Riassunti di storia dell'arte, da Botticelli a Bramante

Materie:Riassunto
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

STORIA DELL’ARTE
Botticelli
Antonello da Messina
Andrea Mantegna
Perugino
Van Eyck
La città ideale
Donato Bramante
Jan Van Eyck
Massimo pittore fiammingo le cui notizie relative alla vita sono pressoché nulle; fratello di Hubert Van Eyck, nato forse a Maastricht ca. nel 1390 mentre sappiamo che muore a Bruges nel 1441. Fece un breve soggiorno in Portogallo (1428-1429) egli per il resto della vita rimane nelle Fiandre e ciò rende ancora più stupefacente il suo nuovo modo di dipingere.
Jan Van Eyck rivoluziona la pittura fiamminga. I colori che egli impiega nei suoi dipinti, infatti, sono tratti dall’esperienza quotidiana e dall’attenta osservazione e nulla hanno più a che fare i colori simbolici e scarsamente realistici.
Anche il disegno assume nuova importanza, diventa strumento di analisi e di comprensione della realtà.
Di conseguenza i personaggi di Van Eyck possiedono una solidità e un volume che li colloca al’interno di un spazio preciso e ben definito.
Le opere:
I Coniugi Arnolfini
1434, Olio su tela 82x60 cm
Questa opera è pittura ad olio, ha ambientazione: domestica, ricca di oggetti: dettagli e particolari tradizionali della cultura nordica fiamminga; la resa delle texture è realistica, resa materiali così come sono: pelliccia è pelliccia.
• Impostazione prospettica lineare e centrale, impianto rinascimentale linee che convergono in un punto centrale.
• Ricerca dettagli con simbolismo e significato cultura nordica.
• Luce la quale evidenzia i dettagli e da una resa molto realistica – luce reale che esalta qualcosa.
Simbolismi dell’opera
• Mani unite: simbolo di unione.
• Mano sul ventre e veste leggermente tirata: futura maternità dunque intrinseca promessa di unione.
• Scarpe di legno da casa: simbolo di tradizionalità, cultura locale ma soprattutto di intimità.
• Cane posto in mezzo, tra i coniugi: simbolo di fedeltà.
• Letto a Baldacchino: simbolo di unione.
• Statuetta S. Margherita sulla testata del letto: Santa protettrice dei nascituri, augurio di procreazione.
• Lampadario con candele di cui una sola accesa: simbolo di unione.
• Davanzale su cui è posta della frutta: simbolo di prosperità/benessere.
• Finestra aperta: essa crea un nesso con l’ambiente esterno, i coniugi non si estraniano al mondo ma sono aperti verso il mondo/ verso la realtà esterna.
• Firma sullo specchio: essa testimonia la funzione stessa dell’artista, egli è testimone dei due coniugi.
Il matrimonio era diverso all’epoca, esso si basava su una promessa reciproca dell’impegno che si assumono fatta davanti a due testimoni:
• Nell’opera viene riproposto il concetto di unione tipico della realtà nordica. Osservando l’opera si percepisce che i testimoni sono posti davanti agli sposi dunque l’osservatore stesso si ritrova a testimoniare, osservando l’opera, la loro unione.
Aspetti stilistici importanti dell’opera:
• Finestra: scorciata; la luce che subentra nell’ambiente è reale, la finestra è decorata da vetri colorati.
• Specchio: circolare con cornice lavorata; con medaglioni iconografici.
Antonello da messina (ca. 1430-1479)
Quasi un Fiammingo
Egli fuse il metodo prospettico di Piero della Francesca e la meticolosità dei particolari tipicamente Fiamminga
Egli venne a contatto con importanti opere nordiche proprio a Napoli, città fiorente riconosciuta come porto commerciale e importante luogo di incontro tra cultura nordica e meridionale. E a detta del Vasari fu proprio a Napoli che Antonello conobbe la tecnica della pittura ad olio.
Le opere:
San Gerolamo nello studio
ca. 1474, Olio su tavola 63x36,5 cm Londra National Gallery
Cornice ad arco ribassato, interno ombroso, gotico con volte ogivali e bifore. Al centro, vano prospettico.
Luce proveniente da più fonti e illuminante ogni singolo particolare.
Simbologia Fiamminga:
• Pavone: vanità
• Pernice: verità
• Leone: accompagna sempre il santo
San Gerolamo è rappresentato nel suo studio.
• A destra la prospettiva del pavimento a piastrelle policrome è rafforzata da quelle delle esili colonne sormontate da archi a volte che ci conducono lentamente ai due vani del fondo
• A sinistra lo sguardo corre libero verso l’ampia finestra oltre la quale vi è un placido e dolce paesaggio dettagliatissimo
Ritratto d’uomo
1473, Olio su tavola, 35,5x25,5 cm Londra National Gallery
Non vi è solamente un discorso legato alla fisionomia espressiva e psicologica o dell’andamento plastico del volto, vi è ritratto un uomo dalla fisionomia tipicamente meridionale
Dal volto traspare l’intimità di questo uomo, l’appartenenza ad un luogo non ha una forte importanza.
• L’uomo è ritratto con il busto e il volto a ¾ ; prima i ritratti erano di profilo prendevano dalla tipica raffigurazione romana usata per la moneta.
• I particolari del ritratto seppur semplici sono rappresentati minuziosamente
• Il ritratto di uomo non è ne un personaggio di spicco ne un personaggio sacro. Egli infatti indaga la realtà scegliendo personaggi reali, umili.
La Vergine Annunciata
1475, Olio su tavola 46x34 cm, Palermo Galleria Nazionale della Sicilia
Questa opera ha un’importante schema compositivo, La vergine è posta al centro dell’opera, non esiste uno spazio ben definito ma noi lo percepiamo comunque grazie ai pochi elementi raffigurati.

Il tutto in un’ardita prospettiva sghemba:
• Tavolo: percepiamo solo il piano
• Leggio: sul tavolo
• Libro: poggia sul leggio
La vergine è seduta; l’ osservatore si trova perfettamente davanti alla madonna.
• Annunciazione: L’angelo non c’è ma noi lo percepiamo come se fosse davanti.
• Meccanica compositiva: L’organizzazione delle figure nello spazio è totalmente nuova.
• Ruolo partecipante per l’osservatore: chi osserva l’opera ha la sensazione di assistere all’annunciazione stessa. Tra noi e il quadro c’è uno spazio, un volume.
• Spazio ben definito ma comunque di profondità.
La Vergine
la Vergine viene rappresentata con il velo, una mano trattiene il velo il quale prende forma di goccia che accentua il volto della Vergine; esaltazione del volto.
Lo sguardo cade sul volto della Vergine in qualunque punto della stanza in cui si trova l’opera.
Volto luminoso, gesto di castità/pudore
Punto di vista basso
Andrea Mantegna (ca. 1431-1506)
L’architettura nella pittura dalla citazione dell’erudizione archeologica
Citazione dell’erudizione archeologica: “Aggancio al discorso della cultura tradizionale/classicismo in generale”
• Riferimento alla cultura tradizionale; classicismo: unica arte che fa riferimento a Roma
LE OPERE:
Andata di San Giacomo al Martirio
ca. 1453, Affresco Padova
Fondamentale e basilare per Mantegna è il punto di vista prospettico, il che conferisce un significato più profondo all’opera.
Solennità della cultura classica, personaggi e strutture viste dal basso ne percepiamo il rapporto tra i vari soggetti dell’opera.
Storia per Mantegna
• Denuncia che sottolinea il passato, elemento erudito (erudito: colui che conosce per eccellenza, colto) che sottolinea di più il presente, in definitiva sottolineare il passato rende il presente più maestoso: sottolinea la certezza di un futuro glorioso, legittima il presente.
Camera degli Sposi
1465-1474, Affresco e Tempera, Mantova, Castel San Giorgio
Palazzo dei Gonzaga
• Grande novità della decorazione presentata dallo sfondamento illusionistico di due pareti contigue e della volta attuato tramite l’impiego della prospettiva in modo da dare l’impressione di trovarsi nello spazio aperto di un loggiato.
• Finta architettura di paraste poggianti sul pavimento.
• Volta suddivisa in lunette e rombi confluenti in un’oculo centrale: forma circolare, specie di apertura (ricordante quello del Pantheon)
• Illusione ottica di Apertura (oculo)
• Sviluppo Planimetrico di un volume.
• Parapetto in prospettiva traforato, aldilà di questo Mantegna finge un cielo azzurro, luminoso e solcato da nubi vaporose, dal parapetto si affacciano fanciulle, vi è anche un pavone ed un vaso ligneo con al suo interno una pianta fruttifera. I personaggi dipinti guardano verso l’osservatore dando la sensazione di essere parte attiva dell’opera.
Corte dei Gonzaga – Parete Nord, Camera degli Sposi
Essa era la famiglia più importante di Mantova, aveva un passato nobile e questo viene accentuato da elementi simbolici quali:
• Cani
• Nana
• Tappeti orientali
Vi sono per di più personaggi importanti e qui si ritorna al discorso dell’importanza del passato per Mantegna, le persone decedute sono tutti personaggi illustri che fecero parte della famiglia dei Gonzaga, questa scelta di rappresentarli all’interno di un contesto ai suoi tempi contemporaneo non fa altro che aumentare ancora di più l’importanza della famiglia.
Mantegna voleva così Glorificarla, Elogiarla non solo da un punto di vista unicamente retorico ma da dato di fatto, riprendendone il passato glorioso.
Donato Bramante (1444-1514)
Inventore e luce della buona e vera architettura
Donato di Angelo di Pascuccio detto Bramante ( dal soprannome paterno) nacque a Monte Asrualdo, presso Urbino nel 1444 e si formò alla significativa scuola del cantiere urbinate.
Dal 1478 era già attivo a Milano dove, dall’inizio degli anni ottanta fu in rapporti strettissimi con Leonardo.
Dall’esperienza milanese presso la corte di Ludovico Sforza prese le mosse quella riflessione sull’architettura che dette i suoi frutti migliori a Roma, dove Bramante si recò nel 1499.
Fu proprio a Roma, in specie sotto il pontificato di Giulio II, che Bramante potè iniziare quelle grandi imprese architettoniche che diedero il via all’architettura del cinquecento.
LE OPERE:
Coro di Santa Maria presso San Satiro
1482-1486, Milano
La mancanza di spazio, dovuta alla presenza di una strada costrinse Bramante a inventare un finto coro che razionalizzasse l‘intera struttura.
Esso quindi si pone come un supporto psicologico all’equilibrio della cupola, che altrimenti sarebbe apparso precario.
• In uno spazio esiguo (ca. 90 cm) Bramante, servendosi dell’illusione prospettica (non più solamente dipinta sul piano ma anche modellata con lo stucco perciò tridimensionale) ricavò:
• Un coro a tre arcate, con ampia volta a botte evocante l’architettura dipinta da Piero della Francesca nella Sacra conversazione.
• A conferire una maggiore “realtà” alla finzione contribuiscono anche gli effetti degli ori luminosi, dei fregi azzurri, del cotto, degli ornamenti diffusi.
Tutto ciò dimostra che Bramante vede ancora L’architettura con gli occhi di un pittore.
Tribuna della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
1492-1497 Milano
Contesto reale a cui si sommano elementi illusori dipinti, costruisce elementi in prospettiva.
Elementi reali preesistenti che coesistono con quelli dipinti.
*Tiburio: elemento architettonico poligonale regolare che contiene al suo interno la cupola
• La tradizione lombarda prevede l’uso di elementi decorativi colorati i pigmenti utilizzati sono soprattutto: ocra-colori terre/argille; tradizione particolare del colore.
• Da un elemento centrale amplia lo spazio trasversalmente; tre absidi sono organizzate tramite un sistema di copertura particolare
• Vi è una relazione tra gli elementi interni e gli elementi esterni, relazione basata sulla logica della luce.
• L’elemento decorativo non è altro che la rappresentazione di elementi di piccola dimensione che fanno parte di un insieme logico
• Elementi unitari che uniti determinano una logica d’insieme
• La decorazione crea il suo schema che non va assolutamente ad annullare il rapporto geometrico anzi va ad evidenziarne i singoli elementi; l’elemento decorativo va ad evidenziare l’elemento nella composizione, il significato globale della composizione! Non sono elementi di pura decorazione sono parte integrante dell’edificio.
• Le decorazioni non sono altro che unità di misura piccola che fanno parte integrante del quadro generale
Tempietto di San Pietro in Montorio
Commissionato nel 1502, Roma
Riprende la struttura classica del tempietto greco riadattandolo al cristianesimo
• Periptero: colonne distribuite circolarmente esternamente
• Basamento: da forza visiva all’insieme
• Parte superiore: Balaustra che delimita l’elemento più grande
Bramante recupera la lezione classica per trasformarla in forma rinascimentale; egli formula un concetto di classicismo strettamente personale:
CLASSICISMO BRAMANTESCO
Questa forma di classicismo in nessun caso generica ma riferita a Donato Bramante, nasce durante la sua permanenza a Roma.
Prende in considerazione l’epoca rendendosi conto di dover riadattare gli elementi classici.
La città ideale
Inno all’uomo e alla centralità del suo intelletto
• Veduta della città ideale, dipinto di autore anonimo tempera su tavola, 67,5x239,5 cm, Urbino; quest’opera rappresenta più di ogni altra la forte idealità simbolica del concetto di città ideale del rinascimento.
• Sforzinda, Atonia Averulino detto “Filerete” ca. 1461-1464 Firenze, dedicata al duca Francesco Sforza. Il perimetro delle mura segna una stella ad otto punte circondate da un fossato circolare, dagli angoli delle mura partono sedici strade che convergono al centro della piazza principale. A metà di ciascuna strada vi una piazza minore, la rigorosità geometrica allude alla perfezione della società che dovrà vivere al suo interno. L’irrealizzabilità di Sforzinda dunque non è il fallimento delle idee di Averulino bensì l’ammissione che non può esistere vista l’impossibilità che esista una società così perfetta poiché l’uomo è imperfetto.
• In provincia di Udine sorge Palmanova fondata dai veneziani nel 1493, al centro vi è una piazza esagonale come le mura circostanti alla città, per ragioni militari è stata così edificata, non tanto per rigore geometrico. Dunque nel corso di poco più di un secolo ecco che la realizzazione di una nuova idea di città passa dall’astratto al fisico.
La volontà di teorizzare una città ideale, nasce pertanto dall’amore per la città reale che, proprio a causa delle sue inadeguatezze, stimola i principali artisti rinascimentali una progettualità nuova e prodigiosa.
Sandro botticelli (1445-1510)
L’esaltazione della linea e del significato nascosto
Sandro Filipèpi detto Botticelli fu l’esponente di punta della cultura fiorentina durante il tempo di Lorenzo il Magnifico; nato a Firenze nel 1445 lavorò per i Medici e risiedette a Roma al fine di dipingere la Cappella Sistina, successivamente aderì senza riserve al movimento religioso di fra Gerolamo Savonarola il che ebbe un forte ascendente sulle sue opere fino al 1510, anno della sua morte.
Perché le opere del Botticelli appaiono sinuose:
• La linea di contorno che evidenzia la figura caratterizza un ritmo compositivo, cioè in movimento
• Il ritmo viene dato all’opera (oltre che dalla linea) grazie alla collocazione dei singoli elementi nello spazio; Botticelli segue una logica che dà l’idea di un andamento delicato ed armonioso.
LE OPERE:
La Primavera
ca. 1478, Tempera su tavola, 203x314 cm, Firenze
L’opera fu influenzata dalla filosofia neoplatonica, vi fu dunque, un ritorno a soggetti mitologici.
• Flora: sulla destra, viene raffigurata per ben due volte sia come Clori velata, sia come Flora dalla veste fiorita e dalla cintura dalla testa e dal collo circondati da ghirlande di fiori.
• Venere al centro si staglia contro una pianta di Mirto e avanza con passo di danza offrendosi a chi la guarda
• Cupido le volteggia sopra mentre scaglia una freccia infuocata in direzione d’una delle tre Grazie
• Le Grazie ballano intrecciando le loro mani
• Mercurio, al margine sinistro allontana le nubi dal giardino grazie al suo caducèo
• Zefiro sulla destra bruciante di passione rincorre Clori
La scena rappresentata ha delle assonanze con i versi del Poliziano, è stata tratta con tutta probabilità da un passo “dell’Asino d’oro” romanzo di Lucio Apuleio uno scrittore latino del II secolo d.C. brano in cui viene narrato come il protagonista del romanzo mutato in asino assista ad una rappresentazione del giudizio di Paride nella quale compaiono tutti i personaggi dipinti dal Botticelli.
La presenza di Venere nella posizione centrale della tavola era un invito a Lorenzo di Pierfrancesco a scegliere anche lui Venere come fece anche Paride; con Venere egli intendeva i significati di raffinatezza e cultura, qualità di cui lui forse difettava.
• I corpi e le vesti appaiono senza peso, il paesaggio è irreale e la prospettiva centrale; Malinconia nei volti.
La nascita di Venere
ca. 1485, Tempera su tela, 172,5x278,5 cm, Firenze
Essa sta a dimostrare il significato spirituale che la filosofia neoplatonica attribuiva alla bellezza, cioè a Venere; è tramite essa infatti che l’uomo si avvicina a Dio ed è sull’amore che tutto l’universo si regge.
• Venere appena nata già donna, nuda su una conchiglia, viene sospinta dai venti verso riva, Flora l’accoglie porgendole un drappo ricamato per coprirla
• In quest’opera vi è quasi la totale assenza di chiaroscuri, puro gioco lineare
• Paesaggio ridotto all’essenziale, le onde del mare sono solo delle lievi increspature, la costa è solo una linea
• Venere: spalle troppo spioventi, il braccio sinistro presenta un’impossibile conformazione e il collo è troppo lungo: elementi resi così volutamente da Botticelli per esaltarne la dolcezza e il piacere della linea.
Botticelli nelle sue opere si concentrò sempre sui personaggi più che sul paesaggio; per egli ciò che conta è la figura e, in essa, il disegno. Per Botticelli il disegno è principalmente linea di contorno. Una linea flessuosa, agile, leggiadra ed elegante, che circonda morbidamente il soggetto e lo stacca dalla sfondo.
Pietro Perugino (1445/1450-1523)
Venne Pietro in Fiorenza con animo di farsi eccellente
Pietro di Cristoforo Vannucci si trasferì a Firenze dove lavorò nella bottega del Verrocchio con Leonardo. Dal 1472 divenne pittore indipendente e nel 1501 aprì una bottega a Perugina sebbene fosse già a capo di una florida bottega a Firenze.
LE OPERE:
La consegna delle Chiavi a San Pietro
1481-1483, Affresco, 340x550 cm, Vaticano, Cappella Sistina
Eseguito in cinquantuno giornate l’affresco riporta le linee incise del riporto diretto in altri la puntinatura dello spolvero.
• Il soggetto di quest’opera importantissima rende esplicita la trasmissione del potere da Cristo a Pietro e da questi ai suoi successori
• Ambientato in una piazza antistante un grande tempio a pianta centrale affiancato da due archi di trionfo gemelli, citazioni quasi letterali dell’Arco di Costantino
• La pavimentazione a scacchiera della piazza rende visibile il tracciato prospettico con il punto di fuga nel portale del tempio
• In primo piano Cristo, di tre quarti porge a San Pietro le chiavi del paradiso. La chiave d’oro tenuta contemporaneamente da Cristo e da San Pietro, allude al potere spirituale, quella di bronzo tenuta da San Pietro a potere temporale dei Papi
• Il cielo quasi bianco in basso e di un azzurro carico in alto è una caratteristica del Perugino; come lo è il paesaggio che va a morire in un rincorrersi di colline
In quest’opera Perugino unisce alla maestà dei personaggi la delicatezza dei gesti e la dolcezza: ciò contribuisce a infondere, nella solennità del momento, la serenità della contemplazione creando, così uno stile che può ben dirsi classico.

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