La Psicoanalisi

Materie:Riassunto
Categoria:Psicologia

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Testo

La Psicoanalisi è una terapia per il trattamento del disagio psichico, una teoria generale della personalità, una convezione globale dell’uomo e della società. A volte mentre parliamo succede che diciamo una parola al posto di un’altra. Questo viene chiamato lapsus linguae. Per spiegare il lapsus dobbiamo andare al di là dei pensieri coscienti e ipotizzare l’esistenza di contenuti mentali che, sebbene inaccessibili alla consapevolezza dell’individuo, sono comunque in grado di incidere sul suo comportamento. Questa è la psicoanalisi.
La Psicoanalisi è introdotta dal medico viennese Sigmund Freud.
Quando Freud iniziò la sua attività, la medicina non sapeva spiegare dei disturbi psichici. La psichiatria ottocentesca si risevela impotente di fronte all’isteria. Nell’isteria i disturbi psicologici convivono con manifestazioni patologiche a carico del fisico, non supportate però da una causa organica plausibile.
Un approccio innovativo all’isteria era stato tentato dal neurologo Francese Jean-Martin Charcot (1825-1893), che aveva cominciato a curare i pazienti isterici con l’ipnosi.
Anche Freud adotto inizialmente questa tecnica ma procedendo con l’uso di questa, intuì che esso apriva la strada a una nuova comprensione delle patologie isteriche. In stato di ipnosi infatti il paziente era in grado di rievocare eventi della sua vita che credeva di aver dimenticato e di guarire i suoi sintomi. Per guarire dall’isteria bisogna ammettere che la vera causa (l’evento patogeno) si collochi in una dimensione psichica non immediatamente accessibile al pensiero cosciente e non richiamabile a esso con un semplice sforzo della riflessione e della memoria.
Freud definì inconscio questo livello livello più profondo e inaccessibile al pensiero cosciente.
La novità nell’approccio freudiano consiste:
- Nell’idea che i contenuti coscienti siano solo una piccola parte del nostro territorio psichico
- Nel legame da lui istituito tra inconscio e rimozione
Rimozione: Il soggetto allontana inconsapevolmente dall’orizzonte del pensieri cosciente contenuti psichici sgraditi o comunque a lui intollerabili.
Il sintomo isterico costituisce per l’appunto la “mentita spoglia” con cui il contenuto rimosso si ripropone.
In un primo tempo Freud riconosce nell’ipnosi lo strumento più idoneo per l’esplorazione del materiale rimosso; ma ben presto abbandona tale metodo per approdare alla procedura che ancora oggi rappresenta il nucleo terapeutico della psicoanalisi: il metodo delle associazioni libere. Il paziente riferisce all’analista qualsiasi pensiero gli venga alla mente.
Il successo di questo metodo richiede l’opera congiunta del paziente e dell’analista, resa possibile dal transfert, ossia lo spostamento da parte del paziente di sentimenti e atteggiamenti legati a figure significative sulla persona dell’analista stesso.
Freud si sofferma su quelle situazioni quotidiane in cui il soggetto incorre in sviste, lapsus ed errori apparentemente insignificanti (atti mancati) ma in realtà interpretabili come fenomeni di rimozione.

Un altro strumento che appare a Freud prezioso per la ricostruzione dei processi psichici inconsci è lo studio dei sogni. Dal punto di vista percettivo, il sogno è un’allucinazione, cioè una percezione in assenza di stimolo fisico. Freud afferma che l’interpretazione di ogni sogno riconduce necessariamente al vissuto individuale del soggetto. Interpretare il sogno significa ripercorrere a ritroso quel processo, chiamato lavoro onirico, tramite il quale contenuti altrimenti interdetti alla coscienza vengono travestiti per potervi accedere.
La natura di quei contenuti psichici che l’individuo allontana dal suo orizzonte cosciente è quando il materiale rimosso affonda le sue radici nell’esperienza infantile dell’individuo e il suo contenuto è di natura prevalentemente sessuale. Si stabilisce così quell’importante connubio tra sessualità e infanzia.
Secondo Freud la sessualità è una componente originaria della vita psichica; essa si presenta come spinta verso la gratificazione legata all’esperienza del proprio corpo. A queste spinta originaria Freud ha dato il nome di pulsione sessuale e ha chiamato libido l’energia psichica che vi è connessa.
Lo sviluppo psichico del bambino è legato alle diverse localizzazioni che la libido conosce fin dalla nascita. Lo sviluppo psico-sessuale del bambino si divide in 5 fasi:
- Fase orale (a partire dai 18 mesi)
- Fase anale (controllo degli sfinteri)
- Fase fallica (dai 3-4 anni) complesso di Edipo
- Fase di latenza (dai 6-10 anni)
- Fase genitale (nell’adolescenza)
L’esperienza edipica è decisiva soprattutto perché la risoluzione coincide con la nascita di una struttura fondamentale della personalità: il Super-Io. Il Super-Io è quel codice di norme morali che nell’individuo funge da censore costante dei pensieri e delle azioni.
Il Super-Io si oppone alle esigenze della libido e in generale alla componente primitiva e istintuale della psiche, cioè l’ES (un insieme di forze istintive che tendono ad essere soddisfatte senza alcuna limitazione. Queste forze sono dette pulsioni). L’Io è l’insieme di funzioni che permettono all’individuo di adattarsi al mondo. L’Io ha anche il compito di evitare che il manifestarsi incontrollato delle pulsioni determini un danno fisico o psichico al soggetto. Questo avviene mediante meccanismi di difesa, il più importante dei quali è la rimozione.
Il buon equilibrio tra pulsioni e difese costituisce la normalità, mentre l’eccesso o l’insufficienza delle difese genera varie forme di psicopatologia.

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