Regole IFR

Materie:Tema
Categoria:Traffico Aereo

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Testo

Capitolo 9
Le regole e le procedure del volo strumentale (IFR)
I. Introduzione
1.1. Generalità
Abbiamo già avuto modo di affermare, all'inizio del capitolo precedente, che l'aviazione com-merciale non potrebbe esistere, così come oggi la conosciamo, senza la possibilità di condurre il volo in qualunque condizione-meteorologica.
Il movimento per via aerea dell'enorme volume di merci e passeggeri trasportati ogni giorno con straordinaria celerità e sicurezza da un capo all’altro del mondo, può essere realizzato grazie a due fattori concomitanti. Uno è costituito dall'insieme di quei prodigi tecnologici fino a pochi anni fa inimmaginabili, che sono i moderni aerei di linea e le apparecchiature che li equipaggiano:
propulsori efficientissimi, autopiloti tuttofare, radar meteo che permettono di vedere anche la turbolenza, piattaforme inerziali e sistemi di navigazione satellitari, strumentazione elettronica, e così via. L'altro, non meno importante del primo, è l'insieme ormai collaudatissimo dei sistemi di controllo del traffico aereo e delle norme e procedure che permettono di effettuare il volo IFR.
II funzionamento dei sistemi e delle procedure di controllo è stato visto nei capitoli precedenti. In questo analizziamo la struttura e i modi d'impiego delle norme e delle procedure del volo strumentale.
Un volo IFR può essere suddiviso nelle diverse fasi di seguito elencate:
• il rullaggio dal parcheggio alla posizione di attesa della pista in uso;
• il decollo e l'uscita dall'area dell'aeroporto di partenza, che in genere termina su una radioassistenza o su un punto in aerovia; durante I l'uscita viene di solito effettuata buona parte, se non tutta, la salita alla quota di crociera;
• il volo in rotta, generalmente condotto in aerovia, o comunque lungo una rotta ATS. alla quota di crociera scelta dal pilota o assegnata dall 'ATC:
• l'arrivo nell'area dell'aeroporto di destinazione, in genere compreso fra due radioassistenze o fra due punti, il primo in aerovia e il secondo. chiamato fix di avvicinamento iniziale, in prossimità dell'aeroporto; durante l'arrivo viene di ; solito effettuata la discesa alla quota di avvicinamento iniziale;

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Le regole e le procedure del volo strumentale (IFR)
• l'avvicinamento, compreso fra il fix iniziale e il punto di mancato avvicinamento;
• l'atterraggio e il rullaggio al parcheggio. Per ogni fase del volo, il pilota ha a sua disposizione un'apposita carta (vedere più avanti», che gli fornisce praticamente tutte le informazioni e i dati necessari per portarla a termine in sicurezza. Le manovre che gli aeromobili devono eseguire per attenersi a quanto pubblicato sulle carte sono chiamate procedure strumentali, rispettivamente di partenza e salita in rotta, di volo in crociera, di arrivo, di attesa, e di avvicinamento (questa a volte seguita dalla procedura di mancato avvicinamento), a seconda della fase del volo in cui sono richieste.
Prima di analizzare una ad una le diverse procedure, riteniamo utile fare una premessa volta a chiarire due aspetti del volo strumentale non sempre ben compresi.
II primo riguarda il volo DFR fuori dagli spazi aerei controllati. Poiché in Italia, e in Europa in generale, i voli IFR si svolgono quasi esclusivamente all'interno di spazi aerei controllati, fra i piloti che si apprestano a conseguire l'abilitazione IFR e la licenza di pilota commerciale è diffusa la convinzione che volo IFR sia sinonimo di volo controllato. Quando, invece, il volo IFR può essere condotto ovunque, tanto lungo rotte ATS non controllate, come in spazi aerei assolutamente liberi, purché si osservino le regole stabilite dall'annesso 2 (vedere il prossimo paragrafo), e le eventuali disposizioni poste in vigore dalle autorità aeronautiche degli Stati in cui si svolge il volo
II secondo riguarda la fase finale e l'atterraggio dei voli IFR, che, per molti piloti abituati a volare solo a vista, ha un che di misterioso. Ciò perché, credendo essi erroneamente che il volo strumentale implichi automaticamente che strumentale debba essere anche la manovra di atterraggio, non capiscono come la stessa possa essere effettuata. E infatti, tranne che per gli atterraggi con cui terminano gli avvicinamenti ILS di II e III categoria, durante i quali i piloti si limitano a sorvegliare il funzionamento di appositi sofisti-catissimi autopiloti, gli avvicinamenti IFR si concludono sempre con un atterraggio eseguito a
vista. Vedremo più avanti che ogni procedura di avvicinamento deve essere interrotta se a un ceno punto, proprio perciò chiamato di mancalo avvicinamento, il pilota non acquisisce gli elementi visivi esterni indispensabili per portare l'aeromobile in pista ed eseguire la richiamala per l'atterraggio.
1.2. Le categorie degli aeromobili
Le procedure strumentali che i piloti devono eseguire per portare a termine le varie fasi del volo. sono "costruite" da personale specializzato. in conformità alle prescrizioni contenute nei due volumi del PANS-OPS Documento 8168. pubblicati dall'ICAO per ottenere procedure uniformi e standardizzate in ogni parte del mondo. Dopo le opportune verifiche, le procedure vengono rese note ai piloti mediante la pubblicazione delle carte strumentali (vedere più avanti).
Tenendo conto che agli aeromobili può accadere, per ragioni diverse, di deviare dalle traiettorie e dai profili di discesa nominali, i progettisti disegnano le procedure in modo che le traiettorie di
volo siano protette da cospicui volumi di spazio che assicurano la separazione dagli ostacoli.
È evidente che le prestazioni degli aeromobili hanno un'influenza diretta sulle dimensioni dei volumi di spazio e sulla visibilità necessari per eseguire in sicurezza le manovre associate alla condotta del volo strumentale.
Poiché il parametro di prestazione più significativo è la velocità, gli aeromobili vengono divisi in cinque categorie, indicate con le lettere dalla A alla E, basate sul valore di velocità ottenuto moltiplicando per 1,3 la Vso, o velocità di stallo
dell'aereo in configurazione di atterraggio al
peso massimo di decollo certificato. La velocità così ottenuta, che l’ICAO chiama velocità di attraversamento della soglia, o Vat, è comunemente conosciuta come di velocità di riferimento, o Vref.
La tabella di figura 9.1 riporta le lettere delle cinque categorie nella prima colonna, e le rispettive Vat espresse come IAS in nodi (KIAS» nella seconda. Nelle colonne successive sono indicate le velocità KIAS in base alle quali sono
Capitolo 9

Velocità massime

per il mancato
Categoria
dell' aeromobile
Vat
Gamma di velocità per l'avvicinamento iniziale (KIAS)
Gamma delle velocità di avvicinamento finale (KIAS)
Velocità massime per le manovre a vista circling (KIAS)
avvicinamento
Fase intermedia
Fase finale

(KIAS)
(KIAS)
A

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