Ulisse e il ciclope

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Testo

ULISSE E IL CILOPE
Ulisse arrivò lì dal Ciclope Polifemo, figlio di Nettuno. Il ciclope aveva un occhio in mezzo alla fronte e il suo cibo era carne umana in mezzo alla fronte e il suo cibo era la carne umana. Quotidianamente portava le pecore nella sua grotta e chiudeva la porta con un ingente mole rocciosa. Poi vide Ulisse e li chiuse i suoi soci allora iniziò a mangiare i suoi compagni. Il re Greco,tuttavia, uomo dalla grande astuzia,così pensò:”Certamente il Ciclope supera me con la forza, ma il mio ingegno lo supera. Per caso Ulisse aveva il vino, dono di MArone, sacerdotessa di Apollo. Perciò inebriò Polifemo e disse:”Nessuno è il mio nome”. Il vino conciliò sonno al Ciclope:allora Ulisse con l’aiuto dei compagni bruciò con un tronco ardente il suo occhio. Polifemo convocò con suo clamore gli altri Ciclopi e chiamò:”Aiutatemi fratelli miei, Nessuno mi ha accecato!”. I Ciclopi ritennero demente il fratello e lo trascurarono. Ulisse,pertanto, legò i suoi compagni alle pecore e se stesso al’ariete e così uscirono dalla grotta.

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