non devi pretendere da me questo o quell'autore: colui che presenta un altro perchй dia notizia di lui и uno sconosciuto. Scriverт dunque ciт che tu vuoi, ma alla mia maniera: intanto hai presso di te molti autori, i cui scritti non so se portino un sufficiente ordine. Prendi in mano l'indice dei filosofi e questo varrа a svegliarti senz'altro mostrandoti quante persone hanno lavorato per te. Bramerai di essere anche tu uno della loro bella compagnia, poichй un animo generoso porta in sй questo di veramente buono, che si sente spontaneamente spinto verso tutto ciт che и onesto. Le cose basse e volgari non possono dilettare un uomo di superiore indole; invece le cose grandi si presentano con un aspetto di bellezza che richiama e porta in alto. La fiamma si leva dritta e non puт essere livellata al suolo nй piegata, e cosм pute non puт restare quieta: nello stesso modo anche l'animo nostro и in movimento ed и tanto piщ agile ed operoso quanto ha piщ forza di slancio. Ma felice colui che questo slancio rivolge verso fini migliori: egli si sottrarrа al dominio della fortuna, accoglierа con moderazione i favori, smorzerа i colpi delle avversitа e poi disprezzerа le cose che sono per gli altri oggetto di ammirazione.
E' proprio di un animo grande svalutare e spregiare le grandezze e preferire una condizione mediocre ad una eccessiva abbondanza. La mediocritа и utile alla stabilitа e allo sviluppo della vita mentre l'eccessiva abbondanza nuoce proprio per i cattivi effetti del superfluo. Cosм la troppa produzione prostra le biade, cosм i rami sono talvolta infranti dal loro troppo peso, cosм l'esagerata feconditа non perviene sempre a giusta maturazione. Lo stesso avviene agli animi umani, che sono spezzati proprio dal troppo favore della fortuna, che essi volgono non solo a danno degli altri ma anche a danno loro. Vi sono state persone bollate di vergogna dalle loro stesse libidini, come nessuno mai dal suo peggior nemico. Per una sola ragione si puт considerare con qualche indulgenza questa loro sfrenata pazza sete di piacere, che essi stessi soffrono le conseguenze di questa loro condotta. E non certo immeritatamente questa loro sfrenatezza li travaglia, perchй la cupidigia che esce dai limiti naturali non trova piщ confini ai suoi impulsi. Ciт che rimane fedele alla natura trova in essa un suo limite; ciт che и soverchio ed и prodotto dalla libidine non ha piщ limite. Il necessario puт essere misurato dal vantaggio: ma il superfluo con quale norma si puт mai misurare Pur troppo la maggioranza degli uomini si immerge nei piaceri, e, una volta che ne hanno fatto consuetudine di vita, non possono piщ farne a meno: e sono estremamente infelici perchй sono giunti a sentire necessarie le cose che altra volta ritenevano superflue, si sono fatti servi del piacere invece di goderne, e, quello che и. l'estremo dei mali, amano il proprio male. Il momento supremo della sventura si raggiunge quando le cose turpi non solo dilettano ma diventano ragione di compiacimento e non vi и piщ possibile rimedio poichй quelli che erano vizi sono diventate abitudini. Addio.

Esempio