La religione dei Maya

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Testo

LA RELIGIONE DEI MAYA

Costruivano piramidi imponenti ma non sapevano cosa fosse la ruota.Erano astronomi e
matematici esperti ma non conoscevano i metalli.Le loro cittа erano maestose ma venivano
ispiegabilmente abbandonate nel momento di maggiore splendore.Parliamo dei Maya,che
vissero dal 2000 a.C. al 1500 d.C. tra Messico, Guatemala, Honduras e Belize.Un popolo
misterioso, la cui storia и venuta alla luce solo negli anni settanta, grazie ad alcune
importanti scoperte archeologiche.Quelle raccontate anche dalla mostra che si и tenuta a
Palazzo Reale e che la nostra classe, IB, и andata a visitare il 2/12/97.

“Una pallina di acqua e mais modellata dagli dei.”

Cosм pensavano fosse nato l’uomo.E questo spiega perchи tra le divinitа Maya, oltre al
Sole,al Giaguaro e alla Morte, c’й un posto anche per il dio Mais, alimento sacro.
La loro religione era molto cruenta.Questo stupirа molti perchи si tende ad attribuire una
religione piщ violenta agli Incas, piuttosto che ai Maya: alcune loro preghiere consistevano
nell’offerta di sangue umano alla divinitа.Per questo ricorrevano ai sacrifici umani che si
svolgevano nel cuore della cittа, dove sorgevano i templi.
I Maya hanno costruito anche diverse piramidi, la piщ alta, quella di Teotihuacan, dedicata al
Sole, и alta ben 75 metri.
In questa ricerca indagheremo sulle credenze dei Maya, sulle loro divinitа e sulle abitudini
religiose.

Durante i vari millenni che seguirono il cambiamento di vita dei Maya da nomadi a sedentari, la loro
religione venne a modicficarsi in conformitа delle nuove condizioni.In principio la religione dei
Maya fu semplicemente un semplice culto della natura,una personificazione delle forze naturali li
circondavano e il cui giuoco costituiva l’ambiente nel quale i Maya vivevano la loro vita di nomadi.
Una religione che richiedeva pochi apparati, nessun sacerdote, nessuna cerimonia
complicata,nessun luogo di culto particolare.Ogni capofamiglia era probabilmente il sacerdote del
nucleo famigliare, e il tempio della famiglia era poco piщ di una capanna provvisoria annessa alle
altrettanto provvisorie dimore.Una condizione di vita molto simile, per esempio, sussiste ancora
presso i Maya Lacandon nelle foreste della valle dell’Usumacinta nel Chiapas orientale.
Piщ tardi fu introdotta l’ agricoltura che portт le dimore stabili e una maggiore quantitа di tempo
libero; la religione si fece piщ organizzata e gli dei piщ specializzati.Sorse un sacerdozio il cui
compito era quello di interpretare presso il popolo la volontа degli dei.Si sentм il bisogno di templi
piщ stabili; la religione divenne una faccenda di pochi.Le dimore stabili resero possibile la
costruzione di centri cerimoniali piщ duraturi e incoraggiarono l’erezione di santuari piщ ambiziosi e
lo sviluppo di un complicato rituale.
Durante i secoli che trascorsero dall’introduzione dell’ agricoltura all’ invenzione del
calendario,della cronologia e della scrittura geroglifica, probabilmente nel 7.0.0.0 o nel 7.6.0.0.0
dell’ era Maya (353 o 235 a.C.), la religione dei Maya, senza dubbio si andт mutando molto
lentamente.Questi secoli videro il sorgere degli dei personificati, di un sacerdozio sempre piщ
potente, di un ricco rituale, e di santuari piщ completi sebbene non ancora in muratura.Questo
secondo periodo fu probabilmente contemporaneo della ceramica Mamom di Uaxactun.
Comunque, con l’introduzione del calendario, della cronologia e della scrittura, tutte invenzioni
dei sacerdoti, la religione Maya subм importanti cambiamenti, sempre nel senso di una maggiore
complessitа di forme.Una filosofia religiosa gradualmente prese forma nel pensiero di un sacerdozio
professionale,tutta costruita intorno alla crescente importanza delle manifestazioni
astronomiche.Questo cambiamento, mentre и probabilmente incominciato ,al piщ tardi, nel III secolo
a.C., fa la sua prima apparizione in archeologia con il rinvenimento dei piщ antichi monumenti in
pietra di Uaxactun che risalgono al 8.1.4.0.0.0 (317 d.C.).
Una svolta di fondamentale importanza dovette aver luogo nella regione settentrionale del Petan
centrale, ad un certo momento durante i tre o quattro secoli che precedettero e seguirono
immediatamente l’inizio dell’etа cristiana. Fu dovuto quest’impeto culturale a qualche flusso
estraneo o fu di origine autoctona?Forse non lo sapremo mai con certezza.
Al piщ tardi nel IV secolo d.C..la civiltа Maya si era stabilmente fissata nella religione
settentrionale del Peten centrale.La religione Maya era diventato un culto altamente sviluppato
fondato sulla fusione di primitive personificazioni della natura con una piщ complessa filosofia,
costrutta attorno alla deificazione dei corpi celesti e della sacralizzazione del tempo.Questa religione,
in quanto distaccata dalla gente comune, ebbe un carattere altamente esoterico.Fu interpretata e
servita da una ristretta organizzazione sacerdotale composta di astronomi, matematici, profeti,
esecutori di riti e, come divenne piщ complessa, persino di esperti amministratori edi uomini di Stato.
A giudicare dai soggetti pacifici delle sculture dell’etа classica, la religione Maya durante
questo periodo deve essere stata di un tipo piщ elevato e non basata quasi esclusivamente sui sacrifici
umani come fu quella dei tempi posteriori. Si conoscono per questo periodo solo due
rappresentazioni di sacrificio umano, entrambe di Piedras Negras. Proprio come l’etа classica fu il
culmine della cultura Maya, cosм anche fu il piщ nobile periodo nella storia della religione Maya,
prima che le credenze e le pratiche degenerassero in orge di sangue.
Non vi sono motivi d’ordine archeologico per credere che la religione Maya abbia subito
qualche cambiamento radicale durante il periodo classico, ma nel post-classico, durante i periodi
puuc e messicano, furono introdotte importanti innovazioni.
Parecchi scrittori spagnoli del XVI secolo affermano che furono i Messicani ad introdurre
l’idrolatria, includendo probabilmente in questo termine anche la pratica dei sacrifici umani:
“ Giunsero i Messicani e s’impadronirono del paese, un capitano, che si chiamava Quetzalquat in
lingua messicana, che significa nella nostra lingua “piumaggio del serpente”... Introdusse
l’idrolatria in questa terra e l’uso di idoli, che egli fece di legno, d’argilla e di pietra. E li fece
diventare adoratori di questi idoli ed essi offrivano molte cose di cacciagione e di mercanzie, e
soprattutto il sangue delle loro narici e delle loro orecchie, e i cuori di quelli che sacrificavano nelle
sue cerimonie... Dicono che i primi abitanti di Chichenyaza non erano idolatri, finchи non venne da
quelle parti un capitano messicano, Ku Kalan, il quale portт l’idolatria, e li obbligт, cosм dicono, ad
insegnarla e praticarla.”

Herrera, lo storico ufficiale delle Indie per la corona di Spagna, non lascia dubbi su questo
punto, dichiarando recisamente che “ Il numero della gente che veniva sacrificata era grande. E
questo costume era stato introdotto nello Yucatan dai Messicani”.
La testimonianza dell’archeologia conferma l’ipotesi che l’idrolatria includesse la pratica dei
sacrifici umani. A Chichen Itza (Chichenyza), la grande metropoli Maya-Messicana dell’etа
post-classica, probabilmente l’intero culto relativo al Pozzo dei Sacrifici, dove tante vittime umane
vennero sacrificate, ebbe origine nel periodo messicano.Delle otto rappresentazioni di sacrificio
umano conosciute nella zona Maya, quattro si trovano a Chichen Itza: due in affreschi del Tempio
dei Giaguari, una in un affresco del tempio dei guerrieri, e la quarta in un disco d’oro rinvenuto nel
Pozzo dei Sacrifici.Altre due sono state trovate nei manoscritti geroglifici, entrambi nel periodo
post-classico.Le rimanenti due sono quelle giа menzionate di Pietras Negras, appartenenti entrambe
all’etа classica. Di fronte a tali testimonianze, tanto documentarie che archeologiche, vi sono pochi
dubbi che il carattere sanguinario della religione Maya, come gli Spagnoli lo trovarono al principio
del XVI secolo, era dovuto soprattutto all’influsso dei Messicani ed era stato introdotto dagli invasori
non prima del X secolo.
La religione Maya subм il suo cambiamento finale quando gli Spagnoli sostituirono con la forza
il cristianesimo alle vecchie credenze e pratiche pagane, verso la metа del XVI secolo.
Le poche sopravvivenze dell’antica religione che sono ancora rimaste non derivano dal culto
esoterico e dalla complessa teologia della classe sacerdotale, ma dalle credenze in semplici divinitа
della natura, come i Chac, o dei della pioggia e della fertilitа: Le credenze nate nella vita quotidiana
della gente comune sono sopravvissute alle divinitа inventate dai sacerdoti.
Questo non deve sorprendere. Gli dei piщ sofisticati che erano creature di un sacerdozio
professionale, vennero dimenticati subito dopo la scomparsa dei sacerdoti che li avevano creati e
serviti. E fu precisamente sui sacerdoti che tutto il peso della conquista spagnola si abbattи con
maggior vigore. Il dio dei cristiani era un dio geloso, e i suoi ministri provvidero con gran zelo
affinchи i sacerdoti indigeni o ripudiassero le loro vecchie credenze o fossero sterminati. Con loro se
ne andarono la vecchia religione esoterica, le vecchie dottrine, e la filosofia che ne derivava, mentre
le semplici credenze del popolo comune, che erano piщ largamente diffuse, sopravvissero in parte
fino al giorno d’oggi.
Queste sopravvivenze, cosм come le troviamo, costituiscono una variopinta mescolanza di santi
cristiani e di divinitа pagane. Nello Yutacan,l’arcangelo Gabriele e altri santi cristiani diventano i
Pauahtuns dell’antica mitologia, i guardiani dei quattro punti cardinali; l’arcangelo Michele sta a
capo dei Chac, gli antichi dei della pioggia. Nell’Honduras britannico и San Vincenzo che и patrono
della pioggia e San Giuseppe colui che guida gli spiriti dei campi.

I fenomeni naturali e altri elementi, come la vita, la morte, il sonno, il fuoco e altre forze con le quali l'uomo
era in rapporto, influirono sulla formazione del pensiero magico, un miscuglio di veritа e di superstizione, che
attribuisce caratteri umani a cose e animali. Il sole, la pioggia, la terra, la montagna e animali come il
serpente, la scimmia e il giaguaro, vennero cosм mitizzati.
Comincia a manifestarsi il culto della morte e i defunti vengono sepolti con un corredo funerario, nella
convinzione che esista un'altra vita al di lа della morte, nella quale il defunto avrа bisogno delle sue cose.
Forse la maschera, legata alla religione e al culto dei morti, veniva considerata la residenza dello spirito del
defunto e quindi capace di contenerlo per evitare che dannasse i vivi. Infatti se la maschera aveva il volto del
defunto, lo spirito poteva restarci dentro, essendogliene familiari i lineamenti. Non si esclude che si
plasmassero maschere di governanti e se erano stati buoni servitori la loro immagine, per la magia del
contagio, rappresentava la presenza benefica del morto.
Nel preclassico sono frequenti le raffigurazioni di personaggi mascherati: forse questi personaggi non
dovevano mostrare il volto per tabщ oppure mediante la maschera rappresentavano una divinitа.
Gli sciamani precedevano i rituali e si mascheravano per proteggersi, per infondere timore, forza, autoritа:
potevano parlare con lo spirito che raffiguravano e acquisire i poteri e la personalitа della maschera.
Questa maschera, modellata in argilla e finemente lucidata, и rivestita con un ingobbio color caffи. Tracce di
pittura bianca fanno risaltare alcuni lineamenti e coprono completamente gli occhi. I buchi che presenta
all'altezza delle sopracciglia dovevano servire per mettervi dei capelli e dare cosм un'idea piщ realistica delle
sopracciglia. Alle orecchie ha i fori per gli orecchini.
IL SOMMO SACERDOTE
Nel periodo postclassico, dopo l'abbandono di Peten , quando si costruirono i regni dello Yucatan,
sopravvisse l'unita religiosa nella persona di un sommo sacerdote unico, indipendente dai re ed estraneo alla
loro politica. Al sommo sacerdote spettava il diritto di designare tutti i sacerdoti del Paese; alla sua scuola
sacerdotale, alla quale venivano avviati i figli cadetti dei capi, si apprendevano elementi nozionali e pratici
della religione (ivi comprese la divinazione, la medicina e la scrittura).
LE DIVINITA' E IL CALENDARIO
Gli dei sono raggruppati seguendo la sacra aritmetica calendariale: si hanno venti dei patroni dei venti giorni
del mese, i diciannove dei patroni dei diciannove mesi dell'anno, i tredici dei patroni dei tredici katun (un ciclo
di trecentosessanta giorni, in quanto ogni katun vent'anni, ed и l'unitа del quarto ordine nel sistema
vigesimale). Questo ciclo di tredici katun и evidentemente connesso la tredicina del mese Tzolchin, dove al
posto di un nome di un dio c'и un numero d'ordine (da 1 a 13): ebbene, le prime tredici cifre del sistema maya
avevano altrettante divinitа patrone, il cui glifo , rappresentante la loro testa, poteva sostituire la cifra stessa.
Altri gruppi divini parrebbero connessi con la divisione dello spazio anzichй del tempo: i tredici dei del mondo
supero ( gli Oxlahuntiku) e i nove dei del mondo infero (i Bolontiku); i nove inferi svolgevano a turno un
patronato sui giorni di una sequenza di nove che si ripeteva all'infinito, mentre i tredici superi sono connessi
con il patronato dei tredici katun, della tredicina Tzolchin e delle tredici cifre del sistema numerale.
IL PANTHEON
Esistevano divinitа per quasi tutte le attivitа umane e fenomeni naturali; il piщ antico dio, creatore del mondo
era Hunab o Hunab Ku . Le altre principali divinitа erano: Ah-Puch, in relazione con la morte e la distruzione;
Ek-Chuah, protettore dei viaggiatori; Ixtab,personificazione del suicidio rituale; Xaman-Ek, dio della stella
polare; Chac, connesso con la pioggia; Yum-Kaax,dio del mais, delle foreste e del vento, nonchйeroe
culturale; Kukulkan,identificato poi con il messicano Quetzalcoatl e come questi rappresentatonella forma di
serpente piumato. Al di sopra di tutti c'era Itzamna figlio del Creatore e capo del pantheon.
IL DIO DEL MAIS
Il mais costituiva l'alimento base dei Maya,perciт il dio del mais occupava un posto eminente nella loro
religione.
Xaman-Ekveniva raffigurato come un giovane uomo dai lunghi capelli pettinati all'indietro. Spesso veniva
rappresentatoin associazione con Chac, il dio della pioggia, il cui aiuto sottoforma di precipitazioni regolari, и
indispensabile per ottenere buoni raccolti.
IL DIO DELLA PIOGGIA
Era chiamato Chac. Tra i numerosi sacrifici in suo onore c'era l'annegamento di bambini nei pozzi. In alcune
regioni, Chac era tanto importante che intere facciate di edifici erano decorate con maschere che ne
riproducevano le sembianze.

Sacrificio umano

Il sacrificio umano veniva compiuto in vari modi: il piщ comune e forse il piщ antico era quello che
consisteva nella rimozione del cuore. La vittima prescelta, dopo essere stata denudata e dipinta di blu
(il colore sacrificale), e dopo che le era stato messo sulla testa uno speciale copricapo a punta, veniva
portata sul luogo del sacrificio. Questo era di solito o il cortile del tempio o la sommitа della
piramide sottostante al tempio. Per prima cosa venivano cacciati gli spiriti maligni, e l'altare, di solito
una pietra convessa con la curva in corrispondenza del petto della vittima, veniva colorato con la
sacra tinta blu. I quattro chac, dipinti pure di blu, afferravano allora la vittima per le braccia e per le
gambe e la stendevano con la schiena sull'altare. Il nacom avanzava con il coltello sacrificale di
pietra, e lo conficcava tra le costole proprio sul lato sinistro del petto. Infilata la mano nell'apertura,
ne strappava il cuore ancora palpitante, e lo consegnava al chilan, ossia al sacerdote officiante, che
spargeva il sangue sull'idolo al quale era dedicato il sacrificio. Se la vittima era stata sacrificata sulla
sommitа di una piramide, i chac ne gettavano il cadavere nella torre sottostante, dove sacerdoti di
rango meno elevato scorticavano il corpo tranne che le mani e i piedi. Il chilan toltisi i paramenti
sacrificali, si avvolgeva nella pelle della vittima ed eseguiva una danza solenne insieme agli
spettatori. Se la vittima sacrificata era stato un soldato forte e valoroso, il suo corpo veniva talvolta
suddiviso e mangiato dai nobili e da altri spettatori. 'Le mani e i piedi erano riservati ai chitan, e se la
vittima era un prigioniero di guerra, il catturatore ne portava certe ossa come segno di valore.Le
donne e i bambini erano sacrificati con la stessa frequenza degli uomini.
Sono state trovate varie documentazioni archeologiche di questo genere di cerimonia nelle pitture
murali di Chichen Itza.Una di queste scene ritrae un sacrificio umano a Kukulcan, il Serpente
Piumato, dio patrono della cittа. La parte inferiore del corpo del dio-serpente costituisce l'altare
sacrificale, mentre la parte superiore e la testa si levano in direzione dell'ingresso del tempio. Si
vedono solo due chac, forse per via della difficoltа di 'rendere la prospettiva’ dovendo disegnare una
figura subito accanto a un'altra. Il chilan sta tra l'altare e il dio, nell'atto di sollevare la mano che
brandisce il coltello sacrificale. Parecchi di questi coltelli sono stati rinvenuti nei Pozzo dei Sacrifici.
Uno ha una lama di pietra finemente scheggiata ed il manico di legno intagliato a forma di due
serpenti avvinghiati, con i corpi rivestiti d'oro.
In altre rappresentazioni del sacrificio umano il petto della vittima si mostra giа squarciato. Da ciт
deriva un'immagine dell'anima del morto, in un solo caso immaginata alla stregua di un albero che si
slancia verso il cielo con un uccello appollaiato sui rami.
Un'altra forma di sacrificio avveniva mediante l'arco e le frecce:

Se (la vittima) doveva essere sacrificata con le frecce, la spogliavano nuda e le tingevano il corpo
con un colore blu e le mettevano sulla testa una cappa puntuta. Quando avevano cosм acconciato la
vittima, ognuno di loro, armato con arco e frecce, faceva una danza solenne con essa attorno al
palco del supplizio, e mentre danzavano ve la spingevano sopra e ve la legavano, e ognuno di loro
continuava a danzare e a guardarla. L'indegno sacerdote in paramenti saliva su e colpiva la vittima
con una freccia nelle vergogne, uomo o donna che fosse, raccoglieva il sangue e lo portava giщ e con
esso ungeva il volto dell'idolo. E facendo un certo segno ai danzatori, come essi passavano danzando
rapidamente davanti a lui (il prigioniero) cominciavano uno dopo l'altro a colpirlo al cuore, che era
stato in precedenza contrassegnato con un segno bianco. E in questo 'modo facevano del suo petto
tutta una punta a somiglianza di un riccio di frecce.

Questo tipo di sacrificio и raffigurato in una incisione sulle pareti del tempio II a Tiktal
probabilmente tracciata molto tempo dopo che la cittа era stata abbandonata. La medesima cerimonia
и anche conosciuta nei codici messicani, e fu probabilmente importata dal Messico nel post-classico
recensore.
Una insolita cerimonia di sacrificio umano veniva praticata nel Pozzo dei Sacrifici a Chichen Itza. In
tempo di carestia, di epidemie, o di prolungata siccitа, si gettavano vittime in questa grande cisterna
in muratura. Il Pozzo dei Sacrifici и grosso modo ovale; varia in larghezza da 53 a 58 metri, ed и
profondo 20 metri dal livello del suolo al pelo dell'acqua. La profonditа dell'acqua и di altri 20 o 22
metri, e le pareti del pozzo sono sia verticali che di taglio. Si facevano pellegrinaggi da grandi
distanze per assistere a questi sacrifici e si gettavano nel pozzo oggetti preziosi insieme agli esseri
viventi per appacificare Virato dio della pioggia. il cenote и unito al Castillo, il tempio principale
dedicato a Kukulcan, con una strada lastricata lunga 300 metri e larga 6, che si leva sul livello del
suolo per un'altezza che varia da 1 a 5 metri circa. Dice il Landa:

Dentro questo pozzo essi avevano avuto, e avevano allora (alla metа del XVI secolo) l'abitudine di
gettare uomini vivi, come sacrificio agli dei in tempo di siccitа, e credevano che non morissero
sebbene non li rivedessero piщ. Vi gettavano anche molte altre cose, come pietre preziose e oggetti
che avevano un valore per essi. E cosм se questo paese avesse avuto l'oro, sarebbe stato questo pozzo
che ne avrebbe avuta la maggior parte, tanto grande era la devozione che gli indiani mostravano per
esso.

Questa prospettiva и stata oggi confermata dall'archeologia.
Negli anni 1905-1905 il Museo Peabody di Archeologia e di Etnologia dell'Universitа di' Harvard
condusse delle operazioni dragaggio del Pozzo dei Sacrifici, riportando in superficie un tesoro di
offerte sacrificali. Tra le altre cose vi erano piatti cesellati, maschere, tazze, scodelle e gioielli d'oro e
di rame. Furono trovati molti sonagli di rame per sacrifici e tavolette per cerimonie. Vi era una
quantitа di grani di giada levigata nonchй ornamenti di giada lavorata, coltelli da sacrificio, e
parecchi giavellotti. Furono trovati frammenti di tessuti di cotone e ornamenti di ossa e conchiglie
lavorate. Vi erano anche circa una cinquantina di crani e di lunghe ossa umane. Di queste alcune
erano state intagliate, forse per portarle come trofei di guerra. Piщ numerosi di tutti erano i pani di
incenso pom, spesso dipinti di un blu turchese pallido, e di solito rinvenuti nel fondo di vasi di
grossolana fattura.
Lo studio degli oggetti d'oro e di rame trovati nel Pozzo dei Sacrifici rivela che erano stati portati da
punti distanti come la Colombia e Panama a sud, e a nord sin dallo stato di Oaxaca e dalla valle del
Messico.
Oltre alla sua funzione di ricettacolo di offerte e di sacrifici umani, era usato in certe cerimonie che
vi si compivano anche come un mezzo per trarre pronostici. Lo vittime, specialmente bambini,
venivano gettate dentro il pozzo sul far dell'alba dal loro padrone. Se qualcuno sopravviveva al tuffo,
a mezzogiorno si calava un palo per tirarlo su e gli si chiedeva da parte dei signori che genere di anno
gli dei avevano in serbo per loro. Se un ragazzo non sopravviveva alla prova,”tutta la gente del
principe (cioи il padrone del ragazzo) e i suoi dipendenti cosм come lo stesso principe gettavano
grossi sassi nell'acqua e se ne allontanavano alla svelta con grandi lamenti e grida ).

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