La rosa bianca

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Categoria:Storia
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Testo

LA ROSA BIANCA – Sophie Scholl di Marc Rothemund .

Dopo oltre mezzo secolo di pudore la Germania rispolvera il proprio infausto passato e lo fa con il film LA ROSA BIANCA.
Ha un buon inizio e un decollo finale, mentre la parte centrale, sembra troppo portata a cercare l'applauso dello spettatore.
Sin dall’inizio l’inquietudine di Sophie si confonde con la nostra nel vederla relegata al ruolo di preda, una preda braccata da aguzzini in uniforme che con ostinata metodicità si adoperano per strapparle una confessione che condanni lei e il movimento della rosa bianca.
Il ruolo del giudice Freisler sembra fin troppo una caricatura del male e dell’ottusità nazzista.
A pelle, lo ammetto, non ho gradito tutte quelle preghiere (fuori luogo in un contesto di inutili stermini), ma poi liberandomi dalle mie idee e dai pregiudizi questa è davvero una bellissima testimonianza di un retroscena di guerra. Riprendendo Tullio Masoni sono ormai poche le riflessioni che danno spazio alla resistenza tedesca e ai giovani studenti che disubbidirono, lottarono, e morirono per difendere i diritti umani.
Il film fa pensare all'utilità del sacrificio umano quando ha per scopo lo sviluppo della pace; quando esso è dettato da principi spirituali di coerente valenza etica. Ancora una volta è l'etica cristiana, in queto caso di una donna evangelica, ad aprire una breccia nel male nazista.
Nonostante il messaggio fortissimo e assolutamente condivisibile, il film non mi convince e mi lascia come la sensazione di una furba operazione 'strappalacrime'.
Insomma, tirate le somme è un film gradevole, ma troppo confezionato e arrotondato, e ad un certo punto sembra proprio una pellicola realizzata sì per lanciare un messaggio, ma anche per essere candidata all'oscar: cosa che è puntualmente successa.
Ammetto che LA ROSA BIANCA non è un film che sarei andato a vedere per mia libera scelta.
Inserito però nel contesto scolastico lo trovo utile e se l’espressione non fosse rischiosa proporrei di considerare il film “d’obbligo” insieme a Schindler's list all’interno del programma. Non solo per la serietà con cui rinfresca la memoria su uno dei rari esempi di resistenza contro Hitler, ma per le riflessioni che l’esempio di Sophie può suggerire in un mondo come quello di oggi dove sono ormai assenti persone disponibili a dare la vita per i propri ideali. É una lezione di civiltà, di moralità e ancora più delle sale cinematografiche la sua sede appropriata sarebbe la televisione, per poter raggiungere tante persone. Film utile, ma statico, pertanto oltre che alla televisione lo vedrei anche all’interno di un teatro.
Baroncini Alessandro 5^Z - I.T.I.S. Castelli - 3 marzo 2006

Commento personale al film LA ROSA BIANCA

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