relazioni di Plauto e Terenzio

Materie:Scheda libro
Categoria:Letteratura Latina
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Testo

PLAUTO, La pentola del tesoro
TERENZIO, Il punitore di se stesso

• I temi delle commedie

La pentola del tesoro:
Il tema principale della commedia è quello dell’avarizia portata all’esasperazione che sfiora in molti punti del racconto la paranoia vera e propria. A volte l’amore per la ricchezza fa perdere di vista persino l’amore per la famiglia o per gli affetti più cari, come nel caso di Euclione.

Il punitore di se stesso:
Il tema di questa commedia è quello del confronto-contrasto fra caratteri opposti.
Inoltre si può individuare come tema la difficoltà di comunicazione fra generazioni diverse (padre e figlio) che per parlare o per “capirsi” necessitano di un “aiutante” (Siro, lo schiavo di Clitifone) ed è proprio questo che conduce l’intera vicenda narrata in questa commedia.

• I passaggi più interessanti in relazione all’obiettivo prefisso dall’autore:

La pentola del tesoro:
ATTO II, SCENA VII
Euclione: “Stan forse derubandomi?”
Congrione: “Va a chiedere ai vicini una pentola più grande, se è possibile: questa è piccola, non può contenerlo.”
Euclione: “Ahimè! Sono perduto, per Ercole! Si ruba il mio oro, si cerca la mia pentola.”
Ho scelto questo passaggio perché credo che simboleggi più degli altri l’obiettivo dell’autore: creare una commedia dove ogni avvenimento giri intorno ad un equivoco. Euclione fraintende ogni parola che non viene pronunciata da lui.
Un altro esempio molto convincente si può trovare in tutta la scena IX del terzo atto, nella quale Liconide ed Euclione parlano di due argomenti completamente diversi e fra di loro si istaura una conversazione molto comica che centra a pieno l’obiettivo dell’autore.

Il punitore di se stesso:
ATTO IV, SCENA V
Siro: “Io però non intendevo dire di dargliela sul serio, ma di fingere soltanto.”
Cremete: “Fingere? Non è mia abitudine. Combina pure le tue trappole, ma non invischiare me.”
L’obiettivo dell’autore è quello evidenziare un mondo di bugie, imbrogli e finzioni creato intorno alla realtà, un po’ come accade nella vita di tutti i giorni.
In fondo c’è sempre un “Siro” che nasconde la verità, omette particolari per proteggere qualcuno, ma in fondo quello che conta è la verità e la sincerità perché prima o poi tutto i nodi vengono al pettine.
Ed è proprio questo quello che Terenzio ci vuole insegnare in questa commedia.

• Confronto di due personaggi a piacere

Ho scelto per il CFR Siro e Strobilo.
Credo che questi due personaggi si prestino perfettamente a un confronto per la loro somiglianza e, essendo descritti e considerati in modo diverso, ci permettono anche di confrontare i due autori sul loro metodo di descrizione dei personaggi e di scrittura di una commedia.
Siro e Strobilo sono i due schiavi principali delle commedie e sono entrambi gli aiutanti dei protagonisti.
Entrambi cercano di aiutare a loro modo il “padroncino” e il loro metodo di aiuto consiste spesso nella truffa, nell’inganno o addirittura nel furto.
Non sono personaggi né negativi né positivi perché le loro malefatte sono giustificate dall’affetto per il padrone. Nonostante i loro profusi sforzi per risolvere i problemi dei protagonisti, sono sempre loro che pagano le conseguenze di tutto quello che succede e non li viene mai riconosciuto alcun merito.
Come ho già detto, la differenza fra questi due personaggi non sta nel loro carattere, ma nel modo con il quale vengono inseriti nella commedia.
Siro si può considerare praticamente come un personaggio principale e di lui possiamo conoscere più particolari in quanto Terenzio ci descrive con più meticolosità ogni suo personaggio. Plauto invece non si sofferma più di tanto sulle descrizioni dei personaggi, anzi preferisce usare nelle sue commedie gli stereotipi dei personaggi delle commedia oppure ne schizza solo i tratti principali.
Siro inoltre è il filo conduttore di tutta la vicenda in quanto è lui che spinge i personaggi a compiere determinate azioni. Strobilo invece si nota solo nel finale visto che è proprio lui a causare il caos per il furto della pentola.

• Commento e CFR delle due commedie

Sia La pentola del tesoro che Il punitore di se stesso sono due commedie molto interessanti e mi hanno offerto diversi spunti per riflessioni su vari argomenti: l’amore nel mondo latino, la bugia, la verità, l’inganno, l’avarizia…
Mi sono piaciuti entrambi i testi anche se ho trovato più scorrevole e più divertente la commedia di Plauto anche se le vicende narrate da Terenzio sono riuscite a coinvolgermi lo stesso in una piacevole lettura.
Ovviamente queste due commedie sono diverse sia per contenuto che per modalità di scrittura: scorrevole e forse un po’ superficiale quella plautina, meticolosa e ricercata quella di Terenzio.
Non riesco a dare un giudizio chiaro su questi due testi in quanto mi hanno interessato notevolmente entrambi e penso che, per avere un quadro abbastanza completo della letteratura teatrale latina, sia fondamentale leggere qualche produzione di questi due importanti commediografi e penso che queste letture estive mi saranno utili in questo anno scolastico.

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