I comuni

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Testo

La storia del Comune
In epoca medievale i Comuni erano associazioni di uomini liberi che giuravano di difendersi reciprocamente e di obbedire a capi elettivi; spesso traevano origine dalle corporazioni di arti e mestieri. Il Comune si diffuse come forma di governo caratteristica delle cittа europee (Germania, Fiandre, Francia, Inghilterra) e in particolare in Italia dalla fine dell’XI secolo. Con l’etа dei Comuni, la penisola italiana conobbe uno dei periodi di maggior splendore e feconditа economica e culturale. Il declino cominciт quando, a seguito di aspre lotte tra i Comuni, le cariche politiche, inizialmente limitate nel tempo, vennero conferite piщ volte alla stessa persona: questo processo portт in breve tempo alla formazione delle signorie.

Etа dei Comuni.
Ciclo storico della penisola italiana, collocato tra l’XI e il XIII secolo, nel quale il rifiorire economico e demografico delle cittа favorм l’evoluzione verso forme politiche che comportavano libertа e prerogative giurisdizionali esercitate nel territorio urbano.
Al passaggio dal primo al secondo millennio in diverse regioni d’Europa si avviт una fase di generale sviluppo: la popolazione era in aumento, gli scambi commerciali si intensificavano, l’economia si rafforzava. In questo clima i centri urbani riacquistarono quel vigore che avevano perduto durante i primi secoli del Medioevo. Si ripropose allora il fenomeno dell’urbanesimo; nelle cittа in crescita lo sviluppo del sistema manifatturiero e commerciale modificт le basi della ricchezza e del potere politico, si formarono nuovi ceti borghesi, i contadini inurbati si trasformarono in artigiani, ma anche i nobili e gli ecclesiastici modificarono le loro attitudini economiche. Via via che le cittа si ingrandivano, i cittadini piщ facoltosi e potenti rivendicavano la libertа di governo, tollerando sempre meno l’autoritа del signore feudale o quella del vescovo o quella piщ lontana dell’imperatore. Tale fenomeno, che portт alla nascita dei comuni, si manifestт in tutta Europa, ma in modi differenti da zona a zona, da cittа a cittа. L’area tedesca e quella dell’Italia settentrionale e centrale furono le zone del continente nelle quali si radicт maggiormente l’esperienza storica dei Comuni.
L’organizzazione politica che si diedero i Comuni prevedeva l’elezione di rappresentanti in un consiglio della cittа e l’approvazione di statuti che ne regolavano la vita sociale e politica. I Comuni ereditarono a poco a poco una parte delle prerogative regie e imperiali, come il diritto di emanare leggi, di riscuotere imposte, di organizzare eserciti, di aprire mercati, di battere moneta. In Italia nei primi tempi dell’etа comunale il potere supremo fu affidato a magistrati collegiali nominati dal consiglio ai quali venne attribuito l’appellativo, di ascendenza romana, di consoli: essi dichiaravano guerre, stringevano alleanze, concludevano trattati con altre cittа. Alla fase consolare succedette quella podestarile: il podestа era un magistrato unico, scelto perlopiщ tra i forestieri, ed esercitava un ruolo di mediazione tra le differenti famiglie, o fazioni del Comune.
Nel corso del Duecento lo scontro politico ebbe un’impronta sociale, in quanto la borghesia, organizzata nelle arti e nei mestieri, rivendicava diritti prima riservati ai ceti aristocratici. Le arti assunsero un’importanza crescente a Firenze, una delle principali piazze bancarie d’Europa, fino a conseguire il controllo politico del Comune dalla metа del XIII secolo. A Milano e nelle cittа lombarde, cuore di un’economia artigianale molto attiva, si catalizzт lo scontro con l’autoritа imperiale, rappresentata da Federico II di Svevia, imperatore dal 1220, che si concluse a favore di una lega di cittа libere del Nord Italia. Dalla fine del Duecento le tensioni sociali interne ai Comuni, le piщ articolate dimensioni economiche che coinvolgevano il rapporto cittа-campagna e infine l’esigenza di equilibri politici piщ solidi, portarono in molte cittа all’affermazione delle signorie.

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