l'illuminismo

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Testo

Il metodo della nuova scienza, fondato nel 1600, secondo il quale niente può essere creduto se prima non è passato al vaglio della ragione e dell’esperienza, diede origine nel Settecento ad una nuova cultura che fu detta Illuminismo.
Alla luce della ragione (da cui il termine “Illuminismo”) si ripensarono tutte le conoscenze scientifiche, tecniche, politiche. Soprattutto in campo politico si produssero nuove leggi e nuovi sistemi di governo basati sui diritti che la natura assegna ad ogni uomo: la libertà e l’uguaglianza.
Nella prima metà del settecento l’Europa era sconvolta dalle guerre e dalle ingiustizie sociali tra cui spiccava il mercato degli schiavi. Le ambizioni dei sovrani prevalevano sui legittimi interessi dei popoli di cui venivano trascurate le aspirazioni ad una maggiore giustizia e ad un maggior benessere.
Ma questo stato di cose era destinato a mutare.
Nella seconda metà del settecento, grazie all’opera di pensatori e di scrittori, cominciarono a diffondersi in Europa idee nuove, che criticavano alcuni aspetti della vita contemporanea e le abitudini della nobiltà. Al prestigio di questa , si contrapponeva il merito di una nuova classe sociale, la borghesia (composta da mercanti, armatori, intellettuali), che doveva la sua fortuna soltanto alla propria capacità lavorativa ed al proprio ingegno.
Vennero messe in discussione le leggi, le ingiustizie economiche e criticate le disuguaglianze sociali.
Queste nuove idee si diffusero rapidamente in tutta Europa ma ebbero il loro centro animatore in Francia. Qui un folto gruppo di scrittori si proponeva il compito di rischiarare le menti degli uomini con i lumi dell’intelligenza e della ragione. Essi si definirono Illuministi ed il movimento da essi promosso venne chiamato Illuminismo.
Alcuni dei principali Illuministi francesi furono Diderot e D’Alembert i quali raccolsero tutte le conoscenze del tempo in un’opera grandiosa di 36 volumi : l’Enciclopedia delle Scienze, Arti e Mestieri nella quale criticavano il potere assoluto dei re ed i privilegi feudali dei nobili che risalivano al medioevo. Essi affermavano invece la libertà e l’uguaglianza di tutti gli uomini e il diritto dei cittadini ad esprimere il proprio pensiero.
Altri importanti Illuministi furono Montesquieu, Voltaire e Rousseau le cui opere si diffusero in Francia e nel resto d’Europa. Le idee illuministe non vennero accolte con favore dai sovrani né dalla Chiesa, perché mettevano in discussione principi trasmessi per secoli che garantivano loro molti privilegi.
Anche l’Italia non rimase estranea a questa corrente di idee nuove. Iniziarono ad essere utilizzate parole come Patria e Libertà che stavano ad indicare la nascita di un nuovo sentimento nazionale. I commerci si intensificarono e le banche iniziarono ad emettere la prima carta moneta. Nacquero i primi giornali.
I principali centri di questo rinnovamento furono Milano e Napoli.
A Milano i fratelli Pietro ed Alessandro Verri fondarono, nel 1764, un giornale, Il Caffè, che ebbe vita breve ma che fu molto importante per le idee audaci che proponeva.
Su questo giornale scriveva Cesare Beccaria che raggiunse fama europea col libro Dei delitti e delle Pene, in cui sosteneva la necessità di rendere più umani i processi e le punizioni, con l’abolizione della tortura e della pena di morte.
Da Napoli Antonio Genovesi sosteneva che l’unità politica d’Italia era condizione indispensabile al suo progresso economico , mentre Gaetano Filangieri propose per primo l’istruzione elementare obbligatoria a spese dello Stato.
Anche la letteratura mostrò segni di risveglio, per opera di Giuseppe Parini e Vittorio Alfieri, come pure il teatro e la musica.
Infine , in campo scientifico, Alessandro Volta scoprì la vera origine dei fenomeni elettrici e inventò la famosa pila.
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