Storia dell'arte '400

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

IL ‘400

1) Visione laica che si contrappone alla visione del Medio Evo (prima arte meccanica ora liberale)
2) Visione realistica e individualismo (sfida con se stessi): tratti caratteristici del ‘400
3) Affermazione dell’uomo in campo
-a) Politico: (vedi “principe” di Machiavelli)
-b) Religioso: umanesimo cristiano + riforma protestante
-c) Artistico: sparisce il collettivismo, si esalta la personalità dell’artista
4) L’artista è soggetto al mecenatismo ad opera della borghesia cittadina, ricca di ideali civili e dinamismo
5) Arte dominata da un carattere razionalistico e scientifico
6) La prospettiva: briglia e timone della pittura
-a) Prospettiva come mezzo per ordinare la realtà nei suoi rapporti
-b) Intesa a ricercare una unità di misura che traduca in visione artistica la realtà della natura.
7) Uomo considerato copula mundi: centro del mondo non può non conoscere ciò che lo circonda se non conosce se stesso attraverso la ragione
La PROSPETTIVA:
La prospettiva medioevale, detta naturalis perché era ad occhio, era una prospettiva ideologica, non mostrava la realtà , ma solo l’apparenza
La prospettiva rinascimentale, detta artificialis poiché era geometrica, frutto della mente dunque ideale, è lo strumento che permette di comprendere la realtà sottoponendola a una legge razionale
L’arte si identifica nella scienza in quanto noi conosciamo gli oggetti di cui individuiamo il significato.
Diapositive:
La chiesa era diventata un luogo di culto dove meglio si esprimeva l’artista. A Firenze si forma la cosiddetta triade: Raffaello, Donatello e Michelangelo; ognuno lavorava nel proprio campo, con il proprio stile, ma per una unità collettiva in quanto c’è un filo conduttore. Questo filo è l’uomo: nel medioevo le rappresentazioni vedevano l’uomo spettatore, nasce quella produzione di mostri che dominano l’uomo impotente, Nel ‘400 l’uomo non sarà più spettatore, si muoverà nello spazio, ci sarà un dinamismo e un gestualità dell’uomo che diventa padrone dello spazio. Nasce la tridimensionalità accentuata, come in Masaccio da effetti chiaroscurali molto accentuati. L’uomo agisce e interagisce nello spazio che è sempre delimitato e chiuso. In questo periodo c’è un richiamo a Vitruvio ed al canone policleteo, il cubo e il quadrato sono i moduli sui cui si svilupperà l’architettura (Leonardo, poi, inserirà l’uomo nel quadrato): l’altezza deve corrispondere alla larghezza. Solo Brunelleschi uscirà dal canone.
BRUNELLESCHI
San Lorenzo
Chiesa a tre navate, mai finita, con transetto in cui vediamo più luce. Brunelleschi dona un carattere plastico, si riescono a leggere gli elementi architettonici che l’artista a disposto all’interno della chiesa. I colori utilizzati sono il bianco e il grigio verdastro, le pietre scure servono per definire il disegno spaziale della chiesa: spazio metafisico misurabile (nel Medio Evo lo spazio era collocabile solo quando lo percorrevamo), c’è un’armonia e un ritmo interiore, una spazialità tutt’altro che medioevale dove lo spazio viene colto nella sua struttura fondamentale.
Santo Spirito
La pianta è a croce latina, l’ampiezza della navata centrale è maggiore rispetto a quella laterale; queste poi si prolungano attorno al transetto e al coro come a formare un deambulatorio continuo, il cui perimetro esterno è mosso da quaranta cappellette (commissionate dalle famiglie). La pavimentazione non è più cosmatesca ma le pietre seguono uno schema geometrico. Nella chiesa rinascimentale si ha la pace dei sensi: il fedele si sente tranquillo.
Sagrestia vecchia di San Lorenzo
Lo zoccolo, elemento che fa da base alle volte e al soffitto e li divide dalle colonne e dalle pareti, è l’elemento che scandisce lo spazio in altezza così come le paraste (le colonne piatte) fanno in lunghezza. La divisione spaziale è delineata anche dai piccoli particolari come le conchiglie poste nel centro dell’arco per dividerlo in due parti uguali. La strombatura delle finestre ha la caratteristica di essere aperta verso l’esterno. C’è un’armonia particolare, gli elementi sferici e cubici si accordano tra loro in modo ritmico.
Ospedale degli innocenti
Il porticato di questo Ospedale è di Brunelleschi: tutta la facciata presenta la ripetizione del numero 9 (9 gradini, 9 dischi, 9 costoloni). I gradini di questo ospedale (costruiti per invitare le persone) richiamano gli stilobati dove il basamento aveva la funzione di staccare il sacro dal profano (come avviene oggi nelle chiese: l’altare è più elevato rispetto al resto della chiesa in quanto deve rappresentare il sacro). Brunelleschi definisce lo spazio, lo scandisce, mediante l’uso di pietre grigie. Il porticato assume la funzione di cerniera tra l’ospedale e la piazza (che era già prevista nei piani dell’architetto), come il narcete. La volta a crociera serve per scandire lo spazio improntato sulla figura del cubo: altezza uguale a larghezza. Questo è uno dei pochi portici di questo periodo. In origine era un monastero
Cappella Pazzi
La cappella Pazzi viene commissionata dalla famiglia Pazzi e terminata nel 1444. Nasce sulla figura del cubo a cui si aggiunge due strutture rettangolari con volte a botte. È una delle più stupende creazioni di Brunelleschi, una piccola cappella, ma che ci da l’idea di una cappella di grandi dimensioni, in quanto c’è una perfezione di proporzioni. La pietra grigia (Pietra Serena, assorbe la luce) ha il compito di scandire razionalmente lo spazio: i moduli si ripetono. Lo spazio è numerico e a misura d’uomo. La cupola è una cupola ad ombrello, divisa in dodici picchi a richiamare i dodici a postoli. I quattro pennacchi, invece, richiamano i quattro evangelisti. Le ceramiche sono di Luca della Robbia, sono smalti vetrificati in quattro colori (verde, azzurro, bianco e giallo).
Cupola di Santa Maria del Fiore
Brunelleschi fu impegnato in questa opera fino alla morte. Questa cupola poggia su un tamburo ottagonale, ha un diametro di quarantadue metri ed un’altezza da terra di 105,5 metri. La costruzione era stata affidata a Brunelleschi e a Ghiberti. La tecnica costruttiva fu innovativa: ad un’altezza tale non si poteva pensare di utilizzare le centine, le armature in legno, ma vennero utilizzate delle strutture portanti in ogni fase del lavoro. Infatti la cupola si divide in due cupole quella interna e quella esterna, costruite contemporaneamente in modo da potersi sorreggere a vicenda. Gli operai lavoravano su apposite impalcature che venivano costruite poco per volta e poi smontate. Il materiale utilizzato è il laterizio, non la pietra (tecnica acquisita a Roma dove aveva studiato le tecniche di costruzione antiche): si passa da un materiale pesante alla base, a un materiale leggero. La cupola è detta collina rossa, in quanto i mattoni, disposti a lisca di pesce, le danno questo particolare colore; i costoloni sono bianchi e terminano con la lanterna che funge da tappabuchi (La lanterna verrà aggiunta in seguito in quanto Brunelleschi muore. È una sfida con se stesso
GHIBERTI
In questo periodo Firenze è il centro di produzione artistica maggiore. Ghiberti è un contemporaneo di Brunelleschi. In questo periodo l’opera maggiore che La città aveva da compiere era la decorazione del battistero. S Firenze i più grandi artisti (Michelozzo, Ghiberti, Brunelleschi, Iacopo della Quercia) partecipano al bando indetto dalla città. Dopo aver eseguito un opera (Il sacrificio di Isacco) rimangono in gara solamente Brunelleschi e Ghiberti; è il secondo a prevalere in quanto mantiene uno stile legato ancora al gotico, mentre Brunelleschi rappresenta la nuova concezione artistica che si era venuta a formare. Infatti Brunelleschi rappresenta Isacco che reagisce al padre, fermandogli le braccia, anche l’angelo è più impetuoso, la modernità sta proprio nel rappresentazione del dramma umano; Ghiberti è invece più tradizionalista, l’angelo che interviene non è impetuoso, la scena non è rappresentata così drammatica Isacco sembra sottomettersi al volere divino. Ripresa del gotico: oro su sfondo di bronzo.
Porta nord del battistero
È composta da ventotto formelle dedicate alla vita di Cristo, agli evangelisti e ai padri della Chiesa. Anche in queste formelle si nota la minore drammaticità dei fatti: il dramma umano non è rappresentato, la storia sembra svolgersi per un piano divino senza che l’uomo possa cambiarne il corso e dunque si sottomette alla volontà di Dio.
La Porta del Paradiso
Composta da dieci formelle rettangolari, è ricoperta da una sottile lamina d’oro. Gli episodi raccontati sono trentasette e tutti riguardanti passi dell’Antico Testamento. Gli eventi incisi su queste porte assumono un carattere anche politico (L’incontro di Salomone con la regina di Saba può rappresentare l’unione tre la Chiesa d’Occidente e quella d’Oriente) a sottolineare l’importanza che il battistero aveva nella vita civile.
Iacopo della Quercia
Sono in molti a ritenere Iacopo della Quercia il primo scultore rinascimentale anche se resta profondamente legato all’Epoca precedente. A lui viene affidata l’esecuzione del Monumento funebre di Ilaria del Carretto a Lucca, in cui si esprime la modernità (la morta è adagiata con naturalezza sopra il ripiano) e l’impronta classicista (i puti reggi - festone sono un motivo classico) che hanno caratterizzato lo scultore. Il dualismo di Iacopo è presente anche nella Fonte Gaia, a Siena, un’opera civica di enorme importanza, in cui si sottolineano le virtù del buon governo senese. Negli episodi della Cacciata dal Paradiso Terrestre, del Lavoro di progenitori, del Sacrificio di Isacco e della Fuga in Egitto il classicismo scompare proiettandosi al di là di qualsiasi regola rinascimentale o gotica.
Leon Battista Alberti
Il suo primo importante intervento architettonico fu a Rimini, con il Tempio Malatestiano dove viene esaltata la grandezza terrena (costruita a misura d’uomo). A Firenze sua grande opera fu La facciata di Santa Maria Novella in cui Alberti dovette mantenere alcuni elementi preesistenti: Le tombe inquadrate da archi a sesto acuto e i portali laterali. Alberti introdusse il portale centrale, paraste di sostegno, inserì un attico per unire la parte inferiore e superiore (che rappresentavano due diverse epoche) e due volute per mascherare gli pioventi del tetto. Ne risultò un’opera di grande armonia (che viene contraddetta dalla decorazione a tarsie). Su commissione di Bernardo Ruccellai eresse il Palazzo Ruccellai divenuto un modello per l’architettura fiorentina. La facciata è suddivisa in tre piani con lesene di ordine diverso (doriche, ioniche, corinzie). Alberti riuscì ad organizzare in modo armonico tutta la facciata.
MASACCIO
Nasce nel 1401 e muore 27 anni dopo, Masaccio è caratterizzato da una concretezza di forme, dalla consapevolezza del dolore ed è lui in persona a soffrire, si immedesima nel dolore degli altri e si pone delle domande. Tutto questo è rispecchiato nelle sue opere dove è presente il dramma umano (chiaroscuri, tensione muscolare).
Crocifissione
Forti chiaroscuri e tensione muscolare per sottolineare il dramma della vicenda. La figura che catalizza l’attenzione è la Maddalena, questa macchia rossa che si butta ai piedi di Cristo. È rappresentata di spalle a sottolineare la novità dell’opera di Masaccio. L’influenza del passato si fa risentire nella figura di San Giovanni, rappresentato come da tradizione.
Cappella Brancacci
Nella chiesa del Carmine la famiglia Brancacci aveva commissionato l’affresco delle pareti , opera compiuta da Masaccio. L’elemento caratterizzante è l’uomo, si sposta in un ambiente urbano, che gli è famigliare poiché lui stesso l’ha costruito. La tematica è quella delle parabole e dei miracoli. La figura che attira l’attenzione è San Pietro, con il suo manto giallo. L’uomo è rappresentato in atteggiamenti normalissimi, con i suoi problemi, che vive in uno spazio famigliare: l’urbanistica serve a Masaccio per scandire lo spazio. L’architettura serve per dare continuità al racconto (Giotto avrebbe fatto delle cornici). L’intero affresco è caratterizzato da una gestualità che ci permette di leggere il racconto. Ogni particolare serve per inserire il quotidiano nel sacro. Le scene raffigurate sono quelle si San Pietro che elemosina e San Pietro che resuscita Lazzaro. Nella prima immagine Cristo chiede i soldi a San Pietro che però non li ha. Allora questo si mette a pescare, dentro il pesce che ha pescato ci sono dei soldi. Movimento della scena, abbozzo di tridimensionalità data dalla figura girata di spalle.

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