Rosso come una sposa di Anilda Ibrahimi

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano
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Data:18.02.2009
Numero di pagine:3
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Testo

Nel romanzo sono presenti numerose pagine significative sulle quali si potrebbe discutere in una serata di lettura. In queste pagine sono narrati episodi che ci fanno riflettere sul modo di vivere delle persone di un paese che spesso è poco considerato: l’Albania.
Il primo brano che vorrei proporre, poiché mi ha particolarmente colpito, è nelle prime pagine del quinto capitolo: Omer e la sua nuova giovanissima moglie, Saba, stanno andando a fare visita ai genitori di quest’ultima, come vuole la tradizione, con molti doni per fare veder ai genitori di Saba com’è felice nella nuova vita.
Durante il tragitto per andare alla casa dei suoi genitori Saba è rappresentata come un mulo carico di doni. La donna, però, non osa lamentarsi al marito, il quale la precede senza portare niente. È proprio cosi che quindi inizia la nuova vita da moglie di Saba, la quale sa che non potrà mai avere l’amore di suo marito, ma almeno cercherà di non attirare il suo odio. Ho scelto questo brano perché a mio parere è molto rilevante e ci fa riflettere sulla condizione della donna nell’Albania dei primi anni del ‘900.
L’autrice, infatti, con questo libro, e in particolare con questo brano, ha voluto denunciare la situazione di sfruttamento e lo stato di asservimento a cui le donne erano sottoposte all’uomo e, a Kaltra, alle suocere.
La donna spesso si trovava a dovere vivere il resto della sua vita con un marito con cui non andava d’accordo e che non avrebbe desiderato sposare ma era stata obbligata a sposarlo dalla famiglia. La sposa inoltre era anche sottomessa e insultata dalla suocera, la vera donna di casa: Saba, infatti, viene soprannominata dalla madre di Omer “gallina spennacchiata”. La donna però assume un ruolo fondamentale in casa, dove l’uomo svanisce e si riduce a una nullità. Le donne, infatti, si rendono indispensabili in casa e ne diventano il fulcro.
A mio parere anche il fatto che quando nasceva un maschio si sparavano tre colpi in aria mentre con la nascita di una femmina si stava in silenzio e che addirittura le suocere pregavano che dal matrimonio del loro figlio nascesse un maschio e non una femmina(cosa che a mio avviso spiega l’odio delle suocere nei confronti delle loro nipoti) si collega alla tematica della condizione di sfruttamento femminile e del modo in cui era considerata la donna in quel tempo in quel paesino.
Un altro brano che ho ritenuto particolarmente importante è quello in cui un giornalista arrivato a Kaltra dalla Francia e, rimasto stupito dalle abitudini e dalle usanze del paesino, vuole approfondire la storia del lamento funebre e quindi chiede a Meliha di improvvisarne uno; la donna, però, si rifiuta e rimane sbalordita dall’assurda richiesta. Meliha non ha voluto improvvisare un lamento funebre poiché riteneva di non poter richiamare la morte che aveva già colpito molte volte la sua casa e che stava per colpirla di nuovo portando via proprio Meliha stessa.
Con questo brano a mio parere l’autrice ha voluto dimostrare le differenze di mentalità tra un paese aperto alle innovazioni come la Francia e un paesino legato alle tradizioni e fuori dal tempo come Kaltra. Il giornalista francese, infatti, non è turbato nel chiedere di improvvisare un lamento funebre, mentre Meliha, che è ancora legata alla tradizione, rimane sbigottita davanti alla proposta.
Alcune pagine che a mio avviso ci fanno riflettere sull’impronta che il regime ha avuto sulla società, invece, sono quelle in cui viene ordinato a Luan di liberarsi dei libri che ai membri del partito comunista potrebbero risultare in un certo modo “scomodi”.
I libri, infatti, sono un mezzo di ricerca che permette di liberarsi dall’ignoranza, di ampliare i propri confini mentali creandosi delle idee ed opinioni proprie e di superare la mentalità collettiva. È proprio per questo che il regime comunista ha voluto eliminare certi libri in cui venivano affrontate idee troppo liberali e ha cercato, anche, di annullare la personalità di ogni individuo cancellando ogni legame col passato. L’unica donna nel romanzo che riesce ad attuare confronti col passato riuscendo cosi a mantenere una propria personalità è nonna Saba.
A mio parere il romanzo è molto interessante in quanto descrive usi e costumi dell’Albania del ‘900.
Personalmente ho preferito la prima parte: c’è un’atmosfera quasi magica, la morte e la vita sembrano immagini quasi complementari fatte di ricordi, riflessioni e umiliazioni; la seconda parte, invece, è quasi cronachistica e i personaggi sono davvero troppi.

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