I promessi sposi, genesi del romanzo

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Categoria:Letteratura

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Testo

I PROMESSI SPOSI

GENESI DEL ROMANZO

Con "I Promessi Sposi" Manzoni realizza una felice sintesi tra storia ed invenzione, mantenendosi fedele agli studi effettuati sull'epoca trattata e riservando all'invenzione soltanto la creazione dei personaggi . La vicenda и ambientata nel Seicento in quanto questo secolo rappresenta il periodo piщ cupo della storia italiana, e contribuisce perciт a fornirne una visione pessimistica. Manzoni concepisce un'opera i cui protagonisti sono gli umili, la massa da sempre trascurata dalla storia e intento principale dell'autore и appunto quello di usare la letteratura per far luce su quei fatti che la storia ha lasciato in ombra.
La prima redazione del romanzo aveva come titolo "Fermo e Lucia" e, cominciato nel 1821, ebbe termine nel 1823. Era un racconto diverso, sotto molti aspetti, da quello della redazione successiva che Manzoni pubblicherа nel 1827. Manzoni, alla fine di questo primo lavoro di scrittura, rimase scontento della sua opera e, dopo averla in parte riscritta, la pubblicт, al termine di una attenta revisione, nel 1827 con il nuovo e definitivo titolo: "I Promessi Sposi". Questi mostrano un equilibrio maggiore rispetto al Fermo e Lucia: и infatti da evidenziare una piщ armonica proporzione tra le parti, con l'eliminazione di lunghe digressioni, soprattutto storiche, come ad esempio quella riguardante la monaca di Monza, le cui vicende, nella prima redazione costituivano quasi un romanzo nel romanzo. I personaggi, oltre ad assumere un diverso nome, mostrano una nuova e diversa psicologia: la figura dell'Innominato и approfondita e resa piщ spirituale, don Abbondio da figura umoristica si completa assumendo aspetti piщ umani e complessi. Dopo il'27 l'autore sottopose il romanzo ad un lungo lavoro di rifacimento del linguaggio utilizzato precedentemente; cercт di renderlo piщ omogeneo e compatto assumendo come modello la lingua d'uso dei "ben parlanti fiorentini" anche in omaggio alla sua convinzione di difendere la fiorentinitа della lingua italiana. Nel 1842 si arriva alla pubblicazione definitiva del romanzo.

LA LINGUA
Il problema della lingua и affrontato dallo scrittore in una moltitudine di scritti e di lettere , Manzoni esprime quasi ovunque il suo disagio nel constatare l'eccessivo divario esistente tra la lingua parlata ( che и cioи di carattere regionale e dialettale) e la lingua scritta. I soggiorni a Firenze per la messa a punto linguistica del romanzo lo convinsero che la lingua nazionale ( da usarsi non solo in letteratura, ma anche nella comunicazione sociale) dovesse essere il fiorentino parlato dalle classi colte. Con tale formula egli salvava sia le esigenze dell'uso, giacchи la sua scelta si muoveva verso il parlato, sia quelle della tradizione, giacchи veniva privilegiato il fiorentino, cioи la parlata piщ vicina alla lingua scritta.
Nel romanzo Manzoni racconta, giudica e commenta senza separare il suo commento in un "cantuccio" come nelle tragedie, ma i suoi commenti seguono le vicende e indirizzano il lettore verso una determinata ideologia.

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
Nel sistema dei personaggi risulta evidente la contrapposizione tra i personaggi: gli umili (Renzo e Lucia) contro i potenti (Don Rodrigo e l'Innominato). A tale contrapposizione di classe corrisponde quella tra valori morali: da una parte gli umili che soffrono, ma restano fedeli ai valori cristiani, dall'altra i potenti per i quali il potere и esercizio della malvagitа. Altrettanto importanti sono le funzioni dei quattro uomini di chiesa; anche qui c'и una differenza gerarchica (Gertrude e il Cardinale Borromeo appartengono alla nobiltа, mentre don Abbondio e fra Cristoforo appartengono al ceto umile), ma essa non coincide piщ con la moralitа. La funzione dei due aiutanti dei buoni si esercita in due direzioni. Fra Cristoforo и la guida spirituale di Renzo, soprattutto nel mitigarne i moti di un'istintiva ribellione; Borromeo con l'autoritа spirituale e politica di cardinale puт reggere il confronto con il potente e ricondurlo alla fede (la conversione dell'Innominato). Questo sistema dei personaggi raffigura la fisionomia di un vero e proprio scontro di classe e ci fa intravedere la sua soluzione nell'intervento mediatore della chiesa, sia come custode di valori morali che come istituzione che agisce nella realtа sociale. Il romanzo, attraverso tale sistema dei personaggi trasmette un insieme di convinzioni morali, religiose e politiche e una precisa ideologia.

L'IDEOLOGIA
L'ideologia del romanzo и rappresentata dall'atteggiamento della classe dominante nei confronti del popolo e del ruolo assegnato al popolo stesso. I personaggi del popolo sono gli umili che vengono descritti secondo una chiara impostazione cattolica: sono infatti portatori di una serie di valori quali laboriositа, onestа, altruismo, purezza morale, fede cristiana spontanea. A questi personaggi si contrappongono i potenti corrotti , superbi e meschini, pur con la chiara eccezione di fra Cristoforo che invece si schiera, nonostante la sua origine, a difesa dei bisognosi. L'atteggiamento manzoniano puт sembrare apparentemente democratico nei riguardi del popolo, cioи fiducioso nell'azione di questo, volta a trasformare la societа e a migliorare le condizioni di vita; in realtа l'autore и molto piщ conservatore ed и convinto dell'incapacitа della massa di creare con le proprie forze un sistema sociale che garantisca benessere e giustizia. Manzoni quindi и critico nei confronti delle insurrezioni popolari e il fallimento a cui sono destinati i moti milanesi ne sono una chiara prova. Per evitare questi gesti violenti e provocatori и necessaria la presenza di una guida paterna e illuminata di cui il cardinal Federigo и l'esempio piщ insigne, che sia per il popolo un padre saggio e amorevole; da parte sua il popolo non deve intervenire sull'attivitа politica, deve sopportare cristianamente le sue povertа, essere laborioso e onesto. Il sistema ideologico determina la struttura stessa del romanzo. La vicenda del protagonista и la storia dell'educazione di un popolano. All'inizio Renzo и convinto che il povero non debba rassegnarsi di fronte all'oppressione. Le esperienze lo inducono a rinunciare ad ogni velleitа di azione e ad abbandonarsi interamente alla volontа di Dio. Il modello di popolo и Lucia: и innocente, buona, cristiana, laboriosissima, ha orrore della violenza, attende umile e rassegnata l'aiuto del Signore e svolge, per tutto il romanzo, un'azione correttrice su quell'esemplare imperfetto che и Renzo. Al termine della storia Renzo proclama la sua volontа di non mettersi piщ nei tumulti, di non predicare in piazza, dopo che и entrato nel tranquillo paradiso domestico assicuratogli da Lucia. Ma al paradiso domestico si unisce anche una promozione sociale: Renzo si и trasformato in un piccolo imprenditore. Renzo ora coincide perfettamente con l'immagine esemplare del "popolo" cara a Manzoni: ha rinunciato all'azione, rimettendosi alla volontа del Signore e puт godere della felicitа domestica e di una modesta agiatezza.

ROMANZO SENZA IDILLIO
Al romanzo manca quel lieto fine che a prima vista puт invece sembrare la sua logica conclusione. In effetti i due promessi riescono a coronare la loro unione con il tanto sospirato matrimonio, ma и anche vero che, in seguito, la loro esistenza и connotata dai piccoli fastidi della vita quotidiana, ciт che impedisce al bilancio della loro vita di essere pienamente soddisfacente. Il marchese erede di don Rodrigo ripara ai torti e vuole gli sposi al castello, ma li fa sedere a una tavola diversa; i due sposi sono costretti a trasferirsi e la nostalgia del paese natмo и accentutata dalla difficile integrazione nel nuovo ambiente, dove i paesani restano delusi nel vedere in Lucia una semplice contadina.

Esempio



  


  1. antonella

    Sto cercando un tema che parli della differenza tra il film e il romanzo dei promessi sposi.