Allevamento delle vitelle da latte

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Testo

Rosati Sandra 5 B

Le modalità di allevamento delle vitelle di razze da latte comportano particolari attenzioni e cure, la cui efficacia può condizionare la futura carriera produttiva. Il candidato illustri le tecniche e gli accorgimenti da adottare in detta fase con eventuali riferimenti a una razza da lui prescelta. Indichi poi il valore nutritivo della razione giornaliera per soggetti di 9-10 mesi di età appartenenti ad una allevamento ad alta produzione lattea

Il primo periodo della vita della vitella , quello che va dalla nascita allo svezzamento, è senz’ altro il periodo più delicato, quello nel quale l’ allevatore deve avere le massime cure per quanto riguarda sia l’ alimentazione che la detenzione del giovane animale.

Le prime cure alla vitella neonata.
Appena la vitella è nata bisogna accertarsi che respiri bene. A tal proposito deve essere liberatà dalle mucosità che le ostruiscono narici e bocca , poi va ripulita con teli di sacco o mannelli di paglia. La madre, in questa operazione, spesso lecca volentieri la vitella neonata, ma bisogna stare attenti che la bovina accidentalmente non rompa il cordone ombelicale della vitella.
Nel caso che l’ animale, subito dopo il parto, sembri privo di vita, occorre attivare l’ operazione tenendolo sospeso per le zampe posteriori e sfregandogli la testa con acqua fredda; se non si ottiene nessun risultato con questa operazione è necessario ricorrere alla respirazione artificiale.;questa operazione viene effettuata nel seguente modo: bisogna stendere la vitella sulla schiena , mentre ritmicamente si alzano e si abbassano gli arti posteriori, le si afferra la lingua e per una ventina di minuti la si tira fuori e la si lascia rientrare, alternativamente 10-15 volte al minuto, mentre una seconda persona comprime , a ritmo, il costato.
Inoltre bisogna accertarsi che sull’ animale bob siano presenti ferite o traumi.

Per quanto concerne il cordone ombelicale , che costituisce, durante la fase di gestazione, il mezzo di unione tra il feto e la placenta, questo deve essere troncato dalla placenta. Il cordone si strappa spontaneamente al momento del parto sotto il peso del neonato. Nel caso che , dopo la sua spontanea lacerazione , rimanesse troppo lungo, il cordone ombelicale va troncato, e non tagliato ( ciò favorisce una migliore cicatrizzazione) a tre- quattro dita dal ventre. Successivamente bisogna disinfettarlo.

In qualsiasi stagione il neonato nasca va messo libero in un recinto al di fuori della stalla, in una luogo protetto dalle correnti d’ aria; per cui l’ animale non deve essere mai legato, ma lasciato libero, così riesce a muoversi da solo e prende forza.

Una cosa molto importante è somministrare il colostro quanto prima, evitando di utilizzare quello di bovine con problemi di mastite; la quantità consigliata come per il latte ricostituito è pari al 10% del peso vivo in due pasti.

Poi la vitella deve essere separata dalla madre entro 12 ore e sistemata in un luogo pulito al riparo dalle correnti d’ aria.

Altre operazioni che devono essere effettuate nei giorni successivi alla nascita della vitella sono : tenere le vitelle in box singoli, limitare il contatto con altri animali e controllare il consumo di alimenti,pulire le attrezzature per il latte ed i ricoveri (è necessario fare tre o quattro settimane di vuoto sanitario),fare attenzione ai primi segnali di malattia (inappetenza, temperatura corporea alterata e occhi lucidi),togliere le corna tra i 10 e i 40 giorni togliere i capezzoli in soprannumero tra i 30 ed i 40 giorni,eseguire il programma di vaccinazioni previsto,attuare lo svezzamento individuale in base al peso ed all’ingestione di mangimi.

In questo periodo l’ allevatore dovrà avere particolare attenzione per la salute degli animali, curandone l’ igiene delle attrezzature dei ricoveri e del personale addetto;vuole ottenere una buona crescita scheletrica (tre o quattro etti di incremento ponderale giornaliero fino allo svezzamento e sette-nove etti nella fase successiva) e un buon sviluppo ruminale che si ottiene mettendo a disposizione fieno buono più mangime e se non si esagera con il latte che va somministrato alla temperatura di 39°C e per stimolare il riflesso esofageo si deve usare sempre la tettarella posta in alto.

Gli alimenti del primo periodo di vita del neonato sono il colostro, il latte bovino, il latte ricostituito, fieno e concentrati.
Bisogna ricordare che il vitello è un monograstico funzionale; infatti nei suoi primi mesi di vita il vitello ha lo stomaco ghiandolare(abomaso) abbastanza sviluppato, mentre i prestomaci (rumine, omaso e reticolo) sono di volume molto ridotto. Il latte che lo stesso vitello assume, difatti, per un riflesso della doccia esofagea arriva direttamente all’ abomaso dove avvengono i processi digestivi.

Il colostro, anche chiamato primo latte, è il prodotto della mammella nei primi giorni successivi al parto. Questo prodotto favorisce l ‘ espulsione del meconio, che è il prodotto del catabolismo fetale del vitello, ed importantissimo poiché trasmette al vitello l’ immunità passiva; infatti questo primo latte è ricco in immunoglobuline , importanti per la formazione degli anticorpi. Al momento della nascita queste proteine si trovano scarsamente contenute nel sangue dei vitelli neonati in quanto, a causa della complessa costituzione della placenta, le immunoglobuline del sangue materno non possono passare nel sangue fetale del neonato. Con l’ alimentazione colostrica delle prime 24-36 ore di vita, queste proteine nel sangue del neonato aumentano notevolmente dando al vitello la difesa immunitaria che gli mancava e preparandolo a fronteggiare l’ insorgenza di eventuali infezioni.

Otto, dieci giorni dopo dopo il parto la secrezione mammaria si fa normale ed il latte può essere usato, oltre che per l’ alimentazione umana e l’ industria, anche per l ‘alimentazione dei vitelli. Il latte, infatti, è l’ alimento ideale per la nutrizione dei giovani nati: l’ alimento capace da solo di assicurarne per un certo tempo l’ accrescimento regolare. Il latte contiene i principi alimentari necessari ai neonati per il loro sviluppo nel primo periodo della vita e , dato lo scarso sviluppo dell’ apparato digerente dei neonati stessi, è per loro possibile utilizzare solamente un alimento concentrato liquido.

In commercio si trovano miscele lattee adatte per essere sciolte in acqua calda e somministrate ai vitelli con il poppatoio con il secchio. Generalmente questi latti ricostituibili sono preparati a base di polvere di latte magro, grassi vegetali e animali, nonché vitamine ed integrativi. Il latte ricostituito, essendo più nutritivo e più completo del latte naturale, può assicurare l’ accresimento regolare dei vitelli per un lungo periodo di tempo.

Per quanto riguarda il fieno destinato ai vitelli deve essere un fieno molto buono , proveniente da erbe falciate giovani, ben conservato e ben appetibile . dato che l’ apparato digerente dei giovani vitelli è inerte e poco voluminoso, e che bisogna cominciare gradatamente a farlo lavorare iniziando con foraggi digeribili e nutritivi, il fieno più adatto è quello di prato polifita ( graminacee e leguminose)di secondo taglio, molto foglioso, falciato giovane e perciò poco legnoso.
Per quanto riguarda i mangimi concentrati hanno la caratteristica di contenere in poco volume molte sostanze nutritive.

Per un buon svezzamento è accrescimento è importante mettere fieno a disposizione per attivare le papille ruminali e il mangime starter va messo a disposizione dal quarto giorno fino a 40-60 giorni dopo lo svezzamento; è meglio se il concentrato è macinato in modo grossolano ed un buon mangime starter deve avere sul 18-20% di Proteine Grezze, 15%di ADF, non più del 25% di NDF ed il 3-5% di grassi;è indispensabile mettere acqua pulita e fresca a disposizione;il rumine sarà funzionale tra i due ed i quattro mesi d’età, quando la vitella riesce a mangiare almeno 1 Kg di mangime al giorno.
Le vitelle da allevamento,contrariamente ai vitelli, possono essere svezzate più precocemente e cioè a 85-90 di età. Anche per vitelle, però, l’ alimentazione del primo periodo di vita deve essere sostanziosa e di poco volume, per passare poi gradatamente a foraggi più grossolani e di basso livello energetico ( ma sempre di buona qualità), costringendole ad ingerire molti alimenti per stimolare la ginnastica funzionale del digerente e del rumine.
Per questo le vitelle stesse debbono essere abituate precocemente ad utilizzare miscele di concentrati, fieno e silo-mais, favorendo l’ instaurazione di una flora ruminale prevalentemente cellulosolitica.
Dallo svezzamento le vitelle potranno beneficiare del pascolo, però non deve essere sospesa la somministrazione di un paio di chilogrammi giornalieri di una buona miscela di concentrati, pastone di mais o granella di mais.
Bisogna, però, assicurarsi che il loro sviluppo sia regolare, ma che non ingrassino eccessivamente. Un IPG ( incrementi ponderati giornalieri) di 600-700 g è il più adatto fino alla pubertà.
La più idonea alimentazione della vitella da latte.
PERIODO
ALIMENTAZIONE
Dalla nascita al 7° giorno , in gabbia singola o all’ aperto
4 litri di colostro in 2 volte
Dall’ 8° giorno al 30° giorno in gabbia singola o all’ aperto
4 litri di latte ricostituito in 2 volte, mangime a volontà, fieno a volontà, acqua a disposizione
Dal 2° mese al 90° giorno
4 litri di latte ricostituito in 2 volte, mangime a volontà, fieno a volontà, acqua a disposizione
PERIODO
SS kg
con latte kg
con foraggi kg
IPMG (in grammi)
1° mese
0,900
0,700
0,200
400
2° mese
1,300
0,700
0,600
800

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